La mia amica di Londra - 2 parte

di
genere
etero

- prosegue da “La mia amica di Londra - 1 parte -
Nudo, in piedi di fronte alla mia amica, ancora scossa dall’orgasmo, mi preparavo a cominciare una serata di grande impegno fisico, ma lei mi bloccò: “No, aspetta”
“Come scusa?”
“Siamo amici da una vita praticamente, e vorrei chiederti un favore, se posso…”
“Beh, ho il viso fradicio del tuo orgasmo, puoi chiedermi quello che vuoi direi!”
“Beh… se mi dai cinque minuti per rinfrescarmi ti vorrei chiedere di leccarmi ancora, mi sento come in crisi d’astinenza.”
“Rilancio: ti aiuto a lavarti e ricominciamo, che ne pensi?”
“Mi sembra perfetto, quasi non ci credo!”

Ci dirigemmo verso la doccia, nudi, con il mio braccio che le cingeva la spalla, come se fossimo stati in giro per la città invece che all’inizio di una serata di sesso memorabile.
Entrò prima lei, mentre io preparavo gli asciugamani per dopo. Non appena la raggiunsi iniziammo a baciarci e a toccarci, in cerca dei nostri corpi e di un’unione che avevamo finto di non volere per troppi anni. Le insaponai per bene la schiena, le spalle, il culo, e iniziai a lavarla anche tra là gambe, mentre la stringevo a me e la baciavo con forza, poi la feci girare. Avrei voluto insaponarle bene le cosce e il seno, piccolo e sodo, con i capezzoli di nuovo rigidi, come il mio cazzo, ma lei spinse indietro il bacino, come a dire “voglio essere scopata a pecora nella doccia”.
Mi avvicinai al suo orecchio e bisbigliai: “non volevi essere leccata ancora?” Si girò di scatto, così bruscamente che pensai di aver rovinato il momento, e mi disse: “hai ragione, che distratta che sono! Asciughiamoci, dai!”
Uscì dalla doccia per prendere l’asciugamano, e non potei fare a meno di pensare che aveva un culo veramente ben fatto. Mentre pensavo al suo culo mi stavo masturbando, ma quando Caterina se ne accorse mi fulminò con lo sguardo: “Beh? Mi lecchi o ti tocchi come un ragazzino?”. Sorrisi, e la seguii.
“Vai sul letto, mettiti comoda, ti seguo.”
“Lo so che mi guardi il culo sai?” Si avvicinò, mettendosi sulle punte per arrivare al mio orecchio: “Forse dopo, se sei bravo come prima, potrai provarlo”. Se ne andò sculettando dopo avermi dato un bacetto sulla guancia, lasciandomi un momento immobile a pensare che quella era la più bella serata della mia vita. Almeno: così credevo…
Entrato in camera da letto la trovai semi seduta, con la schiena appoggiata al muro, e le gambe accavallate. Mi guardò negli occhi per lunghi istanti, poi le spalancò dicendomi solo: “Fammi godere più di prima, se ci riesci…”
“Ma con chi credi di parlare? Quello di prima, mia cara, era solo un assaggio.”
Presi dal cassetto un olio per massaggi alla vaniglia, afrodisiaco è commestibile, e le dissi: “Fidati se ti dico che non hai mai goduto come stai per godere adesso. Mettiti a faccia in giù”
Si girò ridacchiando, e iniziai a ungerla con l’olio. Cominciai dalle caviglie, risalendo sui polpacci e sulle cosce. Sentivo il calore della sua fica mentre mi avvicinavo, e mentre massaggiavo l’interno coscia vidi che stava quasi gocciolando. Mi avvicinai al suo orecchio sussurrandole: “Potrei anche penetrarti adesso, ho visto come mi guardavi il cazzo prima, e sei bagnata come non mai…”
“E perché non lo fai allora invece di parlare? Voglio passare la notte a scopare e a godere”
“Non è ancora il momento principessa, prima ho una promessa da mantenere”
Ritornai al massaggio, tastando con decisione le chiappe, rassodate dalla palestra intensiva a cui si sottoponeva Caterina. Risalii lungo la schiena e le braccia, mentre già iniziava a mugolare di piacere.
“Ora puoi girarti a pancia in su”
Ora la ammiravo in tutta la sua bellezza, mentre lei aspettava di sentire di nuovo la mia lingua calda sul sesso con gli occhi chiusi. Il petto si sollevava appena con il respiro. Ricominciai dalle caviglie, risalendo lungo le cosce, e le impedii di aprire le gambe quando arrivai vicino alla vagina. Indugiai a lungo sui capezzoli, stuzzicandoli molto. Mi arrapava vederla così eccitata, ma dovetti smettere prima di quanto avrei voluto, perché lei improvvisamente mi prese il cazzo e iniziò a segarmi. Sapevo che in quelle condizioni non avrei potuto resistere, è così, di nuovo, le dissi: “Aspetta, ci siamo quasi”.
Mi chinai sulla sua fica, unta un po’ dall’olio è un po’ dalla sua eccitazione, e iniziai a leccarla con studiata lentezza. Sentivo montare il suo orgasmo, più velocemente di prima, e decisi di non avere pietà. Le infilai due dita nella fica e una nel culo, iniziando a masturbarla con forza. Nel frattempo la mia lingua continuava a stuzzicarle il clitoride, sempre di più, sempre di più, sempre di più.
Inarcò la schiena e venne con uno schizzo fortissimo e un urlo che non credevo possibile. Rimase con la schiena inarcata per un tempo che mi sembro lunghissimo, e poi si lasciò cadere, stremata, sul letto sfatto e bagnato. Io avevo il fiato e, e la bocca ancora piena del suo orgasmo. Deglutii e dissi: “Quando vuoi continuiamo, la serata è appena iniziata in fondo…”
- Continua -
scritto il
2022-05-01
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