Mai dire mai 3 ormai
di
Bromuro
genere
gay
Due giorni. Una eternità per una decisione. Tornare in quella piazzola di sosta avrebbe potuto cambiare la mia vita e, di riflesso, quella della mia famiglia.
Sono convinto che certe decisioni non vadano ponderate troppo, l'istinto e la curiosità hanno bisogno di tempi brevi per non diventare rimorsi, perché il tempo, la ragione, mettono sul piatto della bilancia troppe variabili che possono schiacciare ogni novità.
Due giorni di vado non vado, di richieste di aiuto rivolte a mia moglie e cestinate senza pietà, di seghe anti ansia, e di quella nuova voglia...
Poi, il giorno è arrivato, avevo dormito poco, lei non se ne era nemmeno accorta, mi vesto ed esco quindici minuti prima del solito.
Piove, raggiungo l'auto e mi avvio. La strada sembra più libera ed in pochi minuti sono all'autogrill.
Giulia scherza e mi chiede se sono caduto dal letto, le racconto che ho molto da fare al lavoro, lei finge interesse poi si gira e torna ad armeggiare con la macchina del caffè. Ha davvero un bel culo, potrebbe essere mia figlia ma, mi piacerebbe incularla, il cazzo reagisce, è un momento strano per lui. Dopo anni di routine, adesso è chiamato ad un super lavoro e sembra poterlo fare con vigore.
Vado fuori, la pioggia non smette e.... Mario è al solito posto, mi vede e mi fa un cenno di ok sollevando il pollice della mano, io rispondo con la testa e con il suo stesso gesto.
Dopo venti minuti sono sul furgone, la pioggia incessante fa un rumore tremendo colpendo il tettuccio, e con i tergicristalli spenti sembra di essere sotto una cascata.
- ti sei deciso insomma? Vuoi fare un giro completo? - senza rispondere dico si con la testa, Mario detta nuove regole. Non tutto subito ma avanzamento per step e solo se lui vuole. Firmo, non posso contrattare, non sono nella posizione giusta per farlo.
Indossa una tuta felpata, slaccia i pantaloni e li tira giù poi mi guarda e dice: - prego, è tutto tuo- È moscio, ha la cappella coperta e le due palle poggiate sulle cosce. Lo prendo in mano e lo accarezzo, raccolgo i coglioni e li metto al caldo sul palmo della mano, con l'altra tiro giù il prepuzio e libero la cappella.
Lo sego un po' e sento affluire il sangue sotto le mie dita. Il cazzo bussa e ad ogni pompata cresce come un miracolo.
Mi avvicino con la faccia e me lo passo dappertutto, la cappella si bagna, il liquido disegna sulla mia faccia una serie di cerchi e linee, ne sento l' odore allora, affamato, lo prendo in bocca.
Non mi sento sottomesso, ho il potere di farlo godere, di svuotarlo e rendergli serena la giornata. Penso questo mentre con la lingua sulla cappella, passo sotto al filo che tiene la pelle e lo sento vibrare.
Le palle sembrano bollire e le metto in bocca una per volta, mentre con la mano continuo ad andare su e giù.
Mario non parla, ha le mani dietro la testa e gli occhi chiusi.
Ho la testa che scoppia, vorrei passare la giornata con quella meraviglia in bocca ma sento che succede qualcosa, la cappella sembra allargarsi e il buco dell'uretra sembra una voragine, Mario sembra ridestarsi e pone due nuove condizioni : - sei un gran bocchinaro- mi dice, e poi - hai due opzioni, se mi fai sborrare e non mangi, i nostri incontri finiscono qui, se invece lo ingoi tutto e mi ripulisci per bene, la prossima volta, e allo stesso prezzo, te lo infilero' tutto in culo - continuo a succhiare, ho ascoltato bene, il cazzone inizia a vibrare, serro le labbra e continuo a roteare la lingua. Non mi coglie impreparato, il primo schizzo va dritto in gola, poi ne seguono altri tre uguali e un ultimo più debole. Mando giù tutto e poi pulisco, lo stringo e lo pulisco fino a lucidarlo. Mario mi guarda e dice : - quindi lo vuoi provare nel culo eh?! Ok, giovedì, se vorrai, e per soli trenta euro, io sarò qui, pronto. Fatti però un bel clistere, va bene? - faccio cenno di si con la testa, pago e scendo.
Ancora piove e l'acqua che mi bagna la faccia ha un sapore buonissimo.
Io non ho ancora sborrato ma lo farò in ufficio ripensando al quel cazzo che voglio sentire dentro.
Tre giorni, una vita.....
Sono convinto che certe decisioni non vadano ponderate troppo, l'istinto e la curiosità hanno bisogno di tempi brevi per non diventare rimorsi, perché il tempo, la ragione, mettono sul piatto della bilancia troppe variabili che possono schiacciare ogni novità.
Due giorni di vado non vado, di richieste di aiuto rivolte a mia moglie e cestinate senza pietà, di seghe anti ansia, e di quella nuova voglia...
Poi, il giorno è arrivato, avevo dormito poco, lei non se ne era nemmeno accorta, mi vesto ed esco quindici minuti prima del solito.
Piove, raggiungo l'auto e mi avvio. La strada sembra più libera ed in pochi minuti sono all'autogrill.
Giulia scherza e mi chiede se sono caduto dal letto, le racconto che ho molto da fare al lavoro, lei finge interesse poi si gira e torna ad armeggiare con la macchina del caffè. Ha davvero un bel culo, potrebbe essere mia figlia ma, mi piacerebbe incularla, il cazzo reagisce, è un momento strano per lui. Dopo anni di routine, adesso è chiamato ad un super lavoro e sembra poterlo fare con vigore.
Vado fuori, la pioggia non smette e.... Mario è al solito posto, mi vede e mi fa un cenno di ok sollevando il pollice della mano, io rispondo con la testa e con il suo stesso gesto.
Dopo venti minuti sono sul furgone, la pioggia incessante fa un rumore tremendo colpendo il tettuccio, e con i tergicristalli spenti sembra di essere sotto una cascata.
- ti sei deciso insomma? Vuoi fare un giro completo? - senza rispondere dico si con la testa, Mario detta nuove regole. Non tutto subito ma avanzamento per step e solo se lui vuole. Firmo, non posso contrattare, non sono nella posizione giusta per farlo.
Indossa una tuta felpata, slaccia i pantaloni e li tira giù poi mi guarda e dice: - prego, è tutto tuo- È moscio, ha la cappella coperta e le due palle poggiate sulle cosce. Lo prendo in mano e lo accarezzo, raccolgo i coglioni e li metto al caldo sul palmo della mano, con l'altra tiro giù il prepuzio e libero la cappella.
Lo sego un po' e sento affluire il sangue sotto le mie dita. Il cazzo bussa e ad ogni pompata cresce come un miracolo.
Mi avvicino con la faccia e me lo passo dappertutto, la cappella si bagna, il liquido disegna sulla mia faccia una serie di cerchi e linee, ne sento l' odore allora, affamato, lo prendo in bocca.
Non mi sento sottomesso, ho il potere di farlo godere, di svuotarlo e rendergli serena la giornata. Penso questo mentre con la lingua sulla cappella, passo sotto al filo che tiene la pelle e lo sento vibrare.
Le palle sembrano bollire e le metto in bocca una per volta, mentre con la mano continuo ad andare su e giù.
Mario non parla, ha le mani dietro la testa e gli occhi chiusi.
Ho la testa che scoppia, vorrei passare la giornata con quella meraviglia in bocca ma sento che succede qualcosa, la cappella sembra allargarsi e il buco dell'uretra sembra una voragine, Mario sembra ridestarsi e pone due nuove condizioni : - sei un gran bocchinaro- mi dice, e poi - hai due opzioni, se mi fai sborrare e non mangi, i nostri incontri finiscono qui, se invece lo ingoi tutto e mi ripulisci per bene, la prossima volta, e allo stesso prezzo, te lo infilero' tutto in culo - continuo a succhiare, ho ascoltato bene, il cazzone inizia a vibrare, serro le labbra e continuo a roteare la lingua. Non mi coglie impreparato, il primo schizzo va dritto in gola, poi ne seguono altri tre uguali e un ultimo più debole. Mando giù tutto e poi pulisco, lo stringo e lo pulisco fino a lucidarlo. Mario mi guarda e dice : - quindi lo vuoi provare nel culo eh?! Ok, giovedì, se vorrai, e per soli trenta euro, io sarò qui, pronto. Fatti però un bel clistere, va bene? - faccio cenno di si con la testa, pago e scendo.
Ancora piove e l'acqua che mi bagna la faccia ha un sapore buonissimo.
Io non ho ancora sborrato ma lo farò in ufficio ripensando al quel cazzo che voglio sentire dentro.
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