La bastarda
di
Elvira la bastarda
genere
sadomaso
Capitolo settimo. Nonostante tutto quello che passavo ero proprio una bella ragazza e poco a poco cominciai a rubare la scena alla mia matrigna. Al pranzo di capodanno dell'anno in cui avrei compiuto 22 anni, uno degli invitati disse alla mia matrigna "Vostra figlia è quasi più bella di voi". Fu l'ultima volta che partecipai a un pranzo. Dalla volta successiva la mia matrigna cominciò a rinchiudermi in un'umida cantina nuda, bendata e imbavagliata e con le mani e i piedi legati e ci restavo per delle ore. Intorno ai 27 anni morì mio padre e le cose per me cambiarono, naturalmente in peggio. La mia matrigna ci mise poco a dimenticarlo e si fice un nuovo compagno, un vecchio porco che mi guardava con libidine. La mia matrigna s'ingelosi' e cominciò a farmi restare sempre nella cantina da dove mi faceva uscire per fare i lavori di casa solo quando lui non c'era. Poi cominciò a lavorare da casa e in quella cantina ci rimasi praticamente seppellita. Un giorno mi trovarono svenuta. Trasportata in ospedale mi trovarono denutrizione e una fortissima infezione al retto causata dalla scarsissima igiene. Ero in ospedale da 6 mesi dove mi avevano bombardata di medicine e dove avevo deciso di lasciarmi morire. Una sera chiedevo acqua. Mi aiutò un giovane di passaggio, Luigi. Mi venne a trovare ogni sera. Cominciai a migliorare. Dopo un anno di ricovero ero guarita. Andammo a casa sua. La prima cosa che feci fu quella di togliermi le mutande. Capi '. Facemmo l'amore. Ci sposammo 3 mesi dopo. La mia è una storia a lieto fine, ma nessuno mi potrà ridare 34 anni di vita vissuti in un incubo.
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