La mia padrona è una trans Secondo episodio

di
genere
dominazione

Appena smisi di fantasticare, iniziai a darmi da fare con quel cellulare e capire cosa c’era che non lo faceva funzionare. Avevo uno stanzino comunicante col negozio e quando non c’era nessun cliente era mia abitudine dedicarmi alle riparazioni per ottimizzare il tempo, interrompendo la riparazione nel caso fosse entrato qualcuno. Lasciai stare le altre riparazioni per dedicarmi al telefonino di Lucrezia. Non ci misi molto. Si trattava di una sciocchezza che mi fece perdere non più di cinque minuti e quel cellulare funzionava di nuovo perfettamente. Mi rigirai quell’apparecchio tra le mani. Ero sempre stato molto discreto coi miei clienti e non mi ero mai permesso di andare a curiosare nei cellulari o nei computer che riparavo ma la tentazione era enorme. Chissà quali erano le sue conoscenze e m’immaginavo persone importanti che le facevano il filo. Ma ero soprattutto curioso di vedere se ci fossero foto che la ritraevano. Alla fine, lasciai da parte tutte le mie remore e mi decisi andando contro le mie regole professionali ma ero veramente curioso di sapere chi fosse quella splendida fanciulla. Andai quindi a curiosare su quel cellulare e mi accorsi subito che sulla rubrica c’erano un centinaio di nomi e la cosa era del tutto normale. Meno normale il fatto che fossero tutti nomi maschili. Sentivo che c’era qualcosa di strano e ne ebbi la certezza quando andai sul suo WhattsApp. I nomi erano in molti casi quelli segnati in rubrica. Aveva diverse chat e non mi ci volle molto per capire chi realmente fosse. Lucrezia non era una escort ma una dominatrice. I messaggi che si scambiava con quegli uomini erano chiarissimi. Dava degli ordini perentori sia scritti che a voce e questi la ripagavano a peso d’oro. Senza fare niente, solo con degli ordini, Lucrezia guadagnava un sacco di soldi. E lo testimoniavano le foto di ricariche che quegli uomini le facevano. I video poi erano ovviamente ancora più espliciti. Ma ciò che mi lasciò completamente a bocca aperta fu un’altra cosa che scoprii. Ed era la cosa più inquietante perché Lucrezia, malgrado la sua bellezza da copertina non era una donna. Non biologica almeno. Era una trans. Una trans superdotata, tra l’altro. C’erano foto che non lasciavano adito a dubbi. Il suo cazzo era enorme, sui 26/27 centimetri, qualcosa di allucinante. Rimasi a guardare quelle foto e quei video con gli occhi spalancati. Lei inviava quei contenuti a quegli uomini che si potevano considerare i suoi schiavetti a tutti gli effetti e questi la ripagavano dandole appunto dei soldi, o meglio, facendole delle ricariche. Non erano cifre enormi ma ognuno di loro regalava a Lucrezia dalle 200 alle 500 euro al mese complessivamente. E siccome gli schiavi erano appunto un centinaio, significava che guadagnava dalle ventimila alle cinquantamila euro ogni mese in quel modo.Trovai facilmente anche l’accesso ai suoi social visto che non usava una password e la cosa non cambiava minimamente. Quella bellissima trans aveva una schiera di schiavetti devoti che la riempivano di soldi solo per farsi dare degli ordini virtualmente e per ammirare foto e video dove mostrava il suo gigantesco cazzo. I messaggi erano poi del tutto espliciti. Lei li umiliava soprattutto facendo riferimenti alla enorme differenza nelle misure del membro e quelli gradivano. Richiusi tutto ma mi accorsi di avere un’erezione. Che cosa stava accadendo? Possibili che mi eccitassi nel vedere certe cose? Non riuscivo a capire. Quella voce roca così sensuale sembrava entrarmi nella mente e in un certo senso comprendevo quegli uomini che erano soggiogati. Naturalmente la sua bellezza ingigantiva tutto ma ciò che contava era che ero rimasto completamente affascinato da tutto quello che avevo letto e visto. Cercai di non pensarci e tornai al mio lavoro e mi dedicai agli altri apparecchi da riparare ma non riuscivo a staccare completamente. La visione di quelle foto e di quei video mi perseguitava. La sera chiusi il mio negozio ma mi portai appresso il cellulare di Lucrezia, quasi spinto da una forza che non mi permetteva di agire diversamente. Appena arrivai a casa mi spogliai del tutto e mi riguardai altri video dove lei dava ordini perentori e altre foto con quel cazzo smisurato in bella mostra. Il mio sembrava quello di un bambino a confronto, anche se era di una misura media. Ero eccitato come non lo ero mai stato. Mi bastò sfiorarmi con la mano per venirmene abbondantemente. Mai accaduto nella mia vita. Mi preparai qualcosa da mangiare ma mi accorsi che avevo di nuovo un grosso desiderio e mi bastò osservare di nuovo quei video e quelle foto per avere una nuova eiaculazione. Non riuscivo a comprendere bene le mie sensazioni. Non ero mai stato attratto da altri uomini anche se definire Lucrezia un uomo era completamente sbagliato. Era di una bellezza fuori dall’ordinario e io la consideravo una donna. Una donna con qualcosa in più. Qualcosa di molto grosso. Ma ammiravo anche tutto il resto e quelle foto la vedevano spesso con le tette al vento, due seni che avrei pagato chissà cosa per poterci affondare il viso. Ma anche quella sua bocca perfetta sempre dipinta col rossetto rosso. E solo il pensiero di poter baciare quelle labbra mi mandava fuori di testa. Ma la cosa che mi colpì fu il suo tono di voce, la sua naturalezza nel dare ordini, come se tutto le fosse dovuto e non mi ci volle molto nel capire che non mi sarebbe dispiaciuto obbedire a una dominatrice del genere. E tutto questo mi fece avere una nuova erezione. Non era possibile! No, non era possibile ma era ciò che mi stava succedendo.
Quella notte faticai addirittura a prendere sonno per quanto ero agitato e quando mi risvegliai, la mattina seguente, mi ritrovai con un lago di sperma nei miei boxer, cosa che non mi capitava da quando ero adolescente. Avevo sognato Lucrezia? Ovviamente non i ricordavo ciò che avevo sognato ma ci avrei scommesso qualsiasi cosa che era proprio lei l’artefice della mia ennesima eiaculazione.

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2024-05-10
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