La mia padrona è una trans Terzo episodio
di
Valerio sissy
genere
dominazione
Andai al lavoro quasi come un automa e la sua telefonata ovviamente non mi colse di sorpresa. L’attendevo fin da quando mi ero svegliato
“ Buongiorno, sono Lucrezia. Ha sistemato il mio cellulare” La voce era femminile, suadente seppur roca. Possibile che fosse un uomo biologico?
“ Sì, era una sciocchezza. Quando vuole può venire a ritirarlo” le risposi cercando di non far tremare la voce senza riuscirci del tutto
“ Va bene, allora oggi nel tardo pomeriggio passo a ritirarlo” Trascorsi tutte quelle ore in attesa della sua venuta nel negozio ma di Lucrezia nemmeno l’ombra. Fu solo quando stavo per chiudere che vidi la sua figura. Non riuscivo a credere che quella splendida donna… Non fosse una donna. Era vestita sexy, con un vestitino cortissimo e aderente che metteva in mostra delle gambe chilometriche avvolte in calze di nylon scure. Il suo decolleté era volutamente messo in mostra per far ammirare quelle tette straordinarie e dulcis in fundo era di nuovo truccata di tutto punto. Una visione mozzafiato e non per modo di dire in quanto mi mancava proprio l’aria. Cercavo di guardarla in volto e non riuscivo a immaginare che quella creatura bellissima fosse stata un maschio. Era assurdo! I suoi lineamenti avrebbero fatto invidia a modelle famose e ad attrici di Hollywood. Forse aveva fatto dei ritocchini ma comunque non erano vistosi. Le labbra erano carnose ma non certo dei canotti come quelli di alcune soubrette che avevano peggiorato il loro aspetto e gli zigomi erano rialzati ma anche quelli non sembravano frutto di operazioni chirurgiche bensì di una madre natura estremamente generosa. Aveva anche quella sera stivali col tacco a spillo e mi sentii di nuovo infinitamente minuscolo al suo cospetto. Mi chiedevo dove diavolo mettesse quella biscia che aveva al posto del cazzo perché non si notava nulla. Era evidente che avesse una tecnica particolare per nasconderlo e quella parte del corpo sembrava del tutto piatta
“ Buo… Buona sera” balbettai appena mise piede nel negozio “Stavo quasi per chiudere”
“ Sono venuta all’ora di chiusura appositamente” mi disse con quella voce roca ma sensualissima. Non capivo quasi nulla al suo cospetto
“ Appositamente? Perché?” le chiesi. Lei mi sorrise
“ Ti va di portarmi a casa quel telefonino?” Rimasi esterrefatto
“ Non… Non capisco”
“ Hai dato un’occhiata al cellulare? Non dire di no perché non ci credo. Si vede che il tuo approccio nei miei confronti è cambiato ed è logico pensare che sia per ciò che hai capito di me” Era passata al tu ma io mi trovavo talmente a disagio che continuai a darle del lei
“ Io… Io veramente. Cioè, lei me lo ha lasciato e io…” Si avvicinò a me. Eravamo ormai uno di fronte all’altra e il suo profumo mi stava facendo perdere quel poco di ragione che avevo. Con la sua mano mi afferrò il volto. Sentivo le sue unghie laccate di rosso scavare nelle mie guance
“ Non ti sto accusando. Anzi, sono contenta che tu hai visto chi sono così giochiamo a carte scoperte” Continuavo ad essere nel pallone
“ In che senso a carte scoperte?” le chiesi infine. La vidi sorridere
“ Nel senso che so di piacerti. Ho visto come mi guardi quando passo qui davanti. Beh, a dire la verità mi guardano tutti ma tu… Tu mi piaci. Sei un bel ragazzo e mi interessi. Ma a modo mio. Hai scoperto che sono una trans e che mi piace dominare i maschi. Non è così?” Deglutii nervosamente
“ Io… Sì” ammisi
“ Bene. Se pensi che io non faccio al caso tuo, dammi il cellulare e dimmi quanto ti devo per la riparazione. Altrimenti, mi segui fino a casa mia” Rimasi letteralmente spiazzato da quella proposta. La guardai e la mia mente cercò di elaborare delle idee in pochi istanti, idee che mi permettessero di darle una risposta. Cosa voleva da me? Era una dominatrice trans e forse voleva incularmi e sottomettermi? Sembrava essere la cosa più plausibile. E io cosa volevo? Mi dicevo che avrei dovuto starle alla larga e invece agii d’istinto senza ragionare. Anzi, agii ragionando con il cazzo che mi stava scoppiando e che mi diceva che dovevo seguirla a qualunque costo e qualunque cosa volesse da me
“ Io… Vorrei venire con lei” le dissi infatti, dandomi poi immediatamente del pazzo per una scelta del genere. Lei invece sorrise
“ Ne ero certa” disse infatti per poi attendere che chiudessi il mio negozietto per poi seguirla per una decina di metri, tra lo sguardo ammirato delle poche persone che passavano in quel momento. Era impossibile non guardarla con desiderio ma ciò che aumentava il suo fascino erano i suoi gesti estremamente femminili, molto più femminili delle vere donne, il suo modo di fare, la sua enorme sicurezza, la consapevolezza che tutto le fosse dovuto. Mentre camminava ancheggiava sensualmente ma non lo faceva con la solita femminilità troppo ostentata e fastidiosa dei travestiti che avevo visto fino ad allora ma in modo femminile, come se avesse imparato ad ondeggiare su quei trampoli che aveva al posto dei tacchi studiando accuratamente la camminata delle donne biologiche. Vidi che armeggiava dentro la sua borsa per prendere un antifurto elettronico per poi aprire una lussuosa macchina grigia metallizzata che costava all’incirca quanto io guadagnavo in tre anni almeno
“ Ma… Dove andiamo?” le chiesi incredulo
“ A casa mia. Monta!” mi ordinò. Obbedii e mi ritrovai a fianco a lei all’interno dell’abitacolo
“ Abita lontano?” le domandai appena mise in moto
“ Non è lontano da qui. In questo quartiere ci vengo solo a fare alcune compere perché è la zona commerciale più vicina. E soprattutto perché amo essere osservata, ammirata e concupita. Dove abito io, ci sono solo villette residenziali e non gira anima viva” mi rispose senza guardarmi mentre guidava. La zona dove abitava era in effetti poco distante e si trattava di un nuovo quartiere sorto da pochi anni e abitato prevalentemente da famiglie benestanti. Anzi, ricche. Mentre guidava, facevo fatica a non posare il mio sguardo su quelle gambe lunghissime e probabilmente se ne accorse perché si mise a ridere
“ Mi scusi io…”
“ Tranquillo, lo so perfettamente di essere molto bella ed è difficile che un uomo non sia attratto da me. Più che difficile direi impossibile. Ho vinto alcuni concorsi di bellezza per trans e posso assicurarti che molte di noi sono più attraenti delle vere femmine”
“ A vedere lei è proprio così” ammisi facendola ridere di nuovo
“ Piuttosto, come ti chiami? Ancora non so il tuo nome”
“ C’era scritto sul biglietto da visita che le ho dato per telefonarmi. Comunque mi chiamo Leonardo”
“ Bene Leonardo, cosa stai pensando adesso?”
“ Io… Io veramente sono completamente nel pallone. Non lo so cosa vorrei. Cioè, sono confuso” le risposi sinceramente
“ E’ logico che tu lo sia. Beh, avrai modo di comprendere tu stesso fra pochi minuti” mi disse. Più passava il tempo e più mi dicevo che ero stato un pazzo ad accettare quell’invito. Forse mi avrebbe portato in un posto dove c’erano dei suoi amici che mi avrebbero dato una botta in testa e mi avrebbero tolto tutto quello che avevo. Beh, non è che avrebbero fatto una grande rapina visto che avevo con me pochi soldi e una carta di credito per un conto bancario molto esiguo. Riuscii quindi a calmarmi un pochino almeno dal punto di vista di un’eventuale aggressione anche se la vicinanza con quella splendida creatura continuava a turbarmi e la mia erezione continuava ad essere palpitante.
Finalmente arrivammo. Lucrezia parcheggiò la costosa vettura dentro un box di una splendida villetta a due piani. Mi invitò ad uscire e io, quasi come un automa, la seguii. Continuavo a respirare in modo affannoso senza riuscire a staccare gli occhi da quella splendida creatura. Cosa voleva esattamente da me? Lo avrei scoperto tra poco.
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jonathan1957@tiscali.it
“ Buongiorno, sono Lucrezia. Ha sistemato il mio cellulare” La voce era femminile, suadente seppur roca. Possibile che fosse un uomo biologico?
“ Sì, era una sciocchezza. Quando vuole può venire a ritirarlo” le risposi cercando di non far tremare la voce senza riuscirci del tutto
“ Va bene, allora oggi nel tardo pomeriggio passo a ritirarlo” Trascorsi tutte quelle ore in attesa della sua venuta nel negozio ma di Lucrezia nemmeno l’ombra. Fu solo quando stavo per chiudere che vidi la sua figura. Non riuscivo a credere che quella splendida donna… Non fosse una donna. Era vestita sexy, con un vestitino cortissimo e aderente che metteva in mostra delle gambe chilometriche avvolte in calze di nylon scure. Il suo decolleté era volutamente messo in mostra per far ammirare quelle tette straordinarie e dulcis in fundo era di nuovo truccata di tutto punto. Una visione mozzafiato e non per modo di dire in quanto mi mancava proprio l’aria. Cercavo di guardarla in volto e non riuscivo a immaginare che quella creatura bellissima fosse stata un maschio. Era assurdo! I suoi lineamenti avrebbero fatto invidia a modelle famose e ad attrici di Hollywood. Forse aveva fatto dei ritocchini ma comunque non erano vistosi. Le labbra erano carnose ma non certo dei canotti come quelli di alcune soubrette che avevano peggiorato il loro aspetto e gli zigomi erano rialzati ma anche quelli non sembravano frutto di operazioni chirurgiche bensì di una madre natura estremamente generosa. Aveva anche quella sera stivali col tacco a spillo e mi sentii di nuovo infinitamente minuscolo al suo cospetto. Mi chiedevo dove diavolo mettesse quella biscia che aveva al posto del cazzo perché non si notava nulla. Era evidente che avesse una tecnica particolare per nasconderlo e quella parte del corpo sembrava del tutto piatta
“ Buo… Buona sera” balbettai appena mise piede nel negozio “Stavo quasi per chiudere”
“ Sono venuta all’ora di chiusura appositamente” mi disse con quella voce roca ma sensualissima. Non capivo quasi nulla al suo cospetto
“ Appositamente? Perché?” le chiesi. Lei mi sorrise
“ Ti va di portarmi a casa quel telefonino?” Rimasi esterrefatto
“ Non… Non capisco”
“ Hai dato un’occhiata al cellulare? Non dire di no perché non ci credo. Si vede che il tuo approccio nei miei confronti è cambiato ed è logico pensare che sia per ciò che hai capito di me” Era passata al tu ma io mi trovavo talmente a disagio che continuai a darle del lei
“ Io… Io veramente. Cioè, lei me lo ha lasciato e io…” Si avvicinò a me. Eravamo ormai uno di fronte all’altra e il suo profumo mi stava facendo perdere quel poco di ragione che avevo. Con la sua mano mi afferrò il volto. Sentivo le sue unghie laccate di rosso scavare nelle mie guance
“ Non ti sto accusando. Anzi, sono contenta che tu hai visto chi sono così giochiamo a carte scoperte” Continuavo ad essere nel pallone
“ In che senso a carte scoperte?” le chiesi infine. La vidi sorridere
“ Nel senso che so di piacerti. Ho visto come mi guardi quando passo qui davanti. Beh, a dire la verità mi guardano tutti ma tu… Tu mi piaci. Sei un bel ragazzo e mi interessi. Ma a modo mio. Hai scoperto che sono una trans e che mi piace dominare i maschi. Non è così?” Deglutii nervosamente
“ Io… Sì” ammisi
“ Bene. Se pensi che io non faccio al caso tuo, dammi il cellulare e dimmi quanto ti devo per la riparazione. Altrimenti, mi segui fino a casa mia” Rimasi letteralmente spiazzato da quella proposta. La guardai e la mia mente cercò di elaborare delle idee in pochi istanti, idee che mi permettessero di darle una risposta. Cosa voleva da me? Era una dominatrice trans e forse voleva incularmi e sottomettermi? Sembrava essere la cosa più plausibile. E io cosa volevo? Mi dicevo che avrei dovuto starle alla larga e invece agii d’istinto senza ragionare. Anzi, agii ragionando con il cazzo che mi stava scoppiando e che mi diceva che dovevo seguirla a qualunque costo e qualunque cosa volesse da me
“ Io… Vorrei venire con lei” le dissi infatti, dandomi poi immediatamente del pazzo per una scelta del genere. Lei invece sorrise
“ Ne ero certa” disse infatti per poi attendere che chiudessi il mio negozietto per poi seguirla per una decina di metri, tra lo sguardo ammirato delle poche persone che passavano in quel momento. Era impossibile non guardarla con desiderio ma ciò che aumentava il suo fascino erano i suoi gesti estremamente femminili, molto più femminili delle vere donne, il suo modo di fare, la sua enorme sicurezza, la consapevolezza che tutto le fosse dovuto. Mentre camminava ancheggiava sensualmente ma non lo faceva con la solita femminilità troppo ostentata e fastidiosa dei travestiti che avevo visto fino ad allora ma in modo femminile, come se avesse imparato ad ondeggiare su quei trampoli che aveva al posto dei tacchi studiando accuratamente la camminata delle donne biologiche. Vidi che armeggiava dentro la sua borsa per prendere un antifurto elettronico per poi aprire una lussuosa macchina grigia metallizzata che costava all’incirca quanto io guadagnavo in tre anni almeno
“ Ma… Dove andiamo?” le chiesi incredulo
“ A casa mia. Monta!” mi ordinò. Obbedii e mi ritrovai a fianco a lei all’interno dell’abitacolo
“ Abita lontano?” le domandai appena mise in moto
“ Non è lontano da qui. In questo quartiere ci vengo solo a fare alcune compere perché è la zona commerciale più vicina. E soprattutto perché amo essere osservata, ammirata e concupita. Dove abito io, ci sono solo villette residenziali e non gira anima viva” mi rispose senza guardarmi mentre guidava. La zona dove abitava era in effetti poco distante e si trattava di un nuovo quartiere sorto da pochi anni e abitato prevalentemente da famiglie benestanti. Anzi, ricche. Mentre guidava, facevo fatica a non posare il mio sguardo su quelle gambe lunghissime e probabilmente se ne accorse perché si mise a ridere
“ Mi scusi io…”
“ Tranquillo, lo so perfettamente di essere molto bella ed è difficile che un uomo non sia attratto da me. Più che difficile direi impossibile. Ho vinto alcuni concorsi di bellezza per trans e posso assicurarti che molte di noi sono più attraenti delle vere femmine”
“ A vedere lei è proprio così” ammisi facendola ridere di nuovo
“ Piuttosto, come ti chiami? Ancora non so il tuo nome”
“ C’era scritto sul biglietto da visita che le ho dato per telefonarmi. Comunque mi chiamo Leonardo”
“ Bene Leonardo, cosa stai pensando adesso?”
“ Io… Io veramente sono completamente nel pallone. Non lo so cosa vorrei. Cioè, sono confuso” le risposi sinceramente
“ E’ logico che tu lo sia. Beh, avrai modo di comprendere tu stesso fra pochi minuti” mi disse. Più passava il tempo e più mi dicevo che ero stato un pazzo ad accettare quell’invito. Forse mi avrebbe portato in un posto dove c’erano dei suoi amici che mi avrebbero dato una botta in testa e mi avrebbero tolto tutto quello che avevo. Beh, non è che avrebbero fatto una grande rapina visto che avevo con me pochi soldi e una carta di credito per un conto bancario molto esiguo. Riuscii quindi a calmarmi un pochino almeno dal punto di vista di un’eventuale aggressione anche se la vicinanza con quella splendida creatura continuava a turbarmi e la mia erezione continuava ad essere palpitante.
Finalmente arrivammo. Lucrezia parcheggiò la costosa vettura dentro un box di una splendida villetta a due piani. Mi invitò ad uscire e io, quasi come un automa, la seguii. Continuavo a respirare in modo affannoso senza riuscire a staccare gli occhi da quella splendida creatura. Cosa voleva esattamente da me? Lo avrei scoperto tra poco.
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