I sette peccati capitali (Pt. 2) – Avarizia
di
Lizbeth Gea
genere
saffico
Eccoci di nuovo qua nell'ascensore. Nella mia testa non avrei mai pensato di tornare a fare certe cose, ma a quanto pare le farò per tutta la vita. Ne sono consapevole. La signora mi porge un fazzoletto.
"Ti è rimasto un po di sperma sulla bocca" – La sua freddezza contagia pure a me. Mi pulisco.
L'ascensore sale lentamente e in cuore mio spero che non si fermi, ma lo fa. Sul indicatore c'è scritto Mayoko Kecki, sembra un nome giapponese, pronunciandolo sembra femminile.
La porta si apre, siamo al secondo piano, chissà quanti piani dovrò ancora scalare.
L'appartamento che ci accoglie è austero. I mobili sono ridotti all'osso: un letto, un comodino e un televisore. Individuo subito la mia cliente. Sta guardando fuori dalla finestra. È una donna asiatica molto alta. Porta un semplice vestitino blu. Sembra che non ci abbia notata.
La signora si avvicina e mi sussurra all'orecchio – "questa volta ti devi far dare 50 euro" – Mi dà una spinta al culo, con quel gesto mi dirige verso la prossima cliente – "E non pensare che sia così facile".
Ora che mi avvicino verso Mayoko, mi accorgo che è una bellissima donna, per fortuna. Ha lunghi capelli neri, snella, avrà una seconda di seno. Emana una eleganza naturale.
"Salve" – nessuna risposta.
Provo a baciarle il collo, lei accoglie le mie labbra, ma non dice assolutamente nulla. Sembra che non abbia emozioni. Almeno non mi ha respinta.
Mi metto tra lei e la finestra, ma lei non mi degna di uno sguardo, anzi guarda sempre fuori. Le bacio le labbra – "Sono qui per lei" – Non mi risponde.
Il suo vestito è veramente leggerissimo, sembra fatto di un materiale povero. Si intravedono i capezzoli.
Tra me e me penso, possibile che in questo edificio ci sono solo degli insipidi.
Mi sbottono la camicia, la tolgo. Mi tolgo pure i pantaloni e rimango in intimo. Finalmente mi guarda e fa un sorriso. La bacio ancora, questa volte uso pure la lingua.
Lei è una donna bellissima, ma non riesco a eccitarmi, il suo sguardo è gelido. Le accarezzo il seno, lo stringo, ottengo una reazione. Si morde le labbra. Forse ho capito il suo punto debole.
Gli scosto lentamente la scollatura e gli stingo il capezzolo destro, poi lo succhio. Lei china la testa all'indietro. Passo a quello di sinistra, lo strizzo con due dita. Per la prima volta mi guarda negli occhi.
Mi appoggia le mani sulle spalle, penso che mi voglia abbracciare, invece mi spinge verso li basso. È scontato quello che vuole da me. Gli altro il vestito, le abbasso le mutandine, comprate probabilmente in un supermercato, e inizio a leccagli la passera. Inizia a tremare, la sua anima avara sta cedendo.
Sento le sue lunghe dita scorrere tra i miei capelli.
Bacio ogni parte del suo inguine. Lecco ogni goccia del suo nettare. Passare dal cretino di prima a questa donna è immaginabile. La sento ansimare, da quando sono arrivata non ha ancora aperto bocca. Le metto due dita in culo, sento un piccolo gridolino.
Si scosta da me, mi allunga la mano, gli do la mia e mi conduce verso una porta. Digita un codice su un tastierino numerico e la porta si apre. Lei mi precede. Appena entro rimango meravigliata.
La stanza sembra la camera blindata di una banca. C'è ogni genere di gioiello e una montagna di soldi. Ecco sembra il deposito di Paperon de Paperoni.
Con un brutto gesto mi fa cadere sulla montagna di soldi e inizia ad accarezzarmi, io le fisso quei bellissimi occhi a mandorla. La sua mano si muove lentamente sul mio corpo, mi vengono i brividi.
Appena siamo entrate in questa stanza la vedo trasformata.
Allunga la mano verso la destra, prende delle banconote e me le infila nella figa, ma che cazzo sta succedendo, appena cerco di capire vedo che inizia a leccarmela. Sento i soldi che si muovono dentro di me. Inizio a eccitarmi e sento che mi sto lasciando andare.
Infila due dita in figa, riprende i soldi e mi li mette in bocca. Continua a leccarmi. Io gemo soffocata da quelle banconote. La sua lingua scorre lungo il mio corpo, raggiunge la mia bocca, si introduce dentro e mi limona, la banconota è ancora all'interno della mia bocca. Sento il suo ginocchio destro sfregarsi sulla mia figa. Per un attimo penso: lavorare così è proprio piacevole.
Le sue dolci tettine sfregano sulle mie, allungo la mano e le tocco il clitoride. Ansima nella mia bocca.
Osservo su uno scaffale uno strap-on completamente d'oro, mi viene un idea. La sposto leggermente, mi tolgo i soldi dalla bocca. Li infilo nella sua figa e le dico di stare ferma sul quel letto di soldi e di aspettarmi.
Afferro quel grande cazzo prezioso dalla punta e lo sego guardandola, me lo infilo in bocca, mi giro verso di lei e vedo che si masturba. Prende un plico di banconote e se lo mette in figa, è proprio fissata.
Ispeziono un cassetto, trovo una cintura fallica perfetta per attaccare il cazzone d'oro e mi avvicino a lei, quel fallo enorme danza ogni volta che metto un piede avanti.
Mi sdraio sopra di lei, allunga le mani sul mio sedere e me lo stringe, rimuovo le banconote dalla sua figa e me le metto in bocca, so che cosi la faccio impazzire, e poi la penetro.
La scopo con tutta la forza che mi ritrovo e la sento squittire. Le riempo la bocca di soldi, sembra apprezzare. Ricordo benissimo il motivo che mi ha portato li, ma il mio scopo principale è farla godere. Appoggio le mani sulle sue bellissime tettine, le strizzo e intanto faccio scorrere quell'oggetto prezioso dentro di lei.
Per la prima volta vedo il suo viso godere.
Piega il suo collo leggermente e si avvicina al mio viso e mi bacio. Sento la sua tenerezza scorrere dentro di me.
Ormai il mucchio di soldi, su cui eravamo sdraiate, è sparpagliato in ogni dove sul pavimento. Sento la sua lingua premere contro la mia, sento le sue mani sopra il mio corpo, ci attorcigliamo e la situazione si ribalta, io sono con la schiena appoggiata sul denaro e lei sopra di me e mi guarda.
Inizia a cavalcarmi, sembra persa in un mondo tutto suo. Si gusta quel cazzone per tutta la sua lunghezza, sicuramente non è la prima volta che lo usa. Mi lecca i capezzoli, la vedo in sintonia con me e non più la donna gelida e prima di sentimento, come mi era sembrata all'inizio.
Ha un corpo sensualissimo che usa alla perfezione, ora china la schiena all'indietro e vedo tutta la sua bellezza. Si morde la lingua ed esplode in un orgasmo impetuoso, i suoi squittii diventano più intensi e crolla sul mio corpo. Certo di baciarla, ma si scosta, è tornata quella di prima.
"Ora esci" – Un fulmine a cielo sereno
"Scusa come?" - Rispondo insicura.
"Esci, mi sono stancata di te".
Mi alzo di getto e scappo come fossi una ladra, in quel momento non ricordo la mia missione e torna nella sala principale, dove la mia intervistatrice mi aspetta.
Mi guarda, io ricambio. Allunga la mano e non capisco.
"Sveglia devi darmi i 50 euro" – In quel momento ho capito cosa avevo dimenticato. Faccio per tornare dentro quella stanza ma lei mi ferma. Si avvina a me, mi palpa il culo. Ne sono stupita, ma vedo la sua mano che si riempe e vedo 50 euro umidi, probabilmente si erano attaccate al mio culo senza accorgermene.
"Bene ora andiamo avanti"
Cerco i miei vestiti lei lo capisce – "Inutile che ti rivesti, tanto per la prossima avventura non ti serviranno" – Detto ciò mi timbra il secondo tassello, si avvia verso l'ascensore e io la seguo, ormai voglio arrivare fino in fondo, anche se so che, certamente, mi pentirò.
"Ti è rimasto un po di sperma sulla bocca" – La sua freddezza contagia pure a me. Mi pulisco.
L'ascensore sale lentamente e in cuore mio spero che non si fermi, ma lo fa. Sul indicatore c'è scritto Mayoko Kecki, sembra un nome giapponese, pronunciandolo sembra femminile.
La porta si apre, siamo al secondo piano, chissà quanti piani dovrò ancora scalare.
L'appartamento che ci accoglie è austero. I mobili sono ridotti all'osso: un letto, un comodino e un televisore. Individuo subito la mia cliente. Sta guardando fuori dalla finestra. È una donna asiatica molto alta. Porta un semplice vestitino blu. Sembra che non ci abbia notata.
La signora si avvicina e mi sussurra all'orecchio – "questa volta ti devi far dare 50 euro" – Mi dà una spinta al culo, con quel gesto mi dirige verso la prossima cliente – "E non pensare che sia così facile".
Ora che mi avvicino verso Mayoko, mi accorgo che è una bellissima donna, per fortuna. Ha lunghi capelli neri, snella, avrà una seconda di seno. Emana una eleganza naturale.
"Salve" – nessuna risposta.
Provo a baciarle il collo, lei accoglie le mie labbra, ma non dice assolutamente nulla. Sembra che non abbia emozioni. Almeno non mi ha respinta.
Mi metto tra lei e la finestra, ma lei non mi degna di uno sguardo, anzi guarda sempre fuori. Le bacio le labbra – "Sono qui per lei" – Non mi risponde.
Il suo vestito è veramente leggerissimo, sembra fatto di un materiale povero. Si intravedono i capezzoli.
Tra me e me penso, possibile che in questo edificio ci sono solo degli insipidi.
Mi sbottono la camicia, la tolgo. Mi tolgo pure i pantaloni e rimango in intimo. Finalmente mi guarda e fa un sorriso. La bacio ancora, questa volte uso pure la lingua.
Lei è una donna bellissima, ma non riesco a eccitarmi, il suo sguardo è gelido. Le accarezzo il seno, lo stringo, ottengo una reazione. Si morde le labbra. Forse ho capito il suo punto debole.
Gli scosto lentamente la scollatura e gli stingo il capezzolo destro, poi lo succhio. Lei china la testa all'indietro. Passo a quello di sinistra, lo strizzo con due dita. Per la prima volta mi guarda negli occhi.
Mi appoggia le mani sulle spalle, penso che mi voglia abbracciare, invece mi spinge verso li basso. È scontato quello che vuole da me. Gli altro il vestito, le abbasso le mutandine, comprate probabilmente in un supermercato, e inizio a leccagli la passera. Inizia a tremare, la sua anima avara sta cedendo.
Sento le sue lunghe dita scorrere tra i miei capelli.
Bacio ogni parte del suo inguine. Lecco ogni goccia del suo nettare. Passare dal cretino di prima a questa donna è immaginabile. La sento ansimare, da quando sono arrivata non ha ancora aperto bocca. Le metto due dita in culo, sento un piccolo gridolino.
Si scosta da me, mi allunga la mano, gli do la mia e mi conduce verso una porta. Digita un codice su un tastierino numerico e la porta si apre. Lei mi precede. Appena entro rimango meravigliata.
La stanza sembra la camera blindata di una banca. C'è ogni genere di gioiello e una montagna di soldi. Ecco sembra il deposito di Paperon de Paperoni.
Con un brutto gesto mi fa cadere sulla montagna di soldi e inizia ad accarezzarmi, io le fisso quei bellissimi occhi a mandorla. La sua mano si muove lentamente sul mio corpo, mi vengono i brividi.
Appena siamo entrate in questa stanza la vedo trasformata.
Allunga la mano verso la destra, prende delle banconote e me le infila nella figa, ma che cazzo sta succedendo, appena cerco di capire vedo che inizia a leccarmela. Sento i soldi che si muovono dentro di me. Inizio a eccitarmi e sento che mi sto lasciando andare.
Infila due dita in figa, riprende i soldi e mi li mette in bocca. Continua a leccarmi. Io gemo soffocata da quelle banconote. La sua lingua scorre lungo il mio corpo, raggiunge la mia bocca, si introduce dentro e mi limona, la banconota è ancora all'interno della mia bocca. Sento il suo ginocchio destro sfregarsi sulla mia figa. Per un attimo penso: lavorare così è proprio piacevole.
Le sue dolci tettine sfregano sulle mie, allungo la mano e le tocco il clitoride. Ansima nella mia bocca.
Osservo su uno scaffale uno strap-on completamente d'oro, mi viene un idea. La sposto leggermente, mi tolgo i soldi dalla bocca. Li infilo nella sua figa e le dico di stare ferma sul quel letto di soldi e di aspettarmi.
Afferro quel grande cazzo prezioso dalla punta e lo sego guardandola, me lo infilo in bocca, mi giro verso di lei e vedo che si masturba. Prende un plico di banconote e se lo mette in figa, è proprio fissata.
Ispeziono un cassetto, trovo una cintura fallica perfetta per attaccare il cazzone d'oro e mi avvicino a lei, quel fallo enorme danza ogni volta che metto un piede avanti.
Mi sdraio sopra di lei, allunga le mani sul mio sedere e me lo stringe, rimuovo le banconote dalla sua figa e me le metto in bocca, so che cosi la faccio impazzire, e poi la penetro.
La scopo con tutta la forza che mi ritrovo e la sento squittire. Le riempo la bocca di soldi, sembra apprezzare. Ricordo benissimo il motivo che mi ha portato li, ma il mio scopo principale è farla godere. Appoggio le mani sulle sue bellissime tettine, le strizzo e intanto faccio scorrere quell'oggetto prezioso dentro di lei.
Per la prima volta vedo il suo viso godere.
Piega il suo collo leggermente e si avvicina al mio viso e mi bacio. Sento la sua tenerezza scorrere dentro di me.
Ormai il mucchio di soldi, su cui eravamo sdraiate, è sparpagliato in ogni dove sul pavimento. Sento la sua lingua premere contro la mia, sento le sue mani sopra il mio corpo, ci attorcigliamo e la situazione si ribalta, io sono con la schiena appoggiata sul denaro e lei sopra di me e mi guarda.
Inizia a cavalcarmi, sembra persa in un mondo tutto suo. Si gusta quel cazzone per tutta la sua lunghezza, sicuramente non è la prima volta che lo usa. Mi lecca i capezzoli, la vedo in sintonia con me e non più la donna gelida e prima di sentimento, come mi era sembrata all'inizio.
Ha un corpo sensualissimo che usa alla perfezione, ora china la schiena all'indietro e vedo tutta la sua bellezza. Si morde la lingua ed esplode in un orgasmo impetuoso, i suoi squittii diventano più intensi e crolla sul mio corpo. Certo di baciarla, ma si scosta, è tornata quella di prima.
"Ora esci" – Un fulmine a cielo sereno
"Scusa come?" - Rispondo insicura.
"Esci, mi sono stancata di te".
Mi alzo di getto e scappo come fossi una ladra, in quel momento non ricordo la mia missione e torna nella sala principale, dove la mia intervistatrice mi aspetta.
Mi guarda, io ricambio. Allunga la mano e non capisco.
"Sveglia devi darmi i 50 euro" – In quel momento ho capito cosa avevo dimenticato. Faccio per tornare dentro quella stanza ma lei mi ferma. Si avvina a me, mi palpa il culo. Ne sono stupita, ma vedo la sua mano che si riempe e vedo 50 euro umidi, probabilmente si erano attaccate al mio culo senza accorgermene.
"Bene ora andiamo avanti"
Cerco i miei vestiti lei lo capisce – "Inutile che ti rivesti, tanto per la prossima avventura non ti serviranno" – Detto ciò mi timbra il secondo tassello, si avvia verso l'ascensore e io la seguo, ormai voglio arrivare fino in fondo, anche se so che, certamente, mi pentirò.
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