La mia padrona è una trans Undicesimo episodio

di
genere
dominazione

Ci eravamo alternati nel servire la nostra signora e padrona e per fortuna la cena fu gradita. Marcello addirittura ci riempì di complimenti mentre lei non disse nulla ma aveva mangiato tutto ciò che le avevamo preparato e quindi era presumibile che avesse gradito le nostre doti culinarie, in special modo quelle dei miei due compagni in quanto io avevo per lo più osservato cercando di imparare per il futuro. Più di una volta mi ero perso ad immaginare di essere solo con lei invece che con questi altri schiavi e addirittura con suo fratello e sarebbe stato esaltante essere al suo servizio e magari ricevere un premio per essere stato bravo e obbediente nei suoi confronti. La padrona e suo fratello si erano intanto trasferiti sul divano poi lei aveva guardato proprio nella mia direzione
“ Voglio un caffè, sbrigati”
“ Subito signora padrona” Feci in tempo a notare lo sguardo di ammirazione di Marcello nei confronti di Padrona Lucrezia ma poi corsi in cucina dove preparai velocemente il caffè che portai immediatamente alla mia dea. Mi inginocchiai e le porsi il vassoio. Lei afferrò la tazzina e bevve lentamente quel caffè e poi schioccò le dita. Sapevo che dovevo prendere una sigaretta ed accendergliela e naturalmente mi affrettai a farlo per poi mettermi in ginocchio al suo fianco con il posacenere in mano. Sentii Marcello tossicchiare
“ Ti dà fastidio se fumo anche io?” Padrona Lucrezia lo guardò di traverso
“ Sì mi dà fastidio. Solo io posso fumare. Vale anche per te che sei mio fratello”
“ Ok, scusami, non volevo farti arrabbiare” Mamma mia che temperamento! Era vero che suo fratello pendeva dalle sue labbra e aveva anche un certo timore, a quanto avevo modo di vedere. Padrona Lucrezia intanto continuava a fumare tranquillamente ma, anche se la conoscevo poco, immaginai che stava escogitando qualcosa. Vidi che osservava negli occhi suo fratello che invece non riusciva a tenere quello sguardo e si guardava intorno
“ Dimmi Marcello, come va con la mamma?”
“ Va tutto bene. Da quando… Insomma, da quel giorno non abbiamo avuto problemi”
“ Hai capito quindi che devi rigare dritto?”
“ Io… Sì ma forse non è il caso di parlarne davanti a un estraneo”
“ Lui è il mio schiavo e rimane qui. Anzi, digli cosa è successo quel giorno” Marcello era visibilmente nervoso. Intrecciava le mani e tossicchiava prima di iniziare una frase
“ Devo proprio?”
“ Non mi far incazzare. Ti ho detto di dirgli cosa è successo quel giorno. Ubbidisci!” Era incredibile. Quell’uomo stava tremando di paura. E Padrona Lucrezia era totalmente in controllo. Era evidente che non era solo il fatto che lui avesse una certa adorazione per la sorella ma sembrava proprio terrorizzato
“ Ecco io… Ho risposto male a nostra madre e Lucrezia…”
“ Continua!” gli ordinò la padrona
“ Insomma, lei mi ha messo le mani addosso e… Si interruppe e poi guardò verso di lei “Ti prego Lucrezia, mi stai umiliando” Lei gettò la cenere della sigaretta nel portacenere che io tenevo in mano e afferrò il fratello per il mento
“ Ti ho detto di proseguire”
“ Va bene, non ti arrabbiare. Ecco, mi ha picchiato e mi ha detto che se alzavo di nuovo la voce nei confronti della mamma per me sarebbe andata a finire male”
“ E digli anche come ti ho ridotto” Marcello volta lo sguardo proprio verso di me non riuscendo a sostenere quello della padrona
“ Piangevo e l’ho pregata di fermarsi e le ho detto che non mi sarei più azzardato a inveire contro nostra madre” Padrona Lucrezia sembrava soddisfatta
“ Digli anche quali sono state le conclusioni” Marcello aveva le lacrime agli occhi
“ Mi ha rotto il braccio e ho avuto diversi ematomi in tutto il corpo”
“ Vedi che non era così difficile? Però io ho parlato con la mamma alcuni giorni fa”
“ E… E cosa ti ha detto?” Marcello aveva la voce che gli tremava. Dunque, lei lo aveva picchiato spezzandogli addirittura un braccio. Era logico che lui avesse paura
“ All’inizio non voleva parlare ma sono riuscita a convincerla. Mi ha detto che tu continui a fare lo stronzo”
“ No, no, non è vero, mi comporto bene”
“ Non contraddirmi. Mi ha detto che torni la notte tardi, che lasci la tua camera sporchissima e che le chiedi continuamente soldi”
“ Sto passando un brutto momento. Il lavoro non mi va bene” si scusò Marcello sempre con la voce tremante mentre Padrona Lucrezia fece un sorriso ironico
“ E’ da quando sei nato che passi brutti momenti. Sei solo un inetto” Marcello voltò il suo sguardo verso il basso
“ Non riesco a trovare un lavoro fisso, cerca di capirmi” Padrona Lucrezia spense la sigaretta sul posacenere e si alzò per andare di fronte a suo fratello indicandogli di alzarsi, cosa che lui fece immediatamente. Poi voltò lo sguardo verso di me
“ Vai a chiamare gli altri due schiavi”
“ Subito signora padrona” Corsi immediatamente in cucina dove Stefano e Massimo erano intenti nella pulizia
“ Che è successo?” mi chiese Massimo
“ Dovete venire subito in cucina. La padrona ha chiesto di voi” Non feci nemmeno in tempo a terminare la frase che tutti e tre corremmo verso il salone dove Padrona Lucrezia era ancora in piedi di fronte a suo fratello. Ci vide arrivare e fece un sorriso nei nostri confronti
“ Bene, ecco tutti e tre i miei schiavi” ci disse appena entrati nel salone. Poi, mentre noi tre ci inginocchiavamo al suo cospetto, volse lo sguardo di nuovo verso suo fratello “Allora Marcello, la lezione della volta scorsa non ti è bastata, a quanto vedo” L’uomo fece un passo indietro. Era veramente terrorizzato e d’altronde ne aveva ben donde visto che la nostra padrona gli aveva rotto un braccio e glie le aveva date di santa ragione
“ No Lucrezia, è stato un fraintendimento. Ti prometto che non chiederò più soldi alla mamma e che non rientrerò tardi la sera. Mi comporterò bene ma ti prego, non mi picchiare di nuovo” Osservavo quella scena incredibile con un’eccitazione sempre maggiore. Padrona Lucrezia stava terrorizzando suo fratello e mi stavo eccitando nel vedere quella superiorità assoluta
“ Troppo tardi. Ho deciso che tu hai bisogno di una bella lezione” Marcello mise le braccia davanti al viso per ripararsi
“ No ti prego. Ho capito che sei molto più forte di me” La padrona scoppiò a ridere
“ Non sono solo più forte di te ma di tutti e quattro messi insieme. E tu lo sai bene Marcello perché pur essendo più piccola di te, te le ho sempre date”
“ Sì, è così ma adesso non ce n’è più bisogno” Padrona Lucrezia avanzò verso di lui. Era calma, sicura e controllata
“ E invece ho deciso che ce n’è bisogno. Tu devi essere educato e io ti educherò, con le buone o con le cattive”
“ Che cosa vuoi da me?” Padrona Lucrezia sorrise ma non era un sorriso che prometteva bene per suo fratello
“ Ho deciso che anche tu diventerai il mio schiavo” disse infine con voce calma e controllata. Marcello invece era sgomento e spalancò gli occhi dallo stupore. Era ovvio che non se l’aspettava
“ Non puoi dire una cosa del genere. Lucrezia, ragiona, sono tuo fratello” Per tutta risposta la padrona lo afferrò per il polso e glie lo girò facendolo urlare dal dolore. Era la stessa mossa che aveva fatto ieri nei miei confronti e sapevo quanto fosse dolorosa quella torsione
“ Ho deciso che tu diventerai il mio schiavo e quello che io decide deve essere legge anche per te. Adesso ti lascio ma poi ti spoglierai e ti inginocchierai ai miei piedi chiamandomi come fanno tutti i miei schiavi”
“ Non puoi chiedermi diventare il tuo schi…” Marcello non fece in tempo a terminare la frase in quanto la nostra padrona aveva deciso di agire. Lo colpì infatti con due ceffoni violentissimi che aprirono una ferita sul labbro di suo fratello. Lasciò la presa ma poi, con uno stile perfetto, girò su sé stessa e lo colpì al volto con un calcio magistrale. Oh mio Dio! Marcello andò a sbattere contro il muro e poi cadde a terra ma Padrona Lucrezia non era soddisfatta perché si chinò per afferrarlo per un braccio facendolo rialzare e poi lo colpì di nuovo con un paio di schiaffi violentissimi. Marcello non cadeva perché era sorretto da sua sorella ma barcollava vistosamente e continuava a sanguinare dal labbro
“ Non farmi incazzare. Fino ad ora mi sono trattenuta ma se tu continuerai a non obbedirmi ti spezzerò l’altro braccio. E sai che non scherzo” L’uomo adesso piangeva miseramente ma la padrona non sembrava avere compassione e fece partire altri due violenti ceffoni che si abbatterono sul viso di Marcello come magli d’acciaio “Non te lo ripeterò un’altra volta. Spogliati e mettiti in ginocchio. Obbedisci!” L’uomo stavolta non osò ribattere. Sempre continuando a piangere miseramente iniziò a spogliarsi mentre noi osservavamo la situazione in religioso silenzio ed eccitati nel vedere quella scena. Ed essendo nudi quell’eccitazione era visibile in tutti e tre. Era assurdo! C’era qualcosa in quella scena che ci faceva eccitare pur essendo una sorta di violenza. Ma, almeno personalmente, credevo che lei avesse tutto il diritto di sottomettere anche il fratello perché era una vera divinità. Una dea alla quale obbedire senza tentennamenti. Intanto, Marcello aveva compiuto la sua operazione e si inginocchiò di fronte a sua sorella che gli mise un piede sulla testa obbligandolo a toccare con la fronte il pavimento
“ Ti prego…” Sussurrò ma tanto bastò per far arrabbiare la nostra padrona che si allontanò leggermente per poi sferrò un violento calcio al costato
“ Allora non hai capito niente, coglione. Io sono la tua padrona e tu dovrai rivolgerti a me in modo ossequioso. Rimarrai a casa mia e mi servirai, pulirai e sarai sempre al mio servizio. Per qualunque disobbedienza verrai punito severamente. Hai capito bene adesso?”
“ Si signora padrona” rispose Marcello finalmente conscio di dover obbedire a quella splendida creatura che troneggiava imperiosa su tutti noi
“ Bene, adesso devo pisciare. Vediamo chi sarà il fortunato che riceverà il mio delizioso nettare” Massimo alzò una mano
“ Vorrei poter essere io il prescelto, signora padrona, sarebbe un onore immenso” Anche Stefano si fece avanti
“ Anche io signora padrona” Li guardai. In quel momento erano rivali e anche io volevo dimostrare la mia devozione alla nostra padrona. Alzai anche io la mano
“ Sono pronto anche io a ricevere il suo nettare, signora padrona” Lei ci guardò e ci accarezzò lievemente sulla testa. Quel lieve tocco mi fece venire un brivido per tutto il corpo
“ Bravi i miei schiavetti. Ma non posso accontentarvi. Per questa volta il mio nettare lo riceverà il mio amato fratello” disse sorridendo. Marcello non sembrava credere a ciò che aveva sentito
“ No, no. Faccio tutto, qualsiasi cosa ma quello no” Balbettò Marcello ma Padrona Lucrezia ovviamente non poteva tollerare quell’insubordinazione e ci mostrò cosa era in grado di fare. Lo afferrò per un braccio facendolo rialzare poi con una mossa di judo lo fece roteare sulle sue spalle mandandolo a sbattere pesantemente sul pavimento dopo averlo fatto volare per alcuni metri. Ma se pensavo di aver visto tutta la potenza della mia bellissima padrona, mi sbagliavo di grosso. Ancora una volta lo afferrò per un braccio per farlo rialzare e quindi lo sollevò come fosse un bilanciere per portarlo con le braccia sopra la sua testa. L’uomo toccava praticamente il soffitto considerando l’altezza di Padrona Lucrezia e i suoi tacchi smisurati. Marcello era completamente terrorizzato
“ Pietà signora padrona, mi lasci andare, la scongiuro” La signora padrona però non lo faceva scendere e continuava a sollevarlo sopra la sua testa. Sembrava non fare nemmeno una grossa fatica. Ci guardò con la sua solita aria di superiorità
“ Avete capito cosa posso fare?”
“ Sì signora padrona” rispondemmo all’unisono. La scena era incredibile, con la padrona che camminava con suo fratello tenuto sopra la testa apparentemente con estrema facilità. Voleva dimostrarci le sue enormi potenzialità, la sua netta superiorità nei nostri confronti e i stava riuscendo perfettamente. Fece quindi discendere Marcello che tremava ovviamente al cospetto di sua sorella
“ In ginocchio al mio cospetto” gli ordinò e stavolta lui obbedì immediatamente. Poi lo guardò sorridendo sarcasticamente e proseguì “Allora, hai capito che comando io o devo proseguire a picchiarti?”
“ No, no, la prego signora padrona. Farò qualunque cosa” rispose Marcello con la voce rotta dai pianti e in evidente stato di shock
“ Era ovvio che sarebbe andata a finire così. Facendo lo stronzo ti sei preso un po’ di botte inutilmente. Bene, sei pronto a ricevere il mio nettare dorato?”
“ Sì signora padrona” Aveva capito la lezione e Padrona Lucrezia srotolò il suo enorme cazzo e lo posizionò in bocca a suo fratello e finalmente iniziò a pisciare. Alcune gocce caddero inevitabilmente a terra e lei gli ordinò di pulire con la lingua il pavimento, cosa che lui fece immediatamente. In pochi minuti lo aveva domato. Guardò poi in direzione di Massimo e Stefano e li fece alzare per poi afferrarli entrambi per la testa. Quindi iniziò a stringere e i due schiavi iniziarono a rantolare. Padrona Lucrezia aveva una forza terrificante, una forza che io avevo assaggiato solo in parte. Non era muscolosa e mi chiedevo come facesse. Aveva alzato un uomo sopra la sua testa come fosse un fuscello e in quel momento altri due uomini erano stretti nella sua morsa senza la possibilità di fare niente. Eppure, malgrado quella violenza, c’era qualcosa di estremamente sensuale in quella scena che dimostrava per l’ennesima volta la sua immensa superiorità nei nostri confronti. Malgrado Massimo e Stefano si contorcessero, avevano il cazzo sempre più dritto segno che comunque si eccitavano nello stare alla mercé della padrona che non sembrava fare alcuno sforzo. Guardò proprio nella mia direzione
“ Potrei ucciderli solo stringendo un po’ di più e non mi sto nemmeno impegnando troppo”
“ Lei è una dea, signora padrona. Una vera dea e tutto le è concesso” risposi con un filo di fiato. Ero terrorizzato che lei potesse fare anche a me una cosa del genere. Poi guardò il cazzo dei suoi due schiavi e sorrise
“ Bene, vedo che vi eccitate nel sentirmi in mio potere. Voglio che ve ne veniate. Adesso” Come se avesse il totale controllo delle loro menti oltre che del loro corpo, Massimo e Stefano eruttarono sperma e quando terminarono di eiaculare li lasciò andare indicando il pavimento. I due schiavi avevano compreso e si inginocchiarono a leccare il pavimento sotto lo sguardo soddisfatto della padrona “Molto bene. Avete dimostrato la vostra devozione totale nei miei confronti e posso ritenermi soddisfatta di voi. Ora vestitevi e andatevene. La vostra serata finisce qui” Lei si mise seduta sul divano accavallando le sue gambe lunghissime mentre i suoi due schiavi velocemente si rivestivano. Quando erano finalmente pronti, salutarono devotamente la padrona ringraziandola del tempo che aveva dedicato a lei. Erano in estasi, visibilmente felici di aver trascorso del tempo con la loro indiscussa padrona.
Eravamo rimasti in tre. Perché aveva voluto che io rimanessi? Qualunque fosse il motivo, ne ero felice perché avrei trascorso altro tempo con lei. E per me solo questo contava.

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scritto il
2024-06-11
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