La mia padrona è una trans Decimo episodio

di
genere
dominazione

La casa era illuminata e quindi ci doveva essere qualcuno all’interno e infatti, appena suonai, sentii dei passi che si avvicinavano alla porta. Quando la porta si aprì riconobbi subito uno degli uomini che alcune volte avevano accompagnato Padrona Lucrezia nel mio quartiere anche se era completamente nudo. Mi porse la mano
“ Io sono Stefano. La nostra padrona ci ha raccontato di te” Lo seguii fino alla cucina dove c’era un altro uomo nudo e in lui riconobbi l’altro accompagnatore della dea. Anche lui mi porse la mano e Stefano fece le presentazioni “Lui è Massimo, l’altro schiavo personale della padrona. Lei è appena tornata dalla palestra e si sta facendo bellissima per noi. Ti conviene spogliarti immediatamente perché lei non vuole che i suoi schiavi siano vestiti” Feci quanto mi era stato consigliato e mi ritrovai nudo anche io vicino a loro. Non erano due adoni e nemmeno molto dotati. Anzi, erano sotto la media e i loro cazzi non dovevano superare i 12 centimetri. In compenso sembravano molto affabili e mi spiegarono cosa Padrona Lucrezia amasse trovare per cena e osservai come cucinavano i cibi che in gran parte avevo portato io. Avevo un po’ di timore nel conoscere quei due tipi. Pensavo alla gelosia visto che in fondo per loro ero un incomodo ma poi mi ricordai del fatto che la padrona mi aveva ordinato di stringere amicizia con loro e presumevo che per loro era stata la stessa cosa. Finalmente sentimmo il rumore dei tacchi sul pavimento e i due uomini corsero fuori dalla cucina e si inginocchiarono in direzione della camera da letto con la testa sul pavimento. Mi affrettai anche io a mettermi nella medesima posizione mentre quel ticchettio si avvicinava inesorabilmente. Sentivo che i miei battiti cardiaci erano aumentati notevolmente e immaginai che probabilmente anche gli altri due schiavi dovessero essere molto nervosi ogni qualvolta si trovavano al suo cospetto. Poi finalmente la sua voce imperiosa
“ Potete guardarmi” Alzai la testa e la mia tachicardia si intensificò notevolmente. Era una visione paradisiaca. Aveva un abito di lattice azzurro aderentissimo come una seconda pelle che evidenziava quel corpo stratosferico, quel corpo perfetto e incredibilmente femminile. Aveva scarpe dello stesso colore dell’abito col tacco altissimo e il suo volto bellissimo era truccato perfettamente, compreso un rossetto rosso che speravo di poter assaggiare prima della fine della serata. I suoi lunghi capelli biondi erano perfetti e notai degli splendidi orecchini pendenti d’oro con brillanti e immaginai potessero essere un omaggio di uno degli uomini che mi stavano a fianco che la guardavano anche loro con gli occhi spalancati
“ Oh mio Dio” esclamai dopo alcuni secondi di pura contemplazione, pentendomi immediatamente in quanto non ci aveva dato il permesso di parlare ma evidentemente quella mia esclamazione dovette essere per lei molto gradita perché vidi spuntare un sorriso su quel volto di una perfezione fuori da ogni logica
“ Alzatevi” ci ordinò sicura e conscia dell’effetto che faceva su di noi. Mi sentivo un nano al suo confronto e quella sensazione doveva essere ancor più grande negli altri due schiavi ancor più bassi di me. O meglio, non ero io ad essere di bassa statura in quanto ero forse alcuni centimetri superiore alla media ma era lei ad essere altissima e con quei tacchi la differenza diventava abissale. Mi chiedevo anche perché scegliesse schiavi che le arrivavano a malapena al seno. Avrebbe potuto avere uomini e schiavi di gran lunga più aitanti ma poi pensai che il suo desiderio fosse proprio quello di far risaltare la differenza tra lei e noi e l’altezza poteva essere uno dei mezzi per far spiccare la sua superiorità. Così come era enorme la differenza di dotazione. Forse una cosa voluta o forse inconscia ma di sicuro, almeno con me, raggiungeva l’effetto ovvero farmi sentire una nullità al suo confronto. Lei intanto ci osservò uno ad uno poi indicò Massimo e schioccò le dita. Questi scattò come un centometrista per andare a prendere le sigarette della padrona, glie l’accese e poi si mise in ginocchio con la bocca aperta a ricevere la sua cenere. Era una situazione assurda, surreale, con tre uomini di cui due di mezza età e uno, io, probabilmente suo coetaneo, interamente nudi a servire una meravigliosa trans superdotata. A me e a Stefano non disse nulla ed entrambi ci godemmo quella scena che sprizzava erotismo e la dimostrazione era che tutti e tre avevamo i cazzi dritti ammaliati dal fascino di quella creatura. Terminato di fumare ci rivolse finalmente lo sguardo “Ora andate a finire di preparare la cena. Preparate un piatto in più perché verrà anche mio fratello. Voglio fargli conoscere i miei schiavetti. Poi deciderò se qualcuno di voi può avere l’onore di cenare al mio tavolo. Filate in cucina!” Vidi che gli altri due facevano un mezzo inchino prima di uscire e io li imitai e mi diressi in cucina con loro. Quindi, la sorpresa di cui mi aveva parlato era suo fratello. Cosa avrebbe significato quella presenza. Avevo la netta sensazione che qualcosa sarebbe accaduto prima della fine di quella serata
“ Voi conoscete il fratello della padrona?” chiesi loro vedendo poi che entrambi scuotevano la testa in segno di diniego
“ Io non ne avevo nemmeno mai sentito parlare” rispose Massimo
“ Speriamo che non sia un rompicoglioni” disse invece Stefano visibilmente preoccupato
“ Non è che ci vuole umiliare davanti a lui?” rincarò Massimo
“ E anche se fosse?” fece invece Stefano “Potrebbe essere eccitante essere umiliati di fronte a un altro uomo”
“ A me invece ne aveva parlato. Mi ha detto che pende dalle sue labbra e forse anche lui subisce un po’ il fascino della nostra padrona” intervenni io
“ Beh, non tocca a noi decidere” fece a sua volta ancora Stefano “E’ meglio attenerci agli ordini e fare del nostro meglio. Non ho nessuna intenzione di essere picchiato da lei”
“ Lo fa spesso?” chiesi io incuriosito di capire le dinamiche che quei due avevano con Padrona Lucrezia. I due si guardarono facendo un sorrisino poi fu ancora Massimo a prendere la parola
“ Le piace mettere in mostra la sua superiorità. Quando stiamo insieme ad esempio, ama picchiarci entrambi contemporaneamente e naturalmente anche se siamo in due non possiamo opporci in nessun modo perché è veramente forte e brava. Però sta attenta a non procurarci danni. E’ una padrona magnanima ma guai a farla arrabbiare” Raccontai loro che anche io mi ero reso conto della sua superiorità fisica quando mi aveva bloccato con una sola mano dandomi un paio di ceffoni e Stefano scoppiò a ridere
“ Sei stato fortunato a cavartela con due semplici schiaffi e con una torsione. Noi due per lavoro non possiamo essere picchiati sul volto ma è peggio perché ci fa delle cose…”
“ Che cosa?” chiesi incuriosito e anche un po’ preoccupato
“ A me a volte prende la testa col suo braccio e posso garantirti che non c’è modo di scappare da quella presa. Mi manca il respiro e non riesco nemmeno ad aprire bocca. Alcune volte, quando io e Massimo la serviamo contemporaneamente, lo ha fatto a tutti e due e ha stretto fino a farci svenire entrambi. Però sa come fare e non ci crea grossi danni. E questa sua superiorità fisica è in un certo senso anche esaltante per schiavi come noi che vogliono essere umiliati” Avevo ascoltato tutto con attenzione. Avevo aggiunto delle notizie che non conoscevo ma cambiava poco. Mi ero già accorto da solo che Padrona Lucrezia fosse nettamente più forte di me ed ero d’accordo sul fatto che quella superiorità contribuiva a far sentire anche me una nullità al suo confronto. Lo squillo del campanello interruppe il nostro dialogo e guardai i miei due compagni per sapere come avremmo dovuto comportarci in un’occasione del genere. La loro esperienza era ovviamente di gran lunga maggiore rispetto alla mia ma non ebbi il tempo nemmeno di far loro la domanda che Stefano scattò
“ Andiamo ad aprire immediatamente. Non facciamo arrabbiare la padrona” Ovviamente seguii i due. Oltrepassammo lo splendido salone dove Padrona Lucrezia era seduta su un divano intenta a fare qualcosa sul suo cellulare e corremmo lungo il corridoio per andare verso la porta. Mi sentivo davvero in difficoltà tutto nudo e lo fui ancora di più quando aprimmo e si presentò un uomo sui 35 che doveva essere il fratello della nostra padrona. Lui comunque non sembrava turbato e ci porse la mano sorridendo dicendoci di chiamarsi Marcello. Era alto più o meno come me e potevo considerarlo come un bell’uomo e se avessi dovuto trovargli un difetto avrei detto che non era particolarmente muscoloso ma era piuttosto magro. Non scheletrico, a dir la verità ma di sicuro non atletico e mi ricordai di quando Padrona Lucrezia mi aveva detto che non le sarebbe dispiaciuto sottometterlo con la forza e mi venne il dubbio che forse era proprio quello che aveva in mente quella sera. Ci chiese dove fosse la sorella e lo accompagnammo da lei. Marcello si chinò per abbracciare la nostra padrona
“ Sei più bella del solito” le disse mentre l’abbracciava. Stavamo andando via per tornare in cucina quando lei, ruotando il suo dito indice, ci fece segno di rimanere e poi si rivolse al fratello
“ Vedo che hai conosciuto i miei schiavi”
“ Sì, ci siamo presentati. E’ una strana sensazione vedere tre uomini nudi girare per casa”
“ I miei schiavi devono sempre stare nudi al mio cospetto, non credi?” Fui colpito perché mi sembrava abbastanza fredda con suo fratello che invece, proprio come lei aveva affermato, sembrava pendere dalle sue labbra
“ Io… Non me ne intendo ma se tu lo hai deciso…”
“ Esatto, ho deciso e quello che decido si fa, non sei d’accordo Marcello?”
“ Oh sì certo” rispose e vidi un sorriso di soddisfazione sulla bocca della nostra padrona
“ Questo vale anche per te, lo sai vero?”
“ Io… Io sì certo, ho sempre fatto quello che tu desideri”
“ I miei non sono desideri. Sono ordini”
“ Ce… Certo, sono ordini” Quindi, era ovvio che anche il fratello era in un certo senso sottomesso alla nostra bellissima padrona. Bisognava capire fino a che punto lo fosse ma da quello che avevo visto e ascoltato, lei lo teneva in pugno e Marcello sembrava anche notevolmente impaurito. Vidi poi che distolse lo sguardo per rivolgersi a noi
“ Voglio cenare tra 15 minuti esatti. Preparerete soltanto per due. Voi tre mangerete in cucina”
“ Sì signora padrona” rispondemmo all’unisono e ci dirigemmo in cucina dove aiutai Stefano nel finire la preparazione della cena mentre Massimo preparava la tavola per la padrona e suo fratello.
La serata era appena all’inizio.

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-06-06
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