Doccia con Flying Kitty
di
Yuko
genere
saffico
Ultimi giri di mestolo alla trippa che sto preparando con cura in cucina.
Tra il rumore del liquido in bollore percepisco il suono dell'acqua che scorre in bagno.
Consegno il mio stracotto al riposo notturno e mi sposto in corridoio dove mi giunge la conferma del movimento d'acqua nella doccia.
Mi avvicino alla porta, trovandola solo socchiusa, e apro.
Sbircio dentro, senza far rumore.
Un corpo nudo dai contorni incerti si palesa oltre lo schermo trasparente del box doccia.
Il corpo di una donna nuda che si lava.
Sorrido.
La mia gattina non chiude mai a chiave e questo lo interpreto come un continuo invito a condividere con lei ogni momento della nostra convivenza in casa, anche quelli più intimi, soprattutto quelli.
Il desiderio si affaccia alla soglia delle mie cognizioni e mi avvicino al vetro per ammirare la mia donna, nutrirmi della visione del suo corpo nudo, rivestito solo di gocce di rugiada.
Lei mi vede e mi sorride.
Mi piace guardarla quando è nuda e a lei piace quando io la guardo e l'apprezzo nella sua nudità.
Mi piace guardarla sempre, ma quando possiamo concederci la reciproca visione dei nostri corpi nudi, la passione divora le mie inibizioni razionali e gli istinti più primordiali si scatenano senza controlli.
Un corpo mozzafiato.
Uno spettacolo della natura.
Un patrimonio dell'UNESCO.
Il mio senso civile e umanitario imporrebbe una fruizione libera della visione di questo corpo da parte dell'Umanità intera, senza riservare questo beneficio esclusivamente a una persona, una sola prescelta tra sette miliardi di persone, che sarei io.
Penso che dovresti andare in giro nuda, per le strade, le spiagge, i boschi e le montagne, le scogliere, i deserti, le praterie e le catene montuose.
Ma sono gelosa ed egoista e ti voglio solo per me.
Ti guardo, sei nuda; completamente nuda e indifesa.
Nessun ostacolo alla mia completa visione di ogni parte del tuo corpo
Ti esploro.
Ti ammiro.
Ti contemplo e ti venero.
Tu mi sorridi, ti mostri, ti esponi.
Ostenti le tue bellezze, orgogliosa del tuo corpo, sicura del mio apprezzamento.
E sì che io sono una anche abbastanza esigente.
Pieghi indietro il capo, sotto il getto vaporoso e con le mani raccogli i tuoi capelli castani sulla nuca.
Le tue ascelle sensuali e depilate con cura devastano il repertorio delle mie sensazioni.
L'acqua scorre sui tuoi seni, grandi, ubertosi, prosperosi.
Rotondità piene, contorni calienti enfatizzati dallo scorrimento continuo delle perle umide sulla tua pelle.
Il flusso liquido percorre il tuo ventre deliziosamente convesso in cui l'ombelico impreziosisce di mistero la sensazione di desiderio che cresce e obnubila la mia mente.
Piccolo e oscuro imbuto delle mie passioni.
Timido preludio, avvisaglia, premonizione di ben altra cavità buia e insondabile che il tuo monte di Venere suggerisce proseguendo il lento esodo dei miei sguardi e promette a coronamento di una lenta e interminabile attesa oltre la prateria dei peli del tuo pube.
L'acqua converge sulla passera e cola dalle tue più distali appendici villose, a guardia delle morbide sentinelle della tua entrata più intima.
Le tette ondeggiano deliziose mentre ti strofini i capelli con lo shampoo, assecondando ed enfatizzando i movimenti del tuo petto e delle tue spalle, quando accudisci la tua criniera di puledra color mogano.
Lo sguardo prosegue attorno al punto più largo dei tuoi fianchi per assecondare il contorno delle tue cosce, sinuosa convergenza di linee che coronano, come ricca cornice ondulata, il prezioso tesoro della tua vulva.
E sento già sulle mie dita il tuo più intimo calore.
Percepisco sulle mie labbra la tua più sensuale umidità.
Apprezzo con il mio olfatto il tuo più erotico sentore.
Mi inebrio con la lingua del tuo più irresistibile sapore.
Mi sciolgo con ogni mia cellula nel più dolce deliquio.
E avverto già che mi bagno, la vulva mi si riempie di tenui formicolii di desiderio, i capezzoli mi diventano duri e sensibili, i miei seni agognano le tue carezze e le mie labbra attendono i tuoi baci come le sentinelle sospirano quando si avvicina l'aurora.
Mi spoglio e ti sto a guardare. Mi libero dei vestiti e resto nuda a osservarti al tuo cospetto.
Ti lavi.
Ti insaponi i seni, le tue mani muovono e deformano i gioielli dei miei desideri.
Manipoli le tue tette, schiacciate, tirate, spostate nell'insaponamento, e l'acqua con la sua carezza gentile ne dissipa le schiume. I vapori sublimano dal tuo corpo sensuale e irresistibile.
Sinfonia di curve sapientemente orchestrate.
Provocante successione di morbide e provocanti rotondità.
La tua mano insaponata sul tuo ventre, lo shampoo sui peli del pube, le tue dita che si spingono sulla tua vulva, si infilano e scorrono nel giaciglio ove vorrei sostare, nella dimora ove vorrei abitare per sempre.
Tra le tue labbra, al cospetto del tuo clitoride, mollemente adagiata tra le vestali della tua più accogliente profondità, in perenne adorazione delle soffici e bagnate ancelle di tutte le tue più intime ed esplosive sensazioni.
L'acqua ancora scorre in un lento e pietoso oblio di redenzione.
Io nuda, vicino al trono ove ti abbandoni al sacrificio di piogge di acqua calda e tonificante.
Mi guardi il volto. I tuoi occhi scorrono in rassegna tutto il mio corpo.
Il seno mi sussulta sotto la tua perlustrazione indagatrice.
Ora sei tu che mi ammiri e sorridi per la mia pazzia.
Sottoposta alle sevizie di poterti osservare senza possibilità di toccarti, ora sono io che ti mando messaggi d'amore. Disperati SOS tradotti in linguaggio Morse dalle mie forme esibite e perentorie.
Ti chiedo di girarti per guardare il tuo sedere, mentre ancora ti cospargi di schiume profumate.
La tua schiena, perfetto violoncello, sublima in note la perfezione dei tuoi glutei.
La tua pelle luccica di acque termali e il vapore ti avvolge come un'aura di divina benedizione.
Fluidi trasparenti accarezzano le linee delle tue vertebre, sentieri che congiungono la sacra piega dei tuoi glutei alle isoipse dei tuoi fianchi, lungo la tua vita, per risalire sulla tua schiena fino ai capelli bagnati e abbandonati sulla tua pelle ambrata, come alghe sulla spiaggia di mari tropicali.
Le tue gambe si rastremano a definire i minuti contorni dei tuoi piedi.
Questa donna lavata e profumata sarà totalmente mia tra poco, sul mio letto.
Questa pelle lucida e bagnata sarà preda dei miei baci, vittima della mia lingua.
Al tuo cenno mi accogli nella doccia vicina a te.
Mi introduci sotto il getto d'acqua, ti prendi cura dei miei capelli mentre appoggio il capo sul tuo seno, le mie braccia raccolte sul mio petto.
Mi avvolgi nel tuo abbraccio e con la tua bocca cerchi la mia.
Sotto la pioggia calda ci stringiamo l'una all'altra; con le mie mani circondo la tua vita e mi spingo fino al tuo sedere.
Ci stringiamo una contro l'altra, i miei seni sui tuoi, il mio ventre a baciare il tuo, la mia pelle chiara incontro alla tua.
Ora le tue mani mi insaponano la schiena, mi scivolano dalla nuca al sedere.
Mi abbandono alle tue carezze schiumose e profumate per congegnare la rivincita che a breve porterò a termine sul letto matrimoniale.
Tra il rumore del liquido in bollore percepisco il suono dell'acqua che scorre in bagno.
Consegno il mio stracotto al riposo notturno e mi sposto in corridoio dove mi giunge la conferma del movimento d'acqua nella doccia.
Mi avvicino alla porta, trovandola solo socchiusa, e apro.
Sbircio dentro, senza far rumore.
Un corpo nudo dai contorni incerti si palesa oltre lo schermo trasparente del box doccia.
Il corpo di una donna nuda che si lava.
Sorrido.
La mia gattina non chiude mai a chiave e questo lo interpreto come un continuo invito a condividere con lei ogni momento della nostra convivenza in casa, anche quelli più intimi, soprattutto quelli.
Il desiderio si affaccia alla soglia delle mie cognizioni e mi avvicino al vetro per ammirare la mia donna, nutrirmi della visione del suo corpo nudo, rivestito solo di gocce di rugiada.
Lei mi vede e mi sorride.
Mi piace guardarla quando è nuda e a lei piace quando io la guardo e l'apprezzo nella sua nudità.
Mi piace guardarla sempre, ma quando possiamo concederci la reciproca visione dei nostri corpi nudi, la passione divora le mie inibizioni razionali e gli istinti più primordiali si scatenano senza controlli.
Un corpo mozzafiato.
Uno spettacolo della natura.
Un patrimonio dell'UNESCO.
Il mio senso civile e umanitario imporrebbe una fruizione libera della visione di questo corpo da parte dell'Umanità intera, senza riservare questo beneficio esclusivamente a una persona, una sola prescelta tra sette miliardi di persone, che sarei io.
Penso che dovresti andare in giro nuda, per le strade, le spiagge, i boschi e le montagne, le scogliere, i deserti, le praterie e le catene montuose.
Ma sono gelosa ed egoista e ti voglio solo per me.
Ti guardo, sei nuda; completamente nuda e indifesa.
Nessun ostacolo alla mia completa visione di ogni parte del tuo corpo
Ti esploro.
Ti ammiro.
Ti contemplo e ti venero.
Tu mi sorridi, ti mostri, ti esponi.
Ostenti le tue bellezze, orgogliosa del tuo corpo, sicura del mio apprezzamento.
E sì che io sono una anche abbastanza esigente.
Pieghi indietro il capo, sotto il getto vaporoso e con le mani raccogli i tuoi capelli castani sulla nuca.
Le tue ascelle sensuali e depilate con cura devastano il repertorio delle mie sensazioni.
L'acqua scorre sui tuoi seni, grandi, ubertosi, prosperosi.
Rotondità piene, contorni calienti enfatizzati dallo scorrimento continuo delle perle umide sulla tua pelle.
Il flusso liquido percorre il tuo ventre deliziosamente convesso in cui l'ombelico impreziosisce di mistero la sensazione di desiderio che cresce e obnubila la mia mente.
Piccolo e oscuro imbuto delle mie passioni.
Timido preludio, avvisaglia, premonizione di ben altra cavità buia e insondabile che il tuo monte di Venere suggerisce proseguendo il lento esodo dei miei sguardi e promette a coronamento di una lenta e interminabile attesa oltre la prateria dei peli del tuo pube.
L'acqua converge sulla passera e cola dalle tue più distali appendici villose, a guardia delle morbide sentinelle della tua entrata più intima.
Le tette ondeggiano deliziose mentre ti strofini i capelli con lo shampoo, assecondando ed enfatizzando i movimenti del tuo petto e delle tue spalle, quando accudisci la tua criniera di puledra color mogano.
Lo sguardo prosegue attorno al punto più largo dei tuoi fianchi per assecondare il contorno delle tue cosce, sinuosa convergenza di linee che coronano, come ricca cornice ondulata, il prezioso tesoro della tua vulva.
E sento già sulle mie dita il tuo più intimo calore.
Percepisco sulle mie labbra la tua più sensuale umidità.
Apprezzo con il mio olfatto il tuo più erotico sentore.
Mi inebrio con la lingua del tuo più irresistibile sapore.
Mi sciolgo con ogni mia cellula nel più dolce deliquio.
E avverto già che mi bagno, la vulva mi si riempie di tenui formicolii di desiderio, i capezzoli mi diventano duri e sensibili, i miei seni agognano le tue carezze e le mie labbra attendono i tuoi baci come le sentinelle sospirano quando si avvicina l'aurora.
Mi spoglio e ti sto a guardare. Mi libero dei vestiti e resto nuda a osservarti al tuo cospetto.
Ti lavi.
Ti insaponi i seni, le tue mani muovono e deformano i gioielli dei miei desideri.
Manipoli le tue tette, schiacciate, tirate, spostate nell'insaponamento, e l'acqua con la sua carezza gentile ne dissipa le schiume. I vapori sublimano dal tuo corpo sensuale e irresistibile.
Sinfonia di curve sapientemente orchestrate.
Provocante successione di morbide e provocanti rotondità.
La tua mano insaponata sul tuo ventre, lo shampoo sui peli del pube, le tue dita che si spingono sulla tua vulva, si infilano e scorrono nel giaciglio ove vorrei sostare, nella dimora ove vorrei abitare per sempre.
Tra le tue labbra, al cospetto del tuo clitoride, mollemente adagiata tra le vestali della tua più accogliente profondità, in perenne adorazione delle soffici e bagnate ancelle di tutte le tue più intime ed esplosive sensazioni.
L'acqua ancora scorre in un lento e pietoso oblio di redenzione.
Io nuda, vicino al trono ove ti abbandoni al sacrificio di piogge di acqua calda e tonificante.
Mi guardi il volto. I tuoi occhi scorrono in rassegna tutto il mio corpo.
Il seno mi sussulta sotto la tua perlustrazione indagatrice.
Ora sei tu che mi ammiri e sorridi per la mia pazzia.
Sottoposta alle sevizie di poterti osservare senza possibilità di toccarti, ora sono io che ti mando messaggi d'amore. Disperati SOS tradotti in linguaggio Morse dalle mie forme esibite e perentorie.
Ti chiedo di girarti per guardare il tuo sedere, mentre ancora ti cospargi di schiume profumate.
La tua schiena, perfetto violoncello, sublima in note la perfezione dei tuoi glutei.
La tua pelle luccica di acque termali e il vapore ti avvolge come un'aura di divina benedizione.
Fluidi trasparenti accarezzano le linee delle tue vertebre, sentieri che congiungono la sacra piega dei tuoi glutei alle isoipse dei tuoi fianchi, lungo la tua vita, per risalire sulla tua schiena fino ai capelli bagnati e abbandonati sulla tua pelle ambrata, come alghe sulla spiaggia di mari tropicali.
Le tue gambe si rastremano a definire i minuti contorni dei tuoi piedi.
Questa donna lavata e profumata sarà totalmente mia tra poco, sul mio letto.
Questa pelle lucida e bagnata sarà preda dei miei baci, vittima della mia lingua.
Al tuo cenno mi accogli nella doccia vicina a te.
Mi introduci sotto il getto d'acqua, ti prendi cura dei miei capelli mentre appoggio il capo sul tuo seno, le mie braccia raccolte sul mio petto.
Mi avvolgi nel tuo abbraccio e con la tua bocca cerchi la mia.
Sotto la pioggia calda ci stringiamo l'una all'altra; con le mie mani circondo la tua vita e mi spingo fino al tuo sedere.
Ci stringiamo una contro l'altra, i miei seni sui tuoi, il mio ventre a baciare il tuo, la mia pelle chiara incontro alla tua.
Ora le tue mani mi insaponano la schiena, mi scivolano dalla nuca al sedere.
Mi abbandono alle tue carezze schiumose e profumate per congegnare la rivincita che a breve porterò a termine sul letto matrimoniale.
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