Confessione
di
Olof Rekkolong
genere
prime esperienze
Tardo pomeriggio di fine Agosto. La piazza del piccolo paese di campagna è deserta. Le pietre bianche antistante la chiesa rimandano il calore del sole.
Ma all’interno della chiesetta c’è fresco, penombra e odore di cera.
L’interno è molto vecchio. Le statue dei santi sono tarlate e scolorite. I candelieri sull’altare non vengono lucidati da mesi e i fiori sono appassiti.
I banchi di legno sono consumati e intagliati con i nomi dei donatori. Sono tutti vuoti, eccetto uno su cui sta seduta una ragazza vestita di bianco con un velo sui capelli lunghi.
In un angolo, sotto un finestrone a mezzaluna con vetri colorati, c’è un confessionale con le tende tirate. Inginocchiata davanti alla grata c’è una vecchia.
Il silenzio della chiesa è rotto dal borbottio della vecchia. È un po’ sorda e parla forte per confessare i suoi peccati.
Dopo pochi minuti la vecchia ha finito; fa il segno della croce e cammina zoppicando verso l’uscita della chiesa.
La ragazza seduta sul banco va al confessionale e si inginocchia. La grata è di ottone con file di fori a forma di croce. L’alito delle persone, durante gli anni, ha creato macchie di verderame sul metallo.
La voce del prete si ode bassa e grave al di là della grata:
“In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Figliola, da quanto tempo non ti confessi?”
La voce della ragazza è solo un sussurro tremante e impaurito:
“... da quasi un mese...”
“Per la salvezza dell’anima è necessario accostarsi al sacramento della confessione più frequentemente. Così la grazia dello Spirito Santo rende più forti nell’esercizio della fede e contro le seduzioni del peccato. In quali peccati sei caduta durante questo tempo?”
“Ho fatto delle brutte cose.”
“Quali cose precisamente?”
“Ho commesso degli atti impuri.”
“Ah! Di tutti i peccati, quello della carne è il più offensivo a Nostro Signore e spalanca le porte verso la dannazione. Una volta o più volte?”
“Più volte.”
“Da sola o in compagnia?”
“In compagnia.”
“Di ragazza o ragazzo?”
“Una ragazza.”
“Male! Malissimo! Le compagne traviate distolgono dalla retta via e conducono irreparabilmente verso i sentieri della perdizione. Dove è stato commesso il peccato?”
“Nella fattoria. In cantina.”
“E’ gravissimo questo tuo comportamento. Te ne rendi conto?”
“Sì Padre.”
“Le fanciulle devono restare in grazia di Dio e ispirarsi costantemente alla Vergine Maria e a Santa Maria Goretti. Come hai incominciato a cadere in questo vortice di peccato?”
“E’ stata la mia amica...”
“Dimmi come si chiama questa tua amica. Il suo nome resterà chiuso dentro il segreto della confessione.”
“Si chiama Marilena.”
“E che cosa ha fatto o ti ha proposto di fare questa Marilena?”
“Siamo scese in cantina, per rinfrescarci, perchè faceva molto caldo. Là sotto fra le botti, si stava bene e c’era fresco. Poi lei, per sentire ancora più fresco, ha incominciato a sbottonarsi la camicetta...”
“La tentazione della carne è sempre in agguato e i cristiani hanno l’obbligo di castigare i sensi per non cadere e risalire poi verso la gloria del paradiso. Vedi come il pretesto del caldo ha spinto la tua amica a un comportamento sconsiderato e peccaminoso. Fino a che punto si è sbottonata Marilena?”
“Si è tolta la camicetta... e poi anche la gonna...”
“E tu... l’hai imitata?
“Sì.”
“E arrivate a questo punto cosa altro avete fatto?”
“Nulla. Siamo rimaste a guardarci, per un po’....”
“La lascivia del corpo deve venir costantemente controllata. Ecco perchè Santa Madre Chiesa raccomanda vestiti casti con gonne lunghe sotto il ginocchio e maniche lunghe fin sotto il gomito. Questo anche d’estate. Che cosa è successo dopo?”
“Nulla. Ci siamo solo un po’ toccate...”
“Il peccato si aggrava. Chiedi alla Santa Vergine di ispirarti buoni propositi sul sentiero della redenzione. Dove vi siete toccate?”
“Sulle punte dei seni...”
“Ah! Di male in peggio! Ma non ti rendevi conto verso quale abisso di perdizione ti attirava la tua amica? Ma non potevi ribellarti e correre ad avvertire i tuoi genitori? E cosa è successo dopo?”
“Beh, con le dita mi ha rotto il gancetto del reggiseno, così è caduto per terra...”
“Un comportamento così bestiale e contronatura attira le ire giustificate del Redentore. L’espiazione in casi simili è lunga e difficile. E dopo?”
“Ci siamo baciate.”
“Dove?”
“Sulla bocca... all’inizio...”
“E dopo?”
“Sul seno. Marilena ha incominciato a succhiarmelo...”
“Inaudito! Infamante! Nostro Signore che si è incarnato e ha dato la vita per la
redenzione dei peccati, non tollera che queste offese insozzino la santità dell’anima immortale. Quanto tempo è durato questo comportamento satanico?”
“Non so... pochi minuti...”
“E poi vi siete rivestite?”
“No...”
“Perchè no?”
“Marilena ha voluto togliersi anche le mutandine... E’ stata lei la prima, giuro che è stata lei...”
“In quale abisso di perdizione sei caduta, figlia mia. Con queste pratiche sozze e abominevoli ti scavi da sola, con le tue proprie mani, la strada verso la dannazione eterna. E dopo, cosa è successo dopo?”
“Ci siamo sdraiate...”
“Sul pavimento?”
“Sì...”
“Come?”
“Una sopra l’altra...”
“Per una corretta classificazione del tuo tremendo peccato, ho bisogno di conoscere anche i dettagli dell’atto impuro. Che cosa avete fatto insieme?”
“Dopo che si è sfilata le mutandine Marilena si è accucciata sopra alla mia faccia.”
“Un comportamento così animalesco e pervertito suscita la collera di Dio, insozza la dignità nostra e spalanca le porte dell’inferno. E dopo?”
“Marilena ha preteso che la baciassi...”
“E dove questa volta?”
“Dietro...Sul sederino...”
“E tu hai acconsentito a questa sconcezza?”
“Sì...”
“Che vergogna! Che scandalo! Che cosa sconcia e scellerata! Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Ma vedi tutta l’enormità del tuo comportamento sconsiderato? Il diavolo in persona era lì accanto a voi a suggerirvi queste bassezze, queste cose turpi e immonde! In quali abissi di dannazione siete cadute! E dopo? Cosa è successo dopo?”
“La mia amica si è stesa sopra di me, e ci siamo di nuovo baciate.”
“L’inferno non è grande abbastanza per contenere peccati simili! Ma non vi mordeva la coscienza? Ma non sentivate le esortazioni dei Beati che tentavano di dissuadervi? Arrivate a questo punto vi siete separate?”
“No...”
“Che altro è successo ancora? Per darti l’assoluzione devo sondare tutta la profondità del tuo peccato, per arrivare a una adeguata penitenza di riparazione. Dunque, che cosa avete fatto dopo?”
“Abbiamo cambiato posizione...”
“Cioè?”
“Ma niente. Mi sono distesa sopra di lei ...”
“Come?”
“Con la faccia in mezzo alle sue gambe...”
“Che azione turpe e abominevole che sporca l’anima. Fin dove vi siete spinte! In quale gorgo di male siete cadute! E cosa avete fatto in quella posizione?”
“L’ho baciata...”
“Dove?”
“Sulla... sua...vagina...”
“Che cosa orrenda hai fatto. E la tua amica?”
“Ha fatto altrettanto con me. Con la differenza che lei è andata più in profondità..... con la lingua....”
“Sudicia! Sporcacciona! Prega adesso per confidare sulla misericordia celeste. Sei pentita?”
“Sì. Sì. Sì.”
“Oh Gesù d’amore acceso, non vi avessi mai offeso. Oh mio caro buon Gesù, con la vostra Santa Grazia non vi voglio offender più. Gesù mio misericordia perdonatemi. Per penitenza reciterai il Santo Rosario tre volte al giorno per cinque settimane. Dopo tornerai qui da me e, forse, ti darò l’assoluzione. Vai adesso.”
La ragazza si alzò, pallida e tremante e uscì dalla chiesa vuota. Il prete invece restò ancora dentro il confessionale. Il legno vecchio si scuoteva e scricchiolava, come se all’interno il prete fosse molto agitato.
traduzione
gennaio 2013
Ma all’interno della chiesetta c’è fresco, penombra e odore di cera.
L’interno è molto vecchio. Le statue dei santi sono tarlate e scolorite. I candelieri sull’altare non vengono lucidati da mesi e i fiori sono appassiti.
I banchi di legno sono consumati e intagliati con i nomi dei donatori. Sono tutti vuoti, eccetto uno su cui sta seduta una ragazza vestita di bianco con un velo sui capelli lunghi.
In un angolo, sotto un finestrone a mezzaluna con vetri colorati, c’è un confessionale con le tende tirate. Inginocchiata davanti alla grata c’è una vecchia.
Il silenzio della chiesa è rotto dal borbottio della vecchia. È un po’ sorda e parla forte per confessare i suoi peccati.
Dopo pochi minuti la vecchia ha finito; fa il segno della croce e cammina zoppicando verso l’uscita della chiesa.
La ragazza seduta sul banco va al confessionale e si inginocchia. La grata è di ottone con file di fori a forma di croce. L’alito delle persone, durante gli anni, ha creato macchie di verderame sul metallo.
La voce del prete si ode bassa e grave al di là della grata:
“In nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti. Figliola, da quanto tempo non ti confessi?”
La voce della ragazza è solo un sussurro tremante e impaurito:
“... da quasi un mese...”
“Per la salvezza dell’anima è necessario accostarsi al sacramento della confessione più frequentemente. Così la grazia dello Spirito Santo rende più forti nell’esercizio della fede e contro le seduzioni del peccato. In quali peccati sei caduta durante questo tempo?”
“Ho fatto delle brutte cose.”
“Quali cose precisamente?”
“Ho commesso degli atti impuri.”
“Ah! Di tutti i peccati, quello della carne è il più offensivo a Nostro Signore e spalanca le porte verso la dannazione. Una volta o più volte?”
“Più volte.”
“Da sola o in compagnia?”
“In compagnia.”
“Di ragazza o ragazzo?”
“Una ragazza.”
“Male! Malissimo! Le compagne traviate distolgono dalla retta via e conducono irreparabilmente verso i sentieri della perdizione. Dove è stato commesso il peccato?”
“Nella fattoria. In cantina.”
“E’ gravissimo questo tuo comportamento. Te ne rendi conto?”
“Sì Padre.”
“Le fanciulle devono restare in grazia di Dio e ispirarsi costantemente alla Vergine Maria e a Santa Maria Goretti. Come hai incominciato a cadere in questo vortice di peccato?”
“E’ stata la mia amica...”
“Dimmi come si chiama questa tua amica. Il suo nome resterà chiuso dentro il segreto della confessione.”
“Si chiama Marilena.”
“E che cosa ha fatto o ti ha proposto di fare questa Marilena?”
“Siamo scese in cantina, per rinfrescarci, perchè faceva molto caldo. Là sotto fra le botti, si stava bene e c’era fresco. Poi lei, per sentire ancora più fresco, ha incominciato a sbottonarsi la camicetta...”
“La tentazione della carne è sempre in agguato e i cristiani hanno l’obbligo di castigare i sensi per non cadere e risalire poi verso la gloria del paradiso. Vedi come il pretesto del caldo ha spinto la tua amica a un comportamento sconsiderato e peccaminoso. Fino a che punto si è sbottonata Marilena?”
“Si è tolta la camicetta... e poi anche la gonna...”
“E tu... l’hai imitata?
“Sì.”
“E arrivate a questo punto cosa altro avete fatto?”
“Nulla. Siamo rimaste a guardarci, per un po’....”
“La lascivia del corpo deve venir costantemente controllata. Ecco perchè Santa Madre Chiesa raccomanda vestiti casti con gonne lunghe sotto il ginocchio e maniche lunghe fin sotto il gomito. Questo anche d’estate. Che cosa è successo dopo?”
“Nulla. Ci siamo solo un po’ toccate...”
“Il peccato si aggrava. Chiedi alla Santa Vergine di ispirarti buoni propositi sul sentiero della redenzione. Dove vi siete toccate?”
“Sulle punte dei seni...”
“Ah! Di male in peggio! Ma non ti rendevi conto verso quale abisso di perdizione ti attirava la tua amica? Ma non potevi ribellarti e correre ad avvertire i tuoi genitori? E cosa è successo dopo?”
“Beh, con le dita mi ha rotto il gancetto del reggiseno, così è caduto per terra...”
“Un comportamento così bestiale e contronatura attira le ire giustificate del Redentore. L’espiazione in casi simili è lunga e difficile. E dopo?”
“Ci siamo baciate.”
“Dove?”
“Sulla bocca... all’inizio...”
“E dopo?”
“Sul seno. Marilena ha incominciato a succhiarmelo...”
“Inaudito! Infamante! Nostro Signore che si è incarnato e ha dato la vita per la
redenzione dei peccati, non tollera che queste offese insozzino la santità dell’anima immortale. Quanto tempo è durato questo comportamento satanico?”
“Non so... pochi minuti...”
“E poi vi siete rivestite?”
“No...”
“Perchè no?”
“Marilena ha voluto togliersi anche le mutandine... E’ stata lei la prima, giuro che è stata lei...”
“In quale abisso di perdizione sei caduta, figlia mia. Con queste pratiche sozze e abominevoli ti scavi da sola, con le tue proprie mani, la strada verso la dannazione eterna. E dopo, cosa è successo dopo?”
“Ci siamo sdraiate...”
“Sul pavimento?”
“Sì...”
“Come?”
“Una sopra l’altra...”
“Per una corretta classificazione del tuo tremendo peccato, ho bisogno di conoscere anche i dettagli dell’atto impuro. Che cosa avete fatto insieme?”
“Dopo che si è sfilata le mutandine Marilena si è accucciata sopra alla mia faccia.”
“Un comportamento così animalesco e pervertito suscita la collera di Dio, insozza la dignità nostra e spalanca le porte dell’inferno. E dopo?”
“Marilena ha preteso che la baciassi...”
“E dove questa volta?”
“Dietro...Sul sederino...”
“E tu hai acconsentito a questa sconcezza?”
“Sì...”
“Che vergogna! Che scandalo! Che cosa sconcia e scellerata! Ma ti rendi conto di quello che hai fatto? Ma vedi tutta l’enormità del tuo comportamento sconsiderato? Il diavolo in persona era lì accanto a voi a suggerirvi queste bassezze, queste cose turpi e immonde! In quali abissi di dannazione siete cadute! E dopo? Cosa è successo dopo?”
“La mia amica si è stesa sopra di me, e ci siamo di nuovo baciate.”
“L’inferno non è grande abbastanza per contenere peccati simili! Ma non vi mordeva la coscienza? Ma non sentivate le esortazioni dei Beati che tentavano di dissuadervi? Arrivate a questo punto vi siete separate?”
“No...”
“Che altro è successo ancora? Per darti l’assoluzione devo sondare tutta la profondità del tuo peccato, per arrivare a una adeguata penitenza di riparazione. Dunque, che cosa avete fatto dopo?”
“Abbiamo cambiato posizione...”
“Cioè?”
“Ma niente. Mi sono distesa sopra di lei ...”
“Come?”
“Con la faccia in mezzo alle sue gambe...”
“Che azione turpe e abominevole che sporca l’anima. Fin dove vi siete spinte! In quale gorgo di male siete cadute! E cosa avete fatto in quella posizione?”
“L’ho baciata...”
“Dove?”
“Sulla... sua...vagina...”
“Che cosa orrenda hai fatto. E la tua amica?”
“Ha fatto altrettanto con me. Con la differenza che lei è andata più in profondità..... con la lingua....”
“Sudicia! Sporcacciona! Prega adesso per confidare sulla misericordia celeste. Sei pentita?”
“Sì. Sì. Sì.”
“Oh Gesù d’amore acceso, non vi avessi mai offeso. Oh mio caro buon Gesù, con la vostra Santa Grazia non vi voglio offender più. Gesù mio misericordia perdonatemi. Per penitenza reciterai il Santo Rosario tre volte al giorno per cinque settimane. Dopo tornerai qui da me e, forse, ti darò l’assoluzione. Vai adesso.”
La ragazza si alzò, pallida e tremante e uscì dalla chiesa vuota. Il prete invece restò ancora dentro il confessionale. Il legno vecchio si scuoteva e scricchiolava, come se all’interno il prete fosse molto agitato.
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gennaio 2013
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