I vicini di casa 1.2
di
Joword
genere
trio
UN CONSIGLIO: Questo racconto è costituito da due sole parti. Lo si gusta se si leggono entrambe le parti l'una subito dopo l'altra. Questa è la prima parte
Lo ammetto: io, bisex convinto, non credevo che esistessero davvero coppie reali (moglie e marito legalmente sposati) capaci di accogliere una terza persona, nel loro talamo. E dire che esperienze con coppie ne ho avute abbastanza, ma non sono stato a chiedere se erano una coppia legale o di fatto, stabile o costituita per l'occasione. Come si dice? Ho mangiato nel piatto che mi è stato servito perché era appetitoso, e non ho chiesto se gli ingredienti venivano direttamente dalla campagna o dall'industria alimentare, tanto il piatto era squisito lo stesso.
E' evidente che non ho mai chiesto se c'era un legame più o meno giuridico tra i due costituenti le coppie con le quali ho avuto rapporti per due motivi: il primo è che non me ne è mai fregato niente, il secondo è che con le coppie io ho avuto quasi sempre un unico rapporto occasionale, tranne qualche eccezione ( mi pare tre soli casi) in cui ci siamo rivisti anche per incontri successivi al primo, ma mai oltre i due o tre e, soprattutto io mai ho cercato di sapere nulla dei miei partner al di fuori della loro disponibilità a rapporti erotici, alla loro piacevolezza fisica, e, questo sì, alla loro attenzione all'igiene ed alla salute.
Ancora una annotazione preliminare.
In quasi tutti gli ambienti che frequento abitualmente, la gente mi conosce semplicemente come “persona” e nessuno si pone il problema dei miei orientamenti sessuali; suppongo d'essere considerato un normale eterosessuale perché, in genere, di tutti, si presuppone questo, salvo prova contraria, anzi meno: salva diceria contraria.
Ho detto in “quasi” tutti gli ambienti, non in tutti. Per esempio al Kubosfera no. Il Kubosfera è una discoteca apparentemente come le altre, con una sostanziale differenza: è frequentata da gay, lesbiche, bisessuali e sedicenti “eterosessuali solo curiosi”, in realtà appartenenti ad una delle altre tre categorie. Certo, al Kubosfera si balla, si ascolta musica (devo dire che questa è di alta qualità, può piacere o no a seconda dei gusti, ma non è musica commerciale, ma da intenditori), si bevono anche buoni (non ottimi) drink, ma soprattutto ci si incontra per fare sesso. Il locale stesso è strutturato anche per questo scopo, con una grande ambiente centrale dove si balla e si fa confusione e tanti, troppi corridoi-meandri, per raggiungere l'uscita, o il bar, o i bagni o delle salette ufficialmente “di conversazione”, in realtà vere alcove. Ci si adocchia nel salone, ci si avvia nei tortuosi ed intrigati corridoi per farsi raggiungere o per seguire qualche soggetto interessante, lo si attende o lo si raggiunge per parlarci poi si decide se tornare nel salone, andare a bere qualcosa al bar, ritirarsi in qualche salottino (se se ne trovano di liberi), rifugiarsi nei bagni o raggiungere l'uscita se si hanno altre soluzioni.
Dagli approcci dentro il Kubosfera sono nati tutti i miei rapporti con coppie (anche qualche incontro con gay singoli). Al Kubosfera non si fanno domande superflue, spesso non si chiede neppure il nome, bastano i “ciao” ed i “tu” sottintesi.
E' vero! Mi è capitato che mentre ci rivestivamo alla fine di un rapporto, mi è stato chiesto “Scusa, come hai detto che ti chiami?”, “Veramente non te l'ho detto”, “Ah già! Beh, allora...ciao?”, “Ciao”, “Mi è piaciuto stare con te”, “Anche a me”, “Quindi?..Ciao?”, “Ciao!”, “Ciao!”
Squallido? No, se parliamo degli incontri al Kubosfera è normale.
Un piccolo particolare: il Kubosfera dista un centinaio di chilometri da dove vivo abitualmente, non ci vado spesso, ma quando ci vado faccio il viaggio apposta.
Non ho mai incontrato conoscenti e se dovesse capitare non me ne farei un problema: al massimo potrebbero pensare di me quello che potrei pensare di chi, per ipotesi, mi incontrerebbe, tanto in quel locale non ci si finisce per caso, chi ci va sa cosa trova. Non credo che qualcuno sia mai andato lì dentro per la buona musica che mette il DJ, anche se la buona musica di solito c'è.
Comunque non essendo mai stato visto al Kubosfera da compaesani e/o conoscenti a vario titolo, ritengo che nei miei ambienti soliti, nessuno sappia delle mie periodiche escursioni e tutti mi ritengono un normale etero.
Questo l'ho detto per chiarire che, secondo me, neanche Claudio e Giorgia, miei buoni amici da diverso tempo, sapevano delle mie abitudini (qualcuno le chiamerebbe devianze o perversioni) di andare a letto sia con donne che con uomini, con una spiccata preferenza ad andarci contemporaneamente, cioè a fare sesso a tre, con un uomo ed una donna, indipendentemente dal fatto che gli altri due formino o meno una coppia vera anche nella società.
Certo però che... se anziché due estranei l'uno all'altro, come di solito io sono estraneo ad entrambi loro, mi capitasse una vera coppia, almeno a livello emotivo sarebbe più stuzzicante. Vuoi mettere la differenza tra il rimorchiare due a caso e l'intrufolarsi dentro una coppia stabile?
Sto divagando troppo.
Si parlava di Claudio e Giorgia, due miei ex vicini di casa. Erano venuti ad abitare nel mini alloggio attiguo al mio, appena sposati. I nostri balconi confinavano. Sarebbe stato impossibile non conoscerci e, data l'età più o meno simile, non familiarizzare. Infatti eravamo diventati amici, buoni amici. Non di rado ci riunivamo per cenare insieme o a casa mia o a casa loro. Poi Claudio era stato trasferito altrove per lavoro, in una cittadina sul mare e nel giro di un mese, più o meno, il solo tempo di trovare una nuova casa, aveva trasferito anche la residenza del nucleo familiare, andando a vivere nella nuova località sia lui che Giorgia.
Ci siamo tenuti in contatto telefonico e qualche volta visti tramite web cam, non più di persona.
La voglia di rivederli, aggiunta a quella di prendere un poco di sole primaverile al mare mi invogliò a chiedere a Claudio di cercarmi, lui che era sul posto, una camera in qualche albergo, anche di modeste pretese ma non lontano dalla loro casa, per il lungo ponte da sabato 28 aprile a martedì primo maggio. Mi ha detto, testualmente, “Non ci sono problemi”.
Io l'ho inteso come “non ci sono problemi per trovare la stanza”, in fondo non era periodo estivo e non poteva esserci il pienone negli alberghi.
Giovedì, 26 aprile siamo stati avvisati dall'Enel che per interventi necessari sulla rete elettrica nella zona dove io lavoro, il giorno successivo, venerdì, sarebbero stati possibili delle interruzioni di erogazione di energia elettrica, nella fascia oraria dalle tredici alle diciotto. Cogliemmo la palla al balzo per allungare il week end anticipandone l'inizio a metà giornata del venerdì-
Una telefonata a Claudio per sapere il nome dell'albergo che volevo contattare io per vedere se era possibile anticipare di una notte la disponibilità della camera. Claudio mi ha detto “vieni tranquillo, non ci sono problemi”
-Si ma il nome dell'albergo? Come lo trovo se non so il nome e l'indirizzo?
-Passa da casa mia, ti accompagno io- ( e mi ha dato l' indirizzo di casa sua e le indicazioni utili a raggiungerla, dal casello autostradale).
Mi sono fidato di lui.
Siamo al venerdì. Appena riesco a partire, parto. Viaggio tranquillo. Ho indicazioni chiarissime per raggiungere l'abitazione dei miei amici. Arrivo intorno alle diciotto, è ancora giorno chiaro.
Controllo bene l'indirizzo che mi ha dato Claudio quando arrivo davanti alle villette a schiera sulla via che devo raggiungere. Al numero 6/C, suono il campanello. La risposta tarda. Suono di nuovo. Nessuna risposta. Forse è presto, forse Claudio è ancora al lavoro; Giorgia non è in casa.
No. Non è così. Appare Claudio sul balconcino al primo piano, in canottiera e pantaloni tipo tuta, quelli con l'elastico in vita, la fronte imperlata di sudore.
-Ciao!-esclama- sei già qui? Aspetta che ti apro il cancelletto.
Scompare, rientrando. Sento prima la sua voce dire ”Giorgia, è lui, è già arrivato, puoi aprire tu il portoncino?” e poi il clic del cancello che si apre con l'impulso elettrico.
A tre metri dal cancelletto c'è il portoncino. Si apre e apare, all'inizio solo la testa, Giorgia che tiene il corpo dietro l'anta girevole, poi appare a figura intera. Ha degli infradito ai piedi, e un accappatoio di spugna, tenuta chiusa con una mano, un gran sorriso...però non proprio limpido e gioioso, quasi di circostanza, ed i capelli umidicci.
Mentre mi dice “ciao”, vedo scendere dalle scale Claudio a piedi nudi e molto sudato.
Ho la netta certezza di essere arrivato in un momento sbagliato. Penso che certamente stavano facendo sesso e li ho disturbati. Per questo non mi hanno risposto subito, per questo sono sudati, per questo sono vestiti (si fa per dire) così. Giorgia è certamente nuda sotto l'accappatoio, Claudio forse non ha le mutande sotto i pantaloni che, suppongo, deve aver indossato in gran fretta.
E' strano che per i vari mesi che abbiamo abitato vicino, anzi quasi coabitato, li ho sempre considerati semplicemente persone amiche, come fossero asessuate, adesso, all'improvviso li vedo come una femmina ed un maschio, persone che fanno sesso tra loro, che l'hanno appena fatto, che lo stavano facendo al mio arrivo. Ecco che me li immagino avvinghiati, in frenetici movimentazioni, magari in prossimità dell'orgasmo per essere Claudio così sudato e Giorgia così contrariata, anche se finge di non esserlo.
La mia sensualità si desta repentina, guardo Giorgia che si tiene i bordi dell'accappatoio chiusi nelle mani strette a pugno e immagino che l'accappatoio si apra, che le scivoli dalle spalle, che mi appaia nuda e me la immagino bellissima nella sua nudità integrale. Ma guardo anche Claudio. Ho poco da immaginare di lui dalla vita in su. Ha addosso solo una canottiera già aderente di suo che gli aderisce ancor più alla pelle così zuppa di sudore com'è, in pratica è come se fosse nudo nella parte superiore dl corpo che avevo sempre visto coperta da camicie, maglioncini, pullover e mi era fatto l'idea di un Claudio magro, secco, invece è tutt'altro. Ha spalle ampie e forti e solo muscoli sotto la pelle lucente per il sudore. Immagino che scivolino giù anche i suoi calzoni e, ritenendolo senza mutande, mi figuro anche il suo attributo, chissà, forse è ancora umido degli umori residui della scopata che ho interrotto.
Ci metto un attimo ad eccitarmi. Sono quasi pronto a chiedere scusa per l'interruzione e ad invitarli a riprendere la trombata, magari anche a propormi come compartecipante. Mi è andato tanto sangue alla testa che sto per farlo davvero , quando Claudio prima accresce la mia eccitazione , abbracciandomi nonostante il sudore che lo ricopre (o lo fa profumare di vero maschio) e poi distrugge tutte le mie immaginazioni con:-scusaci ma non ti aspettavamo così presto.
E subito mi spiega che dopo la mia prima telefonata avevano già deciso di ospitarmi loro, nella loro nuova casa, molto più ampia della precedente, ma scarsamente arredata. Erano andati all'Ikea e acquistati i kit di un letto ed un armadio da montare, programmando di farlo il sabato mattina. Dopo, avendo io comunicato di anticipare l'arrivo, s'erano trovati leggermente impreparati e, finito il lavoro, dalle diciassette più o meno, Claudio s'era messo a montare i due mobili facendo quella gran sudata e che Giorgia l'aveva aiutato. Lei stava per andare a farsi la doccia quando avevo suonato. Ecco spiegato in maniera prosaica tutte quelle apparenze che avevano fatto volare la mia fantasia.
Resta comunque il fatto che io quei pensieri li ho avuti, che mi sono eccitato, che non sono più capace di considerare semplici persone amiche Giorgia e Claudio, ma li vedo con occhi erotici, li trovo piacenti e, data la mia sessualità fortemente orientata verso le coppie, sono pervaso da un poco domabile desiderio di fare sesso con loro due.
Si aggiunga che come vento che soffia per alimentare la fiamma del desiderio, c'è anche la ulteriore provocazione dell'essere ospitato nella loro casa, per ben quattro giorni e, soprattutto quattro notti. Potessi allontanarmi da loro per andare a dormire in albergo forse un poco potrei sedare le mie brame. Invece qui è tutto un incitamento.
Giorgia che si scusa ma va a farsi la programmata doccia. Sento lo scrosciare dall'acqua. Come posso non immaginarla nuda, insaponata, che si tocca da tutte le parti? E come potrebbe non farmi effetto questa immaginazione?
Claudio, sempre sorridente e amichevolmente affettuosissimo, mi prende per un braccio per farmi vedere la casa. L'odore di sudore fresco sulla pelle pulita è per me afrodisiaco. A piano terra c'è solo il piccolo ingresso, il garage , la cantina ripostiglio, e il vano scale per i piani superiori. Ci ho visto appena salire Giorgia su quelle scale ed ho immaginato il movimento delle sue cosce, sotto l'accappatoio, nel salire i gradini. Ora li sto salendo io quei gradini e mi eccita l'idea che Claudio, seguendomi possa essere attratto dai movimenti dei miei glutei.
Al primo piano c'è un unico locale di soggiorno-pranzo e zona cottura, un piccolo disimpegno che porta ad un bagno, dentro il quale si sta facendo la doccia Giorgia, la camera da letto matrimoniale, con la porta aperta, il letto bene in vista, quasi come a dire “io ci sono, sta a te intrufolarti tra le mie lenzuola ed i tuoi amici”, ed una cameretta più piccola. Purtroppo non è quella dove dormirò io. Ci hanno già messo due tavoli e delle sedie, la usano sia come studio per Claudio, sia come stireria per Giorgia. Mi dicono che sarà la stanza di un eventuale figlio. I figli si concepiscono con una certa azione e...per vie lunghe anche questa stanza mi fa pensare al sesso.
Altra rampa, che parte da questo disimpegno, e si arriva al secondo piano, mansardato. C'è un unico locale al quale si accede direttamente dalle scale, senza che vi sia neppure una porta o una parete, solo un muretto-parapetto verso le scale; e c'è un bagno. Lì, Claudio ha montato per me, i mobili comprati in kit Ikea. Mi dice: questo è il tuo regno, spero che ci starai bene. Tra poco Giorgia verrà a prepararti il letto.
C'è poco da fare, ormai sono partito di testa e tutto, anche le banalità mi sembrano sollecitazioni erotiche, per esempio la mancanza di porta tra la scala e la mia stanza mi fa pensare che per raggiungerli in fondo mi basterà solo scendere le scale, che forse da lassù li sentirò fare all'amore. Poi immagino Giorgia che prepara il letto per e, il suo stare china, con le chiappe esposte intorno ai novanta gradi, le sue mani che accarezzeranno le lenzuola sulle quali dormirò... insomma riesco a pensare solo al sesso, con Claudio e Giorgia. Tutto mi porta a questi pensieri, niente mi distoglie.
Per esempio, una volta ridiscesi al primo piano, Claudio mi dice:-scusa ma devo togliermi questa canottiera, zuppa di sudore. Entra nella sua camera, esce con della biancheria pulita che ha preso da un cassetto, chiede a voce alta:-Amore, ti manca molto? Se no vado a lavarmi al bagno di sotto”
-Ho finito, mi sto asciugando, comunque se vai di sotto è meglio, così mi asciugo bene anche i capelli.
Come potrei non figurami Giorgia che si sta asciugando? Magari tra i seni, tra le natiche, tra le cosce.
Claudio mi dice:-scendi, ti apro il cancello grande così metti anche la tua macchina in garage e magari porti i tuoi bagagli di sopra.
Faccio quello che dice ma, scendendo dalla macchina dopo averla messa in garage, vedo Claudio che si sta facendo la doccia. Quasi. La porta del bagno è aperta, il box doccia no, ma ci dev'essere qualche punto luce (probabilmente una finestrella) che illumina l'interno e, sia pure in modo sfumato per l'opacità del vetro, vedo il corpo di Claudio, e lo vedo di profilo, vedo la linea curva delle sue rotonde natiche, vedo penzolare una interessante protuberanza sulla parte opposta del suo corpo. Mi fermo volentieri a guardare, pronto a fingere di stare estraendo allora il bagaglio dalla macchina, quando -lo spero - aprirà quelle paratie del box per uscire e mostrasi nudo e senza schermi, ai miei occhi.
Ormai sono nel pallone, eccitatissimo e con urgente bisogno di sfogarmi, al limite anche con un'auto masturbazione, ma devo appagare il mio uccello tesissimo.
Il mio desiderio si avvera. Claudio esce, tutto nudo e grondante d'acqua. Una visione stupenda ma fugace, rapida, perché è lesto a prendere un telo di spugna per asciugarsi. Lo fa disinvoltamente, con naturalezza, senza tentare di coprire le sue parti più intime, pur se consapevole della mia presenza, tanto che vedendomi mi ha detto:- Bravo, l'hai messa proprio come andava messa la macchina, così poi c'entra anche la mia. Se mi aspetti ti aiuto a portare su le tue cose.
Non avrei bisogno di aiuto, ma lo aspetto per guardarlo. Purtroppo, anche senza che lui tenti di ammantarsi, quel cavolo di telo di spugna, troppo grande, comunque scende ora con uno spigolo, ora con un altro a coprire le parti più interessanti. Ho solo un'altra breve piacevole visione, fugace, quando, appeso il telo a qualche aggancio che da fuori dl bagno io non vedo, per una frazione di secondo sta nudo e vedo la sua abbondante fornitura maschile (la mia eccitazione cresce). Prende, da altro posto che non vedo dall'esterno, gli slip e si china, dandomi le spalle, per infilarseli: che culo! Un culo maschio! Natiche rotonde, sode, ma strette, piccole, maschilissimo. Non mi trattengo e gli dico: gran bel culo che ti ritrovi, amico mio,
Per nulla imbarazzato, si alza, si gira verso me, si sistema per bene, con le mani, il suo apparato sessuale dentro le mutande aderenti e mi dice, goliardicamente: sta tranquillo che dalla parte opposta sono messo anche meglio.
-Lo vedo!- gli dico. Claudio sorride e solleva un piede alla volta per infilarsi un paio di jeans.
Abbottonandoseli mi dice-scusami ma questa doccia mi ci voleva proprio, avevo fatta una gran sudata-
Gli dissi- io la sto facendo adesso una sudata... indovina perché?
Non so se è sincero o mi prende in giro quando dice:-perché hai viaggiato con l'aria condizionata, e adesso qui ti sembra caldo.
Questo è stato l'arrivo. Dovrò fermarmi quattro giorni. Se, come spero, succederà qualcosa d'interessante ve lo farò sapere.
Lo ammetto: io, bisex convinto, non credevo che esistessero davvero coppie reali (moglie e marito legalmente sposati) capaci di accogliere una terza persona, nel loro talamo. E dire che esperienze con coppie ne ho avute abbastanza, ma non sono stato a chiedere se erano una coppia legale o di fatto, stabile o costituita per l'occasione. Come si dice? Ho mangiato nel piatto che mi è stato servito perché era appetitoso, e non ho chiesto se gli ingredienti venivano direttamente dalla campagna o dall'industria alimentare, tanto il piatto era squisito lo stesso.
E' evidente che non ho mai chiesto se c'era un legame più o meno giuridico tra i due costituenti le coppie con le quali ho avuto rapporti per due motivi: il primo è che non me ne è mai fregato niente, il secondo è che con le coppie io ho avuto quasi sempre un unico rapporto occasionale, tranne qualche eccezione ( mi pare tre soli casi) in cui ci siamo rivisti anche per incontri successivi al primo, ma mai oltre i due o tre e, soprattutto io mai ho cercato di sapere nulla dei miei partner al di fuori della loro disponibilità a rapporti erotici, alla loro piacevolezza fisica, e, questo sì, alla loro attenzione all'igiene ed alla salute.
Ancora una annotazione preliminare.
In quasi tutti gli ambienti che frequento abitualmente, la gente mi conosce semplicemente come “persona” e nessuno si pone il problema dei miei orientamenti sessuali; suppongo d'essere considerato un normale eterosessuale perché, in genere, di tutti, si presuppone questo, salvo prova contraria, anzi meno: salva diceria contraria.
Ho detto in “quasi” tutti gli ambienti, non in tutti. Per esempio al Kubosfera no. Il Kubosfera è una discoteca apparentemente come le altre, con una sostanziale differenza: è frequentata da gay, lesbiche, bisessuali e sedicenti “eterosessuali solo curiosi”, in realtà appartenenti ad una delle altre tre categorie. Certo, al Kubosfera si balla, si ascolta musica (devo dire che questa è di alta qualità, può piacere o no a seconda dei gusti, ma non è musica commerciale, ma da intenditori), si bevono anche buoni (non ottimi) drink, ma soprattutto ci si incontra per fare sesso. Il locale stesso è strutturato anche per questo scopo, con una grande ambiente centrale dove si balla e si fa confusione e tanti, troppi corridoi-meandri, per raggiungere l'uscita, o il bar, o i bagni o delle salette ufficialmente “di conversazione”, in realtà vere alcove. Ci si adocchia nel salone, ci si avvia nei tortuosi ed intrigati corridoi per farsi raggiungere o per seguire qualche soggetto interessante, lo si attende o lo si raggiunge per parlarci poi si decide se tornare nel salone, andare a bere qualcosa al bar, ritirarsi in qualche salottino (se se ne trovano di liberi), rifugiarsi nei bagni o raggiungere l'uscita se si hanno altre soluzioni.
Dagli approcci dentro il Kubosfera sono nati tutti i miei rapporti con coppie (anche qualche incontro con gay singoli). Al Kubosfera non si fanno domande superflue, spesso non si chiede neppure il nome, bastano i “ciao” ed i “tu” sottintesi.
E' vero! Mi è capitato che mentre ci rivestivamo alla fine di un rapporto, mi è stato chiesto “Scusa, come hai detto che ti chiami?”, “Veramente non te l'ho detto”, “Ah già! Beh, allora...ciao?”, “Ciao”, “Mi è piaciuto stare con te”, “Anche a me”, “Quindi?..Ciao?”, “Ciao!”, “Ciao!”
Squallido? No, se parliamo degli incontri al Kubosfera è normale.
Un piccolo particolare: il Kubosfera dista un centinaio di chilometri da dove vivo abitualmente, non ci vado spesso, ma quando ci vado faccio il viaggio apposta.
Non ho mai incontrato conoscenti e se dovesse capitare non me ne farei un problema: al massimo potrebbero pensare di me quello che potrei pensare di chi, per ipotesi, mi incontrerebbe, tanto in quel locale non ci si finisce per caso, chi ci va sa cosa trova. Non credo che qualcuno sia mai andato lì dentro per la buona musica che mette il DJ, anche se la buona musica di solito c'è.
Comunque non essendo mai stato visto al Kubosfera da compaesani e/o conoscenti a vario titolo, ritengo che nei miei ambienti soliti, nessuno sappia delle mie periodiche escursioni e tutti mi ritengono un normale etero.
Questo l'ho detto per chiarire che, secondo me, neanche Claudio e Giorgia, miei buoni amici da diverso tempo, sapevano delle mie abitudini (qualcuno le chiamerebbe devianze o perversioni) di andare a letto sia con donne che con uomini, con una spiccata preferenza ad andarci contemporaneamente, cioè a fare sesso a tre, con un uomo ed una donna, indipendentemente dal fatto che gli altri due formino o meno una coppia vera anche nella società.
Certo però che... se anziché due estranei l'uno all'altro, come di solito io sono estraneo ad entrambi loro, mi capitasse una vera coppia, almeno a livello emotivo sarebbe più stuzzicante. Vuoi mettere la differenza tra il rimorchiare due a caso e l'intrufolarsi dentro una coppia stabile?
Sto divagando troppo.
Si parlava di Claudio e Giorgia, due miei ex vicini di casa. Erano venuti ad abitare nel mini alloggio attiguo al mio, appena sposati. I nostri balconi confinavano. Sarebbe stato impossibile non conoscerci e, data l'età più o meno simile, non familiarizzare. Infatti eravamo diventati amici, buoni amici. Non di rado ci riunivamo per cenare insieme o a casa mia o a casa loro. Poi Claudio era stato trasferito altrove per lavoro, in una cittadina sul mare e nel giro di un mese, più o meno, il solo tempo di trovare una nuova casa, aveva trasferito anche la residenza del nucleo familiare, andando a vivere nella nuova località sia lui che Giorgia.
Ci siamo tenuti in contatto telefonico e qualche volta visti tramite web cam, non più di persona.
La voglia di rivederli, aggiunta a quella di prendere un poco di sole primaverile al mare mi invogliò a chiedere a Claudio di cercarmi, lui che era sul posto, una camera in qualche albergo, anche di modeste pretese ma non lontano dalla loro casa, per il lungo ponte da sabato 28 aprile a martedì primo maggio. Mi ha detto, testualmente, “Non ci sono problemi”.
Io l'ho inteso come “non ci sono problemi per trovare la stanza”, in fondo non era periodo estivo e non poteva esserci il pienone negli alberghi.
Giovedì, 26 aprile siamo stati avvisati dall'Enel che per interventi necessari sulla rete elettrica nella zona dove io lavoro, il giorno successivo, venerdì, sarebbero stati possibili delle interruzioni di erogazione di energia elettrica, nella fascia oraria dalle tredici alle diciotto. Cogliemmo la palla al balzo per allungare il week end anticipandone l'inizio a metà giornata del venerdì-
Una telefonata a Claudio per sapere il nome dell'albergo che volevo contattare io per vedere se era possibile anticipare di una notte la disponibilità della camera. Claudio mi ha detto “vieni tranquillo, non ci sono problemi”
-Si ma il nome dell'albergo? Come lo trovo se non so il nome e l'indirizzo?
-Passa da casa mia, ti accompagno io- ( e mi ha dato l' indirizzo di casa sua e le indicazioni utili a raggiungerla, dal casello autostradale).
Mi sono fidato di lui.
Siamo al venerdì. Appena riesco a partire, parto. Viaggio tranquillo. Ho indicazioni chiarissime per raggiungere l'abitazione dei miei amici. Arrivo intorno alle diciotto, è ancora giorno chiaro.
Controllo bene l'indirizzo che mi ha dato Claudio quando arrivo davanti alle villette a schiera sulla via che devo raggiungere. Al numero 6/C, suono il campanello. La risposta tarda. Suono di nuovo. Nessuna risposta. Forse è presto, forse Claudio è ancora al lavoro; Giorgia non è in casa.
No. Non è così. Appare Claudio sul balconcino al primo piano, in canottiera e pantaloni tipo tuta, quelli con l'elastico in vita, la fronte imperlata di sudore.
-Ciao!-esclama- sei già qui? Aspetta che ti apro il cancelletto.
Scompare, rientrando. Sento prima la sua voce dire ”Giorgia, è lui, è già arrivato, puoi aprire tu il portoncino?” e poi il clic del cancello che si apre con l'impulso elettrico.
A tre metri dal cancelletto c'è il portoncino. Si apre e apare, all'inizio solo la testa, Giorgia che tiene il corpo dietro l'anta girevole, poi appare a figura intera. Ha degli infradito ai piedi, e un accappatoio di spugna, tenuta chiusa con una mano, un gran sorriso...però non proprio limpido e gioioso, quasi di circostanza, ed i capelli umidicci.
Mentre mi dice “ciao”, vedo scendere dalle scale Claudio a piedi nudi e molto sudato.
Ho la netta certezza di essere arrivato in un momento sbagliato. Penso che certamente stavano facendo sesso e li ho disturbati. Per questo non mi hanno risposto subito, per questo sono sudati, per questo sono vestiti (si fa per dire) così. Giorgia è certamente nuda sotto l'accappatoio, Claudio forse non ha le mutande sotto i pantaloni che, suppongo, deve aver indossato in gran fretta.
E' strano che per i vari mesi che abbiamo abitato vicino, anzi quasi coabitato, li ho sempre considerati semplicemente persone amiche, come fossero asessuate, adesso, all'improvviso li vedo come una femmina ed un maschio, persone che fanno sesso tra loro, che l'hanno appena fatto, che lo stavano facendo al mio arrivo. Ecco che me li immagino avvinghiati, in frenetici movimentazioni, magari in prossimità dell'orgasmo per essere Claudio così sudato e Giorgia così contrariata, anche se finge di non esserlo.
La mia sensualità si desta repentina, guardo Giorgia che si tiene i bordi dell'accappatoio chiusi nelle mani strette a pugno e immagino che l'accappatoio si apra, che le scivoli dalle spalle, che mi appaia nuda e me la immagino bellissima nella sua nudità integrale. Ma guardo anche Claudio. Ho poco da immaginare di lui dalla vita in su. Ha addosso solo una canottiera già aderente di suo che gli aderisce ancor più alla pelle così zuppa di sudore com'è, in pratica è come se fosse nudo nella parte superiore dl corpo che avevo sempre visto coperta da camicie, maglioncini, pullover e mi era fatto l'idea di un Claudio magro, secco, invece è tutt'altro. Ha spalle ampie e forti e solo muscoli sotto la pelle lucente per il sudore. Immagino che scivolino giù anche i suoi calzoni e, ritenendolo senza mutande, mi figuro anche il suo attributo, chissà, forse è ancora umido degli umori residui della scopata che ho interrotto.
Ci metto un attimo ad eccitarmi. Sono quasi pronto a chiedere scusa per l'interruzione e ad invitarli a riprendere la trombata, magari anche a propormi come compartecipante. Mi è andato tanto sangue alla testa che sto per farlo davvero , quando Claudio prima accresce la mia eccitazione , abbracciandomi nonostante il sudore che lo ricopre (o lo fa profumare di vero maschio) e poi distrugge tutte le mie immaginazioni con:-scusaci ma non ti aspettavamo così presto.
E subito mi spiega che dopo la mia prima telefonata avevano già deciso di ospitarmi loro, nella loro nuova casa, molto più ampia della precedente, ma scarsamente arredata. Erano andati all'Ikea e acquistati i kit di un letto ed un armadio da montare, programmando di farlo il sabato mattina. Dopo, avendo io comunicato di anticipare l'arrivo, s'erano trovati leggermente impreparati e, finito il lavoro, dalle diciassette più o meno, Claudio s'era messo a montare i due mobili facendo quella gran sudata e che Giorgia l'aveva aiutato. Lei stava per andare a farsi la doccia quando avevo suonato. Ecco spiegato in maniera prosaica tutte quelle apparenze che avevano fatto volare la mia fantasia.
Resta comunque il fatto che io quei pensieri li ho avuti, che mi sono eccitato, che non sono più capace di considerare semplici persone amiche Giorgia e Claudio, ma li vedo con occhi erotici, li trovo piacenti e, data la mia sessualità fortemente orientata verso le coppie, sono pervaso da un poco domabile desiderio di fare sesso con loro due.
Si aggiunga che come vento che soffia per alimentare la fiamma del desiderio, c'è anche la ulteriore provocazione dell'essere ospitato nella loro casa, per ben quattro giorni e, soprattutto quattro notti. Potessi allontanarmi da loro per andare a dormire in albergo forse un poco potrei sedare le mie brame. Invece qui è tutto un incitamento.
Giorgia che si scusa ma va a farsi la programmata doccia. Sento lo scrosciare dall'acqua. Come posso non immaginarla nuda, insaponata, che si tocca da tutte le parti? E come potrebbe non farmi effetto questa immaginazione?
Claudio, sempre sorridente e amichevolmente affettuosissimo, mi prende per un braccio per farmi vedere la casa. L'odore di sudore fresco sulla pelle pulita è per me afrodisiaco. A piano terra c'è solo il piccolo ingresso, il garage , la cantina ripostiglio, e il vano scale per i piani superiori. Ci ho visto appena salire Giorgia su quelle scale ed ho immaginato il movimento delle sue cosce, sotto l'accappatoio, nel salire i gradini. Ora li sto salendo io quei gradini e mi eccita l'idea che Claudio, seguendomi possa essere attratto dai movimenti dei miei glutei.
Al primo piano c'è un unico locale di soggiorno-pranzo e zona cottura, un piccolo disimpegno che porta ad un bagno, dentro il quale si sta facendo la doccia Giorgia, la camera da letto matrimoniale, con la porta aperta, il letto bene in vista, quasi come a dire “io ci sono, sta a te intrufolarti tra le mie lenzuola ed i tuoi amici”, ed una cameretta più piccola. Purtroppo non è quella dove dormirò io. Ci hanno già messo due tavoli e delle sedie, la usano sia come studio per Claudio, sia come stireria per Giorgia. Mi dicono che sarà la stanza di un eventuale figlio. I figli si concepiscono con una certa azione e...per vie lunghe anche questa stanza mi fa pensare al sesso.
Altra rampa, che parte da questo disimpegno, e si arriva al secondo piano, mansardato. C'è un unico locale al quale si accede direttamente dalle scale, senza che vi sia neppure una porta o una parete, solo un muretto-parapetto verso le scale; e c'è un bagno. Lì, Claudio ha montato per me, i mobili comprati in kit Ikea. Mi dice: questo è il tuo regno, spero che ci starai bene. Tra poco Giorgia verrà a prepararti il letto.
C'è poco da fare, ormai sono partito di testa e tutto, anche le banalità mi sembrano sollecitazioni erotiche, per esempio la mancanza di porta tra la scala e la mia stanza mi fa pensare che per raggiungerli in fondo mi basterà solo scendere le scale, che forse da lassù li sentirò fare all'amore. Poi immagino Giorgia che prepara il letto per e, il suo stare china, con le chiappe esposte intorno ai novanta gradi, le sue mani che accarezzeranno le lenzuola sulle quali dormirò... insomma riesco a pensare solo al sesso, con Claudio e Giorgia. Tutto mi porta a questi pensieri, niente mi distoglie.
Per esempio, una volta ridiscesi al primo piano, Claudio mi dice:-scusa ma devo togliermi questa canottiera, zuppa di sudore. Entra nella sua camera, esce con della biancheria pulita che ha preso da un cassetto, chiede a voce alta:-Amore, ti manca molto? Se no vado a lavarmi al bagno di sotto”
-Ho finito, mi sto asciugando, comunque se vai di sotto è meglio, così mi asciugo bene anche i capelli.
Come potrei non figurami Giorgia che si sta asciugando? Magari tra i seni, tra le natiche, tra le cosce.
Claudio mi dice:-scendi, ti apro il cancello grande così metti anche la tua macchina in garage e magari porti i tuoi bagagli di sopra.
Faccio quello che dice ma, scendendo dalla macchina dopo averla messa in garage, vedo Claudio che si sta facendo la doccia. Quasi. La porta del bagno è aperta, il box doccia no, ma ci dev'essere qualche punto luce (probabilmente una finestrella) che illumina l'interno e, sia pure in modo sfumato per l'opacità del vetro, vedo il corpo di Claudio, e lo vedo di profilo, vedo la linea curva delle sue rotonde natiche, vedo penzolare una interessante protuberanza sulla parte opposta del suo corpo. Mi fermo volentieri a guardare, pronto a fingere di stare estraendo allora il bagaglio dalla macchina, quando -lo spero - aprirà quelle paratie del box per uscire e mostrasi nudo e senza schermi, ai miei occhi.
Ormai sono nel pallone, eccitatissimo e con urgente bisogno di sfogarmi, al limite anche con un'auto masturbazione, ma devo appagare il mio uccello tesissimo.
Il mio desiderio si avvera. Claudio esce, tutto nudo e grondante d'acqua. Una visione stupenda ma fugace, rapida, perché è lesto a prendere un telo di spugna per asciugarsi. Lo fa disinvoltamente, con naturalezza, senza tentare di coprire le sue parti più intime, pur se consapevole della mia presenza, tanto che vedendomi mi ha detto:- Bravo, l'hai messa proprio come andava messa la macchina, così poi c'entra anche la mia. Se mi aspetti ti aiuto a portare su le tue cose.
Non avrei bisogno di aiuto, ma lo aspetto per guardarlo. Purtroppo, anche senza che lui tenti di ammantarsi, quel cavolo di telo di spugna, troppo grande, comunque scende ora con uno spigolo, ora con un altro a coprire le parti più interessanti. Ho solo un'altra breve piacevole visione, fugace, quando, appeso il telo a qualche aggancio che da fuori dl bagno io non vedo, per una frazione di secondo sta nudo e vedo la sua abbondante fornitura maschile (la mia eccitazione cresce). Prende, da altro posto che non vedo dall'esterno, gli slip e si china, dandomi le spalle, per infilarseli: che culo! Un culo maschio! Natiche rotonde, sode, ma strette, piccole, maschilissimo. Non mi trattengo e gli dico: gran bel culo che ti ritrovi, amico mio,
Per nulla imbarazzato, si alza, si gira verso me, si sistema per bene, con le mani, il suo apparato sessuale dentro le mutande aderenti e mi dice, goliardicamente: sta tranquillo che dalla parte opposta sono messo anche meglio.
-Lo vedo!- gli dico. Claudio sorride e solleva un piede alla volta per infilarsi un paio di jeans.
Abbottonandoseli mi dice-scusami ma questa doccia mi ci voleva proprio, avevo fatta una gran sudata-
Gli dissi- io la sto facendo adesso una sudata... indovina perché?
Non so se è sincero o mi prende in giro quando dice:-perché hai viaggiato con l'aria condizionata, e adesso qui ti sembra caldo.
Questo è stato l'arrivo. Dovrò fermarmi quattro giorni. Se, come spero, succederà qualcosa d'interessante ve lo farò sapere.
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