Anna 2 – Il fidanzato

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Anna 2 – Il fidanzato

Dobbiamo trovare un fidanzato ad Anna” questa frase dello zio mi colse di sorpresa.
Anna si guardò bene dal rispondere a tale affermazione, era furba abbastanza, se avesse detto che il fidanzato lo voleva scegliere lei, sarebbe solo stato l’occasione per essere punita da madre, padre o zio. Non aveva nulla da guadagnarci, abbozzo un sorriso e si rassegnò, come al solito, il suo destino non sarebbe stato nelle sue mani.
Don Luciano, che era il vero capo della famiglia, aveva ovviamente già pianificato il suo destino come quello delle altre due donne di famiglia.
La sorella Carla, ancora una donna piacente nonostante i suoi quarant’anni, la sua prima cagnetta obbediente, così era sempre stato e così doveva restare. Il matrimonio con quel fallito di Piero era perfettamente in linea con il percorso di vita scelto dal fratello. Piero stesso pur sapendo di dovere dividere le sue tre donne, traeva beneficio da quello stile di vita. Era un maschio della famiglia, poteva divertirsi a suo piacere, doveva semplicemente accettare che don Luciano era un gradino sopra di lui.
Il percorso per la giovane Claudia era già tracciato, come Carla ed Anna avrebbe progressivamente soddisfatto le esigenze dei maschi di famiglia, padre, zio ed il marito quando sarebbe arrivato. Adesso era ancora nella sua fase educativa, tante punizioni, tante sadiche umiliazioni. Sessualmente in questa giovane età i maschi si accontentavano di toccarla e farsi toccare. A brevissimo le avrebbero fatto usare la bocca. Poi come previsto con la sorella Anna, dopo il fidanzamento, sarebbe arrivato l’ora di farsi sfondare il culo. L’ultimo passo era poi il matrimonio con un ragazzo adatto a capire le esigenze della famiglia.
La perdita della verginità solo dopo il matrimonio era una colonna portante nell’educazione delle femmine. La rispettabilità davanti agli altri ed avere una reputazione irreprensibile era essenziale. In molte famiglie, per tutta la loro vita, di generazioni in generazione, le femmine erano state educate a suon di sculaccioni frustate e sadiche punizioni. Doveva continuare ad essere così, anche ai giorni nostri, almeno nel segreto del focolare domestico.
La totale sottomissione fisica, sessuale e mentale agli uomini di famiglia ed anche a quelli indicati dalla famiglia era altrettanto importante
La scelta del fidanzato per Anna sarebbe quindi stata una scelta molto importante.
Dopo poche settimane da quella sera don Luciano a cena davanti a tutta la famiglia disse “Anna sabato sera viene a cena da noi Massimiliano, Max per tutti, mettiti carina, un vestitino a mezza coscia e scarpe con il tacco, truccati leggermente. Cenerete con noi poi andrete a fare un giro con la sua macchina, entro le 11 devi rientrare”
Anna prego molto che Massimiliano fosse un maschio meno perverso di quelli che aveva oggi nella sua vita.
Max era stato sponsorizzato a don Luciano da don Franco, gli raccontò di lui un freddo pomeriggio, dopo un tè ed un lungo lavoro di mano di Claudia.
Don Franco era certa che tale suo consiglio sarebbe poi stato ricompensato ampiamente anche dalla stessa Anna, sperando che dopo il fidanzamento arrivasse con il matrimonio il free pass per tutti i suoi buchi.
Don Franco conosceva benissimo la famiglia di Max, la madre ed il padre erano suoi parrocchiani, li aveva seguiti e confessati per tutta la loro vita da sposati. Il figlio Max aveva fatto tutti i sacramenti con lui.
La madre si chiamava Paola, era più vicina ai 50 che ai quarant’anni ma restava una gran bella signora, una quarta piena in un corpo ancora sodo. Lavorava da sempre, come unica segretaria, in uno studio di un avvocato penalista molto conosciuto a Pavia.
L’avvocato, oggi molto anziano, non si è mai fatto mancare nulla in questi lunghi anni. Essendo solo loro due in ufficio ha potuto dare sfogo a tutte le sue perversioni, accuratamente descritte da Paola a don Franco nelle frequenti confessioni e da lui fatte espiare nel segreto della canonica. Paola nei primi anni voleva lasciare il lavoro ma don Franco la convinse che, tutto sommato, per il bene della famiglia, visto il buono stipendio che compensava quello limitato del marito, e visto che era una cosa che restava dentro le mura dello studio, fosse ragionevole che Paola facesse questi piccoli sacrifici per il bene di tutti.
In realtà Felice il marito di Paola, vedendola spesso tornare farcita di sperma, con i vestiti sgualciti e a volte senza mutande era ben consapevole di quello che succedeva in ufficio, ma tutto sommato non lo disturbava più di tanto visto lo stipendio della moglie. Essendo poi un discreto maiale si eccitava molto ad esporre la moglie nei lidi naturisti delle rive del Ticino quando questa rientrava a casa con i segni delle vergate somministrategli dell’avvocato, cosa che succedeva spesso essendo un uomo facile ad irritarsi.
Anche Max crescendo capì che tipo di rapporto ci fosse tra l’avvocato e la madre, ma vedendo che il padre accettava la situazione fece lo stesso. Confesso a don Franco di essersi segato più volte pensando a quello che la madre subiva.
Felice ed era un operaio metalmeccanico in una piccola azienda locale, passava la maggior parte del suo tempo nei vari bar del paese a giocare a carte ed a bere allegramente. Scopava la moglie regolarmente e amava portarla lungo le rive del Ticino e quando era troppo freddo nei cinema a luci rosse.
La moglie piena di sensi di colpa per quello che avveniva in ufficio obbediva al marito, nel segreto delle confessioni descriveva le porcate subite nei cinema e su quelle rive piene di porci guardoni.
Max, figlio unico, aveva 23 anni, quindi parecchi più di Anna, ed era un ragazzo normale, non troppo bello ma nemmeno troppo brutto, non particolarmente intelligente ma neppure uno stupido totale. Quello che era interessante, agli occhi di don Franco, era che era stato fidanzato per anni con una ragazza che lo cornificava continuamente, lui pur arrabbiandosi aveva alla fine sempre accettato la situazione. Fu la ragazza stessa a lasciarlo lamentando una scarsa dotazione del povero Max.
Era insomma uno sfigato privo di personalità con una famiglia modesta, ma perversa ed una madre ricattabile.
Quando don Luciano invito Max a cena per conoscere meglio la nipote ne fu ben felice.
Anna viveva a pochi km da lui, aveva avuto modo di vederla più volte davanti alla fermata dell’autobus o in chiesa. Così la descrisse al suo amico Carlo “un gran bel fighino, non troppo alta, magrolina ma con una terza di seno, un gran culo sodo, faccia da troia, sembra nata per fare i pompini”
Oltre a quello lo intrigava molto che l’invito a frequentare la ragazza venisse dello zio prete.
Arrivo il sabato sera, Anna, come ordinato, si presentò con il vestitino a mezza coscia, elegante ma sexy. Max arrivo con un economico mazzo di fiori e un enorme imbarazzo, mostro tutta la sua timidezza al cospetto della famiglia e del prete.
La cena nonostante questi presupposti filo liscia, ma senza grossi sussulti.
Dopo cena Carla, con la solita cattiveria, ricordo a tutti che la figlia Claudia aveva portato a casa una nota per il comportamento maleducato di tutta la classe.
La piccola Claudia, consapevole di quello che le sarebbe successo, si mise immediatamente a frignare dicendo che non era colpa sua "erano stati i maschi della classe a fare confusione".
Piero molto irritato per tali inutili giustificazioni prese per le orecchie la ragazzina e la porto nello studio. Max non assistette alla violenta punizione ma sentì le urla, i pianti e le inutili richieste di pietà che venivano dallo studio.
Mentre Claudia era ancora nello studio con il padre, Max venne invitato a portare Anna a fare un giro “per conoscersi meglio”.
Max fece salire Anna sulla sua vecchia Golf, ancora eccitato per le urla ed i pianti, si diresse verso il parcheggio di un supermercato della zona.
Inizio subito a mettergli la lingua in bocca ed a toccarla ovunque cercando di spogliarla. Anna sapendo quello che le avrebbero fatto i famigliari se si fosse fatta montare da Max cerco di calmarlo nell’unico modo che conosceva per calmare un uomo, si presi il modesto cazzetto di Max e lo succhio fino a farlo venire. Ingoio il tutto, come sempre, per evitare punizioni se qualcuno o qualcosa si fosse sporcato.
Anna rientro entro le undici, venne portata nell’appartamento di don Luciano, passo tutta la notte in quell’appartamento, dopo essere fatta mettere in ginocchio fu fatta confessare e selvaggiamente frustata per essere stata così troia da succhiare l’uccello ad un ragazzo appena conosciuto.
Quello di Max non fu l’unico uccello che dovette succhiare quella notte.
Dopo quella prima volta Max era diventato di casa. Dentro casa non si azzardava a toccare la sua nuova ragazza, ma la vide spesso punire dal padre, dallo zio, ma soprattutto dalla madre che si divertiva molto ad infierire ed umiliare la povera Anna davanti al fidanzato.
Fuori casa le cose cambiavano immediatamente, Anna doveva sedersi a culo nudo sul sedile della sua Golf, aprire le gambe, farsi guardare e toccare. A fine serata, lo serviva con la sua già esperta bocca, poco prima di essere riportata a casa. Questo succedeva due o tre volte a settimana.
Dopo un anno di fidanzamento il doversi accontentare solamente della bocca e delle mani di Anna inizio a pesargli, aveva ormai 24 anni, sentiva la necessità di scoparla o di poterla almeno inculare.
scritto il
2024-10-24
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