Dominato da mia madre Sesto capitolo

di
genere
incesti

Aveva terminato di mangiare e schioccò le dita. Avevo visto i suoi video e sapevo che quando faceva quel gesto significava che voleva fumare pertanto mi alzai di corsa e presi una sigaretta con l’accendino, glie la misi tra le sue labbra rosse e glie l’accesi servilmente. Era meraviglioso servirla, servire quella donna che ai miei occhi era veramente un essere superiore. Presi anche un portacenere. La mia intenzione era quella di inginocchiarmi ai suoi piedi con il portacenere in mano ma lei fece un ghigno
“ Apri la bocca. Sarai tu il mio portacenere. O pensavi che per essere mio figlio ti avrei risparmiato certe umiliazioni?”
“ Io… Io…” Balbettavo miseramente. Aveva ragione mia madre. Avevo creduto che la sua dominazione nei miei confronti potesse essere un po’ annacquata. Ma quell’esitazione bastò per farla alzare. Muovendo il dito indice mi fece cenno di imitarla e mi alzai anche io. Mi afferrò per il mento trascinandomi per alcuni metri fino a farmi sbattere addosso al muro
“ Tu fai ciò che io ti ordino” Sentivo la sua forte mano sul mio viso ma era solo l’inizio. Mi lasciò ma con la sua maestria mi afferrò il polso per torcermelo. Ero impotente, completamente nelle sue mani. Una sensazione assurda di inferiorità nei suoi confronti che mi fece addirittura scoppiare a piangere
“ La prego padrona, mi lasci. Farò quello che lei mi ordina” Nonostante la mia implorazione, la mamma non smetteva. Il dolore era lancinante e fu condito anche con due schiaffi. Il pianto si tramutò in un vero e proprio singhiozzo continuo. Lei invece era calma, sicura della sua superiorità fisica nei miei confronti. Continuava a torcermi il braccio fumando tranquillamente a dimostrazione della sua forza e della sua bravura
“ Adesso apri bene la bocca” mi ordinò e non potei far altro che obbedire. Lei ci depositò la sua cenere sorridendo sadicamente. Non si sforzava per niente eppure mi stava tenendo sotto il suo controllo assoluto. Era una vera dea alla quale dovevo obbedire e ritenermi fortunato per avere il privilegio di essere il suo schiavo. Smisi di singhiozzare e aprii ancora di più la bocca. Ormai il piano di mia madre era chiaro. Sarebbe stata crudele nei miei confronti per farmi comprendere che essere schiavo di un’altra persona non sarebbe stata una passeggiata. Non sarei stato come uno dei suoi innumerevoli clienti che al termine dell’ora di sessione tornavano alle loro vite ma sarei stato un vero schiavo, sottomesso alla sua volontà in ogni momento. E lei non lo voleva. Ma per tanto tempo io avevo desiderato sottomettermi a lei e dopo i primi momenti di logica incredulità di fronte alla sua violenza, stavo comprendendo che mi piaceva anche quella sua durezza, quella sua apparente crudeltà. Anzi, mi stava eccitando ulteriormente. Lei intanto terminò la sigaretta per poi sputarmi in bocca e infine spegnere sulla mia lingua quella sigaretta. Avevo la bocca impastata di cenere e tossicchiavo ma non dissi niente. Ma la mamma aveva solo iniziato il suo show. Mi lasciò il polso ma mi afferrò con una mano dietro la nuca e con l’altra proprio sul cazzo per poi sollevarmi sopra la sua testa come fossi un bilanciere
“ Oddio, la prego padrona, mi lasci” urlai terrorizzato. Glie l’avevo visto fare nei suoi video ma provare di persona quella sensazione era incredibile
“ Cominci a comprendere cosa posso farti?” mi disse. La sua voce non era nemmeno affannata ma era calma e tranquilla
“ Sì padrona” risposi con un filo di voce. Lei mi mise giù ma poi mi afferrò per un braccio trascinandomi fino al bagno
“ Sdraiati in terra. Adesso tu ingoierai la mia pioggia dorata fino all’ultima goccia” Non ebbi nemmeno il coraggio di replicare e obbedii sdraiandomi in terra. Lei si mise sopra di me e si tirò giù la lampo della sua tuta di lattice. Vedevo la sua fica completamente depilata e il cazzo ormai mio stava per esplodere. Ma non sapevo se avrei potuto farlo. La mamma iniziò quindi a pisciare e io aprii la bocca per bere la sua urina sentendomi un privilegiato per aver avuto quell’onore. Bevvi tutto quello che era possibile ma alcune gocce caddero per terra e lei mi obbligò a ripulire il pavimento con la lingua. Poi la osservai mentre ancora troneggiava sopra di me
“ Va bene così padrona?” La vidi sospirare
“ Così va bene. Devo ammettere che pensavo ti saresti arreso ma forse sei più sottomesso di quanto avrei potuto immaginare. Oggi è lunedì. Se resisterai fino a sabato diventerai il mio schiavo fisso. Ma cercherò di farti cambiare idea perché…” Si interruppe
“ Perché lei pensa non sia giusto che una madre sottometta suo figlio?” La vidi annuire
“ Proprio così” ammise
“ Se lei vuole che io sia felice, dovrà essere la mia padrona. Non voglio un’altra donna che mi domini. Io voglio lei. Sono anni che sogno questo momento” Sospirò di nuovo
“ Vedremo. Per il momento mi accontento di quello che ti ho fatto. Adesso ti fai una doccia dopodiché andrai a pulire. Voglio che la cucina risplenda e se non sarò soddisfatta le prenderai. Hai visto come ti ho sollevato sopra la mia testa? Beh, malgrado questo non conosci ancora tutte le mie potenzialità e ti farò piangere ogni giorno. Sabato sera tu sarai esausto e vorrai tornare alla tua solita vita”
“ Resisterò padrona”
“ E prima di andare a dormire ti metterò la gabbietta. Sarai in astinenza fino alla fine della settimana”
“ Come lei comanda, padrona” le dissi facendole scuotere la testa. La mia vita da schiavo stava per iniziare e sapevo che non sarebbe stato facile ma sapevo anche che sarebbe stato incredibilmente sensuale essere agli ordini di una donna del genere.

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Jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-12-07
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