Dottore la prego mi aiuti
di
Franziska
genere
etero
Il sesso per me era diventato un chiodo fisso. Pensavo solo a quello, qualsiasi cosa stessi facendo desideravo solo essere scopata da qualcuno. Belli o brutti non importava purché avessero grossi cazzi per soddisfarmi. Innamorata di mio marito, lui così presente e premuroso nei miei confronti, sempre attento al mio piacere, decisi, per rispetto nei suoi confronti, di consultare uno psicologo per capire da cosa potesse dipendere la mia condizione. Presi appuntamento con un noto medico specializzato in problemi sessuali e mi recai, fiduciosa, nel suo studio mettendolo a conoscenza della mia situazione. Mi accolse un uomo sulla sessantina, piacente anzi direi affascinante, mi fece accomodare
e senza farmi proferire parola mi chiese di spogliarmi e di sdraiarmi sul lettino. Comportamento alquanto insolito, pensai per uno psicologo ma neanche il tempo di riflettere che le sue calde mani già accarezzavano il mio corpo. L'eccitazione montava in me, non volevo darlo a vedere ma il mio corpo lanciava segnali inequivocabili. I seni gonfi, capezzoli turgidi, il mio sesso bagnato da gocce di calda rugiada finché il dottore prese a possedermi con violenza, forse per calmare la mia inquietudine. Una mano a chiudermi la bocca per non farmi gridare, sopra di me gemeva e si muoveva come a volermi penetrare sempre più a fondo. I suoi colpi facevano vibrare il mio ventre ed io godevo, estasiata e poi il mio utero venne inondato di sperma. Mi sentivo fuori da ogni realtà poi lui ricomposto, dopo avermi dato un bacio a cercare la mia lingua mi fissò l'appuntamento per la prossima seduta. Mentre tornavo a casa, continuavo a pensare a quanto successo forse era giusto così, terapia d'urto, ma la smania, la voglia era sempre lì anzi forse più viva che mai. Ancora piena del mio dottore quella sera feci l'amore col mio splendido marito che ignaro immergeva il suo uccello nello sperma di un altro uomo che aveva scopato la sua donna, custodito al caldo nella mia vagina gonfia di lussuria. Fu meraviglioso, lui come una furia forse inebriato dagli umori perversi che fuoriuscivano dalla mia carne. Però qualcosa non andava, mi tormentavo mi sentivo colpevole, una traditrice amavo il mio uomo, ci facevo l'amore ma al tempo stesso mi facevo chiavare dal primo venuto solo per godere. Tutti approfittavano di me ed io usavo tutti per nutrire la mia malattia. Mi concedevo a chiunque per pacare le mie voglie incontrollabili. Una puttana senza compenso. Semplicemente sesso sporco, fugace, violento. Ma poi tornavo da te, al sicuro amata, protetta abusata si ma con rispetto. Non sapevo come uscirne, gli appuntamenti col mio bel terapista diventavano sempre più frequenti anche fuori orario e nei giorni festivi. Forse era lui quello malato maniacale, non poteva fare a meno di possedermi purché io lo lasciassi fare senza muovermi, soddisfacendosi ogni perversione, soddisfacendomi. Una notte mentre mio marito era dentro di me mi dichiarò di aver compreso tutto, sapeva che altri uomini prendevano e godevano di me come animali famelici, sentiva i loro umori quando rientravo da lui, puzzavo di cupidigia. La cosa lo eccitava, mi aveva scoperto non mi piaceva più questo gioco. Il segreto stimolava il rapporto. Così decisi che era ora di farla finita. A malincuore cambiai medico questa volta scelsi una donna. Presi appuntamento, mi recai da lei, fece una breve anamnesi, non togliendo mai lo sguardo dal mio, umettandosi le labbra con la lingua come pronta ad assaggiare una torta golosa e con un tono deciso e sensuale mi disse:"prego si spogli e si accomodi sul lettino".
e senza farmi proferire parola mi chiese di spogliarmi e di sdraiarmi sul lettino. Comportamento alquanto insolito, pensai per uno psicologo ma neanche il tempo di riflettere che le sue calde mani già accarezzavano il mio corpo. L'eccitazione montava in me, non volevo darlo a vedere ma il mio corpo lanciava segnali inequivocabili. I seni gonfi, capezzoli turgidi, il mio sesso bagnato da gocce di calda rugiada finché il dottore prese a possedermi con violenza, forse per calmare la mia inquietudine. Una mano a chiudermi la bocca per non farmi gridare, sopra di me gemeva e si muoveva come a volermi penetrare sempre più a fondo. I suoi colpi facevano vibrare il mio ventre ed io godevo, estasiata e poi il mio utero venne inondato di sperma. Mi sentivo fuori da ogni realtà poi lui ricomposto, dopo avermi dato un bacio a cercare la mia lingua mi fissò l'appuntamento per la prossima seduta. Mentre tornavo a casa, continuavo a pensare a quanto successo forse era giusto così, terapia d'urto, ma la smania, la voglia era sempre lì anzi forse più viva che mai. Ancora piena del mio dottore quella sera feci l'amore col mio splendido marito che ignaro immergeva il suo uccello nello sperma di un altro uomo che aveva scopato la sua donna, custodito al caldo nella mia vagina gonfia di lussuria. Fu meraviglioso, lui come una furia forse inebriato dagli umori perversi che fuoriuscivano dalla mia carne. Però qualcosa non andava, mi tormentavo mi sentivo colpevole, una traditrice amavo il mio uomo, ci facevo l'amore ma al tempo stesso mi facevo chiavare dal primo venuto solo per godere. Tutti approfittavano di me ed io usavo tutti per nutrire la mia malattia. Mi concedevo a chiunque per pacare le mie voglie incontrollabili. Una puttana senza compenso. Semplicemente sesso sporco, fugace, violento. Ma poi tornavo da te, al sicuro amata, protetta abusata si ma con rispetto. Non sapevo come uscirne, gli appuntamenti col mio bel terapista diventavano sempre più frequenti anche fuori orario e nei giorni festivi. Forse era lui quello malato maniacale, non poteva fare a meno di possedermi purché io lo lasciassi fare senza muovermi, soddisfacendosi ogni perversione, soddisfacendomi. Una notte mentre mio marito era dentro di me mi dichiarò di aver compreso tutto, sapeva che altri uomini prendevano e godevano di me come animali famelici, sentiva i loro umori quando rientravo da lui, puzzavo di cupidigia. La cosa lo eccitava, mi aveva scoperto non mi piaceva più questo gioco. Il segreto stimolava il rapporto. Così decisi che era ora di farla finita. A malincuore cambiai medico questa volta scelsi una donna. Presi appuntamento, mi recai da lei, fece una breve anamnesi, non togliendo mai lo sguardo dal mio, umettandosi le labbra con la lingua come pronta ad assaggiare una torta golosa e con un tono deciso e sensuale mi disse:"prego si spogli e si accomodi sul lettino".
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