La mia padrona è una trans Dodicesimo episodio

di
genere
dominazione

Sentivo intanto il mio cuore che batteva velocemente e i battiti aumentarono quando lei mi fece segno di alzarmi e di andare verso di lei. Mentre mi avvicinavo l’ammiravo. Per me era la perfezione assoluta. Mi afferrò per la nuca e finalmente potei assaggiare quella bocca che avevo desiderato per tutta la serata. Mise le mie mani sul suo culo perfetto e restammo a baciarci per diversi secondi. Il mio cazzo stava quasi scoppiando per il desiderio che provavo e quando ci staccammo lei sorrise nel vedere la mia reazione erotica
“ Credo proprio che potrò considerarti come il mio ragazzo. E’ un grande onore quello che ti concedo. Immagino che tu sarai molto contento che una come me ti possa considerare come una specie di fidanzato” Contento? Ero in estasi
“ Io… Oddio signora padrona, è meraviglioso. Io… Io non riesco a crederci” Sorrise
“ Naturalmente io potrò avere anche altri uomini. Il fatto che io abbia deciso di farti diventare il mio ragazzo non significa che io debba essere fedele. Se mi dovesse piacere un uomo, me lo prendo. Al contrario, tu dovrai esserlo se vuoi continuare ad avere tutte le ossa sane” Era una minaccia seria, malgrado l’avesse detta col sorriso sulle labbra ed ero certo, anche considerando ciò che aveva fatto al fratello, che l’avrebbe fatta diventare reale se io non avessi obbedito. Malgrado ciò, anch’io sfoderai un sorriso
“ Oh signora padrona, non è il timore nei suoi confronti che mi farà essere fedele ma è l’amore che provo nei suoi confronti. Come potrei desiderare altro dopo aver assaggiato la perfezione assoluta?” Mi sorrise e mi baciò nuovamente
“ Molto bene. Il fatto che io ti consideri come il mio ragazzo non dovrà comunque cambiare il nostro rapporto. Tu dovrai obbedire sempre anche se avrai alcuni vantaggi, a cominciare dal fatto che anche il mio fratellino dovrà stare ai tuoi ordini, oltre ai miei. E visto che da adesso in poi lui sarà il mio schiavo e dovrà occuparsi di tenere in ordine la mia villa, tu potrai dirgli cosa dovrà fare e se non dovesse obbedire me lo dovrai dire. Poi ci penserò io con lui” Andò proprio verso Marcello e gli mise un piede in testa, una visione che simboleggiava alla perfezione il suo potere assoluto “Hai capito bene, coglione?” Ormai Marcello era domato. Troppo potente e troppo più forte Padrona Lucrezia per lui e sempre continuando a piangere alzò gli occhi verso di lei
“ Sì, signora Padrona” La splendida trans sorrise
“ Molto bene” gli rispose afferrandolo per un braccio per farlo alzare. Dopodiché lo trascinò con forza nella sua camera “Adesso ti inculerò. I miei schiavi devono sottostare ai miei desideri sessuali. E ti conviene stare fermo e buono altrimenti ricomincerò a picchiarti e poi ti inculerò lo stesso” Il pianto di Marcello divenne incontrollabile. Tremava addirittura ma non osò dire nulla. Aveva compreso come ogni ribellione sarebbe stata inutile. Padrona Lucrezia gli porse un barattolo e gli ordinò di lubrificarsi l’ano e capii che doveva trattarsi di vaselina. Mentre Marcello procedeva alla lubrificazione del suo culo, la padrona iniziò a spogliarsi. Ammiravo quelle movenze ipnotiche e i suoi gesti estremamente femminili. Molto meno femminile fu la visione di quel cazzo spaventoso che schiaffò in bocca a Marcello. Mi trovai inconsciamente ad invidiare quell’uomo per l’onore di tenere in bocca quel membro simbolo della potenza sessuale. Lo avrei voluto leccare, baciare, accarezzare e sentirlo diventare sempre più grosso nella mia bocca. E invece toccava a lui. Quando, dopo alcuni minuti, il cazzo di Padrona Lucrezia divenne maestoso, glie lo tolse dalla bocca e rigirò Marcello facendolo mettere con le ginocchia sul letto iniziando a penetrarlo. Le urla di Marcello si alzarono nella stanza
“ Mi fa male. E’ enorme” Doveva essere veramente doloroso ma lei proseguì imperterrita. Dava spinte poderose incurante delle grida di suo fratello, dei suoi pianti. Per sua fortuna, la lubrificazione attenuò in gran parte il dolore ma la dimensione di quel cazzo era veramente troppo grossa per qualunque culo vergine. Ciononostante, l’inculata proseguiva fino a quando i movimenti del bacino di Padrona Lucrezia iniziarono a rallentare. Estrasse il suo membro e potei notare come fosse sporco di feci. Afferrò la nuca di suo fratello dopo averlo girato e glie lo mise in bocca. Marcello chiuse gli occhi ma non si sottrasse a quel dovere e spompinò il maestoso cazzo di Padrona Lucrezia fino a quando la vidi sussultare. Era venuta. Lei rimase lì, con gli occhi chiusi mentre Marcello era in ginocchio. Le sue lacrime si erano mescolate al sangue fuoriuscito dal labbro rotto ma sembrava che il pianto si fosse attenuato. Avevo assistito a tutta la scena con emozioni sempre più crescenti e, come dicevo, anche con un pizzico di invidia. Avrei voluto essere suo, anche a costo di sentire tanto dolore. Anzi, il dolore avrebbe significato la mia totale appartenenza. Vidi Padrona Lucrezia entrare nel suo bagno e mi avvicinai a Marcello
“ Dai su, dovresti essere fiero di essere appartenuto a una dea”
“ Ho sentito tanto dolore” sussurrò con un filo di voce
“ Se lei ha voluto questo, bisogna accettarlo. Tutto ciò che lei decide è giusto” Lo sentii sospirare
“ Io… Io non immaginavo che saremmo arrivato a questo. E’ sempre stata lei a comandare. Anche quando eravamo bambini e malgrado ci fossero cinque anni di differenza tra noi, mi ha sempre fatto fare quello che voleva. Con la scusa di scherzare mi dimostrava quanto fosse forte e brava”
“ Anche quando era una bambina?” gli chiesi incuriosito e vidi che annuiva
“ Da quando ha iniziato a vestirsi da femmina e cioè dalla prima adolescenza. Ancora non aveva il seno ma per il resto era già sviluppata. Si truccava e si vestiva già da donna e per me è sempre stata una femmina. Anche perché lo sembrava veramente”
“ E tu accettavi?”
“ all’inizio no. Io ero più grande ma lei, anche a quattordici anni era più forte di me” Sgranai gli occhi
“ Anche quando aveva quattordici anni? E… E cosa ti faceva?”
“ Se non facevo ciò che lei voleva mi picchiava. Ha sempre avuto un carattere dominante e bisognava fare quello che lei voleva. Se lei mi ordinava di scendere a comprarle le sigarette e non scattavo subito lei si arrabbiava e per me si metteva male. Una volta, mi chiuse nello sgabuzzino per una notte dopo avermi riempito di botte. Dopo un po’ capii che non potevo competere con lei. Ma soprattutto compresi che io… Io l’ammiravo. Ammiravo la sua bellezza, la sua intelligenza e persino il fatto che fosse più forte di me. E quindi accettavo che lei avesse il predominio nei miei confronti. Da quel momento, ho sempre fatto ciò che mi ordinava. Ma non immaginavo che saremmo arrivati a questo punto” Gli diedi una pacca sulla spalla
“ Ci farai l’abitudine. Ha deciso di darti una lezione e non puoi far altro che accettare. Forse tra un po’, quando avrai compreso cosa sia la disciplina, ti lascerà libero e tu potrai avere una vita tua. Al momento… E’ meglio fare ciò che dice e accettare la sua dominazione. Forse potrà piacerti più di quanto pensi e potresti anche pensare di rimanere ai suoi divini ordini”
“ Tu credi?”
“ Ne sono sicuro. Tu hai già una forte devozione nei confronti di Padrona Lucrezia e ti abituerai presto. Lei è una dea e tutti noi dobbiamo essere felici di poterla adorare”
“Il fatto è che ho molta paura di lei”
“ E’ giusto avere paura. Io me la faccio sotto. Ma nello stesso tempo sono felice come non mai di essere ai suoi ordini” Vidi che si era un po’ tranquillizzato anche se ero sicuro che Padrona Lucrezia non aveva terminato con lui. Era evidente che lei voleva imporsi anche a livello psicologico oltre che fisico e pensai che Marcello era destinato a diventare uno schiavo devoto.

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-06-18
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