Legata e torturata

di
genere
pulp

Rapita subito all'uscita dalla palestra e portata qui, così come ero: canotta corta e molto scollata, short, scarpe da ginnastica.
Ora vengo fatta sdraiare su una specie di lettino da visita, non oso ribellarmi. L'ultima volta che l'ho fatto mi sono trovata un rasoio sotto la carotide.
Una donna mi sta di fronte: a gesti mi comanda cosa fare e mi ha fatto immediatamente capire che dobbiamo intenderci subito.
Colgo sullo sfondo una conversazione che dal tono brusco e contratto che identifico come tedesco.
La donna mi guarda severa. In perfetta divisa da hostess della Lufthansa, compreso il frustino in pelle nera d'ordinanza che hanno tutte le assistenti di volo della nota compagnia aerea d'oltralpe.
Allungo lo sguardo verso il pavimento. Sì, ha anche gli stivali in pelle nera e la gonna sotto al ginocchio. Camicetta, fiocco e cuffietta completano l'equipaggiamento e se non fossi stata rapita e minacciata di morte mi sembrerebbe un normale check in di un volo per Francoforte.
Lo sguardo glaciale della hostess mi mette i brividi. In fondo sono anche vestita molto leggera. Il freddo che percepisco e la paura mi hanno fatto irrigidire i capezzoli, ben visibili mentre spingono sul tessuto sottile della canotta.
Molto imbarazzante; la mia guardiana se n'è subito accorta e mi ha guardato con un ghigno beffardo su cui si è riflesso un raggio di pallido sole. Sarebbe stata un'ottima scena di un manga, se non fosse che la guardiana mi ha passato la punta del frustino sul seno, con visibile soddisfazione. Prima su una tetta, poi, più lentamente, sull'altra. Intanto mi fissava severa e quando mi ha vista trasalire ha fatto un lieve movimento col capo.
Sadica e lesbica, forse.
E io sono in suo completo potere.
Mi fa cenno di allungare le braccia dietro alla testa e io eseguo subito.
Qualcuno alle mie spalle mi serra i polsi insieme e mi lega con una larga cinghia di cuoio, poi mi tira e mi blocca ad anelli metallici.
La mia guardia non accenna al minimo movimento, ma vedo che serra le mandibola sotto lo spasmo muscolare dei masseteri.
Non è proprio ariana. I capelli sono castani e gli occhi nocciola.
Un prosperoso seno le solleva la camicetta.
Mi fa cenno di allargare le gambe, che, subito, mi vengono legate con altre cinghie di cuoio nero.
Per me si mette male, penso, mentre il sudore freddo mi si rapprende sulla fronte.
La hostess mi sfila scarpe e calze e contempla i miei piedi nudi e le mie unghie smaltate con uno sguardo di deplorazione che trovo del tutto inadeguato.
Col frustino mi stuzzica le dita, lo infila in mezzo e lo fa scorrere e intanto mi guarda seria per cogliere ogni mia reazione.
Io in tutto questo sento una tremenda eccitazione salirmi dai piedi lungo le cosce, e la passera inumidirsi.
Sarà la paura o l'assurdità di questa situazione, ma questa incongrua conseguenza sembra ingovernabile.
La tedesca comincia a passarmi il frustino all'interno cosce e questo non fa che peggiorare la situazione. Qualche contrazione del ventre e del bacino conferma alla mia seviziatrice che il suo tormento sta provocando in me effetti erotici devastanti, ma una frustata improvvisa sulla coscia mi fa gemere di dolore e contrarre le braccia.
Pronuncio qualcosa in giapponese, ma quella si arrabbia e mi apostrofa in un rude tedesco, facendo fischiare la frusta nell'aria.
Mi zittisco. Ogni mia reazione può solo peggiorare la mia condizione.
Mi passa ancora il frustino sui seni e poi lungo la scollatura della canotta.
Poi lo infila dentro fra le tette e continua a guardarmi per constatare col mio crescente godimento il suo assoluto dominio sul mio corpo e sulle mie sensazioni e reazioni.
Col frustino ora mi solleva il mento, mi chiede qualcosa che non capisco. Di fronte alla mia espressione interrogativa si arrabbia e comincia a sbraitare, concludendo la filippica con una frustata sulle labbra.
Trattengo l'urlo per il dolore acuto, mentre sento il sangue colare caldo sul mento. Il dolore pulsante non si attenua.
Quella mi si avvicina al viso. Io chiudo gli occhi d'istinto cercando di voltare il capo, ma quella mi blocca con una mano e sento che mi asciuga il sangue.
Riapro gli occhi e la scorgo che mi sta leccando.
Poi si passa la lingua sporca del mio sangue sulle labbra. Il liquido rosso le scivola dalla bocca, misto a saliva.
Un'immagine raccapricciante.
Poi scoppia e ridere e fende nuovamente l'aria con la frusta.
Appoggia la verga e mi si avvicina con le mani. Mi tira l'orlo della scollatura della canotta facendomi uscire i seni, poi lascia l'elastico. Le mie tette vengono strette e sollevate dall'orlo del tessuto.
La tedesca mi guarda e ride, mentre io la fisso con odio e con terrore.
Lei continua con il suo monologo incomprensibile, alternando un tono lento a scatti di ira.
Mi frusta poi su un capezzolo, facendomi urlare di dolore. Ma subito mi si china addosso e mi succhia la parte ferita. Il dolore si mescola a un perverso piacere che mi sta dominando e che mi obnubila la mente.
Lei si rialza. Il mio seno è gonfio, i miei capezzoli sembrano voler partire come razzi da Cape Canaveral.
Si allontana di un passo e prende il frustino nelle due mani.
Dal manico fa uscire una piccola lama metallica e si avvicina al mio bacino.
Con lentezza mi taglia i calzoncini da ginnastica che aderivano ai miei fianchi.
Uno squarcio in tutta la loro lunghezza mi lascia in slip. Inarco la schiena, vedo il mio monte di Venere che sporge e in prospettiva gli occhi attenti dell'assistente di volo. Alcuni peli spuntano al di sopra del bordo dell'elastico.
Ma che vorranno questi da me?
Non posso evitare di pensare che ho la figa bagnata. Sento il freddo dell'aria sull'umido che mi cola fra le grandi labbra della vulva.
Questa troia mi sta facendo godere come una cagna e governa ogni mia sensazione.
Non può non essersi accorta di quanto sono bagnata.
Infatti mi guarda proprio lì, fra le cosce. Mi si avvicina e mi annusa.
Porca di una maiala e quello che più mi colpisce è che mi fa piacere questa sua perversa attenzione.
Mi passa il frustino sulla vulva e me lo mostra, mentre un filo di muco si distende tra il cuoio nero e lucido dei miei umori e le mie mutandine di cotone bianco.
Se lo mette poi in bocca e lo succhia, bloccandolo poi tra i denti.
Io respiro col fiato corto, la bocca aperta mostra i miei denti, esposti in un gesto di ira e di ribellione.
Quella se ne accorge e si arrabbia. Stringe le mandibole e mi dà una frustata sulla figa, centrandomi esattamente il clitoride.
Stavolta urlo dal dolore, ma quella mi è addosso, mi abbassa le mutandine lacerandole con la sua lama e pianta la faccia tra i miei inguini.
Mi passa la lingua sulle labbra vulvari, da sotto in su e si ferma sul clitoride che ancora mi pulsa dal male. La sensazione di bruciore si lenisce col calore della sua lingua bagnata, ma non faccio in tempo a sentire il dolore passare del tutto che la maniaca mi penetra con il frustino e intanto mi guarda negli occhi, con uno sguardo da pazza delirante.
Mi infila il cuoio dentro e lo sfila, poi di nuovo dentro.
Me lo rigira all'interno della vagina e mi scardina un orgasmo che cercavo di trattenere.
Ma quella mi risveglia con uno schiaffo alle tette.
I miei seni ballottano con elastica vibrazione sotto una scarica di schiaffetti per la verità affatto dolorosi. Poi mi si avvicina, mi morde un capezzolo e comincia a tirarmelo.
Ma che diavolo vogliono questi qui da me, mi chiedo, e inorridisco di me stessa, dovendo constatare di godere come una vacca, mio malgrado.
Lei si piega ancora sul mio viso e mi passa la lingua dal mento sulla bocca, risalendo fino al naso e alla fronte.
Mi infila due dita in figa, mi si avvicina all'orecchio e, a denti stretti, mi sussurra:
“Signorina, ci stiamo preparando per l'atterraggio. Voglia avere la cortesia di allacciare la sua cintura di sicurezza e riporre il tavolino nell'apposito sostegno.”
Mi riscuoto e vedo davanti a me l'hostess sorridente.
Cazzo; mi sono addormentata in aereo con le braccia alte dietro alla testa, sullo schienale della poltroncina, e le gambe aperte.
Sorrido all'hostess gentile e sbircio sotto la cintura per vedere se sono nuda.
No, sono perfettamente vestita, anche se sento di essere bagnata di eccitazione. Spero che non si noti la macchia sui calzoni, proprio sotto al cavallo.
“Grazie.” Sussurro, mentre mi sento avvampare il volto di vergogna. Che razza di sogno ho fatto!
Chissà se sono andata in orgasmo nel sonno, sotto gli occhio della hostess. O forse veramente è stata lei a toccarmi tra le gambe mentre dormivo?
“Ma di che? Spero che abbia fatto buon viaggio! Torni di nuovo con la nostra compagnia!”
Mi risponde, mentre si gira dalla parte opposta del corridoio verso altri passeggeri.
Mi tocco il labbro, che ancora mi fa male e mi guardo le dita, sporche di sangue.
Non capisco.
La hostess sistema il passeggero di fianco, si gira verso di me e mi manda un bacio in punta di labbra. Poi si allontana in fondo al corridoio.
Il comandante ci avverte dell'imminente atterraggio e mi inchiodo al sedile, confusa e sopraffatta da piacere obnubilante. Ma con che compagnia ho volato?
di
scritto il
2022-12-12
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