Dominato da mia madre Terzo capitolo

di
genere
incesti

Lo squillo del campanello mi destò dai miei pensieri e mi alzai dal letto per andare ad aprire. Era il rider che ci portava la cena. Anche la mamma si era alzata e mentre io portavo le pizze in cucina lei pagava il conto. Mi raggiunse in cucina
“ Dai tesoro, mangiamoci questa pizza prima che si raffreddi” Il suo umore sembrava normalissimo e ormai davo per scontato che lei non avesse visto nulla
“ E tu che hai fatto oggi mamma?” le chiesi. Lei alzò le spalle
“ Niente tesoro. Lo sai che la domenica mi piace poltrire davanti alla televisione”
“ Quando non hai un fidanzato” le dissi facendola ridere di gusto
“ Tanto durano pochissimo con me. I maschi non sono abituati a una donna come me. Quando scoprono le mie qualità fisiche, il fatto che sono nettamente più forte di loro, vanno in depressione” Accompagnò quelle parole flettendo il braccio destro e, come per magia, i suoi muscoli d’acciaio di manifestarono. Non erano enormi. Mia madre non era un ammasso muscolare come le body builders e il suo corpo, pur tonico e allenato perfettamente, era molto femminile, con le curve al punto giusto e i suoi muscoli venivano fuori solamente quando lei voleva metterli in mostra. Come in quel momento. Le toccai il bicipite. Era impressionante per quanto fosse duro e lei sorrise di nuovo
“ Tesoro, questi ornamenti mi fanno fare cose straordinarie”
“ Sei eccezionale, mamma” le dissi ed era la sacrosanta verità. Mia mamma era una donna con delle doti fuori dal comune e io, mentre continuavo a mangiare la pizza, mi dicevo che sarebbe stato difficile per me innamorarmi di una ragazza perché avrei fatto sempre un paragone con lei e nessuna ragazza da quel paragone ne sarebbe potuta uscire vincente.

Terminammo di mangiare e la mamma andò nel salone mettendosi seduta e accendendosi una sigaretta. La televisione era ancora accesa ma lei non sembrava essere troppo interessata a ciò che trasmetteva
“ Allora Michael, ancora non mi hai detto come hai trascorso la domenica”
“ Niente di particolare, mamma. Abbiamo fatto una passeggiata in centro” Tirò una boccata alla sua sigaretta e sorrise lievemente
“ Nessuna ragazza? Tra noi c’è la massima confidenza e non ci sarebbe niente di male se tu me lo dicessi” Scossi la testa
“ No mamma, nessuna ragazza al momento. Beh, se non ti dispiace me ne vado in camera mia”
“ Fai pure tesoro. Io continuo a rilassarmi qui”
“ Ok” feci laconicamente e mi avviai in direzione della mia camera. Il mio portatile era ancora acceso, proprio come l’avevo lasciato io e ormai era quasi completamente scarico. Presi il caricabatterie e lo collegai al computer in modo da poterlo usare. Nel frattempo sentii dei rumori di passi. Ovviamente, non poteva che essere la mamma e mi alzai dalla sedia dove nel frattempo mi ero seduto per andare a curiosare. La nostra casa era piuttosto grande e la stanza della mamma era praticamente dalla parte opposta rispetto a quella dove mi trovavo io ma mi accorsi che il rumore della televisione non c’era più, segno evidente che l’aveva spenta. Rientrai nella mia stanza e mi rimisi seduto davanti al mio portatile. Il segnale di una notifica sul cellulare mi segnalò l’arrivo di un messaggio. Era la chat su Whatt’sApp che avevo coi miei amici più cari, compresi quelli con cui ero uscito quel pomeriggio. Si parlava di cazzate, di calcio, di ragazze anche se a volte c’erano argomenti molto più seri come gli esami che si stavano avvicinando di gran carriera. Mi gettai quindi di nuovo sul letto e partecipai alla chat che intanto si era arricchita di altri amici. Poi sentii di nuovo un rumore di passi all’esterno. Ma erano diversi. Quelli erano passi di una donna che camminava sui tacchi alti, con il classico ticchettio che avevo ormai imparato a riconoscere perché la mamma quando usciva metteva sempre i tacchi molto alti che uniti alla sua considerevole altezza la facevano svettare nettamente su di me e probabilmente sulla maggior parte degli uomini. D’altronde, era già abbastanza più alta di me visto che raggiungevo a stento il metro e 75 e la mamma scherzando mi diceva che dovevo aver ripreso da quel fantomatico padre che non avevo mai conosciuto. Avevo in realtà anche qualche rassomiglianza con mia madre e in particolare i capelli chiari anche se non biondi come i suoi e gli occhi azzurri ma mi ero sempre rammaricato di non aver preso anche la sua altezza.
Ma quel ticchettio si avvicinava sempre di più. Pensai che la mamma avesse deciso di uscire e mi stava venendo ad avvisare e rimasi quindi col mio cellulare in mano senza meravigliarmi più di tanto. Poi la porta si spalanco all’improvviso e rimasi folgorato. Davanti a me si stagliava una dea, la dea della bellezza. Si era vestita come in quei video che faceva, con un pantalone di lattice nero aderentissimo come una seconda pelle, un corpetto di lattice anch’esso che però coprivano ben poco del suo seno rigoglioso e stivali alti con un tacco a spillo di almeno 15 centimetri. Era truccata alla perfezione compreso naturalmente un rossetto rosso che delineava perfettamente la sua bocca. Rimasi impietrito, con gli occhi spalancati e impossibilitato a dire una sola parola. Lei avanzò fino al centro della stanza
“ E così ti piace vedere i miei video?” Il cuore iniziò a palpitare velocemente
“ Io… Sì mamma” ammisi dopo alcuni secondi in cui non riuscivo nemmeno ad aprire bocca
“ E hai fantasie su di me, non è così Michael?” Respiravo affannosamente. Avevo organizzato tutto proprio per far sapere a mia madre che il mio sogno era quello di sottomettermi a lei ma in quel momento ero completamente nel pallone. Come se non bastasse, quella visione perfetta mi aveva fatto venire un’erezione incredibile
“ Ecco mamma, io…”
“ Tu vorresti essere uno schiavo, non girarci intorno” Scossi la testa
“ Non uno schiavo. Io sogno di essere il tuo schiavo. Ho questa fantasia ma solo con te. Perché io… Io ti vedo come un essere superiore” Si avvicinò e mi afferrò per un braccio. Non mi aveva mai messo le mani addosso ma capii immediatamente che quella sera le cose sarebbero cambiate. Mi fece una dolorosa torsione e poi mi diede due ceffoni enormi
“ Sei un idiota. Tu pensi che vivere da schiavo sia facile? Quei video non rappresentano la vera dominazione. Io coi miei clienti faccio quello che mi pagano per fare. Oppure pensavi che decidessi io?” Continuava a farmi quella torsione e potevo finalmente comprendere sulla mia pelle quanto fosse forte. Non si sforzava per niente eppure mi aveva sotto il suo controllo causandomi un dolore immenso
“ Io… Mamma, ti prego mi stai spezzando il braccio” Rise di gusto
“ So controllare la mia forza perfettamente. Potrei spezzartelo solo se decidessi di farlo. Allora Michael, ti ho fatto una domanda ed esigo una risposta”
“ No mamma, lo so che è una scenetta ma… Non lo so, fantastico da tempo che tu possa essere la mia padrona”
“ Vuoi essere il mio schiavo? Va bene. Ma lo sarai per davvero e non sarà una finzione come coi miei clienti. Ti farò passare per sempre la fantasia di sentirti schiavo”
“ Dici davvero? Cioè tu sarai… la mia padrona” Mi lasciò il braccio ma mi arrivò un altro ceffone e stavolta fu più violento, talmente violento che andai un paio di metri indietro dove per fortuna c’era il letto cadendo proprio sopra di esso. I ceffoni di mia madre erano vere e proprie mazzate
“ Alzati!” Mi ordinò e io mi apprestai ad ubbidire andando di fronte a lei. La differenza di altezza contribuiva a farmi sentire una nullità al suo confronto. La mamma si prese alcuni secondi di pausa e poi proseguì “E così tu hai sensazioni di sottomissione nei miei confronti. Bene, ti farò diventare un vero schiavo ma non resisterai” Rimasi sconcertato. Il mio sogno si stava per avverare
“ Io lo sarò mamma, te lo promet…” Non terminai la frase perché l’ennesimo schiaffo mi colse in pieno volto. Andai a sbattere contro il muro e lei si avvicinò a me afferrandomi il volto con la mano
“ Quando ti rivolgerai a me potrai farlo chiamandomi padrona, o signora. Oppure signora Karen. I ruoli di madre e figlio da questo momento si annulleranno. Tu dovrai adorarmi e obbedirmi e al minimo errore io ti farò pentire di avere accettato” Continuavo ad ansimare. Avevo la faccia rossa per gli schiaffi ricevuti e il cazzo che mi stava per uscire dai boxer. Un po’ per la sua bellezza e un po’ per la sua dominazione. E se volevo un’ulteriore prova di quanto mi piacesse sottomettermi a lei, l’avevo avuta
“ Sì padrona” le risposi infine
“ Molto bene. E cominciamo a stabilire le regola. La prima è che tu per fare qualsiasi cosa dovrai chiedere il mio permesso. La seconda è che esigerò di essere servita da te. Dirò a Maria che a una certa ora dovrà andare via e sarai tu a prepararmi la cena. E se non dovessi soddisfarmi per te si metterà male. Infine metterò una gabbietta al tuo pisellino così non ti farai più le seghe sui miei video. Te la toglierò quando rientrerò a casa dove pretendo che tu mi attenda completamente nudo. Hai capito bene?”
“ Sì padrona” risposi ormai completamente immedesimato nel ruolo di schiavo di mia madre
“ Bene. Riposati perché da domani si comincia. Se riuscirai ad arrivare alla fine della settimana prossima tu diventerai il mio schiavo personale ma farò di tutto per farti abbandonare. E se tu abbandonerai, mi devi promettere che lascerai da una parte tutte queste fantasie e cercherai di avere una vita normale”
“ Glie lo prometto, padrona”
“ Molto bene. So che manterrai la promessa. E nello stesso tempo voglio che tu continui a prepararti per la maturità” concluse mia madre o, per meglio dire, la mia padrona. Io annuii e la vidi uscire dalla mia stanza ammirandole quel culo perfetto. Volevo diventare il suo schiavo ma già sapevo che non sarebbe stato facile. Ma era il mio desiderio. Il mio unico desiderio ed ero sicuro che ce l’avrei fatta.

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Jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-11-27
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