La bastarda
di
Elvira la bastarda
genere
sadomaso
Capitolo quinto. A fine settembre con l'attenuarsi del caldo, almeno la notte cominciai a riposare. La mattina mi svegliavo più serena anche se 17 ore di lavoro ci mettevano poco a farmi passare questa serenità. La cosa non sfuggì alla mia matrigna, che come sapete mi odiava da prima che io nascessi e non ci mise molto a rompermi le uova nel paniere. Il 5 ottobre, mentre stavo per andare a letto mi annunciò. "Io e tuo padre non siamo contenti, lavori troppo poco, il tuo orario di lavoro è aumentato di 2 ore. Da subito andrai a letto a mezzanotte e ti sveglierai alle 5". "Ma mamma, lavoro già 17 ore al giorno, io non ce la faccio più". "Non ce la fa più poverina. 19 ore sono anche poche, vedremo più avanti di aumentarle. Fosse per me ti farei lavorare 24 ore su 24".Cominciarono, quindi, le angherie notturne. Il giorno 7 fui svegliata all'una e mezza per pulire il pavimento della cucina. Tornai a letto alle 3 meno un quarto. Il giorno 9 fui fatta alzare appena un quarto d'ora dopo essermi coricata. *Alzati, devi fare la doccia "." La doccia? A quest'ora? Ma se me l'avete sempre negata ". Una sorpresa qualche secondo dopo. Si trattava di una doccia fredda. Inutile protestare. La dovetti sopportare per mezz'ora. Da quel momento la doccia fredda entro' a far parte delle mie punizioni. Il giorno 11 fui svegliata alle 3 e mezza e mi fecero un clistere. I primi di novembre arrivò il freddo e le angherie notturne si attenuarono. Ci avrebbe pensato il clima. Il pesante vestito che indossavo, fu sostituito da un leggerissimo camicione e la notte dovevo dormire nuda. La strategia era chiara. Dovevo morire di caldo d'estate e di freddo d'inverno e il freddo di quel rigido inverno me lo sopportai tutto per intero. Fino a Natale io rimasi a casa da sola solo 7 volte. In quelle occasioni fui rinchiusa in camera mia con panni da lavare o da stirare. Fui punita tutte e 7 le volte. La prima volta avevo stirato 140 panni, me ne mancavano 12. Per punizione che non avevo finito me li fecero ristirare tutti e 152. La seconda volta che avevo finito di lavare tutti i panni, fui accusata che avevo finito perché avevo lavorato alla carlona e li dovetti lavare tutti da capo. La terza volta decisi di non ammazzarmi, tanto sarei stata punita lo stesso e lavorai più blandamente. La strategia fu capita e fui severamente punita con 30 cinghiate sul davanti, molte delle quali date dal lato della fibbia. Destino simile le altre 4 volte. Per Natale i miei cominciarono a ricambiare gli inviti che avevano avuto. Per me l'occasione di vedere qualcuno è magari di fare un pasto decente, pensai. Per non fare vedere che stavo a piedi nudi, per quando c'era gente mi diedero un paio di zoccoli vecchissimi e malandati che mi martoriavano i piedi. Niente cambiò per me per quando riguarda il cibo. Con la scusa che ero allergica, al primo banchetto che prevedeva agnello al forno, a me fu servito un piatto di fave bollite e rigorosamente scondite. E più o meno così fu anche le altre volte. A febbraio fui punita con 2 notti da passare nuda nel cortile. Mi beccai un'influenza coi fiocchi. Continuai a lavorare come se niente fosse e mi furono negati i farmaci necessari. La febbre che arrivò a 40 mi passò dopo un mese, la terribile tosse a metà maggio, gli strascichi arrivarono all'estate. Memorabile la punizione che subii il giorno del mio diciannovesimo compleanno. Avevamo degli invitati per un banchetto che niente aveva a che fare col mio compleanno. Era solo una coincidenza. Non ricordo come, mi scappò di dire che compivo 19 anni. La mia matrigna trasali' è divenne letteralmente furiosa quando tutti cominciarono a farmi gli auguri. Poi quando addirittura mi fecero spegnere le candeline su una torta che un commensale aveva portato uscì di senno. Capii che per me si preparava alla fine della serata un brutto, bruttissimo quarto d'ora. Fu molto peggio di quanto avessi immaginato. Fui appesa per le braccia e picchiata con inaudita ferocia e poi lasciata appesa fino all'indomani quando mezza morta fui rimessa al lavoro senza tanti complimenti. Il mio diciannovesimo compleanno è un giorno che non potrò mai scordare.
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