La mia padrona è una trans Ottavo episodio

di
genere
dominazione

Guardai l’orologio. Le 8.28. Potevo quindi portare la colazione a Padrona Lucrezia. Chissà qual era il suo vero nome ma mi interessava relativamente. Quello che mi importava in quel momento era che lei gradisse ciò che le avevo preparato e, malgrado avessi ricevuto direttive ben precise, ero in tensione. Portai il vassoio nella sua camera da letto e mi fermai alcuni secondi ad osservarla mentre ancora dormiva placidamente. Ancora non riuscivo a capacitarmi. Possibile che io la vedessi così bella? In quel momento ad esempio era ovviamente struccata, coi lunghi capelli biondi arruffati ma i lineamenti del volto erano belli e del tutto femminili. Altrettanto femminile era il corpo. Le spalle potevano assomigliare a quelle di una ragazza che fa nuoto ma non certo a un uomo. Ma ciò che risaltava in quel momento era il suo cazzo enorme in erezione e avrei voluto prenderlo in bocca nuovamente per soddisfarla ma mi attenni agli ordini. Sempre col vassoio in mano la chiamai
“ Signora padrona, sono le 8.30 e la sua colazione è pronta” Aprì gli occhi e mi sorrise
“ Vediamo se sei stato attento alle mie direttive” Le porsi il vassoio, mi misi servilmente in ginocchio e lei iniziò a bere un po’ del suo caffè scuro per poi addentare una fetta biscottata cosparsa di miele. Sembrava gradire e ne ebbi la certezza quando mi ordinò di alzarmi e di chinarmi verso di lei. Mi baciò appassionatamente facendo diventare il mio cazzo di marmo “Sei stato veramente bravo e oggi ti darò l’onore di fare la doccia insieme a me” La doccia insieme a lei? Tremavo solo al pensiero di poterla accarezzare e insaponare e il mio cazzo divenne ancora più duro ma non potevo venirmene senza il suo permesso. Essendo nudo, la mia erezione era ben visibile e lei osservava il mio membro soddisfatta del suo potere erotico nei miei confronti. Dopo la colazione le accesi la prima sigaretta della giornata e quando ebbe terminato si alzò. Era una visione incredibile. Un corpo femminile atletico ma tutto sommato longilineo e quella protuberanza assurda. Aveva perso la sua erezione ma anche floscio era qualcosa di incredibile. Mi prese per mano e mi condusse verso uno dei suoi bagni, anche questo arredato in modo lussuoso. D’altronde, guadagnava migliaia di euro ogni giorno solo per chattare coi suoi schiavi e per mostrare foto e video. Ma quanti erano quelli virtuali? Mi feci coraggio
“ Posso chiederle quanti sono i suoi schiavi virtuali?”
“ Sei geloso?” mi chiese scoppiando a ridere
“ Io… Sarebbe meraviglioso che lei avesse solo me ma so che non posso pretenderlo” Mi osservò seriamente
“ Io posso avere tutti gli schiavi e tutti gli uomini che voglio. Tu invece non potrai permetterti nemmeno di guardare una donna se vuoi rimanere con me. Tu sei una cosa mia e delle mie cose faccio quello che voglio” Chinai la testa soggiogato da quello sguardo
“ Sì signora padrona, lo immaginavo”
“ Comunque, per rispondere alla tua domanda, sono migliaia. Tu conosci OnlyFans?” Annuii. Era una specie di social network a pagamento dove le persone, ovvero i fan, avevano modo di interagire, dietro ovviamente un pagamento, con i loro personaggi preferiti
“ Sì signora padrona, lo conosco” confermai
“ Bene. Ho circa diecimila fans che pagano ognuno dieci euro al mese per i miei contenuti” Rimasi per l’ennesima volta esterrefatto
“ Sono… Centomila euro ogni mese”
“ Non proprio. Tra tasse e spese per la piattaforma se ne va almeno il 30% ma rimane ugualmente una buona cifra. Su OnlyFans pubblico soprattutto nudi artistici e video oppure faccio dirette streaming. In realtà non sono proprio schiavi ma semplicemente ammiratori. Qualcuno mi fa delle richieste speciali e di solito tendo ad accontentarli se quella richiesta è anche nelle mie corde. Sono arrivati ad offrirmi anche mille euro solo per fare un video privato per loro. Cinque minuti di lavoro e mille euro in più sul mio conto”
“ E’ incredibile”
“ Non per me. I miei fans aumentano ogni giorno e spero di arrivare almeno a ventimila il prossimo anno. E poi ci sono i miei schiavetti su Whatt’sApp e sugli altri social che sono una minoranza ma sono realmente schiavi. Anzi, più esattamente dei money slave ovvero mi regalano soldi anche se interagisco poco con loro. Do loro dei semplici ordini generalizzati oppure mi basta postare una foto di una borsa che costa ad esempio mille euro dicendo che la voglio e loro si prodigano a mandarmi soldi per accontentarmi. Questi mi mandano 500/600 euro al mese e a volte sono io stessa a doverli fermare altrimenti si rovinerebbero”
“ E sono circa 50 mila euro al mese”
“ Già, sono degli schiavetti davvero devoti”
“ E poi i suoi due schiavi personali” aggiunsi
“ Quelli fanno parte di un altro discorso ancora. Con loro posso divertirmi perché è una dominazione reale. E come già ti ho detto, sono ricchi e generosi. Con loro non devo nemmeno chiedere e si presentano con abiti e scarpe firmate oppure con un bonifico. L’ultimo l’ho ricevuto alcuni giorni fa di cinquemila euro, un ringraziamento per avergli dato l’onore di uscire a cena insieme” Era davvero incredibile. Padrona Lucrezia possedeva un impero. Cercavo di fare due conti per capire quanto avesse guadagnato in un anno ma lei sembrava avere il potere di leggere nella mia mente e proseguì “Nell’ultimo anno ho avuto introiti netti per due milioni di euro ma le previsioni sono di raddoppiare la cifra, soprattutto grazie ai contenuti di OnlyFans. Ormai posso considerarmi una diva del web e malgrado faccia una vita immersa nel lusso e che quindi non mi metta a risparmiare, sono ricchissima e ogni giorno lo divento sempre di più” La osservavo con un misto di meraviglia e di ammirazione e lei sorrise “Vedo che sei rimasto con la bocca aperta”
“ Io… Mi ero reso subito conto che lei guadagnasse cifre sostanziose ma non credevo potesse arrivare a tanto”
“ Il problema è stato comprendere che c’era un mercato per quelle come me ma dopo averlo compreso tutto è venuto di conseguenza. Basta essere disinibiti e gli uomini farebbero qualsiasi cosa. Per una donna ma, per strano che possa sembrare, ancor di più per una trans. A patto che sia bellissima, cosa che è difficilissimo da trovare. La mia dotazione poi è quasi unica ed ecco perché i miei ammiratori aumentano sempre di più. Stiamo però perdendo tempo, entriamo in doccia. Quando vorrò ti spiegherò più nei dettagli” La seguii nel box doccia e l’acqua iniziò a scendere bagnandoci completamente. Mi indicò quali fossero i saponi che dovevo usare e mi ordinò di insaponarla. Era la cosa più bella che avessi mai fatto in vita mia. Massaggiavo quelle tette incredibilmente dure e proseguii poi su tutto il corpo, prima da dietro dedicandomi in special modo al suo culetto adorabile e poi davanti, tornando quindi sulle tette, sul collo per poi scendere sul suo cazzo che ben presto iniziò a svettare maestoso. Anche il mio era eretto da un bel pezzo ma nel vedere la differenza mi sentii un uomo da nulla ed era stata probabilmente quella differenza a far sì che io e tanti altri uomini ci sentissimo così inferiori a lei tanto da pendere letteralmente dalle sue labbra. Continuavo a massaggiargli il cazzo e mi accorsi che desideravo prenderlo in bocca ma avevo timore di prendere decisioni e fu lei a ordinarmelo. Lo sciacquai e finalmente lo ingoiai per quello che potevo. Era una sensazione di vera sottomissione, vera umiliazione che però nello stesso tempo mi regalavano un piacere incredibile. Non era il piacere di prenderlo in bocca ma quello di sentirmi una nullità al suo confronto. Per qualche misterioso motivo, ne traevo un inaspettato beneficio erotico perché il mio desiderio era davvero enorme. Ancora una volta, come ieri, dimostrò una resistenza di ferro ma finalmente riuscii a fare eiaculare quel membro spettacolare e, come al solito, ingoiai tutto per poi ripulirlo con la lingua. Alzai gli occhi verso di lei che sorrideva ed ero felice nel vedere che aveva apprezzato. Era ancora parzialmente duro e stavo per alzarmi quando sentii la sua mano spingere sulla mia testa
“ Ora ti piscerò in bocca e tu dovrai bere fino all’ultima goccia” Sentii il mio cuore aumentare i battiti vorticosamente. Non avevo pensato mai a una cosa del genere. Solo due giorni fa a quell’ora stavo scendendo per andare ad aprire il mio negozietto ignaro degli avvenimenti che avrei vissuto. Se avessi detto di no mi avrebbe cacciato via. I patti erano chiari. Avevo il diritto di rifiutare ma avrei chiuso con lei e quella era l’ultima cosa che avrei voluto. Non potevo perderla. In poche ore era diventata non solo la mia padrona ma la mia guida, il mio unico scopo di vita. I suoi baci, il sesso che avevamo fatto insieme… Tutto era magico con lei. Se quelle che lei desiderava era di pisciarmi in bocca, era giusto che io mi attenessi ai suoi ordini. Aprii la bocca come un assetato per dimostrarle la mia venerazione dopodiché afferrai il cazzo ancora semi eretto e lo direzionai nella mia bocca. Non dovetti attendere molto e un fiotto caldo mi inondò la bocca. Faticavo a ingurgitare tutto. Il getto era potente e non ce la facevo. Quando terminò di orinare rimasi in ginocchio al suo cospetto
“ Mi perdoni, signora padrona. Ho provato a bere tutto ma non ce l’ho fatta. Le prometto che la prossima volta andrà meglio. Tutto quello che chiedo è soltanto di soddisfarla” Sentivo l’acqua della doccia continuare a scendere inesorabile poi finalmente la sua voce
“ La prossima volta che sprecherai tutto quel nettare divino, ti picchierò molto forte. Adesso leccami il culo, schiavo. E fallo bene, senza fermarti fino a che io non ti darò il permesso” Stavolta non ebbi nemmeno un secondo di ritardo per pensarci. Dovevo obbedire. Mi spostai dietro di lei e iniziai a far uscire la lingua cercando quel buchetto che ieri avevo penetrato col mio cazzo e la infilai dentro. Ancora una volta, l’unico mio desiderio era quello di soddisfare quella meravigliosa creatura e mi dedicai alla completa pulizia di quel dolce anfratto, tra l’altro privo di odori a causa della doccia che stavamo facendo. Rimasi a leccarle il culo per un bel po’. Era chiaro che le piaceva e che quindi non aveva nessuna intenzione di farmi smettere e io mi sentivo di stare esattamente dove mi trovavo. Quella era la mia giusta posizione al suo cospetto. Padrona Lucrezia doveva avermi fatto una specie di lavaggio del cervello ma quello che contava era che io mi sentissi felice di sottomettermi completamente a lei e diventare il suo leccaculo. Dovette passare almeno un quarto d’ora quando mi disse che potevo smettere. Lei si voltò mettendomi un piede in testa
“ Adesso finisci la doccia. Dentro uno degli armadietti troverai un kit da viaggio per la pulizia dei denti e un collutorio. Pulisciti bene la bocca e poi vai a vestirti per andare al lavoro” Le baciai devotamente i piedi
“ Grazie signora padrona” le dissi semplicemente e la vidi afferrare un accappatoio e metterselo indosso. Ora potevo proseguire la mia pulizia personale.

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-05-30
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