Anna 11 - Le figliastre
di
Dallas Pavia
genere
incesti
Anna 11 – Le figliastre
Anna aprendo la porta di casa senti subito dei rumori inequivocabili, andò in salotto e vide quello che già immaginava, il marito Igor stava scopandosi Monique, piegata sullo schienale del divano.
“Ciao mamma, tutto bene al lavoro” le chiese Monique ansimando tra una pompata e l’altra del patrigno.
“Monique, tra un ora arrivano lo zio e la zia, hai preparato la cena”.
“Si mamma, e solo da scaldare”.
Anna andò in cucina a verificare che la figlia non mentisse poi ritorno dai due.
“Igor anche tu però dai …. non potevi aspettare che arrivassero Giorgio e Claudia, lo sai come va a finire quando c’e’ Giorgio”.
“E tutt’oggi che tua figlia mi sculetta davanti”
“Va beh, almeno finisci alla svelta, Monique mi raccomando, attenta a non sporcare il divano”.
Questo voleva dire, ingoia la sborra del tuo patrigno e non farti venire dentro la figa che poi cola tutto fuori.
Dopo un’oretta, in perfetto orario, zia Claudia e zio Giorgio arrivarono per la cena.
Mangiarono e chiacchierarono in abbondanza, dopo cena, come da abitudine, si accomodarono in salotto a bere il digestivo.
Giorgio prese la mano di Monique.
“Vieni qua nipotina, vieni a cavalluccio dello zio”
Lei, ubbidientemente si mise a cavalcioni dello zio con il suo cazzo ben piantato dentro la fighetta.
“Dai Igor, hai bisogno di un invito scritto, c’e’ il culetto della tua figliastra che reclama attenzione”.
Igor nonostante avesse già sborrato dentro Monique un paio di volte quel giorno, si aggiunse al cognato.
Anna e Claudia sedute sull’altro divano chiacchieravano lasciando gli uomini al loro divertimento.
“Come va con Monique? Sono mesi ormai che si è mollata con Fabio, ormai non è più una bambina, gli sta bene essere tornata a vivere con qui con voi due?”
“Bene o male, non ha scelta, o qui o sotto un ponte, l’hanno anche licenziata il mese scorso” Anna sospirò e guardo la figlia godere rumorosamente con i cazzi dei due uomini piantati nel corpo.
“Almeno Igor si diverte, e la mia fighetta riposa” poi innervosendosi, come suo solito.
“Certo che è una cretina, cinque anni di convivenza con Fabio buttati nel cesso, si è fatta beccare a tradirlo con uno sfigato, ma cosa gli passa per il cervello, Fabio non era bellissimo ma era molto, molto solido. Bella casa, buon lavoro, lei veniva trattata da signora”
Claudia allungo un fazzoletto di carta al marito “non sporcare caro, mi raccomando, non sei in casa tua”
Poi torno sull’argomento Monique “ma non riesce a farsi perdonare da Fabio?”
“Fabio si è trovato una nuova ragazzina, 18 anni una bella biondina, una furbetta. Però Monique dice che ci sta lavorando, la biondina deve rientrare a casa entro mezzanotte quindi Fabio dopo averla riportata a casa passa qui da noi e si carica in macchina Monique. Fa l’amante del suo ex-convivente, lei spera tanto che Fabio si stufi della biondina e se la riprenda”.
“Spero almeno che si impegni”.
“Si, certo, sotto questo aspetto Monique è brava fin da piccola. Lecca, ingoia lo prende in figa, culo, non gli ha mai detto un no, ma questo lo faceva bene anche durante la convivenza. Scema lei a farsi beccare a cornificarlo, adesso ne paga le conseguenze”.
“Speriamo in bene”.
Poi sentendo il marito grugnire Claudia guardo l’orologio “finito Giorgio, possiamo andare a casa che è già mezzanotte?”.
Il marito aveva sborrato ma il cazzo era ancora barzotto “Anna non è che lasci Monique venire a dormire da noi? Io sono ancora carico e magari anche Claudia ha bisogno di una leccata di figa”
Claudia si alzò “no, no, lascia stare Anna, noi andiamo a casa da soli, ho sonno, e tu caro, se vuoi farne ancora una ti accontenti della tua mogliettina”
“Ma se appena arrivi a casa ti addormenti”
“Che problema ti fai, scopami mentre dormicchio, non è la prima volta”
Dopo un paio di giorni Monique confessò alla madre che con Fabio era finita.
“Ieri sera, dopo avermi scopata in macchina mi ha detto che mi mollava definitivamente, la biondina ha capito tutto e lo ha messo davanti ad un bivio, e lui il cretino ha preferito lei, stavolta devo voltare pagina”
“Scema, scema che non sei altro. Ma guarda che questa casa non è un albergo, non pensare di stare qui senza lavorare, domani inizi seriamente a cercarti un lavoro”.
“Come se fosse facile”.
Sciaaf sciaaf
Ahi ahii
“Devi lavorare cretina, basta passare le giornate in casa” poi ancora più innervosita andò a letto sbattendo la porta.
Igor la segui nel letto, le lascio qualche minuto per sbollire poi le sollevo la sottoveste, voleva scopare la moglie.
“Dai Igor, sono nervosa, questa notizia di Monique, poi oggi sul lavoro Dario era arrabbiato perché un cliente ha contestato del materiale e alla fine ne ho pagato io le conseguenze”
“Vedo, vedo, sei tutta arrossata, ma dai te lo metto in figa, il culo non lo guardo nemmeno”
“Dai Igor, smettila, MONIQUE, MONIQUE VIENI NEL NOSTRO LETTO, DI CORSA”
Monique si corico velocemente in mezzo ai due, bocca chiusa, sottoveste sollevata e mutandine calate, meglio non indisporre ulteriormente la mamma.
Igor si accontentò di usare Monique, la tenne a pancia in giù ed a gambe chiuse, le sali sopra e glielo mise in figa, le sborrò dentro, lo sperma colò sulle lenzuola, ma Anna non si arrabbiava per quello, le lenzuola si lavano, lei era fissata con la pulizia del divano.
Il lavoro glielo trovò lo zio Giorgio. Un locale aperto 24h su 24, colazioni, pranzi veloci, aperitivi e al venerdì sera musica dal vivo, tante cameriere, molte rumene. L’ abbigliamento doveva fare rizzare il cazzo ai clienti uomini ma non essere così esagerato da far vergognare le clienti femmine.
Il titolare era Giacomo, uno storico personaggio del settore ristorazione, le ragazze lo chiamavano il polipo, adesso conviveva con una delle colleghe di Monique, una ragazzina rumena di 30 anni più giovane di lui. Si scopo Monique nel suo ufficio durante il colloquio di lavoro ed un altro paio di volte durante la settimana di prova. Poi nei mesi successivi la lascio abbastanza in pace, nel bar lavoravano una ventina di ragazze per coprire le 24ore di apertura, aveva un discreto harem con cui divertirsi.
Suono il telefono.
“Ciao Igor sono Giorgio”.
“Ciao caro dimmi”.
“Te la faccio breve, Claudia ha un’infezione urinaria, il medico ha chiarito che per un mese il sesso è da evitare. Non è che mi mandi Anna durante le pause pranzo, è un brutto periodo al lavoro, così allento la tensione”.
“Si può fare, ma a buon rendere”
“Anna da domani, la pausa pranzo la fai a casa di tua sorella”.
Anna sapeva del problemino della sorella.
“Possibile che Giorgio non resista un mese senza scopare, mia sorella non può usare la figa ma ha la bocca, lo sai che quando sono sola con Giorgio esagera sempre, dai digli di no, ti prego Igor”
“Gli ho già detto di sì, da domani inizi, non mi fare tornare sull’argomento o le prendi”
Giorgio era un gran porco, Claudia le raccontava tutto, e le poche volte che era rimasta solo con lui ne aveva avuto la prova diretta.
Non appena entrò in casa mise subito alcuni paletti “Giorgio tra un’ora e mezzo devo rientrare in ufficio, non posso fare tardi, non mi sporcare e non mi lasciare segni che faccio una figuraccia con i colleghi”
Sciaaaf, sciaaaf, sciaaaf
“non ti azzardare mai più a usare quel tono con me, quando tuo marito ti affida a me decido io, brutta vacca che non sei altro, vai subito nella stanza dei giochi”
Claudia accompagno la sorella in cantina, era una stanza senza finestre, insonorizzata, un vero e proprio dungeon, piena di attrezzatura specifica BDSM, Claudia le mise le polsiere e la appese ad un gancio sul soffitto, riusciva a toccare terra solo con la punta dei piedi.
Giorgio scese dopo pochi minuti, stacco dal muro una delle tante fruste disponibili, scelse un gatto a nove code, la fustigo sul sedere sulla pancia, e sulle cosce.
Anna pensò che avrebbe dovuto dare spiegazioni a Dario nel pomeriggio, l’abito maglia lungo che aveva indossato quel giorno l’avrebbe protetta dagli sguardi degli altri colleghi, ma non da Dario, che sicuramente nel pomeriggio se la sarebbe messa sulle gambe e le avrebbe toccata la figa o il culo.
La sorella uso un piccolo bastoncino che emetteva scosse elettriche di bassa intensità ma dolorose, specialmente sui capezzoli e sulle labbra della figa.
Giorgio le sborro in gola e le fece ingoiare, almeno in quello l’aveva ascoltata, non poteva tornare in ufficio con delle macchie di sperma sul vestito.
Un giorno Giorgio fu trattenuto sul lavoro e Anna ebbe la possibilità di parlare tranquillamente con la sorella.
“Mamma mia Claudia, ma come fai a resistere con un maiale sadico come tuo marito”.
“Ci sono abituata ormai, poi lo sai dopo la morte del mio primo marito non è che avessi la fila fuori dalla porta, Giorgio non è tanto più vecchio di me, ha un bel lavoro ed ha ereditato dai suoi questa bella casa, quella a Cesenatico e un bel gruzzoletto. Poi non è che il mio primo marito, riposi in pace, mi trattasse molto meglio”.
“Contenta tu, certo che ha la mano bella pesante quanto picchia”.
“Il trucco è sempre il solito, lo abbiamo imparato entrambe da giovani, eccitarli e farsi scopare il prima possibile, poi una volta che hanno sborrato la voglia di farti male gli passa o almeno diminuisce”
“E con Alessia come si comporta adesso che studia a Bologna”. Alessia era la figlia di primo letto di Claudia.
“Andiamo male, la tiene controllata anche a distanza, le ha installato una app per vedere dove va ed un’altra per sentire le voci attorno a lei, una diavoleria da spia, sente tutto quello che accade attorno al telefono, le ha ordinato di portarselo sempre dietro, all’università, alla mensa, in bagno o quando è con il suo ragazzo. Giorgio ne ha fatto una mania”.
“Povera Alessia, però almeno la lascia avere un ragazzo”.
“Si, ma in realtà tutta la vita di Alessia è telecomandata da Giorgio, è tutto un mandarle WhatsApp, indossa questo o quello, fagli un pompino, eccitalo ma non farti toccare, fattelo mettere in culo, adesso in figa…… Giorgio si diverte, ma quel povero ragazzo penserà che Alessia sia una pazza”.
“Al week end torna sempre a casa?”
“Si ovvio, venerdì pomeriggio prende il treno e rientra, riparte lunedì presto. Tre notti le passa qui a casa, nel lettone con noi due”
“Povera Alessia, proprio un bel patrigno si è ritrovata”
Anna aprendo la porta di casa senti subito dei rumori inequivocabili, andò in salotto e vide quello che già immaginava, il marito Igor stava scopandosi Monique, piegata sullo schienale del divano.
“Ciao mamma, tutto bene al lavoro” le chiese Monique ansimando tra una pompata e l’altra del patrigno.
“Monique, tra un ora arrivano lo zio e la zia, hai preparato la cena”.
“Si mamma, e solo da scaldare”.
Anna andò in cucina a verificare che la figlia non mentisse poi ritorno dai due.
“Igor anche tu però dai …. non potevi aspettare che arrivassero Giorgio e Claudia, lo sai come va a finire quando c’e’ Giorgio”.
“E tutt’oggi che tua figlia mi sculetta davanti”
“Va beh, almeno finisci alla svelta, Monique mi raccomando, attenta a non sporcare il divano”.
Questo voleva dire, ingoia la sborra del tuo patrigno e non farti venire dentro la figa che poi cola tutto fuori.
Dopo un’oretta, in perfetto orario, zia Claudia e zio Giorgio arrivarono per la cena.
Mangiarono e chiacchierarono in abbondanza, dopo cena, come da abitudine, si accomodarono in salotto a bere il digestivo.
Giorgio prese la mano di Monique.
“Vieni qua nipotina, vieni a cavalluccio dello zio”
Lei, ubbidientemente si mise a cavalcioni dello zio con il suo cazzo ben piantato dentro la fighetta.
“Dai Igor, hai bisogno di un invito scritto, c’e’ il culetto della tua figliastra che reclama attenzione”.
Igor nonostante avesse già sborrato dentro Monique un paio di volte quel giorno, si aggiunse al cognato.
Anna e Claudia sedute sull’altro divano chiacchieravano lasciando gli uomini al loro divertimento.
“Come va con Monique? Sono mesi ormai che si è mollata con Fabio, ormai non è più una bambina, gli sta bene essere tornata a vivere con qui con voi due?”
“Bene o male, non ha scelta, o qui o sotto un ponte, l’hanno anche licenziata il mese scorso” Anna sospirò e guardo la figlia godere rumorosamente con i cazzi dei due uomini piantati nel corpo.
“Almeno Igor si diverte, e la mia fighetta riposa” poi innervosendosi, come suo solito.
“Certo che è una cretina, cinque anni di convivenza con Fabio buttati nel cesso, si è fatta beccare a tradirlo con uno sfigato, ma cosa gli passa per il cervello, Fabio non era bellissimo ma era molto, molto solido. Bella casa, buon lavoro, lei veniva trattata da signora”
Claudia allungo un fazzoletto di carta al marito “non sporcare caro, mi raccomando, non sei in casa tua”
Poi torno sull’argomento Monique “ma non riesce a farsi perdonare da Fabio?”
“Fabio si è trovato una nuova ragazzina, 18 anni una bella biondina, una furbetta. Però Monique dice che ci sta lavorando, la biondina deve rientrare a casa entro mezzanotte quindi Fabio dopo averla riportata a casa passa qui da noi e si carica in macchina Monique. Fa l’amante del suo ex-convivente, lei spera tanto che Fabio si stufi della biondina e se la riprenda”.
“Spero almeno che si impegni”.
“Si, certo, sotto questo aspetto Monique è brava fin da piccola. Lecca, ingoia lo prende in figa, culo, non gli ha mai detto un no, ma questo lo faceva bene anche durante la convivenza. Scema lei a farsi beccare a cornificarlo, adesso ne paga le conseguenze”.
“Speriamo in bene”.
Poi sentendo il marito grugnire Claudia guardo l’orologio “finito Giorgio, possiamo andare a casa che è già mezzanotte?”.
Il marito aveva sborrato ma il cazzo era ancora barzotto “Anna non è che lasci Monique venire a dormire da noi? Io sono ancora carico e magari anche Claudia ha bisogno di una leccata di figa”
Claudia si alzò “no, no, lascia stare Anna, noi andiamo a casa da soli, ho sonno, e tu caro, se vuoi farne ancora una ti accontenti della tua mogliettina”
“Ma se appena arrivi a casa ti addormenti”
“Che problema ti fai, scopami mentre dormicchio, non è la prima volta”
Dopo un paio di giorni Monique confessò alla madre che con Fabio era finita.
“Ieri sera, dopo avermi scopata in macchina mi ha detto che mi mollava definitivamente, la biondina ha capito tutto e lo ha messo davanti ad un bivio, e lui il cretino ha preferito lei, stavolta devo voltare pagina”
“Scema, scema che non sei altro. Ma guarda che questa casa non è un albergo, non pensare di stare qui senza lavorare, domani inizi seriamente a cercarti un lavoro”.
“Come se fosse facile”.
Sciaaf sciaaf
Ahi ahii
“Devi lavorare cretina, basta passare le giornate in casa” poi ancora più innervosita andò a letto sbattendo la porta.
Igor la segui nel letto, le lascio qualche minuto per sbollire poi le sollevo la sottoveste, voleva scopare la moglie.
“Dai Igor, sono nervosa, questa notizia di Monique, poi oggi sul lavoro Dario era arrabbiato perché un cliente ha contestato del materiale e alla fine ne ho pagato io le conseguenze”
“Vedo, vedo, sei tutta arrossata, ma dai te lo metto in figa, il culo non lo guardo nemmeno”
“Dai Igor, smettila, MONIQUE, MONIQUE VIENI NEL NOSTRO LETTO, DI CORSA”
Monique si corico velocemente in mezzo ai due, bocca chiusa, sottoveste sollevata e mutandine calate, meglio non indisporre ulteriormente la mamma.
Igor si accontentò di usare Monique, la tenne a pancia in giù ed a gambe chiuse, le sali sopra e glielo mise in figa, le sborrò dentro, lo sperma colò sulle lenzuola, ma Anna non si arrabbiava per quello, le lenzuola si lavano, lei era fissata con la pulizia del divano.
Il lavoro glielo trovò lo zio Giorgio. Un locale aperto 24h su 24, colazioni, pranzi veloci, aperitivi e al venerdì sera musica dal vivo, tante cameriere, molte rumene. L’ abbigliamento doveva fare rizzare il cazzo ai clienti uomini ma non essere così esagerato da far vergognare le clienti femmine.
Il titolare era Giacomo, uno storico personaggio del settore ristorazione, le ragazze lo chiamavano il polipo, adesso conviveva con una delle colleghe di Monique, una ragazzina rumena di 30 anni più giovane di lui. Si scopo Monique nel suo ufficio durante il colloquio di lavoro ed un altro paio di volte durante la settimana di prova. Poi nei mesi successivi la lascio abbastanza in pace, nel bar lavoravano una ventina di ragazze per coprire le 24ore di apertura, aveva un discreto harem con cui divertirsi.
Suono il telefono.
“Ciao Igor sono Giorgio”.
“Ciao caro dimmi”.
“Te la faccio breve, Claudia ha un’infezione urinaria, il medico ha chiarito che per un mese il sesso è da evitare. Non è che mi mandi Anna durante le pause pranzo, è un brutto periodo al lavoro, così allento la tensione”.
“Si può fare, ma a buon rendere”
“Anna da domani, la pausa pranzo la fai a casa di tua sorella”.
Anna sapeva del problemino della sorella.
“Possibile che Giorgio non resista un mese senza scopare, mia sorella non può usare la figa ma ha la bocca, lo sai che quando sono sola con Giorgio esagera sempre, dai digli di no, ti prego Igor”
“Gli ho già detto di sì, da domani inizi, non mi fare tornare sull’argomento o le prendi”
Giorgio era un gran porco, Claudia le raccontava tutto, e le poche volte che era rimasta solo con lui ne aveva avuto la prova diretta.
Non appena entrò in casa mise subito alcuni paletti “Giorgio tra un’ora e mezzo devo rientrare in ufficio, non posso fare tardi, non mi sporcare e non mi lasciare segni che faccio una figuraccia con i colleghi”
Sciaaaf, sciaaaf, sciaaaf
“non ti azzardare mai più a usare quel tono con me, quando tuo marito ti affida a me decido io, brutta vacca che non sei altro, vai subito nella stanza dei giochi”
Claudia accompagno la sorella in cantina, era una stanza senza finestre, insonorizzata, un vero e proprio dungeon, piena di attrezzatura specifica BDSM, Claudia le mise le polsiere e la appese ad un gancio sul soffitto, riusciva a toccare terra solo con la punta dei piedi.
Giorgio scese dopo pochi minuti, stacco dal muro una delle tante fruste disponibili, scelse un gatto a nove code, la fustigo sul sedere sulla pancia, e sulle cosce.
Anna pensò che avrebbe dovuto dare spiegazioni a Dario nel pomeriggio, l’abito maglia lungo che aveva indossato quel giorno l’avrebbe protetta dagli sguardi degli altri colleghi, ma non da Dario, che sicuramente nel pomeriggio se la sarebbe messa sulle gambe e le avrebbe toccata la figa o il culo.
La sorella uso un piccolo bastoncino che emetteva scosse elettriche di bassa intensità ma dolorose, specialmente sui capezzoli e sulle labbra della figa.
Giorgio le sborro in gola e le fece ingoiare, almeno in quello l’aveva ascoltata, non poteva tornare in ufficio con delle macchie di sperma sul vestito.
Un giorno Giorgio fu trattenuto sul lavoro e Anna ebbe la possibilità di parlare tranquillamente con la sorella.
“Mamma mia Claudia, ma come fai a resistere con un maiale sadico come tuo marito”.
“Ci sono abituata ormai, poi lo sai dopo la morte del mio primo marito non è che avessi la fila fuori dalla porta, Giorgio non è tanto più vecchio di me, ha un bel lavoro ed ha ereditato dai suoi questa bella casa, quella a Cesenatico e un bel gruzzoletto. Poi non è che il mio primo marito, riposi in pace, mi trattasse molto meglio”.
“Contenta tu, certo che ha la mano bella pesante quanto picchia”.
“Il trucco è sempre il solito, lo abbiamo imparato entrambe da giovani, eccitarli e farsi scopare il prima possibile, poi una volta che hanno sborrato la voglia di farti male gli passa o almeno diminuisce”
“E con Alessia come si comporta adesso che studia a Bologna”. Alessia era la figlia di primo letto di Claudia.
“Andiamo male, la tiene controllata anche a distanza, le ha installato una app per vedere dove va ed un’altra per sentire le voci attorno a lei, una diavoleria da spia, sente tutto quello che accade attorno al telefono, le ha ordinato di portarselo sempre dietro, all’università, alla mensa, in bagno o quando è con il suo ragazzo. Giorgio ne ha fatto una mania”.
“Povera Alessia, però almeno la lascia avere un ragazzo”.
“Si, ma in realtà tutta la vita di Alessia è telecomandata da Giorgio, è tutto un mandarle WhatsApp, indossa questo o quello, fagli un pompino, eccitalo ma non farti toccare, fattelo mettere in culo, adesso in figa…… Giorgio si diverte, ma quel povero ragazzo penserà che Alessia sia una pazza”.
“Al week end torna sempre a casa?”
“Si ovvio, venerdì pomeriggio prende il treno e rientra, riparte lunedì presto. Tre notti le passa qui a casa, nel lettone con noi due”
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