Cena da amici - 1

di
genere
masturbazione

Storia realmente accaduta, con nomi naturalmente di fantasia, e un... punto di vista diverso.

-.-.-.-

La telefonata di Monica arrivò nel pieno di una discussione furiosa con mio marito. Come sempre accade in questi casi, prima di rispondere cerco di ricompormi e di assumere un tono rilassato e tranquillo: "Pronto?"
"Ciao tesoro, come stai?"
"Hmmm bene dai, e tu?"
"Tutto bene, sono super carica! Abbiamo appena traslocato, e avremmo piacere di invitarvi a cena da noi a casa nuova, pensavamo a sabato, che dici?"
Guardai mio marito, e risposi: "Sabato? Ma sì dai, sono contenta di sentirti così carica, ci saremo sicuramente!"
Occhi al cielo di mio marito, che allontano con un gesto noncurante della mano
"Grande! A sabato allora!"
"Ciao!"
La provvidenziale distrazione di Monica aveva interrotto la discussione al suo apice, e dopo aver attaccato a malapena mi ricordavo perché avevamo cominciato. "Sabato siamo da Monica e Franco per cena. Non fare quella faccia, non ti costa niente, e sono secoli che non vedo la mia amica. Tanto più che Franco ti sta anche simpatico..."
Mugugno di risposta. Mi dovrò accontentare.

Il pomeriggio di sabato, dopo una doccia fresca per combattere la calura già importante di maggio, mi preparo con calma. Fa caldo, è vero, ma la sera scende un fresco potenzialmente pericoloso. Perciò sopra il mio classico completino intimo scelgo un vestito al ginocchio, sandali con il tacco, e una giacchetta leggera. Niente calze, mi sembrano troppo formali.
Ieri mattina Monica mi ha mandato il nuovo indirizzo, e verso le 19:30 io e mio marito Carlo saliamo in macchina. "Hai cambiato profumo?" mi chiede annusando l'aria. "Sì, ti piace?" "Preferivo quello di prima, ma anche questo è buono. Mi devo solo abituare immagino".
Saliamo al terzo piano, dove Monica mi apre la porta sorridente. È radiosa, in un vestito di poco più corto del mio. Mi sembra che sia addirittura un po' più scollato del dovuto, ma in fondo è casa sua, e faccio finta di niente. "Quanto tempo!"
"Davvero, sembra passata una vita!"
Chiacchiere iniziali di benvenuto, stretta di mano con Franco che, a meno di non essermi sognata tutto, mi ha squadrata con desiderio. Ci rifletto un momento mentre Carlo saluta la mia amica e suo marito: ho un vestito piuttosto sobrio, devo aver frainteso lo sguardo di Franco.
"Andiamo a tavola? È tutto pronto!"
Io e mio marito siamo da un lato del tavolo, Monica e Franco dall'altro, e iniziamo a chiacchierare. Anche se è passato un sacco di tempo ci sembra tutto così naturale, è come se non avessimo mai smesso di vederci ogni giorno come quando andavamo a scuola. Mentre parliamo del più e del meno lo sguardo mi cade su Franco che, almeno così mi sembra, è in qualche modo irrigidito. Deve essersene accorto, perché poco dopo si rilassa improvvisamente, forse sono stata inopportuna.
Sento qualcosa che mi cade sul piede, ma ci faccio poco caso, perché prevale un bisogno primario: devo andare in bagno. "Scusa Monica, dove trovo il bagno?"
"Oh, è in fondo al corridoio a sinistra"
"Grazie, torno subito scusate"
Mi alzo, poso il tovagliolo sul tavolo accanto al mio piatto, e seguo le indicazioni di Monica. Arrivata in bagno mi alzo il vestito, mi abbasso le mutande e mi siedo sul water. Solo a quel punto mi torna in mente il contatto di quel qualcosa con il mio piede. Mi guardo, e vedo una specie di liquido denso e biancastro. Sarà una salsa? Il tavolo è di legno, forse in qualche punto è bucato ed è colato qualcosa. Lo tocco, è viscido, lo annuso, e improvvisamente nella mia testa iniziano a unirsi i puntini. Lo assaggio timidamente: non posso sbagliarmi, deve essere sperma. Ripenso alla rigidità di Franco, e allora capisco: Monica deve avergli fatto una sega, e lui deve aver sborrato sul fondo del tavolo, da cui poi lo sperma mi è caduto sul piede.
Improvvisamente accadono due cose, quasi contemporaneamente: innanzitutto mi arrabbio. Come hanno potuto fare una cosa così quei due? Poi, inaspettatamente, mi eccito da morire. Raccolgo il resto dello sperma dal collo del piede con il dito, lo ficco in bocca e inizio a succhiare, assaporando la sborra di Franco. Le mutande sono giù, e con la mano libera inizio a toccarmi, con sempre più decisione. Sono già fradicia, e poco dopo devo aggrapparmi al lavandino accanto al water per non cadere a terra, scossa dal godimento. Mi ricompongo, e guardandomi allo specchio decido di sfruttare la situazione: Franco si è fatto masturbare mentre mi guardava? Bene, e allora che guardasse! Abbassai un po' il vestito per mostrare meglio la mia scollatura, e con le mutande ancora bagnate mi avviai verso la sala da pranzo.
"Ma quanto ci hai messo?"
"Scusate, mi si stava staccando un tacco e ho dovuto ripararlo al volo" mentii rapida cercando di mantenere un tono noncurante.
"Siediti dai, stiamo per mangiare il dolce"
"Ottimo!"
Mentre Monica si alzava, e mio marito con lei per aiutarla a portare le posate e i piattini, guardai Franco. Mi stava guardando ancora, e capii che si stava godendo il mio decolletè un po' più sporgente di prima. Mentre lo guardavo negli occhi mi succhiai il dito con cui avevo ripulito la sua sborra, e con il piede iniziai a risalire la sua gamba fino ad arrivare al pacco. Anche se era appena venuto lo trovai molto rigido, e dal suo sguardo capii che non si sarebbe mai aspettato una cosa del genere.
"Eccoci di ritorno! Franco, stappa quella bottiglia che teniamo nella cantinetta per favore!"
"Subito amore"
Si alzò in fretta, e andò nell'altra stanza.

continua...
scritto il
2025-01-22
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