La monella castigata
di
Olof Rekkolong
genere
sadomaso
LA MONELLA CASTIGATA
Ci sono bambini che non sono mai puniti o vengono puniti raramente dai genitori. E ci sono quelli che vengono puniti anche troppo spesso. E’ il caso di Michela.
Michela è una ragazzina bruna, indocile, selvatica, che abita in una casetta fra un gruppo di case tutte nello stesso cortile.
Appena arriva a casa da scuola, se ha preso un brutto voto, oppure se rompe un oggetto in casa, oppure perché suo padre ha bevuto, succede che Michela prende una bella sculacciata.
Suo padre, che fa il manovale, afferra la bambina per i fianchi e la gira stringendola a sé. In un attimo alza il vestito, tira giù le mutandine fino ai ginocchi, così le gambe della ragazza sono bloccate; e poi giù, sculaccia vigorosamente il sederino nudo, bello e schioccante.
La madre qualche volta interviene per calmare suo marito, altre volte gli dice di dargliele sode.
I vicini che sentono gli strilli uscire dalle finestre aperte commentano:
“E’ il padre di Michela che educa la ragazza.”
“Senti come la raddrizza bene quella monella.”
E Michela prende la sua dose di sculacciate, 3 o 4 volte alla settimana. Una volta l’ho sentita urlare due volte nello stesso giorno: la mattina perché non aveva fatto i compiti; e la sera perché aveva rovesciato una bottiglia di olio.
Di solito Arthur, il padre, trascina la figlia nel sottoscala, e lì, in piedi, velocemente e dolorosamente inizia la sculacciata.
Appena finito, il padre spinge sua figlia fuori, in cortile, dicendole di andare a giocare con le sue amiche.
E la bambina, col culetto rosso, si tira su in fretta le mutandine, si ricompone il vestito e trattiene le lacrime, perché altrimenti viene presa in giro dalle sue amichette che la aspettano fuori con sorrisi e sguardi maliziosi:
“Michela hai sentito male?”
”Michela, ti ha castigato di nuovo? E che cosa hai combinato questa volta?”
“Michela, fortunata te che non sei nata in Arabia; là gli uomini adoperano la frusta sul sedere delle ragazze.”
Sono i commenti cretini che fanno le amiche con un sorriso divertito.
Questa situazione va avanti per anni, ormai, e non c’è speranza che cambi per ora. Finché Michela rimane in quella casa, il suo sederino è sempre in pericolo, le sue chiappe sono spesso rosse e le sculacciate sono forti e frequenti.
Traduzione Settembre 2004
FINE
Ci sono bambini che non sono mai puniti o vengono puniti raramente dai genitori. E ci sono quelli che vengono puniti anche troppo spesso. E’ il caso di Michela.
Michela è una ragazzina bruna, indocile, selvatica, che abita in una casetta fra un gruppo di case tutte nello stesso cortile.
Appena arriva a casa da scuola, se ha preso un brutto voto, oppure se rompe un oggetto in casa, oppure perché suo padre ha bevuto, succede che Michela prende una bella sculacciata.
Suo padre, che fa il manovale, afferra la bambina per i fianchi e la gira stringendola a sé. In un attimo alza il vestito, tira giù le mutandine fino ai ginocchi, così le gambe della ragazza sono bloccate; e poi giù, sculaccia vigorosamente il sederino nudo, bello e schioccante.
La madre qualche volta interviene per calmare suo marito, altre volte gli dice di dargliele sode.
I vicini che sentono gli strilli uscire dalle finestre aperte commentano:
“E’ il padre di Michela che educa la ragazza.”
“Senti come la raddrizza bene quella monella.”
E Michela prende la sua dose di sculacciate, 3 o 4 volte alla settimana. Una volta l’ho sentita urlare due volte nello stesso giorno: la mattina perché non aveva fatto i compiti; e la sera perché aveva rovesciato una bottiglia di olio.
Di solito Arthur, il padre, trascina la figlia nel sottoscala, e lì, in piedi, velocemente e dolorosamente inizia la sculacciata.
Appena finito, il padre spinge sua figlia fuori, in cortile, dicendole di andare a giocare con le sue amiche.
E la bambina, col culetto rosso, si tira su in fretta le mutandine, si ricompone il vestito e trattiene le lacrime, perché altrimenti viene presa in giro dalle sue amichette che la aspettano fuori con sorrisi e sguardi maliziosi:
“Michela hai sentito male?”
”Michela, ti ha castigato di nuovo? E che cosa hai combinato questa volta?”
“Michela, fortunata te che non sei nata in Arabia; là gli uomini adoperano la frusta sul sedere delle ragazze.”
Sono i commenti cretini che fanno le amiche con un sorriso divertito.
Questa situazione va avanti per anni, ormai, e non c’è speranza che cambi per ora. Finché Michela rimane in quella casa, il suo sederino è sempre in pericolo, le sue chiappe sono spesso rosse e le sculacciate sono forti e frequenti.
Traduzione Settembre 2004
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