Mio padre mi getta tra le braccia di mia madre Terzo episodio
di
Valerio sissy
genere
incesti
Terminai quei pensieri e diressi lo sguardo nuovamente verso mio padre
“ Papà, io non so se ce la faccio” dissi infine
“ Lo capisco e l’abbiamo preso in considerazione. Quello che ti chiedo è di provarci. Fatti un giro e alle venti in punto tua madre ti attende nel nostro… Nel suo letto. Se vedi che non ci riuscirai, pazienza. Sarà tua madre poi a decidere se farsi un nugolo di amanti, se prostituirsi oppure se vuole continuare a fare la ricca signora coi miei soldi. Ma se invece voi farete sesso, tu dovrai promettermi una cosa
“ Che cosa papà?” gli chiesi ansioso
“ Vorrei che tu lo facessi per la tua felicità e non per la nostra. Se tu dovessi vedere che per te la situazione è insormontabile, interrompi subito. Tu vieni prima di noi. Ma sono sicuro che quando assaggerai la bocca di tua madre, quando l’accarezzerai, quando la penetrerai, quando lei te lo prenderà in bocca, e lo farà perché ama troppo farlo, tu toccherai il paradiso e da quel paradiso non vorrai più andartene” Rimanemmo in silenzio. Ero ancora incredulo per ciò che stava accadendo. Cosa sarebbe successo se io avessi rifiutato? L’ipotesi che mia madre potesse prostituirsi per continuare ad avere un certo tenore di vita non era campata in aria. Cominciavo a vedere la situazione in modo decisamente diverso rispetto a prima. Lei amava il lusso, c’era poco da dire. Forse aveva sposato papà proprio perché lui le permetteva quella vita che aveva sempre voluto fare. Forse non avrebbe fatto la puttana di strada ma avrebbe cercato di accalappiarsi qualche vecchio pieno di soldi o forse si sarebbe riciclata come escort di lusso, cosa che mi sembrava abbastanza plausibile considerando la sua prorompente bellezza. Sì, la mamma non era più un’adolescente ma avrei sfidato chiunque a darle più di trent’anni invece dei 43 che aveva. Oddio mio, cosa fare? Mi sentivo quasi in dovere di provarci. Forse mi avrebbe fatto schifo e sarei fuggito velocemente nella mia camera. O forse…. E perché il cazzo mi faceva quasi male per quanto premeva duro all’interno dei pantaloni? Sospirai
“ Papà, io non posso prometterti niente” Mi diede una carezza
“ Lo so Andrea. Ma sappi che la nostra felicità dipende da te. Dovrai soltanto provarci e vincere quella logica ritrosia che hai in questo momento e poi vedrai che tutto andrà alla grande” Guardai il mio orologio. Erano le 18.30. Tra un’ora e mezza mia madre mi avrebbe aspettato nel suo letto con l’intento di scoparmi e mi sembrava che il mio cuore battesse un milione di battiti al secondo. Mio padre mi diede una pacca sulle spalle e aprii la portiera della macchina quasi in trance.
Gironzolai senza nemmeno sapere dove stessi andando. Mi guardavo intorno frastornato mentre ormai le luci del giorno avevano salutato e stavano arrivando le prime ombre di quella sera primaverile. Guardavo la gente che camminava e mi fermai ad osservare le donne, soprattutto quelle con un’età apparentemente simile a quella di mia madre. Erano sicure dei propri mezzi e camminavano spavaldamente. Ce ne erano alcune belle e altre meno, ovviamente, ma quasi tutte avevano un fascino che una mia coetanea nemmeno si sarebbe sognato. E mia madre era di gran lunga più bella di quelle sconosciute che mi ero messo ad osservare come un voyeur. Guardai di nuovo l’orologio. Le 19. Entrai in un bar per bere qualcosa. Avevo la gola secca e mi presi quel succo di frutta che prima non avevo preso e poi uscii riprendendo a gironzolare. Poi però, senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai sotto casa. Ormai era buio e la strada era stranamente silenziosa tanto che mi sembrava di sentire distintamente i battiti accelerati del mio cuore. Era ancora presto e mi sedetti su uno scalino a vedere il mio cellulare. C’erano un paio di messaggi di Marianna che mi diceva che aveva voglia di essere mia. E un suo selfie dove mi mandava un bacio. Era davvero carina Marianna ma… Cazzo! Era praticamente insulsa di fronte alla bellezza spudorata di mia madre, Tutto era più chiaro dentro di me. Anche i discorsi dei miei amici che dicevano che era la più bella delle mamme avevano un’altra valenza. In quei momenti mi avevano quasi dato fastidio ma avevano pienamente ragione. Chissà se si erano segati spesso pensando alla mamma. Chissà perché ero convinto che l’avevano fatto spesso ma naturalmente si erano ben guardati dal dirmelo. Continuavo ad avere i battiti accelerati e quando mi accorsi che mancavano pochi minuti alle venti il cuore sembrava dovesse uscirmi dal petto. Non ero nemmeno in grado di fare a piedi i due piani che ormai mi dividevano dal nostro appartamento situato in quel bel condominio. Una casa di lusso che probabilmente mia madre non sarebbe stata in grado di mantenere coi soldi che le avrebbe dato mio padre in caso di un mio rifiuto. Spinsi quindi il tasto dell’ascensore per richiamarlo al piano terra e finalmente ero di fronte alla porta di casa mia. Armeggiai nelle tasche per cercare le chiavi e mi accorsi che la mia mano tremava talmente tanto da non riuscire ad inserire quella chiave nella serratura. Respirai profondamente e riprovai. La seconda fu quella buona e finalmente ero a casa. Ed era una casa completamente al buio. Le luci erano spente e tutte le finestre abbassate. Dovetti addirittura illuminarmi il passaggio col cellulare perché non vedevo a un passo da me. Anche il silenzio era assordante ma dopo alcuni secondi quel silenzio fu rotto dalla voce di mia madre
“ Andrea, sei tu?”
“ Sì mamma, sono io” risposi
“ Sono in camera da letto, tesoro. Vieni, ti sto aspettando” Era giunto quindi il momento. Riuscii a trovare la camera da letto di mia madre e aprii la porta. La stanza era completamente buia. Ciononostante, spensi la luce del cellulare e mi feci guidare dal respiro di mia madre “Spogliati amore. Mettiti sotto le lenzuola con me” Sospirai nervosamente. Avevo una voglia matta di scappare e andarmene il più lontano possibile da casa mia ma c’era qualcosa che mi bloccava e feci un paio di passi avanti. Stavo per oltrepassare la soglia del non ritorno.
Per i vostri commenti, scrivete a
jonathan1957@tiscali.it
“ Papà, io non so se ce la faccio” dissi infine
“ Lo capisco e l’abbiamo preso in considerazione. Quello che ti chiedo è di provarci. Fatti un giro e alle venti in punto tua madre ti attende nel nostro… Nel suo letto. Se vedi che non ci riuscirai, pazienza. Sarà tua madre poi a decidere se farsi un nugolo di amanti, se prostituirsi oppure se vuole continuare a fare la ricca signora coi miei soldi. Ma se invece voi farete sesso, tu dovrai promettermi una cosa
“ Che cosa papà?” gli chiesi ansioso
“ Vorrei che tu lo facessi per la tua felicità e non per la nostra. Se tu dovessi vedere che per te la situazione è insormontabile, interrompi subito. Tu vieni prima di noi. Ma sono sicuro che quando assaggerai la bocca di tua madre, quando l’accarezzerai, quando la penetrerai, quando lei te lo prenderà in bocca, e lo farà perché ama troppo farlo, tu toccherai il paradiso e da quel paradiso non vorrai più andartene” Rimanemmo in silenzio. Ero ancora incredulo per ciò che stava accadendo. Cosa sarebbe successo se io avessi rifiutato? L’ipotesi che mia madre potesse prostituirsi per continuare ad avere un certo tenore di vita non era campata in aria. Cominciavo a vedere la situazione in modo decisamente diverso rispetto a prima. Lei amava il lusso, c’era poco da dire. Forse aveva sposato papà proprio perché lui le permetteva quella vita che aveva sempre voluto fare. Forse non avrebbe fatto la puttana di strada ma avrebbe cercato di accalappiarsi qualche vecchio pieno di soldi o forse si sarebbe riciclata come escort di lusso, cosa che mi sembrava abbastanza plausibile considerando la sua prorompente bellezza. Sì, la mamma non era più un’adolescente ma avrei sfidato chiunque a darle più di trent’anni invece dei 43 che aveva. Oddio mio, cosa fare? Mi sentivo quasi in dovere di provarci. Forse mi avrebbe fatto schifo e sarei fuggito velocemente nella mia camera. O forse…. E perché il cazzo mi faceva quasi male per quanto premeva duro all’interno dei pantaloni? Sospirai
“ Papà, io non posso prometterti niente” Mi diede una carezza
“ Lo so Andrea. Ma sappi che la nostra felicità dipende da te. Dovrai soltanto provarci e vincere quella logica ritrosia che hai in questo momento e poi vedrai che tutto andrà alla grande” Guardai il mio orologio. Erano le 18.30. Tra un’ora e mezza mia madre mi avrebbe aspettato nel suo letto con l’intento di scoparmi e mi sembrava che il mio cuore battesse un milione di battiti al secondo. Mio padre mi diede una pacca sulle spalle e aprii la portiera della macchina quasi in trance.
Gironzolai senza nemmeno sapere dove stessi andando. Mi guardavo intorno frastornato mentre ormai le luci del giorno avevano salutato e stavano arrivando le prime ombre di quella sera primaverile. Guardavo la gente che camminava e mi fermai ad osservare le donne, soprattutto quelle con un’età apparentemente simile a quella di mia madre. Erano sicure dei propri mezzi e camminavano spavaldamente. Ce ne erano alcune belle e altre meno, ovviamente, ma quasi tutte avevano un fascino che una mia coetanea nemmeno si sarebbe sognato. E mia madre era di gran lunga più bella di quelle sconosciute che mi ero messo ad osservare come un voyeur. Guardai di nuovo l’orologio. Le 19. Entrai in un bar per bere qualcosa. Avevo la gola secca e mi presi quel succo di frutta che prima non avevo preso e poi uscii riprendendo a gironzolare. Poi però, senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai sotto casa. Ormai era buio e la strada era stranamente silenziosa tanto che mi sembrava di sentire distintamente i battiti accelerati del mio cuore. Era ancora presto e mi sedetti su uno scalino a vedere il mio cellulare. C’erano un paio di messaggi di Marianna che mi diceva che aveva voglia di essere mia. E un suo selfie dove mi mandava un bacio. Era davvero carina Marianna ma… Cazzo! Era praticamente insulsa di fronte alla bellezza spudorata di mia madre, Tutto era più chiaro dentro di me. Anche i discorsi dei miei amici che dicevano che era la più bella delle mamme avevano un’altra valenza. In quei momenti mi avevano quasi dato fastidio ma avevano pienamente ragione. Chissà se si erano segati spesso pensando alla mamma. Chissà perché ero convinto che l’avevano fatto spesso ma naturalmente si erano ben guardati dal dirmelo. Continuavo ad avere i battiti accelerati e quando mi accorsi che mancavano pochi minuti alle venti il cuore sembrava dovesse uscirmi dal petto. Non ero nemmeno in grado di fare a piedi i due piani che ormai mi dividevano dal nostro appartamento situato in quel bel condominio. Una casa di lusso che probabilmente mia madre non sarebbe stata in grado di mantenere coi soldi che le avrebbe dato mio padre in caso di un mio rifiuto. Spinsi quindi il tasto dell’ascensore per richiamarlo al piano terra e finalmente ero di fronte alla porta di casa mia. Armeggiai nelle tasche per cercare le chiavi e mi accorsi che la mia mano tremava talmente tanto da non riuscire ad inserire quella chiave nella serratura. Respirai profondamente e riprovai. La seconda fu quella buona e finalmente ero a casa. Ed era una casa completamente al buio. Le luci erano spente e tutte le finestre abbassate. Dovetti addirittura illuminarmi il passaggio col cellulare perché non vedevo a un passo da me. Anche il silenzio era assordante ma dopo alcuni secondi quel silenzio fu rotto dalla voce di mia madre
“ Andrea, sei tu?”
“ Sì mamma, sono io” risposi
“ Sono in camera da letto, tesoro. Vieni, ti sto aspettando” Era giunto quindi il momento. Riuscii a trovare la camera da letto di mia madre e aprii la porta. La stanza era completamente buia. Ciononostante, spensi la luce del cellulare e mi feci guidare dal respiro di mia madre “Spogliati amore. Mettiti sotto le lenzuola con me” Sospirai nervosamente. Avevo una voglia matta di scappare e andarmene il più lontano possibile da casa mia ma c’era qualcosa che mi bloccava e feci un paio di passi avanti. Stavo per oltrepassare la soglia del non ritorno.
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