Storia di un matrimonio (ep. 7) – Ma questa non è mia moglie
di
Lizbeth Gea
genere
scambio di coppia
Mia moglie aveva ragione, mi sarei eccitato a sapere di quella sua tresca, come avevo sempre fatto. Questa volta era diverso, non me l'aveva detto. Avrei capito. Lei aveva insistito nel dire che voleva proteggere Miriam ed evitare che Francesca lo venisse a sapere. Già Francesca, i nostri rapporti si erano intensificati dopo una certa sera, quella sera, e la colpa era tutta di mia moglie.
Andrea: Era il mio compleanno. La mia vita aveva preso una piega inaspettata. Avevo lasciato il lavoro della mia vita, a essere onesto ero stato licenziato, e ne avevo trovato un altro presso una assicurazione, che speravo fosse passeggero. Eravamo sposati da cinque anni e non avevamo figli. Del resto la mia adorabile moglie era ancora giovane. Quella sera tornai a casa distrutto.
Antonella: Stavo aspettando mio marito, avevo preparato una cenetta con sorpresa. Avevo apparecchiato per quattro persone. C'erano degli ospiti d'onore. Francesca e il suo neo marito. Anche se Andrea non lo voleva ammetterlo davanti a me, aveva una certa predilezione per la mia migliore amica, nonché testimone di nozze. Come dargli torto.
Andrea: “Tesoro sono a casa” - entrai e trovai la casa buia. Era accesa solo quella della sala da pranzo. Non so perché la immaginai che mi aspettava in intimo con la mano tra le gambe. Mi affacciai alla porta. Con mia grande sorpresa la prima che vidi fu Francesca. La sua presenza mi risultò alquanto strana. Era stupenda come al solito. Aveva un vestito bianco adorabile, aveva fatto la coda ai capelli e notai un collarino nero. Appena mi ripresi da quella vista notai anche suo marito. Non eravamo in ottimi rapporti. Dietro di me apparse mia moglie.
Antonella: “Ciao tesoro, sorpresa” - Dopo che era stato licenziato non avevamo passato dei momenti facili e speravo di tiragli su il morale con quella cena. La cena fu alquanto silenziosa, sembrava che solo il calcio potesse destare qualche interesse. Dovevo agire, dovevo aspettare il momento giusto. Mi ero già messa d'accordo con la mia amica, ora dovevamo convincere i due turzli. Appena finito di mangiare ci sedemmo una accanto all'altra, quello che sarebbe successo da li a poco, non sarebbe stata una sorpresa per mio marito, per il suo una novità inaspettata.
Presi parola e rivolsi lo sguardo verso Andrea - “Sai quest'anno ho deciso di farti un regalo particolare. So che hai dei bisogni che non posso soddisfare, ma lei si” - Francesca fece un giro su se stessa”. Mio marito sarò sbalordito. Intervenne Roberto - “Cosa deve fare mia moglie?, e io come mai sono qui” - Francy lo zitto immediatamente.
Tornai a parlare e questa volta mi rivolsi all'altro marito - “Se te ne stai buono avrei un premio”. Dette questa parole accarezzai il seno della mia amica. Guardammo entrambe Andrea - “So che la desideri dal quel famoso addio al nubilato” - riflettei un attimo - “del resto come carattere siete molto simili, ed entrambi siete molto più acculturati di me” - gli strizzai di nuovo il seno - “Soprattutto il mio amore” - La baciai davanti a loro due e le accarezzai il sederone - “tra l'altro a letto è pure completamente diversa da me”.
Suo marito protestò alle mie parole. Incredibile come questi maschi siano cosi orgogliosi, è uno dei loro difetti maggiori. Per calmarlo le mostrai il mio seno - “Così siete pari”.
Andrea: Rimasi in silenzio, quella vista era decisamente eccitante. Mi sentivo in imbarazzo per il mio collega maschile. Azzardai un - “Dai non c'è bisogno di fare questa messinscena” - Indicai Roberto - “Lo state mettendo a disagio” - e con il pisello duro aggiunsi - “E pure il sottoscritto”.
Francesca mi si avvicinò - “Zitto ormai abbiamo già deciso” - Appoggiò le mani sui miei pantaloni e mi slacciò rapidamente la cintura, che gettò sul divano. Gettai un rapido sguardo a suo marito - “Non preoccuparti di mio marito, a lui ci penserà Antonella” - Ovviamente conoscevo mia moglie e intuii subito cosa la sua amica mi stesse dicendo. Cercai di ribellarmi, ma Francesca mi spinse sulla poltrona e si sedette sopra di me. E il suo seno si scagliò sopra la mia faccia.
Antonella: Ora era il mio turno. Dovevo distrarre il quarto incomodo e mi dovevo sacrificare. Presi per mano Roberto - “Lasciamoli soli” - Il mio corpo lo stuzzicava, era così concentrato sul mio seno che non notava le gesta di Francesca dietro di noi.
Insistetti con lui - “Dai vieni con me” - e visto che notai che stava per voltarsi, gli infilai la mano nei pantaloni - “occhio non vede, cuore non duole” - e sparimmo dentro la camera da letto.
Andrea: “Antonella” - vidi mia moglie sparire dietro la porta.
“Ma lasciala andare, ci siamo noi qui per te” - erano le tette di Francesca che parlavano, almeno mi sembrò. Venni ipnotizzato da quella vista. Le leccai. Cercai di dimenticarmi di mia moglie e di quello immaginai essere il suo nuovo amante. Anche se ogni tanto i miei occhi cadevano sulla maniglia della porta.
“Così mi offendi” - In quel momento Francesca aveva il mio scettro tra le mani e mi baciò. Mi diede una sberla - “hai capito che sono io il tuo regalo” - si scostò dalla mie gambe - “ora te lo faccio capire in modo definitivo”.
Prese la cintura, che mi aveva sfilato in precedenza, la piegò e mi frustò il pisello. Il colpo arrivò diretto e subito mi trattenni il pene con la mano destra.
“So io che ti serve” - aveva ancora in mano la cintura e pensai al peggio. Stavolta la avvolse intorno al mio pene, la strinse e, prima di aspettare una mia reazione, mi morse la cappella. La stretta impediva al sangue di tornare indietro e il pene mi si gonfio ancora di più. Fu in quel preciso momento che mi dimenticai di mia moglie.
Antonella: Francesca stava facendo il suo dovere, quindi pure la sottoscritta doveva rispettare il patto. La gente direbbe che non bisogna giurare mentre si viene leccate e forse hanno ragione.
“Mi vuoi dire cosa sta succedendo” - madonna che tonto che era, qualsiasi stupido l'avrebbe capito, che stavamo praticando uno scambio di coppia.
Io sono sempre stata una persona diretta quindi non persi tempi - “il regalo di compleanno per mio marito è tua moglie”.
“Stanno scopando?” - mi spostò e cercò di aprire la porta, ma l'avevo chiusa a chiave, che avevo provveduto a infilarmela nelle mutandine.
Cercò di forzare la porta.
“Fermati” - mi inginocchiai davanti a lui e premetti la mia mano sul suo pacco. Lo spogliai e mi ritrovai il suo pene eretto in faccia. Ne fui impressionata. Francesca non mentiva. Suo marito era molto dotato. Accarezzai delicatamente i suoi testicoli e ingoiai la sua enorme mazza. Mi entrava in bocca a fatica. Le mie labbra percorsero il suo pene nerboruto.
“Siete due puttane” - stava ansimando.
Gli sputai sul pene. La mia lingua raggiunse lo scroto. E percorsi il pene per tutta la sua lunghezza infinita. Fino a raggiungere la cappella, che ingoiai ancora una volta.
Andrea: Ora la lingua di Francesca aveva raggiunto il mio ano e me lo stuzzicò con la punta. La sua mano mi masturbava come se stesse shakerando un cocktail. Aveva tolto la cintura e il sangue torno a confluire di colpo. Strinse il mio cazzo tra il suo sontuoso seno e lo strinse.
Preferivo quelle di mia moglie, ma perché lamentarmi in quel momento. Ogni volta che si intravedeva la cappella, me la leccava.
Antonella: Lo segavo con forza e gli leccavo il meato. All'inizio della serata non sapevo che fare con lui, ma ora il mio spirito selvaggio, che avevo represso per molto tempo, prese il sopravvento. Mi alzai. Lo spinsi sul letto. Mi levai le mutandine, le chiavi caddero per terra, gli le infilai nella bocca e senza preamboli mi infilai quel cazzo desideroso nella figa.
Io amavo mio marito e a letto mi aveva sempre fatto godere, oddio quasi sempre. Ma quel pene era di un altro calibro, avevo organizzato questa serata per Andrea, ma pure la sottoscritta di stava divertendo. Appoggiai le mani sul petto villoso e affondai le mie unghie su quel corpo muscoloso e mi dondolai sopra di lui cercando di sentire ogni centimetro di quel mostro.
Andrea: Si era stancata di leccarmi e si era seduta sopra di me di spalle. Il mio cazzo si agitava dentro di lei. Le stringevo il seno da sotto. Scoprii per la prima volta che aveva sulla schiena un tatuaggio dedicato a mia moglie, lo leccai. Scorrevo dentro di lei agilmente.
Riprese in mano la cintura, era fissata, e mi frustò la gamba destra, mi lasciò un segno lungo dieci centimetri e sobbalzai.
Mi insultò - “Bastardo stai scopando la migliore amica di tua moglie”
Si sdraio sul mio petto, le baciai il collo. Sentii il profumo dei suoi capelli neri meravigliosi.
In quella posizione le palpai dappertutto, specialmente il seno e, mentre si contorceva spassionatamente, la sgrillettai. Era bagnatissima, potevo sentire i suoi umori scorrere lungo il mio pene. Sentii una strana pressione sulla mia cappella, come se agisse da tappo. Si sollevò in mondo che il mio pene fuoriuscisse e contemporaneamente si allagò la poltrona. Con mio grande stupore le avevo fatto raggiungere l'orgasmo. La cosa mi riempì di orgoglio.
Antonella: Ero ancora sopra di lui. Notai che aveva preso più consapevolezza della situazione. Cercò di baciarmi, ma io lo evitai. Non volevo baciare un uomo che non amavo.
“Troia” - Mi sollevò di peso - “Mettiti a quattro zampe” - non ero abituata a obbedire - “Se vuoi che mia moglie mi tradisca con quello stronzo, ora fai quello che ti dico”.
Gli diedi retta. Ero terrorizzata di avere un rapporto anale con quel pene gigante. Mi prese le mani, me le tenne dietro la schiena e introdusse il pene nella figa, tirai un sospiro di sollievo. Tutto il mio corpo si immerse in quella sensazione piacevole. Non so se fu il suo pene o quella situazione, ma mi sentii una cagna in calore, poi successe.
“Sai cosa non mi ha ancora dato mia moglie” - io sapevo che avevano fatto di tutto, non risposi e nel giro di pochi secondi sentii la cappella sistina introdursi dentro il mio culo e urlai di dolore.
Andrea: Lei era nuda davanti a me, la sua passera grondava.
“Bravo il mio porco” - mi indicò la sua vagina bagnata - “ora tu me la pulisci” - chi ero io per non obbedire. Mi prostrai ai suoi piedi e assaporai la sua rugiada.
Riprese la cintura - “Apri la bocca”
“Scusa” - ero così occupato a leccarla, che non avevo capito.
“Apri la bocca” - mi baciò - “È ora che completi l'opera” - a dire il vero io ero già soddisfatto così. Introdusse quella cinghia di pelle tra le mie labbra e me la strinse dietro la testa. Si girò, ammirai quel meraviglioso sedere. Cercò la sua borsetta dalla quale estrasse uno strano oggetto. Strabuzzai gli occhi. Sembrava un dildo, ma aveva uno strana forma. Forse voleva che assistessi mentre si scopava. Come mi sbagliai.
“Se ti stessi chiedendo cosa è, ti rispondo io. È uno strapless”. Si infilò la parte a uncino dentro la figa. Ora sembrava una bellissima trans con un pisello nero.
Possibile che mia moglie si fosse ricordata di una confessione che le feci durante un pompino. Quel giorno lei si era messa a ridere. Ora davanti a me c'era la sua migliore amica.
Antonella: Urlavo, ma i miei urli non erano di dolore, era goduria pura. Quel giorno capii cosa significasse essere impalata. Mi penetrava a fatica, compiva movimenti di pochi centimetri, ma bastavano per far godere entrambi. Mi tenni alla spalliera del letto. Era una furia, forse era il pensiero di sua moglie. Cercai di masturbarmi, ma era troppo impetuoso.
Un gemito, una esplosione dentro il mio ano, una seconda. Uscì dal mio culo. Il terzo e ultimo schizzo si depositò sulla mia schiena e crollo sul letto.
Individuò le chiavi per terra - “e ora vado a riprendere mia moglie”.
Andrea: Agitava quel pene finto davanti alla mia bocca, mentre mi masturbava. Bussò sulle mie labbra - “Leccalo” - obbedii timoroso - “Ora succhialo, vediamo se hai imparato qualcosa da tua moglie” - ero esitante, ma volevo vedere come fosse finita quella serata e lo inglobai nella mia gola. Cercai di eseguire una fellatio dignitosa. Lo estrasse di colpo. Mi indicò di appoggiare le gambe sopra i braccioli e, una volta eseguito quell'ordine, mi sollevo i testicoli. Introdusse dentro di me quell'affare di silicone. Non senza difficoltà, visto che non ero stato lubrificato a dovere. Ogni volta che mi penetrava, anche la sua passera veniva stimolata da quell'uncino. Io stentavo a credere a quella situazione, stentavo a credere quanto fosse godibile un oggetto nell'ano. Ansimavo, mi sentivo suo. Appoggiò le braccia sulle mie spalle, mi ritrovai il viso in mezzo alla più bella valle del mondo, il suo seno. Il mio pene strusciava contro i suoi addominali, molto femminili. La punta di quel sex toys stimolava la mia prostata. I miei animi si incendiarono. Era la prima volta che venivo sottomesso e mi sentivo vivo. Dopo mesi faticosi, mi sentivo rilassato e sereno. Fu in quel momento che eiaculai sopra di lei, il mio getto fu così potente che raggiunsi il suo petto.
Si sedette sopra le mie gambe e mi baciò - “Bravo, magari la prossima volta mi verrai dentro” - in quel momento non lo potevo immaginare, ma aveva pronosticato il nostro futuro. Trovò lo scottex casa e si ripulii. Lo passò pure sopra la mia cappella. Solo in quel momento vidi suo marito, che ci osservava dalla porta della stanza. Solo in quel momento dentro di me appresi che aveva fatto sesso con mia moglie e capii che avevamo fatto uno scambio di coppia.
Apparse pure mia moglie, la vedevo sconvolta. Francesca si era rivestita e baciò sia me che la sua migliore amica. Visto che suo marito sembrava agitato, decisero di andarsene e io rimasi da solo con mia moglie.
Già, come regalo di compleanno avevo donato, a mio marito, la mia migliore amica. Una volta che se ne furono andati, rimanemmo a guardarci per qualche secondo e ci siamo messi a ridere. Andammo in camera e scopammo tra di noi.
Guardo mio marito, o meglio quello che sarebbe diventato, da li a poco, il mio ex marito - “ok quella serata fu una mia idea, ma quello che è successo dopo sicuramente non è colpa mia”
“Sei sicura”
“Sicurissima”
Lui mi guarda in modo deciso - “Allora parlami di Vanessa e Leonardo”.
Come faceva a conoscerli, chi gli l'avevo detto. Ovvio chi era stata e tornava tutto.
Andrea: Era il mio compleanno. La mia vita aveva preso una piega inaspettata. Avevo lasciato il lavoro della mia vita, a essere onesto ero stato licenziato, e ne avevo trovato un altro presso una assicurazione, che speravo fosse passeggero. Eravamo sposati da cinque anni e non avevamo figli. Del resto la mia adorabile moglie era ancora giovane. Quella sera tornai a casa distrutto.
Antonella: Stavo aspettando mio marito, avevo preparato una cenetta con sorpresa. Avevo apparecchiato per quattro persone. C'erano degli ospiti d'onore. Francesca e il suo neo marito. Anche se Andrea non lo voleva ammetterlo davanti a me, aveva una certa predilezione per la mia migliore amica, nonché testimone di nozze. Come dargli torto.
Andrea: “Tesoro sono a casa” - entrai e trovai la casa buia. Era accesa solo quella della sala da pranzo. Non so perché la immaginai che mi aspettava in intimo con la mano tra le gambe. Mi affacciai alla porta. Con mia grande sorpresa la prima che vidi fu Francesca. La sua presenza mi risultò alquanto strana. Era stupenda come al solito. Aveva un vestito bianco adorabile, aveva fatto la coda ai capelli e notai un collarino nero. Appena mi ripresi da quella vista notai anche suo marito. Non eravamo in ottimi rapporti. Dietro di me apparse mia moglie.
Antonella: “Ciao tesoro, sorpresa” - Dopo che era stato licenziato non avevamo passato dei momenti facili e speravo di tiragli su il morale con quella cena. La cena fu alquanto silenziosa, sembrava che solo il calcio potesse destare qualche interesse. Dovevo agire, dovevo aspettare il momento giusto. Mi ero già messa d'accordo con la mia amica, ora dovevamo convincere i due turzli. Appena finito di mangiare ci sedemmo una accanto all'altra, quello che sarebbe successo da li a poco, non sarebbe stata una sorpresa per mio marito, per il suo una novità inaspettata.
Presi parola e rivolsi lo sguardo verso Andrea - “Sai quest'anno ho deciso di farti un regalo particolare. So che hai dei bisogni che non posso soddisfare, ma lei si” - Francesca fece un giro su se stessa”. Mio marito sarò sbalordito. Intervenne Roberto - “Cosa deve fare mia moglie?, e io come mai sono qui” - Francy lo zitto immediatamente.
Tornai a parlare e questa volta mi rivolsi all'altro marito - “Se te ne stai buono avrei un premio”. Dette questa parole accarezzai il seno della mia amica. Guardammo entrambe Andrea - “So che la desideri dal quel famoso addio al nubilato” - riflettei un attimo - “del resto come carattere siete molto simili, ed entrambi siete molto più acculturati di me” - gli strizzai di nuovo il seno - “Soprattutto il mio amore” - La baciai davanti a loro due e le accarezzai il sederone - “tra l'altro a letto è pure completamente diversa da me”.
Suo marito protestò alle mie parole. Incredibile come questi maschi siano cosi orgogliosi, è uno dei loro difetti maggiori. Per calmarlo le mostrai il mio seno - “Così siete pari”.
Andrea: Rimasi in silenzio, quella vista era decisamente eccitante. Mi sentivo in imbarazzo per il mio collega maschile. Azzardai un - “Dai non c'è bisogno di fare questa messinscena” - Indicai Roberto - “Lo state mettendo a disagio” - e con il pisello duro aggiunsi - “E pure il sottoscritto”.
Francesca mi si avvicinò - “Zitto ormai abbiamo già deciso” - Appoggiò le mani sui miei pantaloni e mi slacciò rapidamente la cintura, che gettò sul divano. Gettai un rapido sguardo a suo marito - “Non preoccuparti di mio marito, a lui ci penserà Antonella” - Ovviamente conoscevo mia moglie e intuii subito cosa la sua amica mi stesse dicendo. Cercai di ribellarmi, ma Francesca mi spinse sulla poltrona e si sedette sopra di me. E il suo seno si scagliò sopra la mia faccia.
Antonella: Ora era il mio turno. Dovevo distrarre il quarto incomodo e mi dovevo sacrificare. Presi per mano Roberto - “Lasciamoli soli” - Il mio corpo lo stuzzicava, era così concentrato sul mio seno che non notava le gesta di Francesca dietro di noi.
Insistetti con lui - “Dai vieni con me” - e visto che notai che stava per voltarsi, gli infilai la mano nei pantaloni - “occhio non vede, cuore non duole” - e sparimmo dentro la camera da letto.
Andrea: “Antonella” - vidi mia moglie sparire dietro la porta.
“Ma lasciala andare, ci siamo noi qui per te” - erano le tette di Francesca che parlavano, almeno mi sembrò. Venni ipnotizzato da quella vista. Le leccai. Cercai di dimenticarmi di mia moglie e di quello immaginai essere il suo nuovo amante. Anche se ogni tanto i miei occhi cadevano sulla maniglia della porta.
“Così mi offendi” - In quel momento Francesca aveva il mio scettro tra le mani e mi baciò. Mi diede una sberla - “hai capito che sono io il tuo regalo” - si scostò dalla mie gambe - “ora te lo faccio capire in modo definitivo”.
Prese la cintura, che mi aveva sfilato in precedenza, la piegò e mi frustò il pisello. Il colpo arrivò diretto e subito mi trattenni il pene con la mano destra.
“So io che ti serve” - aveva ancora in mano la cintura e pensai al peggio. Stavolta la avvolse intorno al mio pene, la strinse e, prima di aspettare una mia reazione, mi morse la cappella. La stretta impediva al sangue di tornare indietro e il pene mi si gonfio ancora di più. Fu in quel preciso momento che mi dimenticai di mia moglie.
Antonella: Francesca stava facendo il suo dovere, quindi pure la sottoscritta doveva rispettare il patto. La gente direbbe che non bisogna giurare mentre si viene leccate e forse hanno ragione.
“Mi vuoi dire cosa sta succedendo” - madonna che tonto che era, qualsiasi stupido l'avrebbe capito, che stavamo praticando uno scambio di coppia.
Io sono sempre stata una persona diretta quindi non persi tempi - “il regalo di compleanno per mio marito è tua moglie”.
“Stanno scopando?” - mi spostò e cercò di aprire la porta, ma l'avevo chiusa a chiave, che avevo provveduto a infilarmela nelle mutandine.
Cercò di forzare la porta.
“Fermati” - mi inginocchiai davanti a lui e premetti la mia mano sul suo pacco. Lo spogliai e mi ritrovai il suo pene eretto in faccia. Ne fui impressionata. Francesca non mentiva. Suo marito era molto dotato. Accarezzai delicatamente i suoi testicoli e ingoiai la sua enorme mazza. Mi entrava in bocca a fatica. Le mie labbra percorsero il suo pene nerboruto.
“Siete due puttane” - stava ansimando.
Gli sputai sul pene. La mia lingua raggiunse lo scroto. E percorsi il pene per tutta la sua lunghezza infinita. Fino a raggiungere la cappella, che ingoiai ancora una volta.
Andrea: Ora la lingua di Francesca aveva raggiunto il mio ano e me lo stuzzicò con la punta. La sua mano mi masturbava come se stesse shakerando un cocktail. Aveva tolto la cintura e il sangue torno a confluire di colpo. Strinse il mio cazzo tra il suo sontuoso seno e lo strinse.
Preferivo quelle di mia moglie, ma perché lamentarmi in quel momento. Ogni volta che si intravedeva la cappella, me la leccava.
Antonella: Lo segavo con forza e gli leccavo il meato. All'inizio della serata non sapevo che fare con lui, ma ora il mio spirito selvaggio, che avevo represso per molto tempo, prese il sopravvento. Mi alzai. Lo spinsi sul letto. Mi levai le mutandine, le chiavi caddero per terra, gli le infilai nella bocca e senza preamboli mi infilai quel cazzo desideroso nella figa.
Io amavo mio marito e a letto mi aveva sempre fatto godere, oddio quasi sempre. Ma quel pene era di un altro calibro, avevo organizzato questa serata per Andrea, ma pure la sottoscritta di stava divertendo. Appoggiai le mani sul petto villoso e affondai le mie unghie su quel corpo muscoloso e mi dondolai sopra di lui cercando di sentire ogni centimetro di quel mostro.
Andrea: Si era stancata di leccarmi e si era seduta sopra di me di spalle. Il mio cazzo si agitava dentro di lei. Le stringevo il seno da sotto. Scoprii per la prima volta che aveva sulla schiena un tatuaggio dedicato a mia moglie, lo leccai. Scorrevo dentro di lei agilmente.
Riprese in mano la cintura, era fissata, e mi frustò la gamba destra, mi lasciò un segno lungo dieci centimetri e sobbalzai.
Mi insultò - “Bastardo stai scopando la migliore amica di tua moglie”
Si sdraio sul mio petto, le baciai il collo. Sentii il profumo dei suoi capelli neri meravigliosi.
In quella posizione le palpai dappertutto, specialmente il seno e, mentre si contorceva spassionatamente, la sgrillettai. Era bagnatissima, potevo sentire i suoi umori scorrere lungo il mio pene. Sentii una strana pressione sulla mia cappella, come se agisse da tappo. Si sollevò in mondo che il mio pene fuoriuscisse e contemporaneamente si allagò la poltrona. Con mio grande stupore le avevo fatto raggiungere l'orgasmo. La cosa mi riempì di orgoglio.
Antonella: Ero ancora sopra di lui. Notai che aveva preso più consapevolezza della situazione. Cercò di baciarmi, ma io lo evitai. Non volevo baciare un uomo che non amavo.
“Troia” - Mi sollevò di peso - “Mettiti a quattro zampe” - non ero abituata a obbedire - “Se vuoi che mia moglie mi tradisca con quello stronzo, ora fai quello che ti dico”.
Gli diedi retta. Ero terrorizzata di avere un rapporto anale con quel pene gigante. Mi prese le mani, me le tenne dietro la schiena e introdusse il pene nella figa, tirai un sospiro di sollievo. Tutto il mio corpo si immerse in quella sensazione piacevole. Non so se fu il suo pene o quella situazione, ma mi sentii una cagna in calore, poi successe.
“Sai cosa non mi ha ancora dato mia moglie” - io sapevo che avevano fatto di tutto, non risposi e nel giro di pochi secondi sentii la cappella sistina introdursi dentro il mio culo e urlai di dolore.
Andrea: Lei era nuda davanti a me, la sua passera grondava.
“Bravo il mio porco” - mi indicò la sua vagina bagnata - “ora tu me la pulisci” - chi ero io per non obbedire. Mi prostrai ai suoi piedi e assaporai la sua rugiada.
Riprese la cintura - “Apri la bocca”
“Scusa” - ero così occupato a leccarla, che non avevo capito.
“Apri la bocca” - mi baciò - “È ora che completi l'opera” - a dire il vero io ero già soddisfatto così. Introdusse quella cinghia di pelle tra le mie labbra e me la strinse dietro la testa. Si girò, ammirai quel meraviglioso sedere. Cercò la sua borsetta dalla quale estrasse uno strano oggetto. Strabuzzai gli occhi. Sembrava un dildo, ma aveva uno strana forma. Forse voleva che assistessi mentre si scopava. Come mi sbagliai.
“Se ti stessi chiedendo cosa è, ti rispondo io. È uno strapless”. Si infilò la parte a uncino dentro la figa. Ora sembrava una bellissima trans con un pisello nero.
Possibile che mia moglie si fosse ricordata di una confessione che le feci durante un pompino. Quel giorno lei si era messa a ridere. Ora davanti a me c'era la sua migliore amica.
Antonella: Urlavo, ma i miei urli non erano di dolore, era goduria pura. Quel giorno capii cosa significasse essere impalata. Mi penetrava a fatica, compiva movimenti di pochi centimetri, ma bastavano per far godere entrambi. Mi tenni alla spalliera del letto. Era una furia, forse era il pensiero di sua moglie. Cercai di masturbarmi, ma era troppo impetuoso.
Un gemito, una esplosione dentro il mio ano, una seconda. Uscì dal mio culo. Il terzo e ultimo schizzo si depositò sulla mia schiena e crollo sul letto.
Individuò le chiavi per terra - “e ora vado a riprendere mia moglie”.
Andrea: Agitava quel pene finto davanti alla mia bocca, mentre mi masturbava. Bussò sulle mie labbra - “Leccalo” - obbedii timoroso - “Ora succhialo, vediamo se hai imparato qualcosa da tua moglie” - ero esitante, ma volevo vedere come fosse finita quella serata e lo inglobai nella mia gola. Cercai di eseguire una fellatio dignitosa. Lo estrasse di colpo. Mi indicò di appoggiare le gambe sopra i braccioli e, una volta eseguito quell'ordine, mi sollevo i testicoli. Introdusse dentro di me quell'affare di silicone. Non senza difficoltà, visto che non ero stato lubrificato a dovere. Ogni volta che mi penetrava, anche la sua passera veniva stimolata da quell'uncino. Io stentavo a credere a quella situazione, stentavo a credere quanto fosse godibile un oggetto nell'ano. Ansimavo, mi sentivo suo. Appoggiò le braccia sulle mie spalle, mi ritrovai il viso in mezzo alla più bella valle del mondo, il suo seno. Il mio pene strusciava contro i suoi addominali, molto femminili. La punta di quel sex toys stimolava la mia prostata. I miei animi si incendiarono. Era la prima volta che venivo sottomesso e mi sentivo vivo. Dopo mesi faticosi, mi sentivo rilassato e sereno. Fu in quel momento che eiaculai sopra di lei, il mio getto fu così potente che raggiunsi il suo petto.
Si sedette sopra le mie gambe e mi baciò - “Bravo, magari la prossima volta mi verrai dentro” - in quel momento non lo potevo immaginare, ma aveva pronosticato il nostro futuro. Trovò lo scottex casa e si ripulii. Lo passò pure sopra la mia cappella. Solo in quel momento vidi suo marito, che ci osservava dalla porta della stanza. Solo in quel momento dentro di me appresi che aveva fatto sesso con mia moglie e capii che avevamo fatto uno scambio di coppia.
Apparse pure mia moglie, la vedevo sconvolta. Francesca si era rivestita e baciò sia me che la sua migliore amica. Visto che suo marito sembrava agitato, decisero di andarsene e io rimasi da solo con mia moglie.
Già, come regalo di compleanno avevo donato, a mio marito, la mia migliore amica. Una volta che se ne furono andati, rimanemmo a guardarci per qualche secondo e ci siamo messi a ridere. Andammo in camera e scopammo tra di noi.
Guardo mio marito, o meglio quello che sarebbe diventato, da li a poco, il mio ex marito - “ok quella serata fu una mia idea, ma quello che è successo dopo sicuramente non è colpa mia”
“Sei sicura”
“Sicurissima”
Lui mi guarda in modo deciso - “Allora parlami di Vanessa e Leonardo”.
Come faceva a conoscerli, chi gli l'avevo detto. Ovvio chi era stata e tornava tutto.
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Storia di un matrimonio (ep. 6) – Il lato oscuro di mia moglieracconto sucessivo
Storia di un matrimonio (ep. 8) – La mia pausa di riflessione
Commenti dei lettori al racconto erotico