Fantasie di Pasquetta 2: Devi belare
di
Vandal
genere
etero
Fantasie di Pasquetta 2: Devi belare
Ore 21. La porta della stanza 73. Busso piano: due volte. Poco tempo, mi apre un ragazzone dai folti capelli rossicci e ricci, sembra appena sceso dalle Highlands "Greta?" chiede
"Sono io"
Lui si fa da parte e mi fa entrare "Grazie per aver accettato anche se festa" dice lui "Vuoi da bere? Birra? Vino, Whyskey?"
"Non è mia abitudine bere in servizio" rispondo
"Ah, come gli sbirri" e scoppia a ridere fragorosamente "Ok, bando ai convenevoli. Passiamo all'azione?"
"Sono qui per questo"
"Allora, indosseresti questo per me?" si abbassa verso una poltrona per afferrare un abito lanoso di colore bianco
"Che roba è?"
"provalo" gongola ridendo
Me lo provo, esibendomi in uno strip a titolo gratuito per lui. Nello specchio d’ingresso, vedo me stessa, una biondina sui trenta anni, piccola e piena di curve. Una Escort di Classe B che aspira a diventare regina del sesso in città.
Il vestito lanoso è il costume di una pecora. Guardo dubbiosa la mia immagine pecoreccia allo specchio e penso che il tizio ha la mente sciroccata. Mi giro e lo vedo nudo, a parte un perizoma rosso che, comunque, non nasconde un’erezione da primato: almeno venticinque centimetri di nerchia turgida “Allora, adesso, spero tu non ti spaventi. Vieni qui, metti a novanta” Obbedisco e aspetto che lui si sfoghi. Lo sento grande e grosso e mi riempie tutta. Comincia a stantuffarmi il culo “Adesso devi belare”
Rimango attonita “Come?”
“Sì, devi belare come una pecorella in calore”
Ma tu sei scemo, lo penso “Beee! Beee!”
“Si, pecorella, beli.. Che il tuo pastore e padrone ti fa andar via la paura”
E via di questo passo. Via per mezzora a farmi inculare e belare come una pecorella stuprata da una mandria di montoni.
Alla fine lui mi paga duemila dollari sonanti e mi regala pure il costume della pecorella “Per la prossima volta, baby” e mi rifila una pacca sulle spalle
Ho degli strani clienti anche a Pasquetta. Ma, i soldi sono loro.
Ore 21. La porta della stanza 73. Busso piano: due volte. Poco tempo, mi apre un ragazzone dai folti capelli rossicci e ricci, sembra appena sceso dalle Highlands "Greta?" chiede
"Sono io"
Lui si fa da parte e mi fa entrare "Grazie per aver accettato anche se festa" dice lui "Vuoi da bere? Birra? Vino, Whyskey?"
"Non è mia abitudine bere in servizio" rispondo
"Ah, come gli sbirri" e scoppia a ridere fragorosamente "Ok, bando ai convenevoli. Passiamo all'azione?"
"Sono qui per questo"
"Allora, indosseresti questo per me?" si abbassa verso una poltrona per afferrare un abito lanoso di colore bianco
"Che roba è?"
"provalo" gongola ridendo
Me lo provo, esibendomi in uno strip a titolo gratuito per lui. Nello specchio d’ingresso, vedo me stessa, una biondina sui trenta anni, piccola e piena di curve. Una Escort di Classe B che aspira a diventare regina del sesso in città.
Il vestito lanoso è il costume di una pecora. Guardo dubbiosa la mia immagine pecoreccia allo specchio e penso che il tizio ha la mente sciroccata. Mi giro e lo vedo nudo, a parte un perizoma rosso che, comunque, non nasconde un’erezione da primato: almeno venticinque centimetri di nerchia turgida “Allora, adesso, spero tu non ti spaventi. Vieni qui, metti a novanta” Obbedisco e aspetto che lui si sfoghi. Lo sento grande e grosso e mi riempie tutta. Comincia a stantuffarmi il culo “Adesso devi belare”
Rimango attonita “Come?”
“Sì, devi belare come una pecorella in calore”
Ma tu sei scemo, lo penso “Beee! Beee!”
“Si, pecorella, beli.. Che il tuo pastore e padrone ti fa andar via la paura”
E via di questo passo. Via per mezzora a farmi inculare e belare come una pecorella stuprata da una mandria di montoni.
Alla fine lui mi paga duemila dollari sonanti e mi regala pure il costume della pecorella “Per la prossima volta, baby” e mi rifila una pacca sulle spalle
Ho degli strani clienti anche a Pasquetta. Ma, i soldi sono loro.
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