Con il primo che passa
di
Vandal
genere
etero
CON IL PRIMO CHE PASSA
Avete presente quella pubblicità di tempo fa', almeno credo fosse una pubblicità , della casalinga che diceva che si concedeva al primo che arrivava. E c'era un tizio che suonava e sorrideva con un malizioso 'Buonasera'?
Mi è capitato qualcosa di simile. Me ne stavo tranquillamente per i fatti miei e capto una conversazione al telefono. lei, un tipino sui trent'anni dai fluenti capelli neri riccio ondulati, che gridava al cellulare con, forse il fidanzato / marito.
"Mi sono rotta le ovaie, hai capito? Ne ho basta dei tuoi intrallazzi, delle tue bugie, delle tue donnacce. Basta ho detto" i pochi avventori in zona la osservavano straniti ed evitavano di entrare in contatto visivo con lei. "No, niente scuse, accidenti a te. Sai che ti dico? Eh, lo sai che ti dico? Il primo che vedo gliela mollo"
Ho fatto in modo di spostarmi davanti a lei, così che, alzando lo sguardo, con ancora il cellulare all'orecchio, mi vedesse. Si blocca, trovandosi di fronte me, un quasi cinquantenne, non propriamente palestrato ma, visibilmente abbordabile, intento a sorseggiarsi del tè freddo
E lei lì che mi fissa, con il cellulare ancora attaccato all'orecchio e io che faccio finta di niente, quasi stranito da quella sensazione. Lei chiude il cellulare e mi guarda "Stavi origliando?"
"No ma, è difficile non averti sentito gridare" indico con lo sguardo l'intorno
"Oh" fa lei "Ti stai facendo venire strane idee per caso?"
Mi stringo nelle spalle "Posto sbagliato, momento sbagliato" faccio per andarmene
"Un attimo"
Mi fermo e la osservo attentamente. Vedo che fa un enorme sforzo per controllarsi: "tenendo conto che tu sei l'unico qui intorno che non mi fissa come se fossi una pazza o una ninfomane, che ne diresti di assecondarmi e mi offri un caffè"
Sorrido "Lo faccio molto volentieri" le tendo la mano "Mauro"
"Loretta"
Carina la Loretta. Magra, non tanto alta, bel fondo schiena. Occhi di un intenso blu scuro.
Il caffè per me: macchiato freddo. Il caffè per lei: lungo con una bustina di zucchero "Cosa fai di bello nella vita, Mauro?"
"Scrivo"
"Un tipo famoso, dunque"
"Non direi. A tiratura locale. Quello che scrivo mi fa tirare avanti il carretto per quanto riguarda luce e gas"
"Sposato?"
"Divorziato, senza figli"
"Cosa ti aspetti dopo questo caffè?"
"Una conoscenza generica di te"
"Solo generica?"
"Per tastare il terreno"
"E poi?"
"E poi dimmelo tu" la guardo maliziosa
"Il mio fidanzato è un cretino" dice "Si porta a letto un sacco di ragazze e poi viene a fare il santarello con me"
"Quindi, ora vorresti fargli ripicca con il primo che passa?"
"Vuoi proporti?"
"Beh, sono curioso di sapere se la tua intenzione è valida"
"Credi che non sia in grado di portare a termine quello che ho detto?"
"Sai, sono frasi che si dicono così, per la maggior parte. In pochi lo dicono e poi lo fanno. Come quelli che ti dicono = Ti ammazzo = Ma è solo uno sfogo" sorrido "Però, ammetto che vorrei che tu, attuassi la minaccia"
"Ti è mai capitata una cosa del genere?"
"No, non sono così fortunato"
"L'ultima volta che hai fatto sesso?"
"Un mese fa"
"Fidanzata nuova?"
"Conoscenza abituale"
"Com'è la tana di uno scrittore?"
"Tana?" rido "Ah, un normale appartamento con vista parcheggio"
"Che ne diresti di farmi da Cicerone?"
"Dico che i caffè li offro io, insieme al pranzo che tu accetterai"
"E come sei sicuro che, dopo aver pranzato io non sparisca come un uccel di bosco?"
"Perché devi mantenere la minaccia" sorrido
Ha un appetito niente male la ragazza. Da come si è scafonata la bistecca ai ferri, incomincio a temere da come mi tratterà lo sfilatino.
"Beh, avevi ragione: la vista sul parcheggio è ottima"
"Sì, una vista che appaga" sorrido "Caffè?"
"Macchiato freddo" risponde lei. Si avvicina, si alza in punta di piedi e mi bacia
Le afferro i fianchi delicatamente e continuo a baciarla. Ha un buon sapore. Lei preme il suo corpo contro il mio. Sorride, abbassa la mano verso il basso a tastarmi il pacco "Mi sento spudorata in questo momento"
"Anche io" sorrido “Vuoi servirti mentre ti bacio?”
“non ancora” continua ad accarezzarmelo “Me lo macchi tu?”
“Latte scremato o parzialmente?”
“Più che scremato lo vorrei spermato”
La guardo ammirato “Che inattesa maialina” sorrido
“Vuol dire che ti ho scandalizzato?”
“Sorpreso” mi allontano “Però, se te lo macchio, dovrai aspettare una decina di minuti prima di fare qualsiasi cosa”
“So aspettare”
“Mettiti comoda”
Entro in cucina, scuoto la testa. Ma tu pensa. Caffettiera, zucchero. Slaccio la cintura ed estraggo il cazzo. Mi masturbo con velocità. Le tazzine già pronte. Lo faccio tutto nel bicchiere “Ma guarda un po’” mi fa sobbalzare la sua voce. Mi giro di scatto con l’uccello stretto tra le mani e il bicchiere che momenti mi casca. Diavolo, colto in fragrante. Lei ride. E’ nuda ed è fantastica. Tette sulla misura due, un bel culetto da urlo e un ciuffetto scuro tra le gambe. Si avvicina a me e mi allunga un bacio. Poi si abbassa e mi esegue un pompino da vera artista. Si alza e mi prende per mano. Mi fa sedere e mi impedisce di ritirare l’uccello “Ti servirò io” sparisce in cucina e ritorna con il vassoio e le tazzine di caffè. Si versa lo spermato nella sua tazzina, gira il cucchiaino e poi sorseggia “Uh, che delizia”
“Devo dire che mi hai sorpreso”
“Adesso resta fermo lì” e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Ci baciamo e si aspetta che lui ridiventi duro “Adoro i pompini” dice lei abbassandosi di nuovo e succhiandomelo
Non abbiamo fatto sesso ma a me basta così. Lei rimane accanto a me nuda, accoccolata vicino a me “di solito mi piace stare nuda e fare pompini. Le scopate le preferisco dopo” commenta lei
“Sei un tipo insolito” commento io “Potrei innamorarmi”
Lei sorride “Non correre troppo uomo. Dovrai offrirmi molti caffè prima”
“Non c’è problema” sorrido
Molti caffe…
Ma, alla fine, l’attesa ne è valsa…
=Fine=
Avete presente quella pubblicità di tempo fa', almeno credo fosse una pubblicità , della casalinga che diceva che si concedeva al primo che arrivava. E c'era un tizio che suonava e sorrideva con un malizioso 'Buonasera'?
Mi è capitato qualcosa di simile. Me ne stavo tranquillamente per i fatti miei e capto una conversazione al telefono. lei, un tipino sui trent'anni dai fluenti capelli neri riccio ondulati, che gridava al cellulare con, forse il fidanzato / marito.
"Mi sono rotta le ovaie, hai capito? Ne ho basta dei tuoi intrallazzi, delle tue bugie, delle tue donnacce. Basta ho detto" i pochi avventori in zona la osservavano straniti ed evitavano di entrare in contatto visivo con lei. "No, niente scuse, accidenti a te. Sai che ti dico? Eh, lo sai che ti dico? Il primo che vedo gliela mollo"
Ho fatto in modo di spostarmi davanti a lei, così che, alzando lo sguardo, con ancora il cellulare all'orecchio, mi vedesse. Si blocca, trovandosi di fronte me, un quasi cinquantenne, non propriamente palestrato ma, visibilmente abbordabile, intento a sorseggiarsi del tè freddo
E lei lì che mi fissa, con il cellulare ancora attaccato all'orecchio e io che faccio finta di niente, quasi stranito da quella sensazione. Lei chiude il cellulare e mi guarda "Stavi origliando?"
"No ma, è difficile non averti sentito gridare" indico con lo sguardo l'intorno
"Oh" fa lei "Ti stai facendo venire strane idee per caso?"
Mi stringo nelle spalle "Posto sbagliato, momento sbagliato" faccio per andarmene
"Un attimo"
Mi fermo e la osservo attentamente. Vedo che fa un enorme sforzo per controllarsi: "tenendo conto che tu sei l'unico qui intorno che non mi fissa come se fossi una pazza o una ninfomane, che ne diresti di assecondarmi e mi offri un caffè"
Sorrido "Lo faccio molto volentieri" le tendo la mano "Mauro"
"Loretta"
Carina la Loretta. Magra, non tanto alta, bel fondo schiena. Occhi di un intenso blu scuro.
Il caffè per me: macchiato freddo. Il caffè per lei: lungo con una bustina di zucchero "Cosa fai di bello nella vita, Mauro?"
"Scrivo"
"Un tipo famoso, dunque"
"Non direi. A tiratura locale. Quello che scrivo mi fa tirare avanti il carretto per quanto riguarda luce e gas"
"Sposato?"
"Divorziato, senza figli"
"Cosa ti aspetti dopo questo caffè?"
"Una conoscenza generica di te"
"Solo generica?"
"Per tastare il terreno"
"E poi?"
"E poi dimmelo tu" la guardo maliziosa
"Il mio fidanzato è un cretino" dice "Si porta a letto un sacco di ragazze e poi viene a fare il santarello con me"
"Quindi, ora vorresti fargli ripicca con il primo che passa?"
"Vuoi proporti?"
"Beh, sono curioso di sapere se la tua intenzione è valida"
"Credi che non sia in grado di portare a termine quello che ho detto?"
"Sai, sono frasi che si dicono così, per la maggior parte. In pochi lo dicono e poi lo fanno. Come quelli che ti dicono = Ti ammazzo = Ma è solo uno sfogo" sorrido "Però, ammetto che vorrei che tu, attuassi la minaccia"
"Ti è mai capitata una cosa del genere?"
"No, non sono così fortunato"
"L'ultima volta che hai fatto sesso?"
"Un mese fa"
"Fidanzata nuova?"
"Conoscenza abituale"
"Com'è la tana di uno scrittore?"
"Tana?" rido "Ah, un normale appartamento con vista parcheggio"
"Che ne diresti di farmi da Cicerone?"
"Dico che i caffè li offro io, insieme al pranzo che tu accetterai"
"E come sei sicuro che, dopo aver pranzato io non sparisca come un uccel di bosco?"
"Perché devi mantenere la minaccia" sorrido
Ha un appetito niente male la ragazza. Da come si è scafonata la bistecca ai ferri, incomincio a temere da come mi tratterà lo sfilatino.
"Beh, avevi ragione: la vista sul parcheggio è ottima"
"Sì, una vista che appaga" sorrido "Caffè?"
"Macchiato freddo" risponde lei. Si avvicina, si alza in punta di piedi e mi bacia
Le afferro i fianchi delicatamente e continuo a baciarla. Ha un buon sapore. Lei preme il suo corpo contro il mio. Sorride, abbassa la mano verso il basso a tastarmi il pacco "Mi sento spudorata in questo momento"
"Anche io" sorrido “Vuoi servirti mentre ti bacio?”
“non ancora” continua ad accarezzarmelo “Me lo macchi tu?”
“Latte scremato o parzialmente?”
“Più che scremato lo vorrei spermato”
La guardo ammirato “Che inattesa maialina” sorrido
“Vuol dire che ti ho scandalizzato?”
“Sorpreso” mi allontano “Però, se te lo macchio, dovrai aspettare una decina di minuti prima di fare qualsiasi cosa”
“So aspettare”
“Mettiti comoda”
Entro in cucina, scuoto la testa. Ma tu pensa. Caffettiera, zucchero. Slaccio la cintura ed estraggo il cazzo. Mi masturbo con velocità. Le tazzine già pronte. Lo faccio tutto nel bicchiere “Ma guarda un po’” mi fa sobbalzare la sua voce. Mi giro di scatto con l’uccello stretto tra le mani e il bicchiere che momenti mi casca. Diavolo, colto in fragrante. Lei ride. E’ nuda ed è fantastica. Tette sulla misura due, un bel culetto da urlo e un ciuffetto scuro tra le gambe. Si avvicina a me e mi allunga un bacio. Poi si abbassa e mi esegue un pompino da vera artista. Si alza e mi prende per mano. Mi fa sedere e mi impedisce di ritirare l’uccello “Ti servirò io” sparisce in cucina e ritorna con il vassoio e le tazzine di caffè. Si versa lo spermato nella sua tazzina, gira il cucchiaino e poi sorseggia “Uh, che delizia”
“Devo dire che mi hai sorpreso”
“Adesso resta fermo lì” e si mette a cavalcioni sulle mie gambe. Ci baciamo e si aspetta che lui ridiventi duro “Adoro i pompini” dice lei abbassandosi di nuovo e succhiandomelo
Non abbiamo fatto sesso ma a me basta così. Lei rimane accanto a me nuda, accoccolata vicino a me “di solito mi piace stare nuda e fare pompini. Le scopate le preferisco dopo” commenta lei
“Sei un tipo insolito” commento io “Potrei innamorarmi”
Lei sorride “Non correre troppo uomo. Dovrai offrirmi molti caffè prima”
“Non c’è problema” sorrido
Molti caffe…
Ma, alla fine, l’attesa ne è valsa…
=Fine=
0
voti
voti
valutazione
0
0
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una storia stranaracconto sucessivo
Enfasi
Commenti dei lettori al racconto erotico