Ginnastica Artistica - 3: cosce di ferro
di
Kazuo97
genere
etero
[segue da Ginnastica Artistica - 2: la spaccata]
Una volta arrivata al letto Elena apre le gambe, la ginnastica l’ha resa molto flessibile, perciò si ritrova in spaccata sulle mie lenzuola. Mi chino e inizio a leccarle la fica, prima lentamente poi con sempre maggiore intensità: voglio farla godere molto più di prima. Quando sento che sta arrivando all’orgasmo sento le sue mani sulla mia testa, cerca di allontanarmi. “Qualcosa non va?”
“No, è che preferisco quando mi penetri”
Sorriso malizioso, risalgo baciandola su tutto il corpo, e mi metto sopra di lei, penetrandola con una certa fermezza. Piano piano sento il suo orgasmo montare, così come sento con chiarezza quando mi sussurra nell’orecchio “scopami più forte”. Stavolta non riesco a trattenermi a lungo, e quando sente che sto per venire mi si avvinghia con le cosce intorno alla vita, spingendomi fino in fondo. Subito le mie mani corrono alle sue cosce, mentre il mio seme la invade, e non posso che essere soddisfatto di sentire quelle cosce muscolose sotto le mie mani e attorno ai miei fianchi.
Esausto dopo il sesso, mi sdraio accanto a Elena, con un po’ di fiatone. Lei si gira verso di me e mi dice “avremmo dovuto farlo da tempo non credi?”
“Assolutamente si… ma non ero sicuro”
“Nemmeno io, pensavo ti piacesse Serena”
“Non mi dispiace: sapevo che aveva una cotta per me ma non ho voluto approfittarne…”
“Potremmo approfittarne sabato volendo…”
La guardai negli occhi, pensando di aver capito male. Ma Elena mi stava guardando con uno sguardo veramente inconfondibile. “Ci vuoi parlare tu domani?” Le chiesi.
“Si, dopo l’allenamento, nello spogliatoio… ti sei ripreso per caso?”
Mi toccai un po’, e sentii che potevo anche riprendere: “perché non ti metti a pancia in giù e lo scopri?”
Facemmo l’amore ancora tre volte quella notte, prima di crollare entrambi, esausti dallo sforzo e dal godimento.
Una volta arrivata al letto Elena apre le gambe, la ginnastica l’ha resa molto flessibile, perciò si ritrova in spaccata sulle mie lenzuola. Mi chino e inizio a leccarle la fica, prima lentamente poi con sempre maggiore intensità: voglio farla godere molto più di prima. Quando sento che sta arrivando all’orgasmo sento le sue mani sulla mia testa, cerca di allontanarmi. “Qualcosa non va?”
“No, è che preferisco quando mi penetri”
Sorriso malizioso, risalgo baciandola su tutto il corpo, e mi metto sopra di lei, penetrandola con una certa fermezza. Piano piano sento il suo orgasmo montare, così come sento con chiarezza quando mi sussurra nell’orecchio “scopami più forte”. Stavolta non riesco a trattenermi a lungo, e quando sente che sto per venire mi si avvinghia con le cosce intorno alla vita, spingendomi fino in fondo. Subito le mie mani corrono alle sue cosce, mentre il mio seme la invade, e non posso che essere soddisfatto di sentire quelle cosce muscolose sotto le mie mani e attorno ai miei fianchi.
Esausto dopo il sesso, mi sdraio accanto a Elena, con un po’ di fiatone. Lei si gira verso di me e mi dice “avremmo dovuto farlo da tempo non credi?”
“Assolutamente si… ma non ero sicuro”
“Nemmeno io, pensavo ti piacesse Serena”
“Non mi dispiace: sapevo che aveva una cotta per me ma non ho voluto approfittarne…”
“Potremmo approfittarne sabato volendo…”
La guardai negli occhi, pensando di aver capito male. Ma Elena mi stava guardando con uno sguardo veramente inconfondibile. “Ci vuoi parlare tu domani?” Le chiesi.
“Si, dopo l’allenamento, nello spogliatoio… ti sei ripreso per caso?”
Mi toccai un po’, e sentii che potevo anche riprendere: “perché non ti metti a pancia in giù e lo scopri?”
Facemmo l’amore ancora tre volte quella notte, prima di crollare entrambi, esausti dallo sforzo e dal godimento.
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