CAPITOLO QUATTRO Le sue mani, e non solo, su di me

di
genere
dominazione

Questa è una storia di pura fantasia, nomi, fatti, vicende, tutte fantasie che mi è piaciuto buttare giù. Un racconto lungo quasi 9 pagine, che spero di allungare in base ai vostri commenti. Ricordo ancora una volta che è solo fantasia, e l’amore, in qualsiasi sua natura, è fondato sul reciproco rispetto. Spero di leggere vostri commenti. Buona lettura.

Il lenzuolino di carta aderisce alla mia schiena. La testa, non avendo un cuscino, è parallela al lettino, così non riesco a vedere niente se non la luce fredda del soffitto. Le gambe, come mi ha ordinato Tatiana, sono divaricate ai lati del lettino. La sento trafficare dentro l’armadio privato. Torna vicina a me e, appoggiandomi le mani sulla pancia, inizia a carezzarmi. Fa dei cerchi concentrici su seni, verso l’ombelico, salendo e risalendo dal basso ventre fino al collo per poi tornare giù. Mi chiede “vuoi essere legata o starai ferma?”…un brivido mi corre lungo la schiena…legata? Perché ? “no Tatiana, non mi legare! Ti prego”, “ok Elena, questa volta non lo faremo.” Si allontana da me. Torna dopo qualche istante tirando un carrellino su cui non so cosa ha preparato. Si pone davanti alle mie gambe divaricate, sul bordo del lettino, contemplando il mio giovane sesso dischiuso. La sento indossare dei guanti di lattice. Aggiusta la lampada chirurgica puntandola direttamente sul mio sesso. Le sue mani ora sfiorano la mia pelle. “Elena, non ti sei rasata per bene, vedo dei peli che non ci dovrebbero essere! Eppure quante volte vi ho detto che dovevate curare quest’aspetto??!” “ti avevo avvisata che ti avrei punita”. Cosi dicendo colpi la mia vulva con un frustino leggero, direttamente in mezzo alle gambe. Istintivamente mi ritirai. “hai Elena, ti avevo detto di stare ferma o mi sbaglio ?” “scusa Tatiana, ti prego! Non l’ho fatto apposta” “ eh, no, nessuna scusa, ora dovrò legarti”. “ma mi avevi detto che non l’avresti fatto…ti prego, non lo fare…” “non posso permetterti di muoverti, sei nelle mie mani” Cosi dicendo mi mise delle cuffie alle caviglie che poi aggancio alla struttura del lettino. Ora avevo le gambe oscenamente divaricate, vano ogni sforzo di chiuderle. La mia fichetta dritta in faccia a Tatiana. Mi sentivo nuda e esposta…Tatiana, non ancora contenta, girò intorno al lettino, mi prese i polsi e con delle polsiere me li blocco alla testata del lettino. Le mie braccia ora erano bloccate verso l’alto ero parallela al lettino…che situazione imbarazzante. Girando la testa per quanto possibile la vidi tornare con i miei due attrezzi da gara preferiti: la corda e le clavette. Prese la corda, me la fece passare sulla pancia e la strinse intorno al lettino. Ora era soddisfatta. Ora ero in suo possesso.
Torno a sedersi di fronte al mio sesso spalancato. Mi disse, sadicamente, “ora provvedo io a levarti questi peli, e te lo garantisco che te li ricorderai per parecchio!! ”. Il silenzio torno nella stanza. La sentì armeggiare sul tavolo che aveva accanto a lei. Dopo lunghissimi istanti le sue mani tornarono sul mio sesso.. Prese il frustino ed inizio a colpirmi sulla fica, delicatamente, in ogni lato e porzione. Colpi ripetuti e lascivi, su tutta la vulva. Le mia labbra si gonfiavano di piacere, la mia clito si gonfiava od ogni colpo stimolato com’era. Non era doloroso, era piacevole. Una miriade di colpetti infiniti…godevo tantissimo. Con il sesso così gonfio e arrossato lei passo dalle minacce ai fatti. Smise di colpirmi. Solitamente per depilarmi usavo la schiuma ed il rasoio, lei, invece, decisa di usare un cerotto particolare, molto adesivo. Ne prese un pezzo che fece aderire al mio sesso. Passo la mano più volte per farlo aderire…e poi lo strappo via. Mi sembrò che mi avessero strappato via tutto il sesso. Iniziai a piangere dal dolore ma lei non se ne curò. Ripete lo stesso trattamento ovunque trovava dei pelettini. Prendeva un pezzo di nastro, l’appiccicava forte e poi lo strappava via…Avevo la fichetta in fiamme, Tatiana, alla fine di questo trattamento. fece un controllo approfondito per esclamare soddisfatta “ecco! Ora va bene, liscia come deve essere” quindi si alzò nuovamente , venne vicino a me e con un fazzolettino mi asciugo le lacrime, dandomi poi un bacio sulla guancia. “sei stata brava, Elena, vuoi il tuo premio finale?” “in che senso? cosa vuoi fare ?” – “ti fidi di me ? devi solo lasciarti andare…” ero pensieroso ma eccitata…”si, Tatiana, sono stata ai patti, per favore premiami come vuoi te”. Lei andò al carrello dove aveva tutte le sue cose e prese una strana boccetta con un gel. La strizzo sul mio sesso cospargendolo di questo liquido profumato. Con grande perizia, con 2 dita, mi dischiuse le grandi labbra aprendo un varco verso l’infinito. Con un dito mi penetro con delicatezza lubrificandomi l’interno della fica. Dal carrello poi prese la clavetta che unse anch’essa con estrema attenzione, “Sei vergine Elena? “si Tatiana, ma perché questa domanda?” “tranquilla non vado in profondità, sarò delicata”….non mi diede il tempo di capire le sue intenzioni che la senti inserire dentro la fica il manico del mio attrezzo. Con estrema delicatezza. Dopo aver varcato la soglia e violato la mia topina, prese ad entrare ed uscire più volte, sempre attenta a non deflorarla. Che sensazione fantastica, mi stimolava da morire. Il mio respiro si fece affannoso, rapido, stavo godendo di quell’oggetto estraneo che mi riempiva, anche se solo in parte, la mia giovane e vergine fichetta. Ero un bagno di umori e di gel. Mi sfilo la clavetta, e mostrandomela, mi disse, “forse un giorno la potrai prendere da questo lato “ mostrandomi la parte più grossa e pesante di quell’attrezzo. Ero ancora nel pieno del turbinio di sensazioni che lei mi torno affianco e , disse “preparati Elena, si va al gran finale”, e cosi dicendo mentre con una mano mi tappava la bocca, con l’altra inizio a massaggiarmi la passerina, lentamente, insinuando le dita al suo interno, dove non c’era più alcun oggetto ma le sue dita…. Il massaggio divento sempre più profondo e veloce. Ben preso sentii sopraggiungere l’orgasmo ce mi sconquasso tutta. Vibravo come una pazza…un orgasmo quasi senza fine che mi fece tendere tutto il corpo. La corda e tutto quanto mi teneva bloccata al lettino si tesero come a volersi strappare…
Tatiana fece passare qualche minuto prima di liberarmi, tempo di cui approfitto per prendere il telefonino e scattare molte foto di me, legata con la fica ancora grondante, questo nonostante la implorassi di non farlo. Voleva la prova della mia sottomissione. Si soffermo scattando più particolari del mio sesso umido e rasato. Uno spettacolo di colori .Solo dopo questo book fotografico mi liberò da tutti gli impicci e mi fece lentamente rialzare continuando a fissare il mio corpo. Era fiera del suo oggetto. MI disse “ora vai in bagno e datti una rinfrescata che cosi ti riporto a casa” Come niente fosse accaduto uscimmo da quella stanza, io e lei, per montare poi nella sua macchina.
Era quasi l’ora di cena quando scesi dalla macchina di Tatiana che, facendomi l’occhiolino mi disse “ci si vede domani, buona notte Elena”
di
scritto il
2022-12-10
1 . 9 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.