La siberiana 1 - Gli inizi

di
genere
etero

La mamma di Sasha aveva 32 anni ed aspettava il suo quarto figlio dall’ennesimo uomo diverso.
Non era una situazione insolita, alla fine degli anni 90, nell'oblast di Kurgan nella siberia occidentale.
Così come non era insolito per ragazze minorenni come Sasha andare a convivere con un ragazzo quando si era di troppo in famiglia.
Erano anni di grandi opportunità per alcuni e di disperazione per molti, il comunismo era miseramente fallito, adesso c’era il far west, vigeva la legge del più forte o di chi aveva gli amici più influenti.
Sasha e Maksim erano una bella coppia, entrambi biondi, alti e magri, nei loro giovani occhi azzurri si leggeva ancora la speranza di un futuro migliore.
Stavano bene assieme, il problema erano i soldi, lei faceva la lavapiatti per pochi rubli in una mensa, lui lavorava saltuariamente come muratore. Per loro nessun vantaggio dalle nuove opportunità.

Un giorno Maksim rientrando dalla stazione degli autobus si fermo a guardare una bancarella che vendeva videocassette pornografiche, erano le prime che giravano dopo la caduta dell'impero sovietico, erano di provenienza asiatica senza traduzione in cirillico, la qualità sembrava pessima, ma il prezzo era molto alto, 5 rubli, quanto lui guadagnava in un giorno di lavoro.
Ci pensò a lungo, finalmente vedeva un’opportunità. Suo cugino Sergej aveva una telecamera ed un piccolo impianto per la duplicazione delle cassette VHS, sapeva anche che c'era la possibilità di proteggerle dai pirati informatici con un sistema APS.
Gli accordi furono chiari, Sergey, in cambio di una parte del guadagno, avrebbe fatto le riprese, duplicato le cassate, ma sarebbe rimasto anonimo.
Troppi rischi, non sapeva nulla di società, fisco, autorizzazioni, poi esistevano leggi sulla pornografia? Era un semplice studente, non lo sapeva, in quel periodo post-sovietico tutto era confuso, Sergey non voleva rischiare di finire in prigione.
Maksim spiegò l'idea a Sasha, questa ovviamente all'inizio si vergognava all'idea di fare sesso davanti al cugino, dei potenziali acquirenti delle cassette non gli interessava molto, erano estranei. Dimostrava l'ingenuità dei suoi 18 anni.
Si lasciò convincere.
Il filmato durava 30 minuti, telecamera fissa, lo girarono nella loro camera da letto, iniziava con lei che ballava, gonna molto corta, capelli raccolti a coda di cavallo, trucco pesante, la musica di sottofondo scelta era della orrenda musica pop russa, ma lei si muoveva bene, era molto sexy quando ballava.
Poi iniziava a spogliarsi, lentamente, fino a fare vedere il piccolo seno e la figa che aveva completamente depilato per l’occasione. A circa metà video compariva Maksim che sbrigativamente gli metteva il cazzo in bocca, la metteva a pecorina e dopo cinque minuti di scopata le sborrava in figa. Il video finiva con la sborra che usciva dalla figa.

La qualità delle riprese era pessima, sonoro e luci sbagliate, si vedeva che erano dilettanti, ma tutto era reso incredibilmente eccitante dallo sguardo da bambina spaventata di Sasha.

Duplicarono 50 copie del VHS, il giorno dopo Maksim si posizionò ai bordi del mercato che si teneva tutte le sue mattine nella sua città di Dalmatovo.
Il primo giorno vendette, 10 cassette, 50 rubli, un risultato epico ai suoi occhi.
Il secondo giorno, si ripresentò nello stesso posto, a metà mattinata vendette la quinta cassetta ad un uomo di grossa corporatura, dopo averlo pagato estrasse un tesserino della polizia e gli chiese di seguirlo.
Fu portato nella stazione di polizia e lo interrogarono.
Sasha fu arrestata un’ora dopo, Sergey nella serata.
Passarono la notte nella stazione di polizia, isolati tra loro, il giorno dopo avrebbero avuto il processo per direttissima.

Sasha fu messa in una piccola stanza priva di finestre in compagnia di una donna accusata di furto. A tarda serata entrarono tre uomini in divisa, la chiamarono troia, prostituta e le dissero che avevano visto il video e volevano lo stesso servizio, Sasha provo inutilmente ad opporsi, i tre uomini si presero quello che volevano, la scoparono e si fecero succhiare il cazzo, nel disinteresse della compagna di cella.

Sasha era terrorizzata, cosa le sarebbe potuto succedere se fosse stata condannata, era stata stuprata da tre tutori della legge, in una frequentata stazione di polizia in centro città, cosa avrebbe dovuto subire in una isolata prigione.

Maksim fu condannato a dieci anni di prigione per sfruttamento della prostituzione e traffico di materiale pornografico, fini in un istituto di rieducazione in siberia orientale, nessuno seppe più nulla di lui.
Sergey fu assolto, ma gli fu chiaro, dopo il pestaggio notturno, che per lui era meglio cambiare aria e così fece, se ne andò a vivere da uno zio a Novosibirsk un migliaio di km più a est.
Sasha fu schedata come prostituta, ma lasciata libera di andarsene.
Al rientro nel suo appartamento trovo un paio di uomini ad attenderla, scuri di pelle, tarchiati, sguardo cattivo, non c’erano dubbi erano mafiosi ceceni.
La invitarono a salire in macchina con loro e la portarono in un bar di periferia.
Li incontrò per la prima volta Aslan, lei non lo sapeva chi fosse ma capì subito che non era una persona da contraddire.
In seguito, scopri che era già stato accusato di parecchi crimini, tra cui omicidio, ma era sempre riuscito a farsi assolvere, ovviamente aveva protezioni nella polizia e nella magistratura.
“Ciao Sasha bambina mia. Mi hanno detto che sei una brava attrice, non mi sembrava giusto che passassi i prossimi anni in una prigione a soddisfare guardie carcerarie. Ti ho fatto liberare, ma adesso mi devi qualcosa”
Sasha non riuscì a dire niente. Riusciva solo ad annuire con la testa.
“Oggi è stato un giorno impegnativo per te, vai pure a casa, tieni questo bigliettino da visita, domani alle 9 ti presenti in agenzia, dal sig. Timur, lui ti spiegherà tutto”.
Prima di andarsene le disse in tono minaccioso.
“Non mi deludere Sasha, sarebbe un peccato, sei così giovane e bella”

L’agenzia era in una bella villetta in periferia, le ci volle un’ora di autobus per raggiungerla, Timur ed un paio di brutti ceffi la ricevettero dopo una lunga attesa.
“In questo edificio abbiamo un’agenzia di modelle, attrici ed una piccola società di produzione di film. Aslan mi ha detto che sei un’attrice esperta, adesso ti facciamo un provino, poi se lo superi, ti prepariamo un contratto standard, lavorerai con la nostra società di produzione, ma se ti impegni ti manderemo a lavorare con altre produzioni a Mosca e San Pietroburgo e se sarai fortunata anche in Europa o negli Stati Uniti”.
Provo inutilmente a dire sottovoce “ma io veramente non sono un attrice…”
“spogliati, fammi vedere cosa c’e’ lì sotto, sbrigati”.
Rimase nuda, sguardo basso.
“non ha tette, chiama la clinica digli che domani la mandiamo una ragazza a rifarsi le tette e le labbra, poi chiama il dentista”.
Inizio a toccarla.
“Fighetta ancora bella stretta, bene, anche il culo sembra vergine”
“sono vergine lì …. il mio ragazzo mi ha sempre rispettato”
“bene ottimo, mi raccomando, nessuno lo tocchi, faremo un bel video, un paio dei nostri tori che glielo sfondano, si venderà alla grande, non vedo l’ora di dirlo ad Aslan”
Poi la porto in una stanza dove c’era un grosso divano, Timur la scopo per primo, poi nel corso della giornata si alternarono una decina di altri uomini che lavoravano per l’agenzia. Quello divenne una prassi, quando era in agenzia chiunque avesse un ruolo della benché minima importanza, poteva usarla.
Le fecero firmare una serie di contratti e le fu dato un appartamento dove vivevano le attrici dell’agenzia, tutte siberiane come lei
Dopo avere rifatto le tette, le labbra ed i denti girò il suo primo video.
Il video iniziava con lei che mostrava il passaporto, aveva 18 anni e due mesi quando lo girò, indossava un abitino a fiori, trucco leggero e coda di cavallo. C’era un uomo sui 50 anni che le faceva domande intime, voleva imbarazzarla e fare trasparire tutta la sua inesperienza, la prese in braccio, la accarezzava i capelli con fare paternalistico, poi la baciò lungamente con la lingua, sollevandole il vestitino e toccandole il sederino perfetto. Le mutande erano bianche, verginali. La scopata non duro molto, non era quello l’obbiettivo prioritario del regista.
La sera del video per festeggiare, Sasha andò a cena con Aslan ed alcuni suoi collaboratori, nessuno le rivolse la parola, parlavano quasi sempre in ceceno, lei non capiva nulla. A fine serata Aslan la porto in bagno e si fece fare un pompino.
Un autista di Aslan la riportò a casa, a metà strada si fermo in piena campagna, le sollevo la gonna e se la scopo, era un semplice autista, lei non seppe mai se fosse autorizzato da Aslan o se fosse stata una voglia improvvisa.

Il video della perdita della verginità anale fu molto più brutale, gli uomini erano due, anche qui iniziava con l’inquadratura del passaporto e lei che parlava del problema della sua verginità anale, chiedeva ai due uomini di risolvergli il problema.
Quando il primo cazzo le entrò in culo, il registra si dilungò sulla faccia sofferente di Sasha, sui suoi lamenti, poi quando iniziò a piangere il regista capi di stare filmando un piccolo capolavoro.
I due uomini erano professionisti, molto dotati e resistenti, si alternarono nel suo culo a lungo. Ne risultò un video di grande successo.
Da lì in poi era fatta, tutti i buchi erano rodati, i registi potevano dare libero sfogo alla loro fantasia.
In realtà nei due mesi successivi giro parecchi video, ma nessuno fu mai distribuito, uomini di varie età la coricavano su un letto, si facevano leccare e poi la scopavano, ma erano tutti video poco professionali, gli attori erano poco dotati, spesso dilettanti che pagavano la produzione per scoparsi Sasha, il risultato finale non era vendibile, si trattava solo di uomini normali che godevano a scoparsi una arrapante diciottenne.
Ma i primi due video le diedero visibilità, l’agenzia fu contatta da una società di produzione cinese. Chiesero i servizi di Sasha per tre mesi.

Continua….
scritto il
2024-11-12
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