La doppietta
di
elena1957
genere
etero
La doppietta
Sfogliando il diario dei miei 19 anni sono arrivata a quella volta che ……. Beh adesso ve la racconto :
Avevo finalmente preso la patente, e adesso potevo parcheggiare la mia fiammante 126 rossa con il tettuccio apribile nel mio posto auto, avevo sistemato il ciao in fondo coprendolo, ora avevo l’automobile.
Potevo permettermi, adesso, di fare anche qualche piccolo viaggio andando fuori Milano ma quello che mi successe capitò proprio in città, esattamente in via Torino.
Quella mattina decisi di andare a fare qualche acquisto, in via Torino a Milano ci sono un sacco di negozi, poi sarei andata in Bajres, faceva caldo quindi niente stivali, una gonnellina tipo tennis, sandali alla schiava ed una magliettina bianca corta senza mettere il reggiseno, allora me lo potevo permettere, camminando mi lasciava scoperto l’ombelico, e fu proprio il caldo a causare il problema, mentre andavo ballonzolando sul pavè di via Torino cercai di aprire il tettuccio e mi distrassi, poi penso scambiai il pedale del freno con quello dell’accelleratore e quindi tamponai violentemente un’auto che mi precedeva, che spavento, e poi era più grossa della mia, il proprietario, un uomo sulla sessantina scese, guardò il retro della sua auto poi venne da me che ero ancora inebetita seduta in macchina,
- Signorina, tutto bene? Si è fatta male?
Scossi la testa balbettando che non mi ero fatta nulla, allora mi aiutò a scendere, lo sportello si apriva a fatica,
- Senta stia qui che sposto le macchine
Accostò prima la sua che, comunque aveva una bella botta e poi la mia, per fortuna il motore era dietro e non aveva subito danni, poi mi raggiunse e disse :
- Senta, ho un locale qui, stamattina è chiuso, lei ha bisogno di bere qualcosa, venga che poi vediamo anche cosa fare per i danni
Lo seguii docilmente ed entrammo nella galleria dell’allora cinema Eliseo, prima di arrivare però all’entrata del cinema, sulla destra aprì un cancello scorrevole e scendemmo dei gradini, arrivati in fondo mi disse di aspettare un attimo e accese la luce, era una sala biliardi, ero ancora un po’ scossa e mi fece sedere su una sedia che aveva spostato vicino ad un biliardo, prese una bottiglia ed un bicchiere dal bar e disse
- Faccia piano, è cognac è forte ma è proprio quello che ci vuole
Aveva ragione era forte, non avevo mai bevuto liquori e tossii un paio di volte, poi me ne versò un altro, era forte ma buono, comunque bevvi anche quello
- Allora adesso va meglio vero?
- Si risposi grazie
Lasciò la bottiglia sul bordo del biliardo dopo aver versato un altro bicchiere ed averlo appoggiato vicino alla bottiglia dove potevo arrivare a prenderlo senza alzarmi
- Allora, come si chiama?
- Elena *******
Gli dissi anche il cognome, pensavo volesse i dati per l’incidente
- Elena piacere, io sono Antonio, per l’incidente non si preoccupi, si sistema tutto, l’importante è che non si sia fatto male nessuno
Mentre parlava io, quasi senza accorgermene avevo preso il bicchiere e continuavo a sorseggiare il cognac, mi girava un po’ la testa ma avevo appena avuto il mio primo incidente
- Certo, il danno è abbastanza grosso
- Non si preoccupi sono assicurata e se no pagherò io
Mi accorsi che la mia voce era un po’ impastata
- Certo è un peccato, la sua macchina era nuova, si vedeva, la mia no ma è una macchina straniera e si sa che i pezzi delle macchine straniere costano molto di più
Non mi ero accorta che stando seduta la mia gonnellina si era un po’ alzata e, non avendo le gambe accavallate ma aperte si intravedevano le mutandine ed era proprio lì che cadeva lo sguardo dell’anziano che presa un'altra sedia si sedette di fronte a me
- Certo che se una bella ragazza come lei volesse la cosa si potrebbe risolvere in amicizia, senza scomodare le assicurazioni e senza esborso di denaro
La sua voce si era fatta più bassa e roca ma in quel momento non capii cosa volesse dire, sarà stato il cognac
- Non capisco ma se si può trovare una soluzione diversa ……
Ma cosa stavo dicendo? Mi versò un altro bicchiere di cognac e per farlo si alzò, poi mentre lo bevevo spostò la sedia che mi aveva messo di fronte e chinandosi verso di me
- Ero sicuro che una ragazza sveglia come te avrebbe colto l’occasione al volo
Non avevo ancora capito ma dopo un attimo compresi perfettamente, si raddrizzò, armeggiò con la cerniera dei pantaloni e sfoderò un cazzo che non avrei mai immaginato sventolandomelo davanti alla faccia, la vista mi si era un po’ annebbiata ma lo vedevo benissimo, mi si avvicinò di più, mi prese per un braccio e sempre lasciandomi lì seduta portò la mia mano ad impugnare il suo membro, come un automa cominciai a segarlo e dopo poco avvicinai anche la bocca alla sua cappella succhiando e leccando mentre la mia mano andava su e giù su quell’asta, cresceva a vista d’occhio nella mia mano e nella mia bocca fino a quando mi prese per le spalle facendomi alzare dalla sedia e facendomi sedere sul bordo del biliardo dove poi mi spinse fino a farmici sdraiare sulla schiena, ci salì anche lui aiutandosi con la sedia dove poco prima ero seduta io e sollevandomi la gonnellina prese le mie mutandine e me le sfilò, facendomi rimanere poi con le ginocchia leggermente sollevate e le gambe aperte, poi si posizionò tra le mie gambe e dopo aver puntato la punta del suo membro alla mia fessurina mi penetrò lentamente, Dio era grosso e lungo, quando arrivò in fondo sentìi un leggero dolore perché sfregò contro il mio utero ma poi passò, quando cominciò a muoversi dentro di me quel leggero dolore che provavo ad ogni affondo aumentò il mio piacere tanto che venni quasi subito mentre lui continuava a pompare imperterrito, vista l’età, pensai, non doveva durare molto, ma lui continuava a scoparmi infilandomi anche una mano sotto la maglietta e strizzandomi i seni ed il mio piacere anche, poi dicono che le dimensioni non contano, negli anni mi sono resa conto che sbagliavano, ora era più veloce e ad ogni affondo grugniva, poi mentre io stavo godendo di nuovo uscì da me e mi ritrovai tutto il suo sperma sulla maglietta.
Mi tolsi la maglietta sporca, per fortuna in borsa avevo sempre una t-shirt di ricambio ed anche la gonnellina, restai solo con i sandali inginocchiata sul biliardo, Lui, invece era seduto un po’ ansimante con le gambe larghe ed il cazzo penzoloni,
- Perché non gli dai una pulita con la lingua?
Lo feci e quindi mi ritrovai con la testa tra le sue gambe ed il sederino per aria, le sue mani sulla mia testa, ad un tratto dei passi ed una voce
- Antonio hai lasciato la serranda socchiusa e senza lucchetto hey ma qui c’è una festa, chi è la troietta?
- È una che mi ha tamponato qui davanti e poi abbiamo deciso di metterci d’accordo
Ridacchiando e tenendomi sempre la mano sulla testa
- Beh allora possiamo partecipare?
- Non credo la signorina abbia qualcosa in contrario, è particolarmente attiva
Rumore di abiti che venivano tolti
- Antonio lasciaci un po’ di spazio
Mi ritrovai così nella stessa posizione a succhiare un altro cazzo mentre sul sedere avevo due mani che lo strizzavano ed una lingua che mi leccava ora la farfallina ora il buchino posteriore allargandomi le chiappette, ogni tanto mi ci infilava anche un dito, non vedevo quello dietro di me ma quello che stavo spompinando si era più giovane di Antonio, ma sempre anziano e aveva un po’ di pancia, intanto seppi poi, Antonio era andato a chiudere la serranda con il lucchetto e quando tornò vidi che si spogliava del tutto anche lui, ora devo dire che il membro di quello che avevo davanti non era come quello che avevo appena goduto ma, comunque notevole, intanto il lavoro di quello che avevo dietro continuava e la cosa mi piaceva tanto che mentre lo faceva ondeggiavo leggermente con le anche
- Adesso troia stai ferma che ti rompo il culo, sei andata nel culo al mio amico ed io ti restituisco il favore
Non feci in tempo a prepararmi che già mi stava penetrando, cacciai un urlo perché mi fece male, ma lui mi dette uno schiaffo sul sedere e cominciò a stantuffarmi con il suo cazzo che era più grosso di quelli che avevo già preso dietro, lo sentivo eccome, mi teneva un braccio sotto la pancia e l’altra mano era sulla mia schiena, stavo riprendendo il mio lavoro di bocca ma anche quello che avevo davanti era pronto, scivolò sotto di me, e rivolto a quello dietro di me
- Fermati un attimo che facciamo una doppia
E poi si impossessò della mia farfallina, ora avevo dentro di me due cazzi che sfregavano uno contro l’altro separati solo da una striscia di carne, e venni una prima volta, quello dietro di me mi tirava per i capelli mentre l’altro mi mordeva anche i capezzoli mentre mi scopava, sicuramente non credevano alla fortuna che avevano avuto, stavano scopando con una ragazza giovane, un po’ troia, lo ammetto, anche se un po’ ancora sbronza per il cognac, mi sentivo sbattere, era una cosa favolosa, davvero una sensazione unica e venni una seconda volta, però con un orgasmo leggero, poi aumentarono il ritmo, com’è che questi uomini maturi duravano più dei miei coetanei di scuola e mi davano molto più piacere? Beh l’esperienza, sicuramente, ansimavano e grugnivano ed io anche, ogni tanto parlavano
- Ti piace così troia?
- Dai dillo che ti piace dillo
- Siiiii
Quasi lo urlai e intanto venni per la terza volta stavolta con un orgasmo che mi squassò. Uscirono da me quasi contemporaneamente e mi si misero tutti e due in ginocchio sul biliardo davanti con il cazzo in mano e mi riempirono della loro sborra calda e mentre mi ripulivo la bocca con la lingua Antonio mi venne dietro ed approfittando del mio buchino allargato iniziò a penetrarmi anche lui, ma il suo pene era più grosso e non pensai riuscisse ad entrare, invece lo fece , mi dovette sostenere con un braccio sotto la pancia perché mi cedettero le ginocchia mentre lo faceva e gli altri due intanto
- Puliscili bene con la lingua dai non ti fermare
Intanto ad ogni colpo di Antonio sobbalzavo, ormai la leggera sbronza mi era passata e lui stantuffava e soffiava, mi dava continui ceffoni sulle chiappe, mi stava davvero sfondando e poi venne insieme a me e mi inondò l’intestino, sembrava non finire mai, quando uscì da me mi lasciai andare sul biliardo sfinita, mi coprirono con il panno e mi addormentai.
Quando mi svegliai dopo un paio d’ore vollero scoparmi ancora, però uno per volta e normalmente, poi mi lasciarono andare a lavarmi in bagno, e quando uscii recuperai anche le mutandine che mi rimisi e Antonio
- Per la macchina non ti preoccupare, vieni tra due lunedì e te la faccio ritrovare nuova come prima
Poi mi accompagnò all’uscita, ormai era pomeriggio, presi il tram e tornai a casa ad immergermi nella vasca con i miei Sali profumati e mi addormentai di nuovo.
Sfogliando il diario dei miei 19 anni sono arrivata a quella volta che ……. Beh adesso ve la racconto :
Avevo finalmente preso la patente, e adesso potevo parcheggiare la mia fiammante 126 rossa con il tettuccio apribile nel mio posto auto, avevo sistemato il ciao in fondo coprendolo, ora avevo l’automobile.
Potevo permettermi, adesso, di fare anche qualche piccolo viaggio andando fuori Milano ma quello che mi successe capitò proprio in città, esattamente in via Torino.
Quella mattina decisi di andare a fare qualche acquisto, in via Torino a Milano ci sono un sacco di negozi, poi sarei andata in Bajres, faceva caldo quindi niente stivali, una gonnellina tipo tennis, sandali alla schiava ed una magliettina bianca corta senza mettere il reggiseno, allora me lo potevo permettere, camminando mi lasciava scoperto l’ombelico, e fu proprio il caldo a causare il problema, mentre andavo ballonzolando sul pavè di via Torino cercai di aprire il tettuccio e mi distrassi, poi penso scambiai il pedale del freno con quello dell’accelleratore e quindi tamponai violentemente un’auto che mi precedeva, che spavento, e poi era più grossa della mia, il proprietario, un uomo sulla sessantina scese, guardò il retro della sua auto poi venne da me che ero ancora inebetita seduta in macchina,
- Signorina, tutto bene? Si è fatta male?
Scossi la testa balbettando che non mi ero fatta nulla, allora mi aiutò a scendere, lo sportello si apriva a fatica,
- Senta stia qui che sposto le macchine
Accostò prima la sua che, comunque aveva una bella botta e poi la mia, per fortuna il motore era dietro e non aveva subito danni, poi mi raggiunse e disse :
- Senta, ho un locale qui, stamattina è chiuso, lei ha bisogno di bere qualcosa, venga che poi vediamo anche cosa fare per i danni
Lo seguii docilmente ed entrammo nella galleria dell’allora cinema Eliseo, prima di arrivare però all’entrata del cinema, sulla destra aprì un cancello scorrevole e scendemmo dei gradini, arrivati in fondo mi disse di aspettare un attimo e accese la luce, era una sala biliardi, ero ancora un po’ scossa e mi fece sedere su una sedia che aveva spostato vicino ad un biliardo, prese una bottiglia ed un bicchiere dal bar e disse
- Faccia piano, è cognac è forte ma è proprio quello che ci vuole
Aveva ragione era forte, non avevo mai bevuto liquori e tossii un paio di volte, poi me ne versò un altro, era forte ma buono, comunque bevvi anche quello
- Allora adesso va meglio vero?
- Si risposi grazie
Lasciò la bottiglia sul bordo del biliardo dopo aver versato un altro bicchiere ed averlo appoggiato vicino alla bottiglia dove potevo arrivare a prenderlo senza alzarmi
- Allora, come si chiama?
- Elena *******
Gli dissi anche il cognome, pensavo volesse i dati per l’incidente
- Elena piacere, io sono Antonio, per l’incidente non si preoccupi, si sistema tutto, l’importante è che non si sia fatto male nessuno
Mentre parlava io, quasi senza accorgermene avevo preso il bicchiere e continuavo a sorseggiare il cognac, mi girava un po’ la testa ma avevo appena avuto il mio primo incidente
- Certo, il danno è abbastanza grosso
- Non si preoccupi sono assicurata e se no pagherò io
Mi accorsi che la mia voce era un po’ impastata
- Certo è un peccato, la sua macchina era nuova, si vedeva, la mia no ma è una macchina straniera e si sa che i pezzi delle macchine straniere costano molto di più
Non mi ero accorta che stando seduta la mia gonnellina si era un po’ alzata e, non avendo le gambe accavallate ma aperte si intravedevano le mutandine ed era proprio lì che cadeva lo sguardo dell’anziano che presa un'altra sedia si sedette di fronte a me
- Certo che se una bella ragazza come lei volesse la cosa si potrebbe risolvere in amicizia, senza scomodare le assicurazioni e senza esborso di denaro
La sua voce si era fatta più bassa e roca ma in quel momento non capii cosa volesse dire, sarà stato il cognac
- Non capisco ma se si può trovare una soluzione diversa ……
Ma cosa stavo dicendo? Mi versò un altro bicchiere di cognac e per farlo si alzò, poi mentre lo bevevo spostò la sedia che mi aveva messo di fronte e chinandosi verso di me
- Ero sicuro che una ragazza sveglia come te avrebbe colto l’occasione al volo
Non avevo ancora capito ma dopo un attimo compresi perfettamente, si raddrizzò, armeggiò con la cerniera dei pantaloni e sfoderò un cazzo che non avrei mai immaginato sventolandomelo davanti alla faccia, la vista mi si era un po’ annebbiata ma lo vedevo benissimo, mi si avvicinò di più, mi prese per un braccio e sempre lasciandomi lì seduta portò la mia mano ad impugnare il suo membro, come un automa cominciai a segarlo e dopo poco avvicinai anche la bocca alla sua cappella succhiando e leccando mentre la mia mano andava su e giù su quell’asta, cresceva a vista d’occhio nella mia mano e nella mia bocca fino a quando mi prese per le spalle facendomi alzare dalla sedia e facendomi sedere sul bordo del biliardo dove poi mi spinse fino a farmici sdraiare sulla schiena, ci salì anche lui aiutandosi con la sedia dove poco prima ero seduta io e sollevandomi la gonnellina prese le mie mutandine e me le sfilò, facendomi rimanere poi con le ginocchia leggermente sollevate e le gambe aperte, poi si posizionò tra le mie gambe e dopo aver puntato la punta del suo membro alla mia fessurina mi penetrò lentamente, Dio era grosso e lungo, quando arrivò in fondo sentìi un leggero dolore perché sfregò contro il mio utero ma poi passò, quando cominciò a muoversi dentro di me quel leggero dolore che provavo ad ogni affondo aumentò il mio piacere tanto che venni quasi subito mentre lui continuava a pompare imperterrito, vista l’età, pensai, non doveva durare molto, ma lui continuava a scoparmi infilandomi anche una mano sotto la maglietta e strizzandomi i seni ed il mio piacere anche, poi dicono che le dimensioni non contano, negli anni mi sono resa conto che sbagliavano, ora era più veloce e ad ogni affondo grugniva, poi mentre io stavo godendo di nuovo uscì da me e mi ritrovai tutto il suo sperma sulla maglietta.
Mi tolsi la maglietta sporca, per fortuna in borsa avevo sempre una t-shirt di ricambio ed anche la gonnellina, restai solo con i sandali inginocchiata sul biliardo, Lui, invece era seduto un po’ ansimante con le gambe larghe ed il cazzo penzoloni,
- Perché non gli dai una pulita con la lingua?
Lo feci e quindi mi ritrovai con la testa tra le sue gambe ed il sederino per aria, le sue mani sulla mia testa, ad un tratto dei passi ed una voce
- Antonio hai lasciato la serranda socchiusa e senza lucchetto hey ma qui c’è una festa, chi è la troietta?
- È una che mi ha tamponato qui davanti e poi abbiamo deciso di metterci d’accordo
Ridacchiando e tenendomi sempre la mano sulla testa
- Beh allora possiamo partecipare?
- Non credo la signorina abbia qualcosa in contrario, è particolarmente attiva
Rumore di abiti che venivano tolti
- Antonio lasciaci un po’ di spazio
Mi ritrovai così nella stessa posizione a succhiare un altro cazzo mentre sul sedere avevo due mani che lo strizzavano ed una lingua che mi leccava ora la farfallina ora il buchino posteriore allargandomi le chiappette, ogni tanto mi ci infilava anche un dito, non vedevo quello dietro di me ma quello che stavo spompinando si era più giovane di Antonio, ma sempre anziano e aveva un po’ di pancia, intanto seppi poi, Antonio era andato a chiudere la serranda con il lucchetto e quando tornò vidi che si spogliava del tutto anche lui, ora devo dire che il membro di quello che avevo davanti non era come quello che avevo appena goduto ma, comunque notevole, intanto il lavoro di quello che avevo dietro continuava e la cosa mi piaceva tanto che mentre lo faceva ondeggiavo leggermente con le anche
- Adesso troia stai ferma che ti rompo il culo, sei andata nel culo al mio amico ed io ti restituisco il favore
Non feci in tempo a prepararmi che già mi stava penetrando, cacciai un urlo perché mi fece male, ma lui mi dette uno schiaffo sul sedere e cominciò a stantuffarmi con il suo cazzo che era più grosso di quelli che avevo già preso dietro, lo sentivo eccome, mi teneva un braccio sotto la pancia e l’altra mano era sulla mia schiena, stavo riprendendo il mio lavoro di bocca ma anche quello che avevo davanti era pronto, scivolò sotto di me, e rivolto a quello dietro di me
- Fermati un attimo che facciamo una doppia
E poi si impossessò della mia farfallina, ora avevo dentro di me due cazzi che sfregavano uno contro l’altro separati solo da una striscia di carne, e venni una prima volta, quello dietro di me mi tirava per i capelli mentre l’altro mi mordeva anche i capezzoli mentre mi scopava, sicuramente non credevano alla fortuna che avevano avuto, stavano scopando con una ragazza giovane, un po’ troia, lo ammetto, anche se un po’ ancora sbronza per il cognac, mi sentivo sbattere, era una cosa favolosa, davvero una sensazione unica e venni una seconda volta, però con un orgasmo leggero, poi aumentarono il ritmo, com’è che questi uomini maturi duravano più dei miei coetanei di scuola e mi davano molto più piacere? Beh l’esperienza, sicuramente, ansimavano e grugnivano ed io anche, ogni tanto parlavano
- Ti piace così troia?
- Dai dillo che ti piace dillo
- Siiiii
Quasi lo urlai e intanto venni per la terza volta stavolta con un orgasmo che mi squassò. Uscirono da me quasi contemporaneamente e mi si misero tutti e due in ginocchio sul biliardo davanti con il cazzo in mano e mi riempirono della loro sborra calda e mentre mi ripulivo la bocca con la lingua Antonio mi venne dietro ed approfittando del mio buchino allargato iniziò a penetrarmi anche lui, ma il suo pene era più grosso e non pensai riuscisse ad entrare, invece lo fece , mi dovette sostenere con un braccio sotto la pancia perché mi cedettero le ginocchia mentre lo faceva e gli altri due intanto
- Puliscili bene con la lingua dai non ti fermare
Intanto ad ogni colpo di Antonio sobbalzavo, ormai la leggera sbronza mi era passata e lui stantuffava e soffiava, mi dava continui ceffoni sulle chiappe, mi stava davvero sfondando e poi venne insieme a me e mi inondò l’intestino, sembrava non finire mai, quando uscì da me mi lasciai andare sul biliardo sfinita, mi coprirono con il panno e mi addormentai.
Quando mi svegliai dopo un paio d’ore vollero scoparmi ancora, però uno per volta e normalmente, poi mi lasciarono andare a lavarmi in bagno, e quando uscii recuperai anche le mutandine che mi rimisi e Antonio
- Per la macchina non ti preoccupare, vieni tra due lunedì e te la faccio ritrovare nuova come prima
Poi mi accompagnò all’uscita, ormai era pomeriggio, presi il tram e tornai a casa ad immergermi nella vasca con i miei Sali profumati e mi addormentai di nuovo.
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