All'improvviso
di
Franziska
genere
etero
Come tutte le sere, seduta in metropolitana di ritorno a casa dopo il lavoro, assorta nelle pagine del mio libro ad un tratto sei salito tu. Ti sei accomodato di fronte a me, distogliendo la mia attenzione e per un attimo mi hai penetrato con lo sguardo. Com'è successo? Persa nei tuoi occhi, devi aver inteso la mia maliziosa curiosità. Ti sei alzato e ti sei parato dinnanzi a me, la mia bocca a pochi centimetri dalla cerniera dei pantaloni rigonfia del tuo vigore. Le nostre anime già si stavano importunando. Il tuo membro color cioccolato tra le mie mani, sfiorava le mie labbra fino ad insinuare la mia lingua. Intorno a noi poche persone ignare o accorte poco importava, ormai presi dal vortice dell'eccitazione. Non riuscivo a smettere di suggere quel meraviglioso strumento di piacere e quando le tue gambe hanno cominciato a tremare, in procinto di venire con tutto il tuo fluido, ti sei staccato, deciso, con uno schiocco mi hai lasciato con l'acquolina, mi hai preso per mano e mi hai trascinata giù dal vagone. Ultima fermata, capolinea. E adesso? Spalle al muro, mi hai afferrato il fondo schiena divaricandomi le coscie, mi hai impalato sul tuo muscolo ancora umido della mia saliva e hai preso a chiavarmi perdendo ogni freno inibitore. Oh si liberami da ogni frustrazione, lacerami le carni, vienimi dentro come un onda impetuosa, riversa tutte le tue energie. E poi l'orgasmo, follia, eccitazione effluvi. Magma candido scorreva nella vagina donandomi la quiete. Ricomposti ma in disordine ci siamo allontanati, ognuno per la propria strada. Addio o arrivederci, chissà. Non avrò più paura dell'uomo nero.
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