La mia padrona è una trans Sesto episodio

di
genere
dominazione

Il corriere che ci portò la cena a casa rimase di sasso quando andai ad aprire la porta con Padrona Lucrezia a fianco a me. Aveva indossato un pantalone di lattice nero aderentissimo e un top dello stesso colore che faticava a rinchiudere quelle tette meravigliose. Si era truccata di nuovo e aveva ai piedi degli stivali alti al ginocchio con il tacco a spillo che la facevano svettare nettamente sopra di me. Una visione irresistibile che anche al povero corriere dovette sembrare qualcosa di irreale tanto che per poco non lasciò cadere i cibi, ammaliato e con la bocca aperta. La mia padrona sorrise, abituata naturalmente a certe reazioni, pagò il dovuto e io presi i cibi portandoli nel salone che avevo già preparato. Aveva voluto cenare in questo modo per la prima serata che trascorrevamo insieme ma mi aveva avvertito che dalla prossima volta avrei dovuto essere io a prepararle la cena. A meno che non ci fossero altri schiavi e in quel caso avrebbe deciso al momento chi avrebbe avuto l’onore di servirla. Io nel frattempo mi ero rivestito, e lei si era appunto cambiata. La osservavo in estasi. Quel pantalone di lattice le fasciava il corpo in modo incredibilmente sensuale ma, malgrado fosse aderentissimo, il suo cazzo enorme non si vedeva e mi chiedevo come facesse a nasconderlo così bene. Scoprii in seguito che esistevano alcuni metodi che le trans usavano per farlo e lo facevano addirittura coi costumi da bagno ma in quel momento per me era un mistero. Misi i cibi sulla tavola e le spostai la sedia per farla mettere seduta
“ Per oggi sederai accanto a me. Ci saranno volte che ti ordinerò di mangiare per terra e altre, come stasera, che vorrò tenerti vicino a me. In ogni caso dovrai attendere un mio ordine”
“ Sì signora padrona. Grazie del permesso si sedere accanto a lei”
“ Adesso dovrai spogliarti di nuovo. A casa ti voglio sempre completamente nudo, tranne ovviamente se dovesse venire qualcuno come è capitato stasera col corriere che ci ha portato i cibi” Le obbedii immediatamente e mi spogliai. Era evidente come fosse abituata a comandare sugli altri. Il suo tono di voce era autoritario e sentivo che non potevo fare altro che stare zitto e obbedire. Rimasi quindi completamente nudo, col mio cazzo che era di nuovo dritto come se mi fossi preso una scatola di viagra, a testimonianza del potere erotico che aveva su di me. La servii e poi attesi il suo permesso per mangiare anche io anche se non avevo fame. Ero come se mi trovassi in una bolla. Non riuscivo a ragionare concretamente e in quei pochi momenti di lucidità non mi riconoscevo. Avevo appena preso in bocca un cazzo enorme, avevo ingoiato una quantità inusitata di sperma e stavo in attesa di ordini da una persona che fino a qualche ora prima mi era completamente sconosciuta. Possibile che mi avesse fottuto il cervello in quel modo? Le avevo detto addirittura di amarla ed era quello che sentivo realmente. Ma non un amore normale ma un amore che si poteva nutrire verso una divinità perché tale era ai miei occhi. La osservavo ammaliato mentre mangiava lentamente, assaporando quei cibi che aveva ordinato in un rinomato ristorante e la vidi sorridere
“ Cosa c’è Leonardo? Cosa ti stai chiedendo?”
“ Io… Io mi chiedevo come ha fatto a capire che avrei accettato?”
“ Semplice ragionamento. Hai visto i miei contenuti e ti sei reso conto che persona sono. Se mi avessi seguita a casa, come poi hai fatto, era scontato che tu fossi attratto da ciò che rappresento. Non è così Leonardo?”
“ Sì signora padrona, è così. Posso farle alcune domande? Vorrei sapere tutto di lei”
“ Dimmi pure”
“ Quando si è accorta del potere che aveva nei confronti degli uomini?”
“ Da ragazzina. O forse dovrei dire da ragazzino. Ho cominciato presto sai. Andavo in palestra per allenarmi con le arti marziali fin da bambino. Mia madre che conosceva le mie tendenze mi iscrisse perché temeva che avrei potuto subire delle angherie e in quel modo avrei potuto difendermi. Già a 14 anni avrei potuto picchiare un paio di uomini con facilità. Beh, nello spogliatoio un uomo rimase di stucco nel vedermi il cazzo che, malgrado avessi solo 15 anni era già sviluppato. Mi chiese se avessi avuto voglia di dominarlo in cambio di soldi”
“ Quindici anni? Era un pedofilo!” le feci presente
“ Pensava che fossi più grande. Gli avevo detto di essere maggiorenne e lui ci aveva creduto. Lui voleva farsi sottomettere da una femboy ovvero da un maschio talmente bello da assomigliare a una donna. Per di più la mia dotazione mi faceva quasi unico. Ad ogni modo, lo feci e scoprii un mondo affascinante. Da quel giorno ho iniziato a fare il dominatore on line ma uno come me andava bene solo per i gay o per i bisex. In certe situazioni già mi vestivo con abiti femminili e lo feci anche nella dominazione e le cose cambiarono completamente. Per qualche strano motivo, un dominatore uomo non aveva molto successo mentre una trans, soprattutto bella come me, era osannata. Appena maggiorenne, terminato il liceo, decisi di abbandonare completamente le vesti maschili. Volevo essere una donna a tutti gli effetti tranne che per il cazzo. Mi feci il seno e poi tutto il resto. Imparai ad essere una vera femmina, a muovermi e a gesticolare come una donna. Già da adolescente mi truccavo e mi vestivo da femmina, mi compravo le scarpe col tacco alto e cambiò quindi molto poco. Quello che era cambiato molto fu che avevo imparato che una con le mie qualità poteva guadagnare un sacco di soldi. Come ti ho detto prima, se come maschio la mia clientela era limitata, come trans era diventata molto più ampia. Scoprii che ci sono una miriade di uomini pronti a pagare solo per il gusto di sentirsi delle nullità e io cominciai a sfruttare le mie doti per diventare ricca. In pochi anni ho guadagnato quanto tu non riuscirai a guadagnare nella tua vita” Ero stato ad ascoltarla quasi rapito. Ero affascinato dal suo tono di voce. Sarei stato ad ascoltarla per ore e ore
“ Sentirsi una nullità rispetto a lei è automatico. E’ proprio ciò che sto sentendo io” Fece un sorriso di piena consapevolezza
“ Adesso è niente. Vedrai tra qualche giorno” Chinai la testa. Sapevo che sarebbe andata così ma ormai le mie preoccupazioni erano alle spalle. La riguardai in volto
“ E come l’ha presa la sua famiglia?”
“ Mia madre e mio fratello sono fieri di me. Mio padre non lo vedo da quando ero neonato e nemmeno me lo ricordo”
“ E’ bello che i suoi parenti l’abbiano appoggiata”
“ Sì molto. Mio fratello poi pende dalle mie labbra”
“ Anche lui ha subito il suo fascino, evidentemente”
“ Già. Quando gli dissi che ero diventata una mistress mi rispose che una come me aveva il diritto divino di dominare qualsiasi uomo. Ho avuto la sensazione che parlasse anche di lui e non è detto che prima o poi non lo faccia. Sono sicura che sarebbe uno schiavo devoto. Anche perché avrebbe bisogno di disciplina” Sgranai gli occhi dallo stupore
“ Lei vorrebbe sottomettere suo fratello?” Alzò le spalle
“ Perché no? Sono sicura che non aspetta altro anche se non lo ammetterà mai a sé stesso. Fino ad ora mi sono accontentata di dargli piccoli ordini e un paio di dure lezioni ma credo che sia arrivato il momento di sottomettere definitivamente anche lui”
“ E se lui non accettasse?”
“ Lo posso fare obbligandolo con la forza. Anche se è più grande di me, io sono nettamente più forte di lui. Ma poi anche lui si lascerà andare e accetterà la sua inferiorità nei miei confronti. E comunque, come ti dicevo, ha bisogno di imparare la disciplina” Non replicai perché il mio ruolo me lo impediva. In fondo, non aveva tutti i torti. Era giusto sottomettersi a una creatura del genere. Mi ordinò di riempirle il bicchiere di vino e le obbedii immediatamente. Era strano stare agli ordini di un’altra persona era estremamente eccitante. Bevve lentamente quel bicchiere di vino e presi la bottiglia in mano
“ Ne vuole altro, signora padrona?”
“ No. Ho bevuto due bicchieri che è il massimo che mi concedo. Ora vai a prepararmi il caffè. Lo esigo sempre dopo i pasti. Senza zucchero” Mi alzai di corsa e andai in cucina. Ovviamente, ancora non conoscevo bene l’ambiente ma non faticai a trovare la macchina del caffè con le cialde e inserii una di quelle cialde nella macchina dopo aver preso una tazzina. Lo avrei voluto anche io ma non mi azzardai a farlo. La mia padrona non mi aveva detto che potevo berlo e credetti fosse meglio non fare una cosa senza prima avere il suo consenso. Già, la mia padrona. Ancora non mi sembrava vero. L’unica cosa che mi dava un po’ di fastidio era girare nudo per casa soprattutto considerando che continuavo ad avere un’erezione quasi perenne ma era un suo ordine ed era meraviglioso attenersi a quell’ordine. Cercai un vassoio e misi la tazzina sopra quel vassoio ripresentandomi di fronte alla mia padrona che aveva approfittato della mia assenza per rimettersi il rossetto. Bramavo di nuovo quelle labbra che erano riuscite a farmi venire con un solo bacio ma tutto in lei era eccitante. Non sapevo cosa esattamente lei volesse da me e non sapevo come comportarmi considerando che per me era tutta una novità e andai un po’ a intuito. Mi inginocchiai al suo cospetto e le porsi la tazzina che lei afferrò con grazia per portarla alle labbra. Aveva gesti più femminili di quelli di una vera donna. Aveva accavallato le sue lunghissime gambe ricoperte dal lattice e pensai che non avevo mai visto una creatura così bella. Attesi che lei terminasse di bere e poi schioccò le dita
“ Quando schiocco le dita significa che voglio fumare. Prendi una sigaretta dalla mia borsa e accendimela” La guardai col batticuore. Sapeva dare gli ordini nel modo giusto e obbedirle era quasi dovuto. Mi affrettai infatti a cercare le sue sigarette nella borsa, ne presi una e glie l’accesi con devozione. Quanto era erotico servirla! Malgrado fossero trascorse solo poche ore, avevo già capito come quella creatura mi fosse entrata nella mente e nel cuore
“ Sto andando come lei desidera, signora padrona?” Mi sorrise
“ Io non sbaglio mai. Sapevo che non aspettavi altro che inginocchiarti ai miei piedi e posso ritenermi soddisfatta per essere la prima sera. Ma sappi che pretenderò molto di più”
“ Sono pronto ad accettare qualsiasi cosa” le dissi convinto. Ero un altro uomo rispetto a quello che l’aveva accolta nel mio negozietto il giorno precedente e sapevo che quello che desideravo era ciò che stavo vivendo
“ Lo vedremo” rispose sibillina. Continuavo ad ammirarla mentre fumava. Era sexy anche in quello e non avrei voluto staccare i miei occhi da quella visione per niente al mondo
“ Lei è davvero bellissima, signora padrona”
“ Lo so”
“ E così lei è anche una campionessa di arti marziali? E’ davvero molto brava?” le chiesi più che altro per intavolare un discorso. Lei però spense il sorrisino
“ Alzati!” mi ordinò e naturalmente le obbedii. Venne di fronte a me afferrandomi con una mano il volto mentre con quell’altra teneva ancora la sigaretta “Ora ti darò una piccola dimostrazione. Prova a colpirmi e cerca di farlo in maniera violenta, come se intendessi sopraffarmi” Avevo già capito che mi ero messo in un guaio ma non replicai. Dovevo fare ciò che lei mi aveva ordinato e cercai di sferrarle un pugno che lei parò con naturalezza, senza scomporsi, afferrandomi il polso e torcendomelo. Sentii un dolore tremendo mentre lei era calmissima e continuava addirittura a fumare
“ Mi lasci, la prego signora padrona” Per tutta risposta si mise la sigaretta tra le labbra e fece partire uno schiaffo violentissimo
“ Non azzardarti mai più a mettere in discussione ciò che dico” Un altro schiaffo e la torsione si faceva sempre più dolorosa. Ero completamente nelle sue mani. La torsione mi aveva ormai costretto in ginocchio mentre lei non faceva alcuna fatica. Avevo ormai le lacrime agli occhi
“ Non lo farò mai più, signora padrona. Ho capito che lei è in grado di fare quello che vuole con me” la implorai
“ Sappi che per smettere devi implorare la mia pietà altrimenti proseguo e correrai il rischio che ti possa rompere il polso e la spalla. Non vorrei farlo ma non esiterò se tu non farai ciò che devi in questi casi. Sono stata chiara?”
“ Sì signora padrona. Le chiedo pietà. La prego, la scongiuro, mi lasci perché non riesco più a sopportare questo dolore. Lei ha dimostrato di essere una persona superiore, una vera dea” Dovette essere soddisfatta perché mi lasciò andare e mi consegnò la sua sigaretta intrisa del suo dolce rossetto e ormai ridotta a un mozzicone
“ Gettala e poi vai a ripulire tutto”
“ Subito signora padrona” Prima di fare ciò che mi aveva ordinato mi gettai ai suoi piedi “Grazie di aver avuto pietà nei miei confronti”
“ Te la sei cavata con poco perché è la tua prima sera ma la prossima volta non sarò così magnanima. E ricordati che quello che ti ho fatto vedere è niente in confronto alle mie possibilità. Non sono solo pratica di arti marziali ma sono anche molto forte. Potrei sollevarti sopra la mia testa come fossi un fuscello. Ora vai e obbedisci ai miei ordini” concluse e io iniziai a portare in cucina i piatti dove avevamo mangiato e tutto il resto. Avevo il viso che mii andava in fiamme per i due schiaffoni ricevuti ma pensai che me li fossi meritati. E pensare che aveva detto di esserci andata leggera. Ma quella dimostrazione di netta superiorità fisica mi aveva fatto comprendere quanto lei fosse superiore a me e meritevole della mia totale devozione. Senza nemmeno sforzarsi mi aveva ridotto ad elemosinare la sua pietà ed ebbi un brivido di paura al pensiero di cosa mi avrebbe potuto fare se l’avessi fatta arrabbiare sul serio. Ma quei brividi di paura erano accompagnati anche da brividi di piacere. Se avevo ancora dei dubbi, erano scomparsi del tutto. Padrona Lucrezia era una vera campionessa e la sua netta superiorità avrebbe facilitato la mia sottomissione nei suoi confronti. Non avrei dovuto fingere. Lasciai stare quei pensieri in quanto avevo un compito da svolgere e sapevo di doverlo fare al meglio per fare in modo che lei fosse soddisfatta di me. Solo questo contava.

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-05-24
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