L'inizio di menopausa per Ornella
di
oberdan
genere
trio
La vita di coppia, quando diventa monotona, può portare alla fine di tutto. 51 anni non sono troppi, Ornella, mia moglie 49, forse avvertendo i primi sintomi di menopausa, non rispondeva alle mie sollecitazioni. Due figli sposati, vivevamo soli, io impegnato nel lavoro, lei casalinga si era data al burraco con le amiche. Sempre più distanti e sempre con meno dialogo. Una domenica che non vennero i figli a pranzo la sparai proprio grossa.
"Tesoro mio, forse ti sei accorta ma io e te non abbiamo più niente da dirci, quindi forse è meglio separarci e ricostruirci qualcosa che ci soddisfi". Scoppiò a piangere singhiozzando. "Hai qualche altra che ti ha imposto di fare questo"? "Assolutamente no, è solo che così non mi sento di continuare" "Cosa vorresti" "Vorrei che tu cambiassi modo di fare totalmente" "Amore dimmi quello che vuoi, sarò ai tuoi piedi" "Non ti voglio a mia disposizione, anzi se fossi più autoritaria ne sarei felice, quello che voglio da te è frequentarci assiduamente, quindi lasciare i tornei di burraco, dedicarci uno all'altro e soprattutto riscoprire il sesso, ti voglio curata, sei una bella donna perché lasciarti andare, cambia abbigliamento, ti voglio eccitante, solo così possiamo proseguire, perché io ti amo" "Hai ragione, lasciami qualche giorno per cambiare" "Finalmente, mi pento di non averlo fatto prima questo risciacquo mentale". Tre giorni furono sufficienti per cambiare, a casa ci stava poco, ha messo in azione la carta di credito che controllavo giornalmente, non per lei, solo per i malintenzionati. Estetista, parrucchiera, guardaroba e perfino tacchi a spillo con cui non sapeva camminare ed ha dovuto allenarsi. Il terzo giorno se l'avessero incontrato i figli non l'avrebbero riconosciuta. Finalmente una figa al mio fianco, orgogliosa di farla vedere che super figa avevo al mio fianco. Riprese il colore, mi diceva "Chiedimi tutto quello che vuoi, sono a tua disposizione". Forse non ho capito subito il senso della frase. A letto si scopava alla grande, altro che menopausa la sborra nella sua figa non mancava mai. Poi una sera... "Ti piacerebbe vedermi scopare con qualche altro"? Al gelo della domanda seguì una portentosa erezione e lei che giocava col mio cazzo se ne accorse, anzi lo fece proprio volutamente e solo allora ripensai a quella frase. Puttana, pensai, altroché lei vuole altri cazzi. Sta di fatto che le sborrai in mano. Da quella sera i rapporti erano diventati più soddisfacenti e durevoli, aveva mirato diritto alle esigenze di un uomo di mezza età. La incalzai "Scoperesti con un altro davanti a me"? "Certo solo se tu me lo chiedessi" Giù scopate a non finire, una eccitazione mai avuta nel corso della nostra vita. Certo che non è facile di punto in bianco portare un uomo a letto, poi lo devi conoscere, devi avere garanzie che non ci sputtani, la salute, la pulizia, insomma non è facile. Il mattino successivo, come tutte le mattine, passavo a prendere Kilmar per portarlo al lavoro come facevo ormai da tre anni. Kilmar è un tunisino da diversi anni in Italia, è un ragazzo con la testa sulle spalle, molto simpatico e mio collaboratore diretto sul lavoro, venticinque anni, messo bene fisicamente, viveva solo ma soprattutto forse era l'unico tunisino che faceva uso di profumo ed era un patito della pulizia.-Cazzo che stronzo, perché non pensarci prima- mi dissi. La sera a casa ne parlai ad Ornella che divenne euforica quando le spiegai di chi si trattasse.
"Lo invitiamo a cena una sera così lo conosci" "Una sera!! Domani sera portalo a casa" "Cazzo non vedi l'ora di scopare con qualche altro" "Ho visto la reazione del tuo cazzo solo a parlarne, ti fa piacere e sinceramente anche a me fa piacere ricevere una sborrata nella figa non tua" "Brutta troia" "Si ora sono la tua troia". La mattina successiva dissi a Kilmar "Mia moglie vuole che tu stasera venga a cena da noi". Kilmar aveva mille motivi per accettare, il favore che gli avevo fatto facendolo assumere, il modo come lo trattavo sul lavoro, con profondo rispetto, la solitudine di cui a volte si lamentava ed infine il fatto che non ero io ad invitarlo ma Ornella. Voleva venire con la sua macchina "Assolutamente no ti vengo a prendere io" E così fu. Vestito con jeans, maglietta aderente che metteva in risalto i suoi muscoli e scarpe da tennis notai che era proprio un bel ragazzo. Quando salimmo a casa Ornella venne ad aprirci restarono senza parole entrambi, lui quando la vide con un tubino nero molto corto e tacchi a spillo, lei che vedeva quel fisico straordinario ebbero bisogno di due minuti per realizzare, io in mezzo come un imbecille. La scintilla era scoccata per entrambi.
"Scusate ho lasciato il borsello in macchina lo vado a riprendere" Li lasciai soli per oltre mezz'ora e risalii tossendo per annunciare il mio arrivo. erano seduti vicinissimi sul divano. Ornella sapeva già, Kilmar stava già immaginando. A cena li misi vicini, era già tutto pronto. Durò pochissimo la cena, eravamo presi dalla frenesia perché nella mente già sapevamo l'epilogo. Per evitare equivoci spiegai a kilmar il nostro piano, mi rispose che Ornella l'aveva già informato. Lui per noi doveva essere un giocattolo sessuale. Era felicissimo di essere considerato tale. Finalmente a letto Fu Ornella a spogliarlo, ma quando vedemmo il suo cazzo ci mettemmo paura. Una cosa mostruosa, va bene che era eccitato ma personalmente mi ponevo il problema delle conseguenze per Ornella qualora avesse ricevuto nella figa quel totem. Era lui addirittura che dava disposizione e ordinò ad Ornella di mettere la figa sulla sua faccia. Quando la lingua entrò nella figa, lei andò in estasi "Ha la lingua grande come il cazzo, mi fa godere solo con la lingua oh madonna mia!" Io assistevo ma vedevo quel cazzo strepitoso appoggiato sulla sua pancia venni preso dalla voglia irresistibile di prenderlo in bocca. Forse lui se lo aspettava, non fece una piega. Avere quel cazzo in bocca mi gratificava sessualmente per il mezzo secolo di vita vissuta, avrei voluto che mi sborrasse in bocca, mi fermai, Guardai il mio cazzo era diventato di proporzioni stupefacenti, mai mi ero accorto di avere un cazzo in quelle condizioni. Altro ordine disse ad Ornella di prendere in bocca il suo cazzo ed a me di avvicinarmi col mio alla sua bocca. In un attimo lo mise in bocca, succhiava come una idrovora, mi fece sborrare subito e contemporaneamente sborrò lui in bocca ad Ornella. Non so quanta sborra uscì dal suo cazzo Ornella bevve tutto ma anche lui bevve la mia. Poi mi disse "Ora riposati che pensare a lei" Ornella distesa sul letto a gambe allargate al massimo, lui col cazzo semirigido perché reduce da una formidabile sborrata, lo prese con entrambe le mani e lo inserì totalmente nella figa che lo ricevette tutto senza parlare e cominciò a pomparla. Ornella disse "Si è gonfiato ancora di più". Quelle furono le ultime parole di Ornella, per oltre un'ora Karim l'ha pompata, orgasmi continui, poi perse i sensi con una espressione beata fino a quando Lui decise di sborrare ancora. Dopo mezz'ora Karim voleva tornare a casa ed essere riaccompagnato. Ornella lo bloccò "Da questa notte questa sarà la tua casa" L'ordine non ammetteva repliche. Per giustificare la presenza di Karim nella nostra casa, preparammo un lettino nella cameretta per dire che era un collega di papà e che non sapeva dove dormire. Karim dormiva nel letto con me e Ornella.
Lasciò la sua casa lo presentammo ai nostri figli che forse immaginavano qualcosa ma a loro stava bene la nostra felicità.
"Tesoro mio, forse ti sei accorta ma io e te non abbiamo più niente da dirci, quindi forse è meglio separarci e ricostruirci qualcosa che ci soddisfi". Scoppiò a piangere singhiozzando. "Hai qualche altra che ti ha imposto di fare questo"? "Assolutamente no, è solo che così non mi sento di continuare" "Cosa vorresti" "Vorrei che tu cambiassi modo di fare totalmente" "Amore dimmi quello che vuoi, sarò ai tuoi piedi" "Non ti voglio a mia disposizione, anzi se fossi più autoritaria ne sarei felice, quello che voglio da te è frequentarci assiduamente, quindi lasciare i tornei di burraco, dedicarci uno all'altro e soprattutto riscoprire il sesso, ti voglio curata, sei una bella donna perché lasciarti andare, cambia abbigliamento, ti voglio eccitante, solo così possiamo proseguire, perché io ti amo" "Hai ragione, lasciami qualche giorno per cambiare" "Finalmente, mi pento di non averlo fatto prima questo risciacquo mentale". Tre giorni furono sufficienti per cambiare, a casa ci stava poco, ha messo in azione la carta di credito che controllavo giornalmente, non per lei, solo per i malintenzionati. Estetista, parrucchiera, guardaroba e perfino tacchi a spillo con cui non sapeva camminare ed ha dovuto allenarsi. Il terzo giorno se l'avessero incontrato i figli non l'avrebbero riconosciuta. Finalmente una figa al mio fianco, orgogliosa di farla vedere che super figa avevo al mio fianco. Riprese il colore, mi diceva "Chiedimi tutto quello che vuoi, sono a tua disposizione". Forse non ho capito subito il senso della frase. A letto si scopava alla grande, altro che menopausa la sborra nella sua figa non mancava mai. Poi una sera... "Ti piacerebbe vedermi scopare con qualche altro"? Al gelo della domanda seguì una portentosa erezione e lei che giocava col mio cazzo se ne accorse, anzi lo fece proprio volutamente e solo allora ripensai a quella frase. Puttana, pensai, altroché lei vuole altri cazzi. Sta di fatto che le sborrai in mano. Da quella sera i rapporti erano diventati più soddisfacenti e durevoli, aveva mirato diritto alle esigenze di un uomo di mezza età. La incalzai "Scoperesti con un altro davanti a me"? "Certo solo se tu me lo chiedessi" Giù scopate a non finire, una eccitazione mai avuta nel corso della nostra vita. Certo che non è facile di punto in bianco portare un uomo a letto, poi lo devi conoscere, devi avere garanzie che non ci sputtani, la salute, la pulizia, insomma non è facile. Il mattino successivo, come tutte le mattine, passavo a prendere Kilmar per portarlo al lavoro come facevo ormai da tre anni. Kilmar è un tunisino da diversi anni in Italia, è un ragazzo con la testa sulle spalle, molto simpatico e mio collaboratore diretto sul lavoro, venticinque anni, messo bene fisicamente, viveva solo ma soprattutto forse era l'unico tunisino che faceva uso di profumo ed era un patito della pulizia.-Cazzo che stronzo, perché non pensarci prima- mi dissi. La sera a casa ne parlai ad Ornella che divenne euforica quando le spiegai di chi si trattasse.
"Lo invitiamo a cena una sera così lo conosci" "Una sera!! Domani sera portalo a casa" "Cazzo non vedi l'ora di scopare con qualche altro" "Ho visto la reazione del tuo cazzo solo a parlarne, ti fa piacere e sinceramente anche a me fa piacere ricevere una sborrata nella figa non tua" "Brutta troia" "Si ora sono la tua troia". La mattina successiva dissi a Kilmar "Mia moglie vuole che tu stasera venga a cena da noi". Kilmar aveva mille motivi per accettare, il favore che gli avevo fatto facendolo assumere, il modo come lo trattavo sul lavoro, con profondo rispetto, la solitudine di cui a volte si lamentava ed infine il fatto che non ero io ad invitarlo ma Ornella. Voleva venire con la sua macchina "Assolutamente no ti vengo a prendere io" E così fu. Vestito con jeans, maglietta aderente che metteva in risalto i suoi muscoli e scarpe da tennis notai che era proprio un bel ragazzo. Quando salimmo a casa Ornella venne ad aprirci restarono senza parole entrambi, lui quando la vide con un tubino nero molto corto e tacchi a spillo, lei che vedeva quel fisico straordinario ebbero bisogno di due minuti per realizzare, io in mezzo come un imbecille. La scintilla era scoccata per entrambi.
"Scusate ho lasciato il borsello in macchina lo vado a riprendere" Li lasciai soli per oltre mezz'ora e risalii tossendo per annunciare il mio arrivo. erano seduti vicinissimi sul divano. Ornella sapeva già, Kilmar stava già immaginando. A cena li misi vicini, era già tutto pronto. Durò pochissimo la cena, eravamo presi dalla frenesia perché nella mente già sapevamo l'epilogo. Per evitare equivoci spiegai a kilmar il nostro piano, mi rispose che Ornella l'aveva già informato. Lui per noi doveva essere un giocattolo sessuale. Era felicissimo di essere considerato tale. Finalmente a letto Fu Ornella a spogliarlo, ma quando vedemmo il suo cazzo ci mettemmo paura. Una cosa mostruosa, va bene che era eccitato ma personalmente mi ponevo il problema delle conseguenze per Ornella qualora avesse ricevuto nella figa quel totem. Era lui addirittura che dava disposizione e ordinò ad Ornella di mettere la figa sulla sua faccia. Quando la lingua entrò nella figa, lei andò in estasi "Ha la lingua grande come il cazzo, mi fa godere solo con la lingua oh madonna mia!" Io assistevo ma vedevo quel cazzo strepitoso appoggiato sulla sua pancia venni preso dalla voglia irresistibile di prenderlo in bocca. Forse lui se lo aspettava, non fece una piega. Avere quel cazzo in bocca mi gratificava sessualmente per il mezzo secolo di vita vissuta, avrei voluto che mi sborrasse in bocca, mi fermai, Guardai il mio cazzo era diventato di proporzioni stupefacenti, mai mi ero accorto di avere un cazzo in quelle condizioni. Altro ordine disse ad Ornella di prendere in bocca il suo cazzo ed a me di avvicinarmi col mio alla sua bocca. In un attimo lo mise in bocca, succhiava come una idrovora, mi fece sborrare subito e contemporaneamente sborrò lui in bocca ad Ornella. Non so quanta sborra uscì dal suo cazzo Ornella bevve tutto ma anche lui bevve la mia. Poi mi disse "Ora riposati che pensare a lei" Ornella distesa sul letto a gambe allargate al massimo, lui col cazzo semirigido perché reduce da una formidabile sborrata, lo prese con entrambe le mani e lo inserì totalmente nella figa che lo ricevette tutto senza parlare e cominciò a pomparla. Ornella disse "Si è gonfiato ancora di più". Quelle furono le ultime parole di Ornella, per oltre un'ora Karim l'ha pompata, orgasmi continui, poi perse i sensi con una espressione beata fino a quando Lui decise di sborrare ancora. Dopo mezz'ora Karim voleva tornare a casa ed essere riaccompagnato. Ornella lo bloccò "Da questa notte questa sarà la tua casa" L'ordine non ammetteva repliche. Per giustificare la presenza di Karim nella nostra casa, preparammo un lettino nella cameretta per dire che era un collega di papà e che non sapeva dove dormire. Karim dormiva nel letto con me e Ornella.
Lasciò la sua casa lo presentammo ai nostri figli che forse immaginavano qualcosa ma a loro stava bene la nostra felicità.
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