Anna 9 – Il Divorzio
di
Dallas Pavia
genere
zoofilia
Anna 9 - Il divorzio
Anna e Max diedero alla luce una splendida bimba, la chiamarono Monique, tra le proteste di don Luciano che avrebbe preferito un più cristiano Maria, Benedetta o Maddalena.
Le possibilità che il padre biologico fosse Max erano basse. Anna sperava che fosse di Davide o al limite di don Franco. Prego che non fosse di quell’animale di Carlo o di quel maiale di Gian.
Massimo, il padre, lo zio ed il suocero per fortuna nel periodo del concepimento avevano usato altri canali.
Per fortuna nessuno sollevo mai la questione, il padre era Max.
Dopo la nascita della figlia Max sembrava più distaccato, scopava la moglie con il contagocce, rientrava tardi la sera e trascurava la neonata.
“Cosa sta succedendo Max?”
“voglio il divorzio, mi sono innamorato”, un fulmine a ciel sereno.
Una collega Carpigiana, più vecchia di lui e decisamente meno appetibile sessualmente di lei. Irremovibile e stranamente organizzato, in pochi giorni lasciò il tetto coniugale, la città, i genitori e gli amici. Reinvento la sua vita.
Per Anna le conseguenze furono catastrofiche, oltre che il marito perse il lavoro, la casa ed il supporto dei genitori. Era moralmente e finanziariamente a terra.
I nonni paterni, Paola e Felice, per amore della nipotina, gli diedero un tetto, ma, come tutti gli altri parenti ed amici, ritenevano lei la colpevole del divorzio.
Se un uomo era così disperato da andarsene con una donna più vecchia e brutta era chiaro, la moglie non sapeva tenerselo stretto.
Sciaaaack Sciaaack
“Aha ahaaa basta, la prego Signora Paola”
Sciaaaaack, “puttana, ti scuoio viva” Schiaaaaack Schiaaaack
“Basta Paola non riesco a sentire la TV e poi va a finire che la fai svenire come ieri” disse Felice il marito di Paola.
Si alzò, fece raddrizzare Anna e se la portò ai suoi piedi, vicino alla poltrona, dopo una mezzoretta sborrò in gola alla ex nuora.
Questa era diventata la vita di Anna, ma almeno la figlia aveva cibo ed un tetto.
La facevano dormire ai piedi del letto per averla sempre comoda, anche solo per pisciargli in bocca.
Quando poi Felice era al lavoro non c’era nessuno a placare la furia di Paola, non aveva mai urlato pianto e implorato così tanto nella sua vita.
Inizio a temere di non farcela più, doveva trovare un nuovo compagno, un lavoro, una casa.
Chiamo gli unici che non l’avevano abbandonata, Carlo, Massimo e specialmente Davide. Riuscì ad incontrali inventandosi un controllo medico post partum. Paola non la mollava mai.
Si incontrarono tutti e quattro nella casa di Davide. La moglie Rita lavorava fino a tardi, avevano tempo.
Anna si buttò ai loro piedi, “vi prego, vi prego, uno di voi mi tenga con lui, gli darò tutto, non mi negherà mai, qualsiasi cosa”
“Anna .... da te abbiamo già preso tutto, e possiamo tutti e tre continuare a farlo” non tanto velatamente alludendo alle foto della chat e numerosi video che avevano girato.
“ragazzi, ma siamo amici”
“amici un cazzo, il nostro amico era Max, tu ci svuotavi le palle”
“almeno tu Davide, fai qualcosa, lavori all’ufficio personale della Marchesi, fammi assumere, ti farò fare tutto quello che Rita ti nega”
“Rita non mi nega nulla”
Anna inizio a singhiozzare, era così disperata che a nessuno venne voglia di scoparla. Le diedero un bicchiere d’acqua, un po’ di soldi e la rimandarono nella casa delle torture.
Il suo WhatsApp squillo mentre Felice era a metà dell’opera, stava passando dalla figa al culo, sborro per terra e le fece leccare il pavimento. Lo divertiva molto quel giochino.
“Vediamoci” era il messaggio di Davide.
“Grazie, grazie Dio”, Davide era il più intelligente ed il meno perverso, inizio a vedere il futuro meno nero.
“Ciao Anna, mettiti in ginocchio ed ascoltami in silenzio, quando ho finito di parlare ti togli le mutante e sfreghi la figa contro le mie scarpe finì a venire, domani mi chiami e mi dici sì o no”
“sì Davide, è già un sì”
“partiamo male, so che sei stupida ma ascolta, non mi fare ripetere la cose due volte”
“la Marchesi SPA è la più grossa fabbrica di cucine in Italia, c’è da cinquant’anni ed ha più di mille dipendenti in gran parte donne, la famiglia Marchesi è tra le dieci famiglie più ricche in Italia”
“le regole sono le stesse da cinquant’anni e lo saranno per i prossimi cento”
“tutto quello che succede alla Marchesi resta alla Marchesi, come a Las Vegas “rise per la sua battuta
“il presidente, Giovanni Marchesi tutte le mattina si fa mandare una delle dipendenti e dopo il caffè si fa fare un pompino, ha 76 anni si accontenta. Statisticamente è difficile che ti scelga spesso”, Anna venne invece chiamata quattro volte solo il primo anno.
“Ci sono vari reparti: acquisti, qualità, amministrazione….ogni reparto ha un Direttore Senior e dei Direttori Junior, tutti uomini. Loro hanno i loro uffici, gli altri lavorano in un open space. I Direttori possono chiamare le dipendenti femmine nel loro ufficio quando e quanto vogliono. Gli altri uomini nell’open space non le possono toccare”
“tu lavoreresti al reparto commerciale, il Direttore Senior e Marchesi Giancarlo terzo figlio di Giovanni, i 5 Direttori Junior, hanno tra i quaranta ed i sessanta anni. Tutti esperti. Nell‘open space ci sono 20 donne ed un paio di uomini”
“la signora Tina è la responsabile procedure del reparto, in pratica quando fai una cazzata il Direttore scrive sul gestionale interno, EP, errore procedura, il nome di chi ha sbagliato ed un numero da 1 a 7, la signora Tina ti insegna l’importanza delle procedure, gli insegnamenti sono progressive, con l’uno dovrai stare semplicemente a culo nudo, con il cinque rimpiangerai di lavorare in quella azienda, con il sette di essere nata “
“sarai una commerciale back up junior, in pratica inserisci gli ordini nel gestionale, una cosa facile anche per una cretina come tè”
poi inizio la parte interessante per Anna “1400€ al mese, dopo dieci anni arriverai progressivamente al doppio, prima della pensione guadagnerai il triplo, ovviamente indicizzato”
poi soddisfatto aggiunse “ti farò avere un appartamento aziendale ad uso gratuito, piccolo ma in un bel residence, il nido aziendale è gratuito per tutti i dipendenti”
Anna tremo dalla gioia, lui con voce ferma “consigli: non rompere il cazzo a nessuno, sorridi a tutti, impegnati con i Direttori, attenta alla Tina” per ultimo “mi darai un mazzo di chiavi del tuo appartamento, potrò venire quando voglio, se ti farai scopare da qualcun altro fuori dal lavoro fallo in macchina, hotel o a casa del tizio, l’unico autorizzato ad entrare in quell’appartamento sono io”
Poi concluse “adesso sfrega la figa sulle mie scarpe e poi vai a casa”
Il giorno dopo, di prima mattina gli urlo di sì al telefono. La settimana successiva andò a vivere nel nuovo appartamento.
Non ruppe i rapporti con Felice e Paola, per crescere la bambina avrebbe avuto bisogno di loro, ma questo nuovo lavoro limitò, di molto, il potere degli ex suoceri su di lei.
Ebbe subito un’ottima impressione del suo ufficio, le donne erano tutte eleganti e ragionevolmente sexy, dai venti ai cinquantacinque anni, alcune molto belle, tutte carine, fu sorpreso di rivedere Rosa l’ex morosa dei suoi amici, divennero buone amiche. Essendo entrambe divorziate iniziarono anche a frequentarsi fuori dal lavoro.
I sei direttori erano uomini e fecero quello che si aspettava, il primo mese essendo una novità venne usata a fondo, poi pian pianino, pur essendo una delle due tre più scelte torno ad essere una delle tante.
Lecco, ingoio, lo prese in culo ed in figa, da sola o con altre colleghe, non disse mai di no a nulla come suggerito da Davide, ringraziava sempre prima di uscire dalla porta.
Tina invece la aveva presa in antipatia. Ma poi scopri che viveva in un appartamento nel suo stesso residence e che gli piaceva farsi leccare la figa.
Davide andava spesso a trovarla, Rita sapeva ed approvava, ogni tanto assisteva e suggeriva al marito cosa farle, le piaceva vederla piangere più che essere scopata.
Anna aveva già 30 anni e la bimba faceva le elementari. Dopo cinque anni al commerciale era stata “barattata” con un bionda dell’ufficio programmazione. Li trovo quattro Direttor Junior, uno in particolare che aveva il figlio in classe con sua figlia la monopolizzo a lungo. Passava gran parte del suo tempo sotto la scrivania o sulle ginocchia dell’uomo, ma in quel dipartimento non era un problema, 4 direttori e 35 donne, potevano permettersi di “sposarne’ una come dicevano scherzando tra loro.
Anna restò nelle mani di quell’uomo per anni. Lo chiamava il Viscido, quarantenne, stempiato, occhiali tondi fuori moda, sovrappeso e poco amante del sapone, purtroppo per lei aveva un cazzo di almeno di 20cm di lunghezza e sei di diametro, nonostante non fosse una verginella essere trapanata in culo da quel mostro era molto doloroso. Ma quello che odiava, da qui il soprannome viscido era che voleva essere baciato con la lingua per delle ore come degli adolescenti in calore, questa era la cosa peggiore per Anna.
Quella sera seduta sul solito divanetto della solita discoteca di Desenzano stava raccontando del Viscido a Rosa quando due uomini le approcciarono. Giacomo e Valerio, due ragazzi di Lodi.
Ci offrirono da bere, ci fecero ballare, misurati ed eleganti. In tarda serata Valerio disse “ragazze perché non venite a dormire sulla barca di Giacomo e ormeggiata qui a Desenzano, poi domani ci facciamo un giretto fino alla baia delle sirene a Bardolino”.
Rosa, troia come era, stava già accettando, ma Anna le disse
“ma come facciamo, non abbiamo il pigiama lo spazzolino da denti e neppure il costume “
Giacomo mi guardo sorridendo “se manca qualcosa la compriamo, dai sono già le tre andiamo in barca”
“le tre non ci credo, fammi vedere l’orologio” oltre che l’ora tarda notò al polso di Giacomo un Rolex Cosmograph, valore 90.000 €, le si bagnarono le mutandine
“Ragazzi va bene, tutti in barca, ma solo perché ho bevuto troppo e non me la sento di tornare fino a Pavia”
Rosa sapeva che Anna tendevo ad allargare le gambe quanto sentivo odore di soldi, lei invece li preferiva rozzi e decisi. Era chiaro che tra i due Giacomo era di Anna. Alle quattro stavano già scopando, aveva una dotazione misera ma si muoveva bene, gli diede la figa e poi gli fece un lavoretto con le mani, non volevo fare la troia la prima notte.
Rosa invece scoprì che il cazzo di Valerio era un formato magnum, 23cm, per lei fu come vincere al Superenalotto.
Anna si svegliò con le mutande sporche, le era venuto il ciclo in anticipo, per fortuna avevo dei Tampax in borsetta.
Dopo un’oretta di navigazione ci fermammo in mezzo al lago, noi due ragazze nude sul prendisole a poppa, Valerio da dietro mi prese il cordino del Tampax e scherzando con Giacomo “stanotte fatto appena in tempo, rischiato di trovare il semaforo rosso”
Anna sempre ridendo “ma dai smettila”
Rosa allungo le mani sul culetto dell’amica aggiunse “questi imprevisti con Anna si risolvono sempre” si leccò il dito e le sfrego l’ano, tutti risero
Valerio allungo le mani ed iniziò a toccargli delicatamente il sedere, Anna chiuse gli occhi e rimase immobile.
Rosa lo incoraggio facendogli cenno di sì con la testa, Valerio inizio a penetrarla con un dito, dolcemente, poi, le monto sopra e le infilo, poco delicatamente, i suoi 23cm nel culo.
Anna prese il cazzone di Valerio senza aprire gli occhi ed emettere un suono.
Giacomo si tirò fuori il cazzo, Rita si allungo e glielo prese in bocca.
Giacomo ci invitò anche per il week end successivo. Anna accettò a condizione che le sarebbero dovute andarle a prendere, non voleva guidare fino a Desenzano, poi quando saliva sulle Porsche le mutandine le si bagnavano sempre.
Con Giacomo durò sei mesi, la lascio lui, gentilmente, era sempre stato gentile, forse l’unico uomo che non l’aveva mai picchiata. Fu un duro colpo, l’aveva trattato da principessa, viaggi, regali e libertà.
Tra le righe del suo discorso di addio le fece capire che non era abbastanza per lui, non fisicamente, ma mentalmente, il suo back ground era quello di una famiglia modesta, come la sua vita. Questo sminuì ulteriormente la sua autostima.
Le brutte notizie non vengono mai da sole, poco dopo Rita lasciò e buttò fuori casa Davide. Questi si trasferì a casa di Anna forte degli accordi che avevamo, oltre che di tutte le foto e filmati.
Inizio a bere e a picchiarla, era arrabbiato con la moglie, l’aveva abbandonato e gli aveva portato via i due figli a cui era molto affezionato. Passò mesi da incubo, un uomo ubriaco e violento era imprevedibile,
Cercavo di soddisfarlo in tutto e di essere il più umile possibile, avevo paura per Monique, aveva già 10anni, non volevo che assistesse a scene di violenza verso sua madre.
La situazione precipitò anche in ufficio, il Viscido, scopri una chat con Rosa in cui lo derideva per la sua mania di limonarla come un quindicenne. Si senti ferito ed umiliato e sì vendicò.
Era un Direttore Senior ed aveva molto potere alla Marchesi. Dopo poco tempo la barattò con una ragazza cicciottella del reparto claim, contestazioni.
Quando lo seppe sprofondò ancora di più nella depressione. Le impiegate del claim erano destinate a divorziare, esaurirsi o licenziarsi, ma lei dovevo resistere. Era un ufficio piccolo, cinque impiegate ed un unico Direttore, Vesentini Riccardo cugino di uno dei Marchesi, sessanta anni, mai stato sposato, basso, peloso ed obeso. Nessuna segretaria racconto mai di essere stata scopata da lui.
Il Vesentini aveva ottenuto, in fase di contrattazione aziendale, il benefit di portarsi con lui il suo amato Ludwig, un grosso rottweiler. Viveva per quel cane.
Contrariamente agli altri Direttori non aveva un suo ufficio, condivideva l’open space con le cinque donne ed il cane. Era l’unico open space chiuso a chiave in tutta l’azienda.
In quella stanza chiusa Anna raggiunse il suo limite di rottura. Le cinque donne, o cagne come le chiamava il Direttore, dovevamo avere sempre figa e culo esposti, giravamo senza mutande e con la gonna sollevata. Ludwig girava liberamente nella stanza, annusandole di continuo attirato dalle loro secrezioni intime, anali o vaginali che fossero.
Quando ne puntava una questa doveva accucciarci e facilitare la penetrazione all’animale, le sborrate del cane sono più intense di quelle degli uomini, o almeno quelle di un cane di tale stazza. Spesso colavano dalla figa o dal culo della prescelta fino a terra “per tenere l’ambiente ordinato e pulito” Vesentini indicava con il dito, senza parlare la lingua prescelta per la pulizia del pavimento.
Il cane poteva avere voglia di scopare dieci volte al giorno come una, non lo sapevi quando entravi in ufficio. Vesentini, se lo vedeva inattivo troppo a lungo diceva “cosa hai oggi, sei stanco, adesso ti mando una cagnetta a rilassarti” indicava una o due di noi. In genere dovevamo accucciarsi al suo fianco e baciarlo in bocca con il terrore che ci staccasse la lingua con un morso, poi quando il Direttore lo ordinava “succhiate cagne, spompinate il vostro maritino” dovevamo farlo venire usando le nostre bocche.
Ludwig era il marito, le segretarie il suo harem. Vesentini il regista depravato.
Anna resistette alcuni mesi, poi si fece coraggio, lascio Davide, la Marchesi SPA e il suo bell’ appartamento. Aveva accumulato qualche soldino, poteva sopravvivere per qualche mese. Affittò un appartamento in un edificio abitato per lo più da extracomunitari, avevo due o tre mesi per trovare un nuovo lavoro.
Aveva 35 anni una figlia di 10 e nessuno che le volesse bene.
Anna e Max diedero alla luce una splendida bimba, la chiamarono Monique, tra le proteste di don Luciano che avrebbe preferito un più cristiano Maria, Benedetta o Maddalena.
Le possibilità che il padre biologico fosse Max erano basse. Anna sperava che fosse di Davide o al limite di don Franco. Prego che non fosse di quell’animale di Carlo o di quel maiale di Gian.
Massimo, il padre, lo zio ed il suocero per fortuna nel periodo del concepimento avevano usato altri canali.
Per fortuna nessuno sollevo mai la questione, il padre era Max.
Dopo la nascita della figlia Max sembrava più distaccato, scopava la moglie con il contagocce, rientrava tardi la sera e trascurava la neonata.
“Cosa sta succedendo Max?”
“voglio il divorzio, mi sono innamorato”, un fulmine a ciel sereno.
Una collega Carpigiana, più vecchia di lui e decisamente meno appetibile sessualmente di lei. Irremovibile e stranamente organizzato, in pochi giorni lasciò il tetto coniugale, la città, i genitori e gli amici. Reinvento la sua vita.
Per Anna le conseguenze furono catastrofiche, oltre che il marito perse il lavoro, la casa ed il supporto dei genitori. Era moralmente e finanziariamente a terra.
I nonni paterni, Paola e Felice, per amore della nipotina, gli diedero un tetto, ma, come tutti gli altri parenti ed amici, ritenevano lei la colpevole del divorzio.
Se un uomo era così disperato da andarsene con una donna più vecchia e brutta era chiaro, la moglie non sapeva tenerselo stretto.
Sciaaaack Sciaaack
“Aha ahaaa basta, la prego Signora Paola”
Sciaaaaack, “puttana, ti scuoio viva” Schiaaaaack Schiaaaack
“Basta Paola non riesco a sentire la TV e poi va a finire che la fai svenire come ieri” disse Felice il marito di Paola.
Si alzò, fece raddrizzare Anna e se la portò ai suoi piedi, vicino alla poltrona, dopo una mezzoretta sborrò in gola alla ex nuora.
Questa era diventata la vita di Anna, ma almeno la figlia aveva cibo ed un tetto.
La facevano dormire ai piedi del letto per averla sempre comoda, anche solo per pisciargli in bocca.
Quando poi Felice era al lavoro non c’era nessuno a placare la furia di Paola, non aveva mai urlato pianto e implorato così tanto nella sua vita.
Inizio a temere di non farcela più, doveva trovare un nuovo compagno, un lavoro, una casa.
Chiamo gli unici che non l’avevano abbandonata, Carlo, Massimo e specialmente Davide. Riuscì ad incontrali inventandosi un controllo medico post partum. Paola non la mollava mai.
Si incontrarono tutti e quattro nella casa di Davide. La moglie Rita lavorava fino a tardi, avevano tempo.
Anna si buttò ai loro piedi, “vi prego, vi prego, uno di voi mi tenga con lui, gli darò tutto, non mi negherà mai, qualsiasi cosa”
“Anna .... da te abbiamo già preso tutto, e possiamo tutti e tre continuare a farlo” non tanto velatamente alludendo alle foto della chat e numerosi video che avevano girato.
“ragazzi, ma siamo amici”
“amici un cazzo, il nostro amico era Max, tu ci svuotavi le palle”
“almeno tu Davide, fai qualcosa, lavori all’ufficio personale della Marchesi, fammi assumere, ti farò fare tutto quello che Rita ti nega”
“Rita non mi nega nulla”
Anna inizio a singhiozzare, era così disperata che a nessuno venne voglia di scoparla. Le diedero un bicchiere d’acqua, un po’ di soldi e la rimandarono nella casa delle torture.
Il suo WhatsApp squillo mentre Felice era a metà dell’opera, stava passando dalla figa al culo, sborro per terra e le fece leccare il pavimento. Lo divertiva molto quel giochino.
“Vediamoci” era il messaggio di Davide.
“Grazie, grazie Dio”, Davide era il più intelligente ed il meno perverso, inizio a vedere il futuro meno nero.
“Ciao Anna, mettiti in ginocchio ed ascoltami in silenzio, quando ho finito di parlare ti togli le mutante e sfreghi la figa contro le mie scarpe finì a venire, domani mi chiami e mi dici sì o no”
“sì Davide, è già un sì”
“partiamo male, so che sei stupida ma ascolta, non mi fare ripetere la cose due volte”
“la Marchesi SPA è la più grossa fabbrica di cucine in Italia, c’è da cinquant’anni ed ha più di mille dipendenti in gran parte donne, la famiglia Marchesi è tra le dieci famiglie più ricche in Italia”
“le regole sono le stesse da cinquant’anni e lo saranno per i prossimi cento”
“tutto quello che succede alla Marchesi resta alla Marchesi, come a Las Vegas “rise per la sua battuta
“il presidente, Giovanni Marchesi tutte le mattina si fa mandare una delle dipendenti e dopo il caffè si fa fare un pompino, ha 76 anni si accontenta. Statisticamente è difficile che ti scelga spesso”, Anna venne invece chiamata quattro volte solo il primo anno.
“Ci sono vari reparti: acquisti, qualità, amministrazione….ogni reparto ha un Direttore Senior e dei Direttori Junior, tutti uomini. Loro hanno i loro uffici, gli altri lavorano in un open space. I Direttori possono chiamare le dipendenti femmine nel loro ufficio quando e quanto vogliono. Gli altri uomini nell’open space non le possono toccare”
“tu lavoreresti al reparto commerciale, il Direttore Senior e Marchesi Giancarlo terzo figlio di Giovanni, i 5 Direttori Junior, hanno tra i quaranta ed i sessanta anni. Tutti esperti. Nell‘open space ci sono 20 donne ed un paio di uomini”
“la signora Tina è la responsabile procedure del reparto, in pratica quando fai una cazzata il Direttore scrive sul gestionale interno, EP, errore procedura, il nome di chi ha sbagliato ed un numero da 1 a 7, la signora Tina ti insegna l’importanza delle procedure, gli insegnamenti sono progressive, con l’uno dovrai stare semplicemente a culo nudo, con il cinque rimpiangerai di lavorare in quella azienda, con il sette di essere nata “
“sarai una commerciale back up junior, in pratica inserisci gli ordini nel gestionale, una cosa facile anche per una cretina come tè”
poi inizio la parte interessante per Anna “1400€ al mese, dopo dieci anni arriverai progressivamente al doppio, prima della pensione guadagnerai il triplo, ovviamente indicizzato”
poi soddisfatto aggiunse “ti farò avere un appartamento aziendale ad uso gratuito, piccolo ma in un bel residence, il nido aziendale è gratuito per tutti i dipendenti”
Anna tremo dalla gioia, lui con voce ferma “consigli: non rompere il cazzo a nessuno, sorridi a tutti, impegnati con i Direttori, attenta alla Tina” per ultimo “mi darai un mazzo di chiavi del tuo appartamento, potrò venire quando voglio, se ti farai scopare da qualcun altro fuori dal lavoro fallo in macchina, hotel o a casa del tizio, l’unico autorizzato ad entrare in quell’appartamento sono io”
Poi concluse “adesso sfrega la figa sulle mie scarpe e poi vai a casa”
Il giorno dopo, di prima mattina gli urlo di sì al telefono. La settimana successiva andò a vivere nel nuovo appartamento.
Non ruppe i rapporti con Felice e Paola, per crescere la bambina avrebbe avuto bisogno di loro, ma questo nuovo lavoro limitò, di molto, il potere degli ex suoceri su di lei.
Ebbe subito un’ottima impressione del suo ufficio, le donne erano tutte eleganti e ragionevolmente sexy, dai venti ai cinquantacinque anni, alcune molto belle, tutte carine, fu sorpreso di rivedere Rosa l’ex morosa dei suoi amici, divennero buone amiche. Essendo entrambe divorziate iniziarono anche a frequentarsi fuori dal lavoro.
I sei direttori erano uomini e fecero quello che si aspettava, il primo mese essendo una novità venne usata a fondo, poi pian pianino, pur essendo una delle due tre più scelte torno ad essere una delle tante.
Lecco, ingoio, lo prese in culo ed in figa, da sola o con altre colleghe, non disse mai di no a nulla come suggerito da Davide, ringraziava sempre prima di uscire dalla porta.
Tina invece la aveva presa in antipatia. Ma poi scopri che viveva in un appartamento nel suo stesso residence e che gli piaceva farsi leccare la figa.
Davide andava spesso a trovarla, Rita sapeva ed approvava, ogni tanto assisteva e suggeriva al marito cosa farle, le piaceva vederla piangere più che essere scopata.
Anna aveva già 30 anni e la bimba faceva le elementari. Dopo cinque anni al commerciale era stata “barattata” con un bionda dell’ufficio programmazione. Li trovo quattro Direttor Junior, uno in particolare che aveva il figlio in classe con sua figlia la monopolizzo a lungo. Passava gran parte del suo tempo sotto la scrivania o sulle ginocchia dell’uomo, ma in quel dipartimento non era un problema, 4 direttori e 35 donne, potevano permettersi di “sposarne’ una come dicevano scherzando tra loro.
Anna restò nelle mani di quell’uomo per anni. Lo chiamava il Viscido, quarantenne, stempiato, occhiali tondi fuori moda, sovrappeso e poco amante del sapone, purtroppo per lei aveva un cazzo di almeno di 20cm di lunghezza e sei di diametro, nonostante non fosse una verginella essere trapanata in culo da quel mostro era molto doloroso. Ma quello che odiava, da qui il soprannome viscido era che voleva essere baciato con la lingua per delle ore come degli adolescenti in calore, questa era la cosa peggiore per Anna.
Quella sera seduta sul solito divanetto della solita discoteca di Desenzano stava raccontando del Viscido a Rosa quando due uomini le approcciarono. Giacomo e Valerio, due ragazzi di Lodi.
Ci offrirono da bere, ci fecero ballare, misurati ed eleganti. In tarda serata Valerio disse “ragazze perché non venite a dormire sulla barca di Giacomo e ormeggiata qui a Desenzano, poi domani ci facciamo un giretto fino alla baia delle sirene a Bardolino”.
Rosa, troia come era, stava già accettando, ma Anna le disse
“ma come facciamo, non abbiamo il pigiama lo spazzolino da denti e neppure il costume “
Giacomo mi guardo sorridendo “se manca qualcosa la compriamo, dai sono già le tre andiamo in barca”
“le tre non ci credo, fammi vedere l’orologio” oltre che l’ora tarda notò al polso di Giacomo un Rolex Cosmograph, valore 90.000 €, le si bagnarono le mutandine
“Ragazzi va bene, tutti in barca, ma solo perché ho bevuto troppo e non me la sento di tornare fino a Pavia”
Rosa sapeva che Anna tendevo ad allargare le gambe quanto sentivo odore di soldi, lei invece li preferiva rozzi e decisi. Era chiaro che tra i due Giacomo era di Anna. Alle quattro stavano già scopando, aveva una dotazione misera ma si muoveva bene, gli diede la figa e poi gli fece un lavoretto con le mani, non volevo fare la troia la prima notte.
Rosa invece scoprì che il cazzo di Valerio era un formato magnum, 23cm, per lei fu come vincere al Superenalotto.
Anna si svegliò con le mutande sporche, le era venuto il ciclo in anticipo, per fortuna avevo dei Tampax in borsetta.
Dopo un’oretta di navigazione ci fermammo in mezzo al lago, noi due ragazze nude sul prendisole a poppa, Valerio da dietro mi prese il cordino del Tampax e scherzando con Giacomo “stanotte fatto appena in tempo, rischiato di trovare il semaforo rosso”
Anna sempre ridendo “ma dai smettila”
Rosa allungo le mani sul culetto dell’amica aggiunse “questi imprevisti con Anna si risolvono sempre” si leccò il dito e le sfrego l’ano, tutti risero
Valerio allungo le mani ed iniziò a toccargli delicatamente il sedere, Anna chiuse gli occhi e rimase immobile.
Rosa lo incoraggio facendogli cenno di sì con la testa, Valerio inizio a penetrarla con un dito, dolcemente, poi, le monto sopra e le infilo, poco delicatamente, i suoi 23cm nel culo.
Anna prese il cazzone di Valerio senza aprire gli occhi ed emettere un suono.
Giacomo si tirò fuori il cazzo, Rita si allungo e glielo prese in bocca.
Giacomo ci invitò anche per il week end successivo. Anna accettò a condizione che le sarebbero dovute andarle a prendere, non voleva guidare fino a Desenzano, poi quando saliva sulle Porsche le mutandine le si bagnavano sempre.
Con Giacomo durò sei mesi, la lascio lui, gentilmente, era sempre stato gentile, forse l’unico uomo che non l’aveva mai picchiata. Fu un duro colpo, l’aveva trattato da principessa, viaggi, regali e libertà.
Tra le righe del suo discorso di addio le fece capire che non era abbastanza per lui, non fisicamente, ma mentalmente, il suo back ground era quello di una famiglia modesta, come la sua vita. Questo sminuì ulteriormente la sua autostima.
Le brutte notizie non vengono mai da sole, poco dopo Rita lasciò e buttò fuori casa Davide. Questi si trasferì a casa di Anna forte degli accordi che avevamo, oltre che di tutte le foto e filmati.
Inizio a bere e a picchiarla, era arrabbiato con la moglie, l’aveva abbandonato e gli aveva portato via i due figli a cui era molto affezionato. Passò mesi da incubo, un uomo ubriaco e violento era imprevedibile,
Cercavo di soddisfarlo in tutto e di essere il più umile possibile, avevo paura per Monique, aveva già 10anni, non volevo che assistesse a scene di violenza verso sua madre.
La situazione precipitò anche in ufficio, il Viscido, scopri una chat con Rosa in cui lo derideva per la sua mania di limonarla come un quindicenne. Si senti ferito ed umiliato e sì vendicò.
Era un Direttore Senior ed aveva molto potere alla Marchesi. Dopo poco tempo la barattò con una ragazza cicciottella del reparto claim, contestazioni.
Quando lo seppe sprofondò ancora di più nella depressione. Le impiegate del claim erano destinate a divorziare, esaurirsi o licenziarsi, ma lei dovevo resistere. Era un ufficio piccolo, cinque impiegate ed un unico Direttore, Vesentini Riccardo cugino di uno dei Marchesi, sessanta anni, mai stato sposato, basso, peloso ed obeso. Nessuna segretaria racconto mai di essere stata scopata da lui.
Il Vesentini aveva ottenuto, in fase di contrattazione aziendale, il benefit di portarsi con lui il suo amato Ludwig, un grosso rottweiler. Viveva per quel cane.
Contrariamente agli altri Direttori non aveva un suo ufficio, condivideva l’open space con le cinque donne ed il cane. Era l’unico open space chiuso a chiave in tutta l’azienda.
In quella stanza chiusa Anna raggiunse il suo limite di rottura. Le cinque donne, o cagne come le chiamava il Direttore, dovevamo avere sempre figa e culo esposti, giravamo senza mutande e con la gonna sollevata. Ludwig girava liberamente nella stanza, annusandole di continuo attirato dalle loro secrezioni intime, anali o vaginali che fossero.
Quando ne puntava una questa doveva accucciarci e facilitare la penetrazione all’animale, le sborrate del cane sono più intense di quelle degli uomini, o almeno quelle di un cane di tale stazza. Spesso colavano dalla figa o dal culo della prescelta fino a terra “per tenere l’ambiente ordinato e pulito” Vesentini indicava con il dito, senza parlare la lingua prescelta per la pulizia del pavimento.
Il cane poteva avere voglia di scopare dieci volte al giorno come una, non lo sapevi quando entravi in ufficio. Vesentini, se lo vedeva inattivo troppo a lungo diceva “cosa hai oggi, sei stanco, adesso ti mando una cagnetta a rilassarti” indicava una o due di noi. In genere dovevamo accucciarsi al suo fianco e baciarlo in bocca con il terrore che ci staccasse la lingua con un morso, poi quando il Direttore lo ordinava “succhiate cagne, spompinate il vostro maritino” dovevamo farlo venire usando le nostre bocche.
Ludwig era il marito, le segretarie il suo harem. Vesentini il regista depravato.
Anna resistette alcuni mesi, poi si fece coraggio, lascio Davide, la Marchesi SPA e il suo bell’ appartamento. Aveva accumulato qualche soldino, poteva sopravvivere per qualche mese. Affittò un appartamento in un edificio abitato per lo più da extracomunitari, avevo due o tre mesi per trovare un nuovo lavoro.
Aveva 35 anni una figlia di 10 e nessuno che le volesse bene.
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