Al cinema
di
elena1957
genere
prime esperienze
Al cinema
mi chiamo Elena, il mio non è un nome di “famiglia” è che papà era appassionato di mitologia greca e, quindi, di Iliade ed Odissea, da lì il nome, ho 65 anni, direi ben portati anche grazie all’attività fisica, al mio modo di vivere, a qualche aiutino estetico e, sicuramente al DNA. I miei genitori sono mancati quando avevo 14 anni e, quindi, sono stata cresciuta dai nonni, coccolata e viziata quanto basta ed anche con una certa libertà, rileggendo le pagine dei miei diari, è un’abitudine che ho sempre avuto, mi è capitato in mano quello dei miei 18 anni, e quanto accaduto risale proprio a quel periodo.
Sono all’ultimo anno delle superiori, alti e bassi a livello scolastico, non sono mai stata una cima ma me la cavo, studio in una scuola privata femminile dove mi hanno mandato i miei nonni quindi le mie frequentazioni maschili erano abbastanza ridotte, qualche vicino di casa e qualche ragazzo conosciuto in discoteca, allora ci si andava la domenica pomeriggio e avevo l’orario di rientro come cenerentola a mezzanotte ma mi muovevo con il mio motorino e giravo in ciao tutta Milano; nonostante la scarsità di frequentazioni maschili non ero più vergine dai 16 anni, qualche rapporto comunque non particolarmente soddisfacente l’avevo avuto e mi ero resa conto che non mi dispiaceva affatto, anzi, apprezzavo molto anche i rapporti orali, solo che con i miei coetanei erano sempre molto brevi, comunque sono alta un metro e settantadue, peso 49 kg, bionda, occhi azzurri e porto una terza di reggiseno coppa b, giusto per inquadrarmi, ma veniamo ai fatti:
era appena uscito il film “Emmanuelle” ed io e Franca, una mia compagna di classe, passavamo per quelle un po’ bacchettone, sono sempre stata riservata circa la mia vita privata e questo faceva pensare alle mie compagne più “sveglie” che io e Franca non avessimo mai avuto rapporti sessuali, beh, in effetti per Franca era vero ma so che in seguito la cosa per lei è cambiata, ha avuto 4 figli, comunque ci sfidarono ad andare a vedere il film da sole, ci avrebbero aspettato fuori dal cinema e avrebbero pagato loro la pizza per tutte, se fossimo invece uscite prima avremmo dovuto pagare noi due per tutte, chiaramente accettammo, non potevamo rifiutare la sfida.
Quella domenica pomeriggio mi vestii come per andare in discoteca, minigonna di jeans, stivali vaquero comprati da MM, una camicetta a mezze maniche bianca come la mia biancheria, giubbottino sempre di jeans e via col mio ciao, ci ritrovammo tutte davanti al cinema, era ancora presto e quindi andammo al bar vicino a bere qualcosa o a mangiare un gelato, poi all’orario io e Franca entrammo mentre le altre rimanevano al bar sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele vicino al cinema.
Biglietto fatto, allora 5000 lire, guardandoci intorno vedevamo solo ragazzi o comunque uomini, qualche coppia ma la sala era piena per metà, vi mettemmo in una fila abbastanza in fondo praticamente vuota ed aspettammo, eravamo ancora alla pubblicità dei film in programmazione che già Franca doveva andare in bagno, dopo poco tornò e mi disse che aveva vomitato, forse il gelato che aveva mangiato allora le dissi che saremmo andate via così poteva tornare a casa ma lei insistette perché io rimanessi dicendomi che non dovevo perdere la scommessa per colpa sua, non che mi interessasse molto la scommessa, veramente, ma l’idea di vedere quel film mi piaceva parecchio, forse ci sarei andata comunque anche senza la scommessa e magari con qualche amico, allora ci salutammo e lei uscì proprio mentre si spegnevano le luci per l’inizio del film.
Dopo un quarto d’ora qualcuno si sedette alla mia destra ma non ci feci molto caso perché il film mi stava davvero prendendo, ero anche un po’ eccitata devo dire, poi però me ne accorsi perché mi sentii toccare il seno, mi scostai un po’ e nell’ombra vidi che il mio vicino aveva le braccia conserte, forse lo aveva fatto inavvertitamente, ma poi successe di nuovo, non potevo scostarmi più di tanto e poi mi stava distraendo dal film, gli lanciai un’occhiataccia come una stupida perché al buio non poteva vederla allora misi anch’io le braccia conserte a protezione ma a quel punto non sentii più un gomito era proprio una mano che mi palpava il seno oltre la stoffa della mia camicetta, il problema è che dopo poco sentii i mie capezzoli indurirsi, non so se ero più eccitata dal film o dalla situazione che stavo vivendo e comunque, tenendo sempre le braccia conserte lo lasciai fare, eravamo in un locale pubblico, cosa poteva accadermi di più? Una mano sui miei seni e l’altra su una gamba fu il seguito ma anche le gambe erano accavallate e non poteva andare oltre, stava per finire il primo tempo ed il contatto finì, quando si riaccesero le luci non c’era più nessuno seduto vicino a me, mi guardai intorno ma non riuscii a vedere nessuno in piedi o che si stava sedendo da qualche altra parte quindi non individuai il mio ex vicino di poltrona.
Ero indecisa se andarmene ma il film mi intrigava proprio e decisi di rimanere, le luci si spensero per il secondo tempo e non passarono cinque minuti che qualcuno si sedette di nuovo vicino a me, forse lo stesso di prima ma ripresi la mia posizione di prima e aspettai, solo che dopo poco un altro si sedette dall’altra parte ed io ero proprio in mezzo, comunque il film era ricominciato e continuai a guardarlo; forse il fatto che non me ne fossi andata aveva ringalluzzito il tipo di prima che era tornato con un amico per darmi un’altra palpatina, infatti dopo pochissimo erano due le mani che palpavano i mei seni quelle che avevo sulle gambe, feci l’errore di sciogliere le braccia o portarmele sul ventre e due mani dalle mie gambe passarono ai miei polsi allargandomi le braccia e sentii subito su tutte e due le mani il calore di due membri che venni costretta ad impugnare, vabbè volevano facessi loro una sega? Alla fine me l’ero cercata, dovevo andare via dopo il primo tempo, così continuai anche quando lasciarono i miei polsi, in effetti ero molto eccitata anch’io, tra il film e la situazione mi stavo bagnando, intanto loro due mi avevano slacciato la camicetta e tirato fuori dal reggiseno i mie seni che stavano strizzando titillandomi anche i capezzoli ormai inturgiditi e avevano anche infilato le mani sotto la mia mini arrivando alle mie mutandine accorgendosi sicuramente che ero bagnata infatti uno dei due si era insinuato sotto perché sentivo le sue dita contro la mia fessurina umida, ormai ero alla loro mercè, uno dei due a quel punto lasciò il mio seno mi mise una mano dietro la testa e mi fece chinare fino ad arrivare con la faccia davanti al suo pene, beh orami c’eravamo, mentre l’altro continuava a palpeggiarmi sia il seno che la mia farfallina bagnata io cominciai a leccare il membro dell’altro e a succhiarlo e a mordicchiargli il filetto. Lo sentii irrigidirsi ad un tratto e feci per alzare la testa ma lui mi costrinse a rimanere così con il suo cazzo in bocca ed una voce roca che diceva “bevi, bevi tutto troietta”, non lo avevo mai fatto ma inghiottii finchè potevo, poi riuscii ad alzare la testa ma la cosa non finì perché anche l’altro volle lo stesso trattamento ma stavolta non fui costretta a bere il suo sperma, dopo un attimo tutto finì, mi ritrovai sola e rimettendomi a posto mi alzai un po’ barcollante per andare in bagno mentre sullo schermo apparivano i titoli di coda.
Quando uscii dal cinema trovai le mie compagne ad aspettarmi e mi accorsi di aver lasciato dentro il mio giubbotto di jeans ma qualcuno molto gentilmente lo aveva consegnato alla cassa e me lo consegnarono subito, quella sera mangiai la pizza gratis ed arrivata a casa scrissi subito tutto sul mio diario, anche il fatto che nel mio giubbotto trovai un bigliettino con un numero di telefono, ma questa è un altra storia.
mi chiamo Elena, il mio non è un nome di “famiglia” è che papà era appassionato di mitologia greca e, quindi, di Iliade ed Odissea, da lì il nome, ho 65 anni, direi ben portati anche grazie all’attività fisica, al mio modo di vivere, a qualche aiutino estetico e, sicuramente al DNA. I miei genitori sono mancati quando avevo 14 anni e, quindi, sono stata cresciuta dai nonni, coccolata e viziata quanto basta ed anche con una certa libertà, rileggendo le pagine dei miei diari, è un’abitudine che ho sempre avuto, mi è capitato in mano quello dei miei 18 anni, e quanto accaduto risale proprio a quel periodo.
Sono all’ultimo anno delle superiori, alti e bassi a livello scolastico, non sono mai stata una cima ma me la cavo, studio in una scuola privata femminile dove mi hanno mandato i miei nonni quindi le mie frequentazioni maschili erano abbastanza ridotte, qualche vicino di casa e qualche ragazzo conosciuto in discoteca, allora ci si andava la domenica pomeriggio e avevo l’orario di rientro come cenerentola a mezzanotte ma mi muovevo con il mio motorino e giravo in ciao tutta Milano; nonostante la scarsità di frequentazioni maschili non ero più vergine dai 16 anni, qualche rapporto comunque non particolarmente soddisfacente l’avevo avuto e mi ero resa conto che non mi dispiaceva affatto, anzi, apprezzavo molto anche i rapporti orali, solo che con i miei coetanei erano sempre molto brevi, comunque sono alta un metro e settantadue, peso 49 kg, bionda, occhi azzurri e porto una terza di reggiseno coppa b, giusto per inquadrarmi, ma veniamo ai fatti:
era appena uscito il film “Emmanuelle” ed io e Franca, una mia compagna di classe, passavamo per quelle un po’ bacchettone, sono sempre stata riservata circa la mia vita privata e questo faceva pensare alle mie compagne più “sveglie” che io e Franca non avessimo mai avuto rapporti sessuali, beh, in effetti per Franca era vero ma so che in seguito la cosa per lei è cambiata, ha avuto 4 figli, comunque ci sfidarono ad andare a vedere il film da sole, ci avrebbero aspettato fuori dal cinema e avrebbero pagato loro la pizza per tutte, se fossimo invece uscite prima avremmo dovuto pagare noi due per tutte, chiaramente accettammo, non potevamo rifiutare la sfida.
Quella domenica pomeriggio mi vestii come per andare in discoteca, minigonna di jeans, stivali vaquero comprati da MM, una camicetta a mezze maniche bianca come la mia biancheria, giubbottino sempre di jeans e via col mio ciao, ci ritrovammo tutte davanti al cinema, era ancora presto e quindi andammo al bar vicino a bere qualcosa o a mangiare un gelato, poi all’orario io e Franca entrammo mentre le altre rimanevano al bar sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele vicino al cinema.
Biglietto fatto, allora 5000 lire, guardandoci intorno vedevamo solo ragazzi o comunque uomini, qualche coppia ma la sala era piena per metà, vi mettemmo in una fila abbastanza in fondo praticamente vuota ed aspettammo, eravamo ancora alla pubblicità dei film in programmazione che già Franca doveva andare in bagno, dopo poco tornò e mi disse che aveva vomitato, forse il gelato che aveva mangiato allora le dissi che saremmo andate via così poteva tornare a casa ma lei insistette perché io rimanessi dicendomi che non dovevo perdere la scommessa per colpa sua, non che mi interessasse molto la scommessa, veramente, ma l’idea di vedere quel film mi piaceva parecchio, forse ci sarei andata comunque anche senza la scommessa e magari con qualche amico, allora ci salutammo e lei uscì proprio mentre si spegnevano le luci per l’inizio del film.
Dopo un quarto d’ora qualcuno si sedette alla mia destra ma non ci feci molto caso perché il film mi stava davvero prendendo, ero anche un po’ eccitata devo dire, poi però me ne accorsi perché mi sentii toccare il seno, mi scostai un po’ e nell’ombra vidi che il mio vicino aveva le braccia conserte, forse lo aveva fatto inavvertitamente, ma poi successe di nuovo, non potevo scostarmi più di tanto e poi mi stava distraendo dal film, gli lanciai un’occhiataccia come una stupida perché al buio non poteva vederla allora misi anch’io le braccia conserte a protezione ma a quel punto non sentii più un gomito era proprio una mano che mi palpava il seno oltre la stoffa della mia camicetta, il problema è che dopo poco sentii i mie capezzoli indurirsi, non so se ero più eccitata dal film o dalla situazione che stavo vivendo e comunque, tenendo sempre le braccia conserte lo lasciai fare, eravamo in un locale pubblico, cosa poteva accadermi di più? Una mano sui miei seni e l’altra su una gamba fu il seguito ma anche le gambe erano accavallate e non poteva andare oltre, stava per finire il primo tempo ed il contatto finì, quando si riaccesero le luci non c’era più nessuno seduto vicino a me, mi guardai intorno ma non riuscii a vedere nessuno in piedi o che si stava sedendo da qualche altra parte quindi non individuai il mio ex vicino di poltrona.
Ero indecisa se andarmene ma il film mi intrigava proprio e decisi di rimanere, le luci si spensero per il secondo tempo e non passarono cinque minuti che qualcuno si sedette di nuovo vicino a me, forse lo stesso di prima ma ripresi la mia posizione di prima e aspettai, solo che dopo poco un altro si sedette dall’altra parte ed io ero proprio in mezzo, comunque il film era ricominciato e continuai a guardarlo; forse il fatto che non me ne fossi andata aveva ringalluzzito il tipo di prima che era tornato con un amico per darmi un’altra palpatina, infatti dopo pochissimo erano due le mani che palpavano i mei seni quelle che avevo sulle gambe, feci l’errore di sciogliere le braccia o portarmele sul ventre e due mani dalle mie gambe passarono ai miei polsi allargandomi le braccia e sentii subito su tutte e due le mani il calore di due membri che venni costretta ad impugnare, vabbè volevano facessi loro una sega? Alla fine me l’ero cercata, dovevo andare via dopo il primo tempo, così continuai anche quando lasciarono i miei polsi, in effetti ero molto eccitata anch’io, tra il film e la situazione mi stavo bagnando, intanto loro due mi avevano slacciato la camicetta e tirato fuori dal reggiseno i mie seni che stavano strizzando titillandomi anche i capezzoli ormai inturgiditi e avevano anche infilato le mani sotto la mia mini arrivando alle mie mutandine accorgendosi sicuramente che ero bagnata infatti uno dei due si era insinuato sotto perché sentivo le sue dita contro la mia fessurina umida, ormai ero alla loro mercè, uno dei due a quel punto lasciò il mio seno mi mise una mano dietro la testa e mi fece chinare fino ad arrivare con la faccia davanti al suo pene, beh orami c’eravamo, mentre l’altro continuava a palpeggiarmi sia il seno che la mia farfallina bagnata io cominciai a leccare il membro dell’altro e a succhiarlo e a mordicchiargli il filetto. Lo sentii irrigidirsi ad un tratto e feci per alzare la testa ma lui mi costrinse a rimanere così con il suo cazzo in bocca ed una voce roca che diceva “bevi, bevi tutto troietta”, non lo avevo mai fatto ma inghiottii finchè potevo, poi riuscii ad alzare la testa ma la cosa non finì perché anche l’altro volle lo stesso trattamento ma stavolta non fui costretta a bere il suo sperma, dopo un attimo tutto finì, mi ritrovai sola e rimettendomi a posto mi alzai un po’ barcollante per andare in bagno mentre sullo schermo apparivano i titoli di coda.
Quando uscii dal cinema trovai le mie compagne ad aspettarmi e mi accorsi di aver lasciato dentro il mio giubbotto di jeans ma qualcuno molto gentilmente lo aveva consegnato alla cassa e me lo consegnarono subito, quella sera mangiai la pizza gratis ed arrivata a casa scrissi subito tutto sul mio diario, anche il fatto che nel mio giubbotto trovai un bigliettino con un numero di telefono, ma questa è un altra storia.
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