Mai dire mai, impaurito
di
Bromuro
genere
gay
Un altro fine settimana è alle spalle, una pizza con gli amici il sabato sera, un lungo giro in vari centri commerciali la domenica.
Tutto come sempre, ma io no, sono scosso, impaurito. Ho paura di me e delle mie voglie che si stanno rapidamente trasformando in ossessioni.
Il mio pensiero va sempre al cazzo di Mario, ma non solo.
Sento una voglia irrefrenabile di far sborrare i cazzi, non mi interessa su quale corpo sono attaccati, fremo all'idea di portarli in paradiso.
Ho dormito poco, forse ho abusato con i caffè mentre bighellonavo nei centri commerciali. Arrivo all'autogrill con un bel ritardo, mi sento stonato, faccio colazione a testa bassa, sono nervoso. Una mano si poggia sulla mia spalla, mi giro e.... Mario! : - ciao, come stai? - esordisce - bene - replico - e tu? - non mi lamento, mi offri un caffè? - Faccio un cenno a Giulia che, di nuovo, sembra guardarmi male, e le ordino il caffè.
Andiamo insieme verso l'uscita vorrei dirgli che, vista l'ora, non posso seguirlo alla piazzola ma lui mi anticipa e mi avverte che per lui oggi è impossibile fare qualcosa e che anche lui, è in ritardo.
Mentre mi accompagna alla macchina mi prende per un braccio e mi dice: - Non so nemmeno come ti chiami e forse non mi interessa ma voglio farti una proposta. Io domani vado a caricare dopo le dieci, se anche tu puoi liberarti per un paio d'ore e rimedi cento euro io ti apro e ti faccio diventare davvero una mignotta, sono sei giorni che non scopo - Annuisco, ho la bocca secca, balbetto un : farò in modo di esserci. Poi apro la portiera dell'auto e mi infilo dentro, da seduto vedo il suo bozzo a pochi centimetri da me ed il culo mi solletica. - allora a domani - accendo il motore e mentre ingrano la marcia lui bussa al vetro. Abbasso il finestrino e mi dice : - se dobbiamo fare le cose come dico io, sarà bene che domattina tu dia una lavatina al tuo canale -. Poi prima di andare, con la mano aperta, da uno schiaffo al tettuccio della mia auto e si allontana.
La giornata si preannuncia caotica e lunghissima, sento l'importanza di quell'appuntamento, ne percepisco il pericolo, ma non voglio fondere il cervello, tanto vale aspettare e vedere quello che succede.
Tutto come sempre, ma io no, sono scosso, impaurito. Ho paura di me e delle mie voglie che si stanno rapidamente trasformando in ossessioni.
Il mio pensiero va sempre al cazzo di Mario, ma non solo.
Sento una voglia irrefrenabile di far sborrare i cazzi, non mi interessa su quale corpo sono attaccati, fremo all'idea di portarli in paradiso.
Ho dormito poco, forse ho abusato con i caffè mentre bighellonavo nei centri commerciali. Arrivo all'autogrill con un bel ritardo, mi sento stonato, faccio colazione a testa bassa, sono nervoso. Una mano si poggia sulla mia spalla, mi giro e.... Mario! : - ciao, come stai? - esordisce - bene - replico - e tu? - non mi lamento, mi offri un caffè? - Faccio un cenno a Giulia che, di nuovo, sembra guardarmi male, e le ordino il caffè.
Andiamo insieme verso l'uscita vorrei dirgli che, vista l'ora, non posso seguirlo alla piazzola ma lui mi anticipa e mi avverte che per lui oggi è impossibile fare qualcosa e che anche lui, è in ritardo.
Mentre mi accompagna alla macchina mi prende per un braccio e mi dice: - Non so nemmeno come ti chiami e forse non mi interessa ma voglio farti una proposta. Io domani vado a caricare dopo le dieci, se anche tu puoi liberarti per un paio d'ore e rimedi cento euro io ti apro e ti faccio diventare davvero una mignotta, sono sei giorni che non scopo - Annuisco, ho la bocca secca, balbetto un : farò in modo di esserci. Poi apro la portiera dell'auto e mi infilo dentro, da seduto vedo il suo bozzo a pochi centimetri da me ed il culo mi solletica. - allora a domani - accendo il motore e mentre ingrano la marcia lui bussa al vetro. Abbasso il finestrino e mi dice : - se dobbiamo fare le cose come dico io, sarà bene che domattina tu dia una lavatina al tuo canale -. Poi prima di andare, con la mano aperta, da uno schiaffo al tettuccio della mia auto e si allontana.
La giornata si preannuncia caotica e lunghissima, sento l'importanza di quell'appuntamento, ne percepisco il pericolo, ma non voglio fondere il cervello, tanto vale aspettare e vedere quello che succede.
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