Mai dire mai 4 meglio

di
genere
gay

Due seghe in meno di tre ore, era una vita che non mi succedeva. Dal monitor sulla scrivania i numeri vengono coperti dalle immagini del cazzo di Mario, il mio cervello proietta le scene della mattina in loop e mi fa scoppiare l'uccello.
Il dirigente mi guarda andare al bagno e sono costretto a dirmi imbarazzato di stomaco per via di una cattiva digestione.
Per due volte sborro sul lavandino e la seconda è anche più potente.
Non cerco più aiuti da casa, lì tutto procede con la stessa routine che io, con i miei problemi, non riesco a spezzare.
Nel tornare mi fermo in farmacia e compro un clistere di quelli arancioni a peretta e lo metto nella borsa.
Cerco su internet il modo d'uso e si apre un mondo.
Provo subito la sera stessa, sono eccitato, quella piccola cannula a secco non entra, bagno il buco con del sapone e mi penetro. Brucia un po' e questo mi fa venire qualche dubbio sulla reale capacità di prendere il cazzo di Mario.
Dubbio che sparisce quando mi immagino pieno, perché il mio cazzo sembra poter scoppiare.
Poi arriva il giorno, soliti movimenti iniziali, cambia solo l'alcova. Salgo su un camion molto più grande del precedente, di quelli frigoriferi che in cabina prevedono un lettino.
Mario mi racconta che deve partire per qualche giorno fuori regione perché questo gli farà guadagnare di più per la famiglia.
Ascolto ma intanto gli tocco il cazzo. È già duro, non perdo molto tempo e senza chiedere me lo metto in bocca. È una droga. Si sdraia sul lettino e allarga le cosce, lecco i coglioni mentre lo sego, ma lui vuole di più : - leccami il buco del culo - è un ordine ed io obbedisco. Non è un buchino, è morbido ma cedevole, mentre lo lecco lo immagino scopato mentre il cazzo sgocciola è divento matto. Lo scopo con la lingua e poi mi divoro la cappella. Mario mi accarezza le chiappe e mi ordina di togliermi i pantaloni e tira fuori un tubo di lubrificante , si imbratta le dita e poi le poggia contro il mio buco e mi ordina di fare lo stesso con lui. Eseguo gli ordini. Il suo buco sembra una bocca vorace, si mangia tre dita e non sembrano bastargli, il cazzo mette paura, vibrante e nodoso.
Mi ha messo due dita nel culo e le gira dentro. Fa male ma ho il cuore a mille e voglio andare a fondo. Intanto succhio, lecco, forse è il paradiso.
Mario si sposta dal lettino, è nudo, il cazzone gli tocca l'ombelico, sembra un satiro.
Mi fa sdraiare e sollevare le gambe.Sembra non poter aspettare oltre, spalma altra crema, indossa un preservativo e punta il buco. Entra la cappella, immagino - il più è fatto-ma mi sbaglio. Mi sembra di avere più sfinteri e ogni cinque centimetri se ne squassa uno.
Ma alla fine le sue palle toccano in mio culo e... inizia la danza.
La cappella struscia il mio intestino ripetutamente e, ad ogni affondo, dal mio cazzo moscio fuoriusce sborra. Per un attimo ho paura di morire, il cuore è impazzito, penso ad un infarto ma il pensiero svanisce quando lui improvvisamente lo sfila del tutto e poi con tutto il suo peso lo riinfila fino alle palle, schizzo senza toccarmi. Potrei anche morire adesso, ma se non succederà, cercherò in ogni modo di tornare in questo paradiso.
Mario ansima e ha gli occhi socchiusi, sento la cappella allargare il mio culo e capisco. Vorrei sentire la sborra in pancia ma ha il preservativo, allora chiedo il permesso di succhiare. Sfila il cazzo lasciando il buco aperto e, mentre io in ginocchio gli tolgo il profilattico lui allunga il braccio e mi ci mette l'indice ed il medio, scopandolo oscenamente.
Afferro quel cazzo rovente è inizio a succhiare ma ormai è pronto, lo sento da come mi sfonda il culo, sempre più velocemente. Infatti sborra e stavolta non la contengo tutta, faccio del mio meglio ma è troppa, nella penombra inseguo le gocce e mangio. Credo di avere una faccia oscena, imbrattata e paonazza, lui si sposta di lato, mi siedo e mi sego, devo sborrare, forse è la terza volta, forse svengo.
Per sistemarci servono dieci minuti.
-torno fra una settimana- esordisce, - e se vorrai te lo spanero' per bene così potrai goderne quando vorrai e con chi vorrai- per ora, replico, mi basti tu-
Lascio 100€ sul cruscotto e gli faccio l'occhiolino, lui sorride e mi abbraccia. Ho paura di essere cotto. Scendo dal camion e salgo in macchina. Lui riparte e saluta con un colpo di clacson.
Telefono in ufficio e accampo una scusa, torno a casa, non troverò nessuno, mi farò una bella doccia e controllerò il culo. Non vedo l'ora di sentire cosa mi ha fatto e... Non vedo l'ora di riaverlo.
scritto il
2022-11-27
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