La cura

di
genere
incesti

Palesemente ovvio, ma lo scrivo lo stesso, NON sono un medico. Buona lettura.


La cura

Filippo aveva un dolore al pene da diverse settimane. Nelle lunghe ore passate sulla rigida sedia di scola era anche peggio. Ma non ne voleva parlare con nessuno, si vergognava, era una cosa troppo imbarazzante per lui.
“cosa hai Pippo, tieni la schiena dritta, sei sempre curvo, ti fa male qualcosa?”
“non ci riesco mamma, si mi fa male, lì in basso, proprio lì”
“fammi vedere, abbassati i pantaloni”
“no mamma, mi vergogno”
“ok, va beh dai, oggi pomeriggio riceve la dottoressa, andiamo così ti controlla lei”

La dottoressa Croce era una cara amica della mamma di Pippo, si conoscevano da anni, lo fece spogliare e lo visitò lungamente dietro una tenda, poi chiamo la madre
“niente di grave Carla, è l’età, se fa quello che dico la risolviamo in qualche settimana. Se invece non mi ascolta la cosa può degenerare in qualcosa di serio”
“no per carità, lo sai che voglio diventare nonna, ahahah”
parlavano come se Pippo non fosse presente, lui ascoltava imbarazzato
“Pippo ha un inizio di restringimento del prepuzio, la si può risolvere con un piccolo intervento oppure con un po' di impegno e della pomata”
la mamma rispose per lui “decisamente meglio l’impegno e la pomata”, Pippo concordava, l’idea di essere operato lì non era il massimo.
La dottoressa guardo Pippo negli occhi “allora caro, bisogna che alleni il prepuzio, così diventa più elastico e risolviamo il problemino”
Pippo la guardò con la faccia di uno che non aveva capito
“mi spiego più chiaramente, bisogna che ti masturbi almeno una volta al giorno, facciamo tutti i giorni dopo pranzo, Carla tu verifica e se ci sono problemi intervieni”
Pippo inizio a diventare rosso, parlare di masturbazione davanti alla mamma, intervieni, cosa aveva voluto dire
“immagino che tu sia capace vero? ce l’hai una fidanzatina che ti possa aiutare?”
intervenne mamma Carla “si ce l’ha una ragazzina, conosco bene la mamma, ci parlo io, vedrai che Carolina si renderà disponibile ad aiutare Pippo”.
Pippo immagino il colloquio tra sua mamma e la mamma di Carolina, diventò ancora più rosso. La mamma di Carlina era molto possessiva, una mamma severa, all’antica. Carolina era cresciuta molto timida, il massimo che aveva ottenuto era il bacio con la lingua e il poterle toccare il seno da sopra i vestiti.
“ok, allora tutto chiaro, ci vediamo tra 15 giorni per verificare i progressi, aspetta che ti faccio la ricetta per la pomatina poi potete andare”.


“Pippo vai nella tua stanza e fatti la seghina come ha detto la dottoressa. Ce li hai i fazzolettini, non sporcare mi raccomando”
Dopo pochi minuti “hai fatto, finito?”
“no mamma”
dopo altri cinque minuti “finito?”
“lasciami stare…”
Carla aspetto ancora un po', poi entro nella stanza senza bussare, lo trovò con il cazzo in mano con una mezza erezione
“insomma Pippo, bisogna che ti impegni, fai uscire la cremina che qui facciamo notte...”
“non è facile, bisogna avere l’ispirazione giusta, poi con la tua pressione addosso…”
“togli le mani, dai ti aiuto io, che se no la Croce si arrabbia con me”
la mamma come se fosse la cosa più naturale del mondo inizio a segarlo, il cazzo si induri all’istante, sborrò dopo pochi minuti, il primo schizzo la colpì sul mento, il secondo sulla camicia, gli altri sulla mano messa tardivamente come scudo
“Pippo, avverti quando senti che la cremina vuole uscire, guarda qui … mi hai sporcato tutta … ma poi quanta ne fai …. eri proprio pieno”

Il giorno dopo il problema si ripresentò, il cazzo non gli diventava duro
“mamma mi serve l’aiutino”
“non hai qualche foto della tua morosina che ti ispiri?”
“non aiuta, ho già provato, troppo pressione, mi sento sotto esame, dai mamma fai tu come ieri”
“va bene, ma che non diventi un abitudine” si mise di buona lena ed in pochi minuti lui gli riversò la solita abbondante sborrata, la mamma questa volta riuscì a proteggersi con i fazzolettini per tempo.
Osservò la enorme quantità di sperma sui fazzolettini e se ne andò dalla stanza senza commentare.

“mamma, mi aiuti?”
Erano ormai dieci giorni che la mamma lo segava, gli si sedava a fianco, lo impugnava e iniziava il su e giù, Pippo era entusiasta della cosa, ma anche la mamma iniziava a sentire un prurito in mezzo alle gambe, l’odore di sperma gli faceva sempre quell’effetto, poi il pene di Pippo non era niente male, ma non voleva nemmeno pensarci, quello era il suo bambino. Carolina non venne coinvolta, meglio che lo aiutasse lei, così restava tutto in famiglia.
Passati i 15 giorni tornarono dalla dottoressa.
“Caro Pippo, fammi vedere se ci sono progressi”
Pippo si spoglio, questa volta davanti alla mamma. La dottoressa glielo tasto a lungo, con entrambe le mani, a Carla sembrò poco professionale.
“Non mi sembra che la situazione sia migliorata Pippo, dai fammi vedere come ti masturbi, vediamo se lo fai correttamente”
intervenne Carla “lo aiuto io, da solo non gli diventa molto… come dire…duro…ha bisogno di stimoli”
“fammi vedere come fai Carla, e tu bravo, fai fare tutto alla mamma che ha esperienza”
la mamma inizio a segarlo con il solito ritmo lento e delicato. Il cazzo di Pippo diventò di marmo, la mamma lo segava davanti ad un’altra donna che guardava
“scusa Carla se ti interrompo, lascia che ti faccia vedere alcune tecniche che potrebbero aiutare”
la dottoressa mise per la seconda volta la sua mano sul cazzo di Pippo ed inizio decisamente a segarlo
“magari inumidiscilo un pochino, così la pelle scorre meglio, fai colare della saliva dalla bocca e poi distendila delicatamente su tutta la superficie, poi progressivamente aumenta il ritmo, fino a fargli uscire la cremina”
Pippo esplose, il primo getto colpi la dottoressa sugli occhiali ed i capelli, il secondo ed il terzo fu fermato dalla mano della mamma ormai esperta ad intercettare qui getti.
“complimenti signorino, ma quanta ne fai”
“Carla mi raccomando, il prepuzio deve essere umido, usa la saliva che è il metodo più naturale, se resta secco fermati ed inumidiscilo ancora, se preferisci puoi usare direttamente la lingua, che poi sarebbe il sistema più sicuro.
Poi vediamo di aumentare le dosi, visto che il ragazzo è giovane e forte direi di passare ad almeno due volte al giorno, ma se te la senti caro puoi arrivare anche a quattro al giorno”

“mamma, mamma ….”
“Pippo basta, mi fa male il polso, oggi è già la quarta volta”
“mamma, se vuoi provo da solo, magari se tu mi facessi vedere il seno, penso che aiuterebbe”
“Pippo il seno me lo vedi tutte le volte che andiamo in spiaggia” la mamma amava il topless al mare, ed il suo seno era una quarta piena rifatta alcuni anni prima su pressione del marito. Lui la guardo con gli occhi tra il triste e l’implorante.
Rassegnata, si tolse la camicia e fece uscire i due meloni dal reggiseno, senza toglierselo, poi come era solita fare dopo la seconda visita dal dottore glielo prese in bocca e lo ciuccio per alcuni secondi cercando di inumidirlo il più possibile.

Pippo inizio a segarsi, dopo dieci minuti non era ancora venuto, la mamma spazientita e vedendo che il pene non era umido, prese la mano di pippo e se la porto sul seno “tocca che magari aiuta” poi si piego e lo riprese in bocca e lo succhio a lungo.
Con questo doppio aiuto pippo finalmente sborrò, diritto nella bocca della mamma, questa deglutì tutto anche se a fatica. Era la prima volta che lo assaggiava, aveva un sapore molto migliore di quello del suo anziano datore di lavoro.
“Pippo questa era la quarta oggi, e fai ancora così tanta cremina …. “
Pippo superava spesso le quattro seghine al giorno, la mamma continuava a chiamarle così, ma a lui sembravano proprio uguali ai pompini che vedeva su Pornhub.
Ormai si faceva toccare i seni, i capezzoli, se poi lui allungava le mani sul culo della mamma senza che questa dicesse qualcosa. Le aveva anche leccato i capezzoli qualche volta.
La mamma iniziava a fare fatica a controllarsi, le mutandine le si bagnavano sempre più spesso ed il marito non era più in grado di risolverle il problema con la classica sveltina che facevano prima di addormentarsi.
Carla, stremata dai ritmi imposti dal ragazzo, chiese aiuto alla mamma di Carolina, questa si prese a cuore la faccenda, voleva che Pippo crescesse sano e forte.
Il pomeriggio passava un paio di ore a casa della fidanzatina, sia lei che la mamma lo aiutarono molto, anche assieme.
Carolina, quando poteva preferiva lei andare a casa di Pippo, non riusciva ad aiutarlo quando c’era la madre, voleva fare tutto lei “lascia fare che ho più esperienza, tu guarda e impara”.
Ormai nessuna delle tre donne usava più le mani, Pippo le faceva mettere in ginocchio, e le scopava in bocca sborrandogli sulla faccia o sul seno. Poi aspettava che queste raccogliessero con le dita la cremina e la inghiottissero.
Con Carolina aveva iniziato a chiudersi in camera da letto, ma il cigolare del letto e le urla di godimento della fidanzatina si sentivano, lo stesso, in tutta la casa.
Mamma Carla non ce la faceva più, la sua figa era un lago tutto il giorno.
Doveva assolutamente trovare un modo per aiutare meglio il suo Pippo.
scritto il
2024-11-05
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