CAPITOLO DUE – Il mio errore

di
genere
dominazione

Questa è una storia di pura fantasia, nomi, fatti, vicende, tutte fantasie che mi è piaciuto buttare giù. Un racconto lungo quasi 9 pagine, che spero di allungare in base ai vostri commenti. Ricordo ancora una volta che è solo fantasia, e l’amore, in qualsiasi sua natura, è fondato sul reciproco rispetto. Spero di leggere vostri commenti. Buona lettura.

Ero uno degli allenamenti che si fanno pre gara, pesanti, ripetitivi, estenuanti. L’attenzione e le energie diminuiscono. Stavo provando il mio corpo libero, esercizio che purtroppo ci espone a delle posizioni non estremamente pudiche, con le nostre gambe che si aprono e si chiudono esponendo allo sguardo tutto quello che normalmente è chiuso fra le gambe. Ero con la gamba alzata e divaricata, tesa al massimo. Il fine tessuto dei piccoli pantaloncini era altrettanto teso. La mia patatina aderiva al tessuto. Lo sguardo di Tatiana mi seguiva in tutte le mie evoluzioni, in ogni movimento; Il suo sguardo attento mi penetrava, lo sentivo addosso. La sua attenzione si focalizzò mentre mi trovavo nella posizione che vi ho raccontato. Qualcosa ne aveva attirato l’attenzione. Non mi lasciò nemmeno finire l’esercizio e la sua voce, sibilante ma raramente alta, mi richiamo, non prima di aver fermato la musica sulla quale il mio corpo si muoveva. “Elena”, disse “vieni immediatamente qui!”, “adesso!”.
Intimorita mi avvicinai a lei. “mi dica Tatiana” (lei non gradiva che gli si desse del TU). Elena, cara, cos’è questa fiacca ? cosa pensi di fare? Prendermi in giro o cosa? E, dimmi, cosa avevo ben chiarito parlato della passerina? NESSUN PELO, avevo detto. Ed invece ho visto che non mi hai ascoltato…Vieni qui e fammi controllare! Lei, seduta, divarico le gambe per farmi avvicinare meglio. Con esitazione mi avvicinai ancor di più a lei, Il mio pube, era quasi di fronte al suo viso, ero alla portata delle sue mani. Improvvisamente, di scatto, strinse le sue gambe imprigionando le mie, “mani sulla testa!” disse io obbedii alzando i bracci e girandoli dietro il collo; Il mio seno ormai ben sviluppato, svettata dalla Fruit bianca. Tatiana allungo le mani verso il mio inguine e infilò le dita sotto l’elastico dei pantaloncini facendosi poi strada fin sotto gli slip. Cercai istintivamente di arretrare ma la stretta delle sue gambe era potente e non mi mossi di un centimetro. Le sue dita si mossero su e giù lungo il mio pube. Tirò quindi fuori le dita dicendo “non mi pare proprio che tu mi abbia ascoltato! Non è come doveva essere! Eppure lo sapete tutte come vi dovete presentare! E tu hai anche una gara in vista!! Ma come pensi di andarci, eh ??” “indecente”. Quindi Tatiana guardò l’orologio appeso al muro e vide che la lezione era vicino alla conclusione. “Elena, avvisa i tuoi che domani ti dovrai trattenere più a lungo per prepararti per la gara. Di a tua madre che ti riporto io. Alla fine della lezione tu rimarrai con me, abbiamo un lungo discorso da fare, è ora che impari la disciplina”. Cosi dicendo, con un gesto fulmineo allungo indici e pollice verso la mia topina e dal sopra dei pantaloncini mi strinse forte le grandi labbra in una potente morsa. L’improvviso dolore mi fece quasi urlare ma la presenza delle mie compagne non me lo permise. Tatiana trattenendomi in quella morsa alzò lo sguardo verso il mio viso per cercare una qualsiasi espressione di stupore o dolore, ma mi vide quasi impassibile. Aumentò la sua stretta, ma non ottenne nulla. Aprì finalmente le dita e mia lasciò andare. Io immediatamente arretrai per uscire dalla sua portata.
Rimasi sconvolta da quanto accaduto, nessuno mai mi aveva toccato così intimamente. Oramai qualche esperienza l’avevo avuta, ma cose semplici, qualche bacio…Non pensavo si potesse strizzare cosi la mia topina. Dopo ore sentivo ancora la pressione delle sue dite sulle mie grandi labbra---
Ero ormai tornata a casa; Cena, studio, doccia…
Il mio pensiero tornava sempre li, a quelle mani che mi sfioravano, quasi voluttuose, senza insinuarsi ma facendo scattare i miei impulsi di ragazza. La mia mano, istintivamente, scese verso il mio sesso, le dita s’insinuarono sotto l’elastico del pigiama e si trovarono subito a contatto della mia patatina. Iniziai a carezzarla, dapprima con leggerezza, poi premendo sempre più forte. Le labbra della fichetta si schiacciavano e muovevano sotto la pressione delle mie dita e ben presto il mio bottoncino iniziò a reclamare più attenzione. Ormai ero un trip da cui non potevo uscire se non con un orgasmo. Con enorme sforzo smisi quel meraviglioso massaggio, chiusi a chiave la porta della mia cameretta, mi spogliai velocemente, e, completamente nuda, spensi la la luce. Completamente al buio, inizia a immaginare…
Immaginavo che non fosse la mia mano a toccarmi, ma quelle di Tatiana…sollevai una gamba in alto, tesa, parallela al mio busto, il mio sesso era completamente esposto e teso, spasmodico. La mano tornò nuovamente li, sulla patatina, e, immaginandomi nuda e sola davanti a lei, inizia a carezzarmi e a tirare dei piccoli schiaffetti sulla vulva, per poi solleticare la clitoride…andai avanti cosi per vari minuti, sempre più avvicinandomi all’orgasmo, poi, non potendolo più trattenere inizia a tittillare sempre più veloce il bottoncino fino ad esplodere di piacere. Non avevo un orgasmo cosi da molto tempo, mi sconquasso completamente lasciandomi senza fiato, sudata, con il bottoncino duro, la fichetta che colava miele, i capezzoli duri quasi fino al dolore.
Mi risistemai asciugandomi alla bene e meglio, e, dopo aver rinfilato i pantaloni del pigiama mi buttai velocemente a letto, sfinita, soddisfata, e sicura che avrei sognato del mio incontro per parlare , e chissa cos’altro, con Tatiana.
Buona notte, mi dissi con un sorriso sulla bocca.
di
scritto il
2022-11-26
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