Ho preso l'abitudine
di
Vandal
genere
masturbazione
HO PRESO L’ABITUDINE
Ho preso l'abitudine di sdraiarmi su una sedia a dondolo, completamente nudo e masturbarmi. Ho avuto più di un motivo da quando, alla finestra di fronte, una bionda dalle belle tette e il culo a violoncello, si è messa a fare lo strip dietro la finestra. Con un binocolo mi sono messo a spiarla, sembra lo faccia apposta. E io, con il cazzo in mano, a menarmelo con lentezza . Ecco lei che si toglie il reggiseno. Nel farlo si strizza le tette e pizzica i capezzoli. Poi si gira, sculetta, si abbassa gli slip. Aumento il movimento masturbatore. Lei entra in doccia e. Rimane a tre quarti, non vedo la sua fica. Il sapone le copre il corpo. Il getto d'acqua disegna rivoli biancastri come sperma. Lei si porta la mano destra tra le gambe e comincia a masturbarsi.
Io aumento, sento che arriva qualcosa, trattengo il più possibile. Un getto bianco si libera nell'aria e disegna una riga irregolare sul cemento. resto lì, godente, con le gocce che stillano a terra
Squilla il cellulare. Allungo una mano verso il borsello, unico indumento portato sulla terrazza. Numero sconosciuto. "Pronto?"
"Ciao dirimpettaio. Piaciuto lo spettacolo?"
"Come?"
"Dicevo: ti è piaciuto il mio spettacolo sotto la doccia?"
Mi alzo a sedere sulla sdraio e fisso il punto dove spiavo. Lei è alla finestra, cellulare all'orecchio, ancora nuda, che mi fa' ciao con la manina. "Ah, ehm.. Sì, non c'è male"
"Beh, direi, ho visto lo schizzo fino da qui"
"Scusa, penserai che sono un pervertito"
"io adoro farmi guardare mentre faccio la doccia. E adoro vedere i maschi masturbarsi per me"
"Bene per me. E anche per te"
"Quindi, sapendo che mi spii da un bel po', che ne diresti se vengo a casa tua stasera?"
“Vuoi un incontro più ravvicinato?”
“Hai una doccia?”
La doccia come il palcoscenico di un teatro. Lei che si spoglia come quando la guardo in distanza. La schiuma, il getto d’acqua, lei che se la mena. Io che la guardo seduto sulla sdraio a masturbarmi. In casa mia, a distanza di due metri e mezzo. Lei viene sotto l’acqua. Io vengo e basta. Esausto mi lascio cadere sulla sdraio.
Poco dopo, qualcosa di morbido avvolge il mio sesso. La lingua che stuzzica la punta esposta. Succhia avida. Mi alzo sui gomiti e osservo la sua testa che si muove su e ingiù, un perfetto stantuffo.
Lei si alza, sorride “Domani sera” e se ne va’ felice
E, felice lo sono anche io
Ho preso l'abitudine di sdraiarmi su una sedia a dondolo, completamente nudo e masturbarmi. Ho avuto più di un motivo da quando, alla finestra di fronte, una bionda dalle belle tette e il culo a violoncello, si è messa a fare lo strip dietro la finestra. Con un binocolo mi sono messo a spiarla, sembra lo faccia apposta. E io, con il cazzo in mano, a menarmelo con lentezza . Ecco lei che si toglie il reggiseno. Nel farlo si strizza le tette e pizzica i capezzoli. Poi si gira, sculetta, si abbassa gli slip. Aumento il movimento masturbatore. Lei entra in doccia e. Rimane a tre quarti, non vedo la sua fica. Il sapone le copre il corpo. Il getto d'acqua disegna rivoli biancastri come sperma. Lei si porta la mano destra tra le gambe e comincia a masturbarsi.
Io aumento, sento che arriva qualcosa, trattengo il più possibile. Un getto bianco si libera nell'aria e disegna una riga irregolare sul cemento. resto lì, godente, con le gocce che stillano a terra
Squilla il cellulare. Allungo una mano verso il borsello, unico indumento portato sulla terrazza. Numero sconosciuto. "Pronto?"
"Ciao dirimpettaio. Piaciuto lo spettacolo?"
"Come?"
"Dicevo: ti è piaciuto il mio spettacolo sotto la doccia?"
Mi alzo a sedere sulla sdraio e fisso il punto dove spiavo. Lei è alla finestra, cellulare all'orecchio, ancora nuda, che mi fa' ciao con la manina. "Ah, ehm.. Sì, non c'è male"
"Beh, direi, ho visto lo schizzo fino da qui"
"Scusa, penserai che sono un pervertito"
"io adoro farmi guardare mentre faccio la doccia. E adoro vedere i maschi masturbarsi per me"
"Bene per me. E anche per te"
"Quindi, sapendo che mi spii da un bel po', che ne diresti se vengo a casa tua stasera?"
“Vuoi un incontro più ravvicinato?”
“Hai una doccia?”
La doccia come il palcoscenico di un teatro. Lei che si spoglia come quando la guardo in distanza. La schiuma, il getto d’acqua, lei che se la mena. Io che la guardo seduto sulla sdraio a masturbarmi. In casa mia, a distanza di due metri e mezzo. Lei viene sotto l’acqua. Io vengo e basta. Esausto mi lascio cadere sulla sdraio.
Poco dopo, qualcosa di morbido avvolge il mio sesso. La lingua che stuzzica la punta esposta. Succhia avida. Mi alzo sui gomiti e osservo la sua testa che si muove su e ingiù, un perfetto stantuffo.
Lei si alza, sorride “Domani sera” e se ne va’ felice
E, felice lo sono anche io
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