Mai dire mai, ho capito

di
genere
gay

Il culo fa male, come se dentro ci fossero le pareti in fiamme. Stare seduto composto nella mia auto è un sacrificio. Devo tirare le somme dell'esperienza con Mario. Ho capito qualcosa. Non credo che mi innamorerò mai di un uomo, forse del suo cazzo si, ma forse il nome giusto non è amore. Non mi piace soffocare con il cazzo in bocca, i conati di vomito li trovo insopportabili. Mi piace essere schiaffeggiato sul culo mentre mi si offende e, sopra ogni cosa adoro veder schizzare i cazzi e non disprezzo il loro sperma.
Mario è stato un buon maestro ma io non guadagno molto e quindi proverò a cercare cazzi da svuotare, gratis.
Non sono più un giovanotto e, seppure in ottima forma, di tanti cazzi svettanti, potrei essere il padre. Mi pento di non aver avuto il coraggio di provare qualche anno fa, quando potevo essere più appetibile.
La mia paura è quella di scendere velocemente i gradini dell'inferno, guidato da un demone che, sempre più spesso controlla i miei pensieri.
Ho paura di fare un passo falso, rischiando così la mia famiglia. Sono terrorizzato da una eventualità del genere, possibilità che il mio demone sminuisce quando mi stringe la mano e mi costringe a seguirlo.
La sera, arrivo a casa e mi comporto come sempre. Sono tutti indaffarati e tutto scorre.
Poi a cena mi sembra di sentire gli occhi di mia moglie cercare un varco nei miei così da raggiungere i miei pensieri.
- che hai? - domanda a freddo, senza preambolo - niente, perché? - la mia risposta cade nel vuoto e vengo incalzato - ti conosco, hai qualcosa che non va -
Mi trincero dietro una presunta stanchezza e poi svio il discorso facendo domande di routine.
Dopo due ore sono a letto. Prima ho fatto una doccia e mi sono toccato il buco. È indolenzito ma si è richiuso.
Non riesco a dormire, mia moglie legge quasi seduta, poi poggia il libro e allunga una mano sul mio cazzo, non reagisco, aspetto. Non è una richiesta di sesso, è un test. Cerca risposte ad un dubbio che cresce in lei. - sono stanco - sussurro, lei ritrae la mano e si gira di schiena, ha un sospetto e adesso le sembra che possa essere anche qualcosa di più.
Quando riapro gli occhi già si è fatto giorno, mia moglie, al solito, si destreggia in cucina. Mi alzo e barcollo verso il bagno, fra meno di un ora devo uscire ma un ora può sembrare un secolo.
Invece non apre nessun discorso, fa chiacchiericcio locale, sembra non trovare la chiave per affrontare il problema. Così, senza ferite particolari mi avvio verso il lavoro.
Solita fermata all'autogrill e solita colazione, vicino a me siede il mio demone, mi fa l'occhiolino e poi mi sussurra : - andiamo ai cessi? - mi avvio, Mario non c'è, entro e il mio posto è occupato, mi sposto di una posizione e piscio.
Il mio vicino mi da una sbirciata veloce, quasi invisibile. Si scuote ripetutamente l'uccello, non del tutto moscio.
Allungo la mano e lo sfioro, potrebbe reagire male, potrebbe anche picchiarmi e lasciarmi per terra, invece si gira per tre quarti e si lascia accarezzare, avrà venticinque anni, mi sento sporco ma in mano il suo cazzo bussa forte e allora lo sego, poi lo porto dentro ad un bagno con la porta, mi metto seduto sulla tazza, lo tiro per le palle e comincio a baciarlo, è caldo e salato ma lo adoro. Non riesco a contenere la foga, lo pompo leccando ogni millimetro. Lui sta zitto, ha le mani sui fianchi e ansima sommessamente. La sborrata mi sorprende, non per la tempistica, ma per la quantità. Ho visto nei film un mare di sborrate , alcune copiose, ma questo ragazzo è una fontana. Non ne perdo nemmeno una goccia, faccio appena in tempo a ripulire quel rubinetto che il ragazzo si riveste frettolosamente e va via. Resto solo, la bocca impastata ed il cazzo che scoppia, mi sego e subito sborro. Il demone mi guarda compiaciuto, un altro gradino è andato.....

scritto il
2022-12-15
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