Fabrizia e le sue storie : scopata dal figlio del mio compagno
di
Mark17
genere
tradimenti
2010 : Le mie esperienze di prolungano e grazie a chi ci guarda dal cielo, la situazione economica ci aiuta sempre di più.
Mio figlio Luca gestisce tutto meglio del suo defunto padre ed io gestivo ormai solo la contabilità e o aiutavo solo durante i raccolti, così come faceva la sua compagna (all'epoca) Giorgia, oggi mia nuora che mi ha reso nonna per due volte, ma questo è un'altro argomento.
I due ragazzi avevano entrambi 20 anni, mio figlio ormai pareva più uomo che ragazzo per tutto quello che doveva gestire. Mia nuora, splendida e bella e anche lei devota a mio figlio...
Si aiutavano l'un l'altro.
Io cercai di sistemarmi, trovarmi un'uomo, ma senza riuscirci...
Forse perché ero ormai affamata di sesso, ne volevo sempre più.
Frequentai più uomini, ma senza buoni risultati, chi per carattere e chi con problemi di letto.
Mi dedicavo e curavo su ogni cosa, anche se ero sola sapevo come rimanere in compagnia, un guasto e chiamavo i miei tecnici di fiducia o in palestra con qualche altro uomo.
Ma una delle cose più strambe accadde con un mio ex compagno.
Ci frequentavamo da circa 3 mesi, andavo spesso a casa sua, Giancarlo si chiamava, un cinquantenne ancora virile, caposala in ospedale, divorziato con un figlio di quasi 30anni che viveva da lui. Si chiamava Stefano, e ancora trenta, prima di quel che successe ancora doveva farne..
Era il contrario di suo padre, non era egocentrico ma silenzioso, cupo con noi ma con gli amici notavamo che era bizzarro.. Frequentava una palestra e le sale scommesse con gli amici ed aveva in società la gestione di una di quelle sale gamer per nerd, con i computer da gioco, a quei tempi era un investimento "rischioso" ma poi andò sempre meglio.
Doveva compiere all'ora 30anni...
Giancarlo venne a sapere che da lì a un mese suo figlio ci invito' in un locale per festeggiare i suoi 30 ed accettammo.
Non era rose e fiori con Giancarlo, io volevo di più in ambito sessuale, non mi interessavano i gioielli e spesso litigavamo per le sue stanchezze.
Con Stefano migliorò il rapporto tanto che scherzavamo spesso quando ci trovavamo. Non ero sempre da loro perché comunque avevo una casa mia e un lavoro ormai leggero ma che comunque dovevo fare per aiutare me e mio figlio.
Un giorno a pranzo ero lì da loro, non ero vestita da casalinga ma sempre con bei leggiengs colorati o jeans stretti magliettine comode e scollate per provocare Giancarlo. Chiacchierando e parlando del lavoro di Stefano, ci disse che cercavano qualcuno per pulire la loro sala da cima a fondo e giustamente chiese a me, sapendo che avevo una grande casa. Ma gli dissi che la gestivo io e non ho mai messo nessuno a darmi una mano, raramente mia nuora. "Allora che ne dici di venire tu? Ti pago ovviamente, quanto chiedi ti do", ridendo espresse questa domanda. In effetti non era molto fattibile e comunque ridemmo alla battuta, ma il mio modo di essere energica mi fece tornare in me e risposi che se avessi avuto una giornata libera ci saremmo accordati.
Con Giancarlo andava sempre peggio, tanto che mi stavo stancando, non scopavi da molto tempo e se capitava non era più granché. Una mattina facendo delle commissioni mi incrociai con Stefano, anche lui faceva delle commissioni per la sua attività. Mi invitò a prendere un Cafe al bar e mi richiese se avrei avuto del tempo libero per andare a pulire li nella sua attività e risposi di si, che sarei potuta andare il giorno dopo. Sorridente mi disse che avrebbe ovviamente chiuso l'attività la mattina per me così non c'erano ragazzi che avrebbero sbavato per me. Rimasi un po' spiazzata tanto che gli chiesi se stesse scherzando ed invece non scherzava affatto, mi elogio', dicendo che ero bellissima e che non poteva dir di più per rispetto a suo padre. Mi spiazzo', pensavo non fosse attratto dal genere femminile ed invece sembrava il contrario, nascondeva avanti a suo padre i suoi interessi.
La mattina mi passo' a prendere , era febbraio e faceva freddo, sotto il cappotto avevo oltre una canotta intima, una maglia attillata e dei leggings, niente di che direi.
Dopo un Cafe al bar ed una chiacchierata arriviamo. Alza la saracinesca e d apre la porta, una sala che aveva almeno una ventina di postazioni, polvere e sporcizia per terra, non era esagerato tranne che il calore del locale, perché quest'ultimo si trovava sotto un condominio ove il riscaldamento era condominiale e non autonomo. Sembrava estate ed infatti scappo' la risatina e mi disse :"scusami, avevo dimenticato di dirti questo particolare", con molta tranquillità gli rispondo, "va beh non fa niente, male che vada rimango in canotta" e ridiamo.
Più dietro la sala c'erano due porte, una dei bagni che era già pulitissima e una stanza abbastanza grande che era lo studio di Stefano e i suoi associati, un pc su una scrivania, due divani e una tv e qualche quadro qui e la.
Lui va via e mi lascia sola dicendomi di chiamarlo qualche minuto prima che avrei finito, mi mette un po' di musica e saluta abbassando la saracinesca a metà, sono le 8 del mattino e li dentro fa veramente caldo, è un'ora che sono lì ed il bagno e lo studio sono completati, mi manca da fare solo la sala, io veramente ero rimasta in canotta e mi ero alzata leggermente il leggieng sotto le ginocchia e arrotolato lo stesso più in basso alla vita per rimanere fresca altrimenti avrei sudato un botto.
Stavo togliendo la polvere dalle postazioni quando sento la porta aprirsi, mi giro ed era Stefano con acqua e Cafe, mi guarda paonazzo ed esclama, "wow! “, lo per lì non capisco ma mi rendo conto dopo una piccola frazione di secondi. Con il leggings abbassato si vedeva il filo del perizoma e dalla canotta le mie prosperose tette facevan fatica a rimanere nascoste!
“oh scusami Stefano pensavo non venissi e mi ero messa comoda", "oh non preoccuparti, rimani come sei, ti ho solo portato qualcosa, complimenti però, è proprio fortunato mio padre".
A quella frase mi guarda con occhi diversi, sento che potrebbe buttarsi su di me e possedermi ma non lo fa, in me scatta la donna vogliosa e sorridendo maliziosamente, cambiando sguardo rispondo "grazie, spero veramente che tuo padre sia fortunato con me, avolte sembra di no, che non gli piaccio" e lui "peggio per lui, deve ancora capire alla sua età che donne come te, deve tenersele strette, altrimenti, immagino vadano altrove", ammicca un'occhiolino, capisco cosa voglia dire ma rimango nel mio. Stefano è poco meno alto sotto il metro e ottanta con un fisico tonico, normale, carino nel suo ma non bellissimo, ma notai, che ci sapeva fare.
Finii le pulizie, mi volle pagare e gli dissi di no ripetutamente, finché non mi spiazzo ancora una volta, "e va bene, allora facciamo così, non ti chiederò più aiuto finché non ricambiero' questo piacere che hai fatto a me", sorrisi, spiazzata e dissi, "ma per favore, allora penso che non verrò più", ma dentro di me, sotto di me, la voglia chiamava, ma era sempre il figlio del mio compagno.
Mi accompagnò a casa e i giorni passarono e il rapporto con Stefano era sempre un migliorare mentre con Giancarlo era un peggiorare.
Arrivò il giorno del compleanno, stavo aspettando che mi venisse a prendere l'allora mio compagno. Avevo uno stivaletto con tacco otto, calze di pizzo fino sotto i glutei ed il reggicalze sottile nero e sexy, avevo un perizoma a filo dietro il mio culo, e accompagnava il tutto un vestito nero corto che non arrivava alle ginocchi con un piccolo spacco sul lato ed una scollatura ad U per il mio solito prosperoso seno.
Trucco leggero, profumo e cappotto e via per la festa.
Ormai con Giancarlo si stava rompendo tutto, gli piaceva solo vedermi vestita in modo provocante ma il sesso mancava sempre di più.
Arrivati al locale ci togliamo i cappotti e li lasciamo al servizio giù. Salendo le scale entriamo in una sala adatta alla cena, Stefano viene incontro a noi e noto il suo sguardo così seducente nei miei confronti ma non faccio niente... Dopo la cena ci spostiamo al piano più basso dove c'era una discoteca con un bar. Si ballava e l'aria era calda, con alcuni amici di Stefano che conoscevano molto Giancarlo, ci mettemmo a bere tanto, solo, però, che il mio compagno non riuscì più a reggere e si era ubriacato, dopo dieci minuti voleva andar via perché aveva sonno ma io volevo rimanere e per fortuna Stefano convince suo padre ad andare dicendo che mi avrebbe accompagnato lui...
Libera, bevendo, ballando e avendo il figlio del mio compagno che mi mangia con gli occhi. "Sei bellissima! Ma come fai a stare ancora con mio padre? “, mi dice all'orecchio mentre beviamo al bancone," purtroppo le cose non stanno andando bene, entrambi abbiamo bisogno di esigenze diverse", gli rispondo, e lui, "immagino! Io al suo posto ti avrei consumata! “, mi fece venire un brivido solo quella battuta e la sua risata, che, anch'io accompagnai. I suoi freni inibitori scomparivano pian piano mentre bevavamo .. Ed anch'io davo segni di squilibrio.
Era tardi, e il locale doveva chiudere, Stefano dopo aver salutato tutti mi afferra la mano e mi porta via. Entrati in auto parliamo e mi chiede dove accompagnarmi.
"se te la senti puoi accompagnarmi a casa o, se è troppo lontano posso dormire da voi", la sua risposta fu una scintilla che in me fece esplodere voglia. "non preoccuparti di me, ovunque va bene. Se ti accompagno a casa tua, mi ospiti e facciamo quello che con mio padre non fai come vorresti, altrimenti, andiamo da me e lo facciamo nella mia stanza mentre lui russa nella sua! “, gli rido in faccia dallo stupore, dentro di me dicevo si, ma dovevo fargli capire che era un no, ma lui continuava, "sei uno schianto! Mi fai impazzire! “, ridendo, gli rispondo," smettila, non dire bugie, e poi non credo che oltre alle parole faresti altro".
Mi guardo' con aria di sfida, accellero' e punto dritto verso casa sua. "pensi che non abbia le palle? Se ti dico che ti desidero, ti desidero per davvero", lo sentivo eccitato e quindi iniziai a provocarlo. Era di un cazzo che avevo bisogno e di certo il mio compagno non era più in grado di darmelo.
Arriviamo ed usciti dall'auto mi afferra per mano, aperta la porta di casa mi poggia sulla stessa e mi bacia con forza abbassando la scollatura e facendo uscire il mio seno. "Guarda che tettone hai, sei sempre senza reggiseno, te le volevo succhiare già dalla mia attività". Io lo facevo fare, non lo tocca per niente. Succhiava i miei capezzoli con forza. Poi mi bacia ancora, e mi alza il vestito, accarezza il mio culo e mi tocca la figa. Mi gira ed esclama," sei una maiala! Alla tua età con un perizoma così. Abbassati e succhiarmelo, Maiala! “. Era la prima volta che beccavo un'insulto, e sinceramente in quella situazione di sottomissione, la cosa non mi dispiaqque affatto.
Mi abbassai mentre lui si sabbasso i pantaloni e il suo membro era bello duro così iniziai a riceverlo in bocca. Lo Succhiavo e me lo strofinavo sulle labbra, gli succhiavo i testicoli mentre lui godeva e diceva, "vedi quanto sei maiala, non hai opposto resistenza per niente e ora lo stai succhiando come se non vedessi un cazzo da tempo". Lo infilo fino alla gola. Poi toccò a lui, mi fece alzare, lui si spoglio' mentre io ero ancora nuda e con i tacchi, non c'è ne frego'niente dei possibili rumori o se Giancarlo ci avrebbe potuto sentire. Mi porta al divano e mi mette a novanta, mi lecca la figa infilandomi quasi tutta la mano, io ero completamente fradicia, ed in venti secondi, mi ritrovo il suo cazzo sbattuto nella sua figa, mentre con la cintura del suo pantalone, che aveva legato al mio collo mi teneva come una cavalla da monta!!
"è questo che sei! Una donna da monta, più ti sbatto e più le mie palle si bagnano!! “. I suoi colpi erano violenti ed io godevo come una matta!
Mi toglie il vestito e sono in reggicalze e tacchi, si mette sulla sedia ed io ci monto sopra.
Salto e mi muovo per sentirlo tutto mentre ci baciamo e mi succhia i seni. Mi afferra e ci ributtiamo sul divano, lo monto ancora ed ancora mentre pompa e mi tiene un dito a stimolare l'ano.
Mentre mi stantuffava mi riempiva di parolacce, ero una maiala, una donna bisognosa di cazzi, che uno era poco e cinque anche, che avevo bisogno di essere sbattuta giorno e notte. Più mi diceva queste cose e più io impazzivo!
Poi mi afferra ancora una volta e mi dice, "vieni con me, fatti fottere davanti al tuo bel compagno! “ gli dicevo no, ma la mia mente perversa voleva farlo e così alla fine mi ritrovai con le mani poggiate ai lati della porta, nuda davanti al letto, con Stefano che mi sbatteva dietro e le tette che sobbalzavano ai colpi decisi e forti, mentre Giancarlo dormiva a letto ancora vestito e con una bottiglia sul comodino.
"guarda come dorme mentre ti sbatto! Lui beve ed io ti scopo! Ti domino! “. Ero estasiata e mi metto carpobi per terra, ed ecco che pi spinge dentro il suo membro, mentre mi afferra dai fianchi! Godo ed ansimo cercando di non svegliare Giancarlo, ma suo figlio ero veramente bravo!
Afferra il capo della cintura e mi tira su, infila il suo membro tra i miei seni e butta via per terra il preservativo.
Dopo avermi scopata il seno lo ricevo in bocca e lo sego, sta arrivando e prende lui il possesso del membro, schizzando l'enorme quantità di sperma sul mio viso ed in bocca e poi sui seni!
Mi portò in bagno e mi mostrò allo specchio, " ti piace vederti in queste condizioni vero? “, “si", gli risposi e con il mio odore addosso ed una sculacciata sul mio culo andò nella sua stanza.
Mi lavai ed andai a letto. Iniziammo una relazione nascosta.
Lo abbiamo fatto nella sua attività, nei luoghi appartati e tante volte è capitato sul letto di suo padre con lo stesso dormiente per l'alcool.
Durò qualche mese.. Poi tutto si ruppe con il mio compagno e suo figlio trovo' lungo il suo percorso di vita una nuova fiamma.
Mio figlio Luca gestisce tutto meglio del suo defunto padre ed io gestivo ormai solo la contabilità e o aiutavo solo durante i raccolti, così come faceva la sua compagna (all'epoca) Giorgia, oggi mia nuora che mi ha reso nonna per due volte, ma questo è un'altro argomento.
I due ragazzi avevano entrambi 20 anni, mio figlio ormai pareva più uomo che ragazzo per tutto quello che doveva gestire. Mia nuora, splendida e bella e anche lei devota a mio figlio...
Si aiutavano l'un l'altro.
Io cercai di sistemarmi, trovarmi un'uomo, ma senza riuscirci...
Forse perché ero ormai affamata di sesso, ne volevo sempre più.
Frequentai più uomini, ma senza buoni risultati, chi per carattere e chi con problemi di letto.
Mi dedicavo e curavo su ogni cosa, anche se ero sola sapevo come rimanere in compagnia, un guasto e chiamavo i miei tecnici di fiducia o in palestra con qualche altro uomo.
Ma una delle cose più strambe accadde con un mio ex compagno.
Ci frequentavamo da circa 3 mesi, andavo spesso a casa sua, Giancarlo si chiamava, un cinquantenne ancora virile, caposala in ospedale, divorziato con un figlio di quasi 30anni che viveva da lui. Si chiamava Stefano, e ancora trenta, prima di quel che successe ancora doveva farne..
Era il contrario di suo padre, non era egocentrico ma silenzioso, cupo con noi ma con gli amici notavamo che era bizzarro.. Frequentava una palestra e le sale scommesse con gli amici ed aveva in società la gestione di una di quelle sale gamer per nerd, con i computer da gioco, a quei tempi era un investimento "rischioso" ma poi andò sempre meglio.
Doveva compiere all'ora 30anni...
Giancarlo venne a sapere che da lì a un mese suo figlio ci invito' in un locale per festeggiare i suoi 30 ed accettammo.
Non era rose e fiori con Giancarlo, io volevo di più in ambito sessuale, non mi interessavano i gioielli e spesso litigavamo per le sue stanchezze.
Con Stefano migliorò il rapporto tanto che scherzavamo spesso quando ci trovavamo. Non ero sempre da loro perché comunque avevo una casa mia e un lavoro ormai leggero ma che comunque dovevo fare per aiutare me e mio figlio.
Un giorno a pranzo ero lì da loro, non ero vestita da casalinga ma sempre con bei leggiengs colorati o jeans stretti magliettine comode e scollate per provocare Giancarlo. Chiacchierando e parlando del lavoro di Stefano, ci disse che cercavano qualcuno per pulire la loro sala da cima a fondo e giustamente chiese a me, sapendo che avevo una grande casa. Ma gli dissi che la gestivo io e non ho mai messo nessuno a darmi una mano, raramente mia nuora. "Allora che ne dici di venire tu? Ti pago ovviamente, quanto chiedi ti do", ridendo espresse questa domanda. In effetti non era molto fattibile e comunque ridemmo alla battuta, ma il mio modo di essere energica mi fece tornare in me e risposi che se avessi avuto una giornata libera ci saremmo accordati.
Con Giancarlo andava sempre peggio, tanto che mi stavo stancando, non scopavi da molto tempo e se capitava non era più granché. Una mattina facendo delle commissioni mi incrociai con Stefano, anche lui faceva delle commissioni per la sua attività. Mi invitò a prendere un Cafe al bar e mi richiese se avrei avuto del tempo libero per andare a pulire li nella sua attività e risposi di si, che sarei potuta andare il giorno dopo. Sorridente mi disse che avrebbe ovviamente chiuso l'attività la mattina per me così non c'erano ragazzi che avrebbero sbavato per me. Rimasi un po' spiazzata tanto che gli chiesi se stesse scherzando ed invece non scherzava affatto, mi elogio', dicendo che ero bellissima e che non poteva dir di più per rispetto a suo padre. Mi spiazzo', pensavo non fosse attratto dal genere femminile ed invece sembrava il contrario, nascondeva avanti a suo padre i suoi interessi.
La mattina mi passo' a prendere , era febbraio e faceva freddo, sotto il cappotto avevo oltre una canotta intima, una maglia attillata e dei leggings, niente di che direi.
Dopo un Cafe al bar ed una chiacchierata arriviamo. Alza la saracinesca e d apre la porta, una sala che aveva almeno una ventina di postazioni, polvere e sporcizia per terra, non era esagerato tranne che il calore del locale, perché quest'ultimo si trovava sotto un condominio ove il riscaldamento era condominiale e non autonomo. Sembrava estate ed infatti scappo' la risatina e mi disse :"scusami, avevo dimenticato di dirti questo particolare", con molta tranquillità gli rispondo, "va beh non fa niente, male che vada rimango in canotta" e ridiamo.
Più dietro la sala c'erano due porte, una dei bagni che era già pulitissima e una stanza abbastanza grande che era lo studio di Stefano e i suoi associati, un pc su una scrivania, due divani e una tv e qualche quadro qui e la.
Lui va via e mi lascia sola dicendomi di chiamarlo qualche minuto prima che avrei finito, mi mette un po' di musica e saluta abbassando la saracinesca a metà, sono le 8 del mattino e li dentro fa veramente caldo, è un'ora che sono lì ed il bagno e lo studio sono completati, mi manca da fare solo la sala, io veramente ero rimasta in canotta e mi ero alzata leggermente il leggieng sotto le ginocchia e arrotolato lo stesso più in basso alla vita per rimanere fresca altrimenti avrei sudato un botto.
Stavo togliendo la polvere dalle postazioni quando sento la porta aprirsi, mi giro ed era Stefano con acqua e Cafe, mi guarda paonazzo ed esclama, "wow! “, lo per lì non capisco ma mi rendo conto dopo una piccola frazione di secondi. Con il leggings abbassato si vedeva il filo del perizoma e dalla canotta le mie prosperose tette facevan fatica a rimanere nascoste!
“oh scusami Stefano pensavo non venissi e mi ero messa comoda", "oh non preoccuparti, rimani come sei, ti ho solo portato qualcosa, complimenti però, è proprio fortunato mio padre".
A quella frase mi guarda con occhi diversi, sento che potrebbe buttarsi su di me e possedermi ma non lo fa, in me scatta la donna vogliosa e sorridendo maliziosamente, cambiando sguardo rispondo "grazie, spero veramente che tuo padre sia fortunato con me, avolte sembra di no, che non gli piaccio" e lui "peggio per lui, deve ancora capire alla sua età che donne come te, deve tenersele strette, altrimenti, immagino vadano altrove", ammicca un'occhiolino, capisco cosa voglia dire ma rimango nel mio. Stefano è poco meno alto sotto il metro e ottanta con un fisico tonico, normale, carino nel suo ma non bellissimo, ma notai, che ci sapeva fare.
Finii le pulizie, mi volle pagare e gli dissi di no ripetutamente, finché non mi spiazzo ancora una volta, "e va bene, allora facciamo così, non ti chiederò più aiuto finché non ricambiero' questo piacere che hai fatto a me", sorrisi, spiazzata e dissi, "ma per favore, allora penso che non verrò più", ma dentro di me, sotto di me, la voglia chiamava, ma era sempre il figlio del mio compagno.
Mi accompagnò a casa e i giorni passarono e il rapporto con Stefano era sempre un migliorare mentre con Giancarlo era un peggiorare.
Arrivò il giorno del compleanno, stavo aspettando che mi venisse a prendere l'allora mio compagno. Avevo uno stivaletto con tacco otto, calze di pizzo fino sotto i glutei ed il reggicalze sottile nero e sexy, avevo un perizoma a filo dietro il mio culo, e accompagnava il tutto un vestito nero corto che non arrivava alle ginocchi con un piccolo spacco sul lato ed una scollatura ad U per il mio solito prosperoso seno.
Trucco leggero, profumo e cappotto e via per la festa.
Ormai con Giancarlo si stava rompendo tutto, gli piaceva solo vedermi vestita in modo provocante ma il sesso mancava sempre di più.
Arrivati al locale ci togliamo i cappotti e li lasciamo al servizio giù. Salendo le scale entriamo in una sala adatta alla cena, Stefano viene incontro a noi e noto il suo sguardo così seducente nei miei confronti ma non faccio niente... Dopo la cena ci spostiamo al piano più basso dove c'era una discoteca con un bar. Si ballava e l'aria era calda, con alcuni amici di Stefano che conoscevano molto Giancarlo, ci mettemmo a bere tanto, solo, però, che il mio compagno non riuscì più a reggere e si era ubriacato, dopo dieci minuti voleva andar via perché aveva sonno ma io volevo rimanere e per fortuna Stefano convince suo padre ad andare dicendo che mi avrebbe accompagnato lui...
Libera, bevendo, ballando e avendo il figlio del mio compagno che mi mangia con gli occhi. "Sei bellissima! Ma come fai a stare ancora con mio padre? “, mi dice all'orecchio mentre beviamo al bancone," purtroppo le cose non stanno andando bene, entrambi abbiamo bisogno di esigenze diverse", gli rispondo, e lui, "immagino! Io al suo posto ti avrei consumata! “, mi fece venire un brivido solo quella battuta e la sua risata, che, anch'io accompagnai. I suoi freni inibitori scomparivano pian piano mentre bevavamo .. Ed anch'io davo segni di squilibrio.
Era tardi, e il locale doveva chiudere, Stefano dopo aver salutato tutti mi afferra la mano e mi porta via. Entrati in auto parliamo e mi chiede dove accompagnarmi.
"se te la senti puoi accompagnarmi a casa o, se è troppo lontano posso dormire da voi", la sua risposta fu una scintilla che in me fece esplodere voglia. "non preoccuparti di me, ovunque va bene. Se ti accompagno a casa tua, mi ospiti e facciamo quello che con mio padre non fai come vorresti, altrimenti, andiamo da me e lo facciamo nella mia stanza mentre lui russa nella sua! “, gli rido in faccia dallo stupore, dentro di me dicevo si, ma dovevo fargli capire che era un no, ma lui continuava, "sei uno schianto! Mi fai impazzire! “, ridendo, gli rispondo," smettila, non dire bugie, e poi non credo che oltre alle parole faresti altro".
Mi guardo' con aria di sfida, accellero' e punto dritto verso casa sua. "pensi che non abbia le palle? Se ti dico che ti desidero, ti desidero per davvero", lo sentivo eccitato e quindi iniziai a provocarlo. Era di un cazzo che avevo bisogno e di certo il mio compagno non era più in grado di darmelo.
Arriviamo ed usciti dall'auto mi afferra per mano, aperta la porta di casa mi poggia sulla stessa e mi bacia con forza abbassando la scollatura e facendo uscire il mio seno. "Guarda che tettone hai, sei sempre senza reggiseno, te le volevo succhiare già dalla mia attività". Io lo facevo fare, non lo tocca per niente. Succhiava i miei capezzoli con forza. Poi mi bacia ancora, e mi alza il vestito, accarezza il mio culo e mi tocca la figa. Mi gira ed esclama," sei una maiala! Alla tua età con un perizoma così. Abbassati e succhiarmelo, Maiala! “. Era la prima volta che beccavo un'insulto, e sinceramente in quella situazione di sottomissione, la cosa non mi dispiaqque affatto.
Mi abbassai mentre lui si sabbasso i pantaloni e il suo membro era bello duro così iniziai a riceverlo in bocca. Lo Succhiavo e me lo strofinavo sulle labbra, gli succhiavo i testicoli mentre lui godeva e diceva, "vedi quanto sei maiala, non hai opposto resistenza per niente e ora lo stai succhiando come se non vedessi un cazzo da tempo". Lo infilo fino alla gola. Poi toccò a lui, mi fece alzare, lui si spoglio' mentre io ero ancora nuda e con i tacchi, non c'è ne frego'niente dei possibili rumori o se Giancarlo ci avrebbe potuto sentire. Mi porta al divano e mi mette a novanta, mi lecca la figa infilandomi quasi tutta la mano, io ero completamente fradicia, ed in venti secondi, mi ritrovo il suo cazzo sbattuto nella sua figa, mentre con la cintura del suo pantalone, che aveva legato al mio collo mi teneva come una cavalla da monta!!
"è questo che sei! Una donna da monta, più ti sbatto e più le mie palle si bagnano!! “. I suoi colpi erano violenti ed io godevo come una matta!
Mi toglie il vestito e sono in reggicalze e tacchi, si mette sulla sedia ed io ci monto sopra.
Salto e mi muovo per sentirlo tutto mentre ci baciamo e mi succhia i seni. Mi afferra e ci ributtiamo sul divano, lo monto ancora ed ancora mentre pompa e mi tiene un dito a stimolare l'ano.
Mentre mi stantuffava mi riempiva di parolacce, ero una maiala, una donna bisognosa di cazzi, che uno era poco e cinque anche, che avevo bisogno di essere sbattuta giorno e notte. Più mi diceva queste cose e più io impazzivo!
Poi mi afferra ancora una volta e mi dice, "vieni con me, fatti fottere davanti al tuo bel compagno! “ gli dicevo no, ma la mia mente perversa voleva farlo e così alla fine mi ritrovai con le mani poggiate ai lati della porta, nuda davanti al letto, con Stefano che mi sbatteva dietro e le tette che sobbalzavano ai colpi decisi e forti, mentre Giancarlo dormiva a letto ancora vestito e con una bottiglia sul comodino.
"guarda come dorme mentre ti sbatto! Lui beve ed io ti scopo! Ti domino! “. Ero estasiata e mi metto carpobi per terra, ed ecco che pi spinge dentro il suo membro, mentre mi afferra dai fianchi! Godo ed ansimo cercando di non svegliare Giancarlo, ma suo figlio ero veramente bravo!
Afferra il capo della cintura e mi tira su, infila il suo membro tra i miei seni e butta via per terra il preservativo.
Dopo avermi scopata il seno lo ricevo in bocca e lo sego, sta arrivando e prende lui il possesso del membro, schizzando l'enorme quantità di sperma sul mio viso ed in bocca e poi sui seni!
Mi portò in bagno e mi mostrò allo specchio, " ti piace vederti in queste condizioni vero? “, “si", gli risposi e con il mio odore addosso ed una sculacciata sul mio culo andò nella sua stanza.
Mi lavai ed andai a letto. Iniziammo una relazione nascosta.
Lo abbiamo fatto nella sua attività, nei luoghi appartati e tante volte è capitato sul letto di suo padre con lo stesso dormiente per l'alcool.
Durò qualche mese.. Poi tutto si ruppe con il mio compagno e suo figlio trovo' lungo il suo percorso di vita una nuova fiamma.
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