Il ritorno della figlia americana Settimo episodio

di
genere
incesti

Andammo via da quel sexy shop dopo aver speso una fortuna. Non ebbi il coraggio di richiederle la carta di credito perché avrei potuto farla arrabbiare e avevo paura di una sua reazione. E comunque, mi aveva detto chiaramente che ormai si era impossessata della carta di credito e di tutto quello che conteneva. Pensai che in fondo fosse giusto. Ormai stavo iniziando a vederla con occhi diversi. Memore di quello che era accaduto prima, le aprii la porta della macchina da bravo cavalier servente e poi mi misi alla guida
“ Dove vuole andare, padrona?” Lei si accese una sigaretta e mi sorrise sarcasticamente
“ Andiamo a casa. Voglio provare questi oggetti” Misi in moto e dopo una mezz’oretta eravamo di nuovo a casa mia. Appena entrati si fece consegnare le due voluminose buste delle compere appena fatte “Tu aspettami in ginocchio, paparino”
“ Sì padrona” risposi sempre più impaurito inginocchiandomi ai suoi piedi. Ma oltre alla paura provavo anche una strana emozione. Mi sembrava giusto obbedire a mia figlia che era così superiore a me in ogni cosa
“ Bene schiavetto. Quando torno voglio trovarti nella stessa posizione di adesso. Se vedo che ti sei spostato anche di un solo centimetro sono cazzi tuoi e ti riempio di botte” Si allontanò e naturalmente rimasi immobile con la faccia sul pavimento. Non avevo mai fantasticato sulla dominazione. Mi erano sempre sembrate scenette finte. Ma con mia figlia tutto assumeva una dimensione reale. Lei era davvero superiore a me. E in un certo qual modo la cosa era eccitante. Avevo sempre il cazzo dritto dinanzi a lei e questo significava che la mia eccitazione era alle stelle. E finalmente sentii il classico ticchettio dei tacchi sul pavimento. Avevo paura di alzare la testa per guardarla e riuscivo solo a vedere i suoi tacchi altissimi. Mi stava girando intorno come fa una belva con una preda e sentivo il mio cuore battere velocemente. Finalmente sentii la sua voce “Alzati!” Era una voce autoritaria, di chi è abituata a comandare e mi chiedevo chi fossero i suoi schiavi negli Stati Uniti. Ad ogni modo mi alzai e il cuore che prima mi batteva velocemente quasi si bloccò
“ Oh mio Dio” dissi sgranando gli occhi. Non avevo mai visto una donna così bella. Anche se bella non era forse l’aggettivo adatto. Era incredibilmente sensuale. Aveva indossato la tuta di lattice nera che aveva appena comprato. Era aderentissima come una seconda pelle e le delineava quel corpo strepitoso in modo eccezionale. La tuta aveva una lampo davanti che partiva dall’altezza della pancia e scendeva giù fino ad arrivare dalla parte opposta ovvero sui glutei. Era una visione pazzesca. Tanto eccitante per quanto inquietante. Si era anche truccata in modo piuttosto vistoso, a cominciare da uno splendido rossetto rosso. Lei sorrise sfrontata
“ Cosa c’è papà, ti piaccio?” Deglutii nervosamente
“ Lei è bellissima, padrona”
“ In effetti penso di essere davvero bella. Beh, vai a prendermi una sigaretta e poi spogliati completamente nudo”
“ Come lei vuole padrona” Mi sentivo completamente in balia di mia figlia, quasi come se fosse giusto che io fossi il suo schiavetto. Corsi a prendere una sigaretta e poi glie l’accesi. Dovetti alzare il braccio tanto era la differenza di altezza tra noi due, cosa che contribuiva a farmi sentire una nullità in confronto a lei. Ma la differenza era netta in ogni cosa e sempre a suo favore. Solo a vederla il cazzo mi venne dritto e naturalmente, nudo com’ero, mia figlia se ne accorse e si mise a ridere
“ Sembra proprio che tu non possa resistermi” Mi disse continuando a fumare sensualmente. Tutto in lei era sensuale e l’ammiravo mentre metteva quella sigaretta tra le labbra rosse. Mi ero messo in ginocchio e da quella posizione mia figlia era ancor più maestosa di quanto non lo fosse. Sembrava una dea. No, lei era una dea. Gettò il mozzicone della sigaretta e mi fece cenno di alzarmi per poi afferrarmi dalla nuca chinando la sua testa per cercare la mia bocca. Stavolta non feci nulla, non mi ribellai e accettai quel bacio meraviglioso. Un po’ perché non sarebbe servito a nulla ribellarmi. Poteva costringermi a fare ciò che lei voleva con le cattive e avrei solo corso il rischio che mi picchiasse di brutto. E anche perché desideravo quel bacio. Lo desideravo con tutto me stesso. Mi aggrappai al suo collo e risposi al bacio con tutta la passione che avevo. Continuai a baciare quella splendida bocca disegnata di rosso come se non ci fosse un domani, con il cuore che mi batteva di nuovo velocemente. Feci scendere la mano che si era aggrappata al suo collo e toccai quel corpo perfetto delineato nel lattice. I suoi fianchi, il suo sedere e poi le sue tette. Nicole mi lasciava fare sorridendo soddisfatta nel vedere il mio cazzo duro. La baciavo e la toccavo e mi sentivo in paradiso. Era inutile combattere con me stesso. Era inutile perché sentivo il mio cuore palpitare come mai mi era accaduto. Io l’amavo. E non come figlia ma come donna. E nello stesso tempo mi resi conto di essere indegno di amare una creatura così perfetta
“ Io…Io credo di amarla, padrona” le dissi infine “La amo perché lei è un essere superiore ed è giusto che le debba fare da schiavo”
“ Mi fa piacere che tu lo abbia capito in così poco tempo. Ti sei risparmiato un bel po’ di botte”
“ Se lei lo dovesse ritenere giusto, le accetterò”
“ Mi pare ovvio che le accetterai. Primo perché non puoi farci niente e secondo perché amo terrorizzare i miei schiavi dimostrando la mia superiorità assoluta. Ora in ginocchio di nuovo” Le obbedii e vidi che si tirò giù la lampo della tuta scoprendo la sua fica. Non indossava intimo. Nella posizione in cui mi trovavo, ero alla giusta altezza e non ci fu nemmeno bisogno che lei mi desse un ordine. Sapevo cosa dovevo fare. Le baciai appassionatamente la parte delle cosce intorno alla fica e poi tirai fuori la lingua per leccare il clitoride. Era incredibilmente enorme. Non avevo mai visto un clitoride così grosso. Sembrava quasi un piccolo cazzo per quanto era grande. Lo succhiai a lungo e sentivo mia figlia che mugolava
“ Bravo schiavetto. Mi stai facendo godere. Continua fino a che non ti do l’ordine di smettere” Continuai a leccare e succhiare il clitoride di mia figlia. Volevo soddisfarla a tutti i costi e infine sentii il suo liquido che scendeva copioso sulla mia faccia. Leccai e ingoiai quello che potevo mentre sentivo Nicole in estasi “Oddio che orgasmo mi hai procurato papà. Sei un leccatore meraviglioso”
“ Grazie padrona! Speravo che lei potesse godere tantissimo. Solo questo mi interessava” Le stavo dicendo la sacrosanta verità. In meno di una giornata Nicole mi aveva cambiato la vita. In quel momento desideravo solo che mia figlia continuasse ad accettarmi come suo schiavo. Era meraviglioso stare agli ordini di una simile dea. La osservavo in estasi, con quel sorriso sfrontato, quel corpo perfetto delineato dalla tuta di lattice, Quelle tette incredibilmente dure e dritte, le sue gambe lunghissime e quelle braccia che possedevano una forza spaventosa. Sì, mia figlia era una dea della bellezza, forte come una super eroina ed io l’amavo con tutto me stesso.
scritto il
2023-04-19
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