Anna 3 – La colpa e la punizione
di
Dallas Pavia
genere
dominazione
Anna 3 – La colpa e la punizione
In quel periodo Max ed Anna uscivano spesso con Marco, il cugino di Max e Virginia la sua ragazza.
Tra le due si era creata una grande complicità nonostante Virginia fosse più grande di lei avendo l’età di Max e Marco.
Dopo avere visto un film al multisala locale si appartarono in un parcheggio isolato, come erano soliti fare specialmente quando erano sulla lussuosa Audi A6 di Marco.
La prassi era che le due donne facessero lunghi e bagnati pompini ai loro uomini mentre i due le incitavano dicendo porcate e ridendo.
Questa prassi venne poi modificata per colpa di Anna. Quel week end il padre la aveva punita, con i soliti metodi, ma non contento le aveva negata l’uscita.
In conseguenza di ciò, la povera Virginia si trovò a dover soddisfare entrambi i cazzi dei maschi nella macchina. Virginia si impegno al massimo, voleva fare bella figura nonostante il cazzo di Max fosse ridicolo in confronto a quello del suo ragazzo.
Il week end successivo Virginia pretese che fosse Anna a lavorarsi entrambi i cazzi, la breve esitazione di Anna fu cancellata dallo sberlone rifilatogli da Max, “stupida puttana, pensi di essere superiore a Virginia, per tutto il mese i pompini li farai ad entrambi solo tu”, quella pubblica umiliazione cambio i rapporti del quartetto.
Dopo quel mese di doppio lavoro per Anna i due uomini ritennero normale scambiarsi le donne, ed altrettanto normalmente le facevano lavorare in coppia “due lingue per un cazzo”.
Ci fu poi il week end in cui Anna dovette saltare il cinema per andare con la classe in gita scolastica.
In quel week end le cose evolvettero, per Virginia più grande di Anna era normale essere inculata e scopata dal suo fidanzato Marco, quella sera Marco decise che lui e Max potevano dividersi anche il culo di Virginia oltre che la sua bocca e così fecero nonostante le false resistenze di Virginia.
Ovviamente Virginia non vedeva l’ora del rientro di Anna per vendicarsi e farle ricevere lo stesso servizio, ben sapendo che era vergine in culo e che il cazzo del suo Marco era molto più grosso di quello di Max.
Prima di uscire Virginia telefono ad Anna suggerendogli di indossare una minigonna più corta quella sera “la metterò corta anch’io, così durante il cinema possiamo farci toccare più facilmente, saranno così eccitati che il pompino durerà poco, vedrai ce la caveremo velocemente questa sera” ad Anna parve un’idea sensata.
La realtà fu diversa, i ragazzi si divertirono come previsto nel buio del cinema, ancora di più perché si erano scambiati le fidanzate, Marco gioco con Anna e Max con Virginia.
Usciti dal cinema si recarono nel famoso parcheggio isolato. I ragazzi erano carichi a mille. Virginia a quel punto ricordo a Marco che sarebbe giusto che quella sera fosse Anna a soddisfare nello stesso modo che aveva fatto lei i ragazzi. Max rimase pietrificato, sapeva benissimo che Anna sarebbe stata massacrata dai suoi familiari se avesse perso la verginità anale. Nonostante tutto penso che non fosse corretto nei confronti di Marco il non ritornargli il favore. Scese dalla macchina a fumarsi una sigaretta mentre Marco con l’aiuto divertito di Virginia immobilizzo Anna, le alzò facilmente la minigonna svolazzante e la inculo a secco tra le urla disperate di quest’ultima.
Una volta salutato il cugino, riportò a casa una scioccata Anna. Decise che era saggio confessare il tutto sin da subito.
Entro in casa di Anna e teatralmente chiese a Carla che l’aspettava, al solito, nell’ingresso di chiamare il padre e lo zio. Una volta riuniti disse “questa troia si è fatta inculare da mio cugino, guardate che minigonna indossa, secondo me aveva pianificato il tutto, non la voglio più, tenetevela”.
La madre transali, “Max non dire così, vedrai che la puniremo così duramente che dopo questo non oserà mai più contraddirti o mancarti di rispetto, te lo garantisco io, perdonala e da oggi in poi puoi farle e farle fare quello che vuoi” era sottinteso, tranne che deflorarla, per quello doveva aspettare il matrimonio. Don Luciano confermo le parole di Carla e calmo Max.
Max disse che ci avrebbe pensato e sarebbe, forse, ritornato solo dopo che Anna fosse stata duramente punita dalla famiglia. In realtà questa strategia gli avrebbe permesso di guadagnare più potere all’interno della famiglia di Anna, stava gettando le basi per il futuro.
Carla inizio da subito a picchiare la povera Anna, la picchio all’ingresso, sulle scale, in cucina con una cattiveria rara anche per lei. Don Luciano invece decise che tale gravissima colpa avrebbe comportato un mese di espiazione. Il padre come al solito non disse nulla.
Anna piangeva disperatamente, il culo le faceva male, le sberle della mamma altrettanto, ma il peggio era, dopo essere stata violentata, il sentirsi accusare di essere una troia dissoluta, di avere offeso Dio, disonorato la famiglia ed il fidanzato.
Sapeva che aveva davanti a lei un mese terribile e che da lì in poi tutti potevano esigere molto più da lei.
Tra una sberla della madre e una cinghiata del padre maturo l’idea che la cui unica, molto parziale via d’uscita era sposare Max, partorire figlie e diventare come sua madre, troia per i maschi e carnefice delle femmine più giovani.
Ma tutto ciò richiedeva tempo, pazienza, sapeva di dover subire le voglie represse di parecchi uomini prima di elevare il suo rango.
Adesso doveva affrontare il mese di espiazione.
Mamma Carla, che era una gran pettegola, non esitò a confidare la sua nuova situazione “una svergognata, pensa, si è liberamente concessa al cugino del fidanzato, una peccatrice sodomita”
Ripeteva a tutti che l’unica speranza per lei era che il fidanzato decidesse di perdonarla, ciò era solo possibile se fosse sicuro che la famiglia avesse rieducato la svergognata.
A questa espiazione preso parte quasi tutti quelli che avevano partecipato alla crescita spirituale di Anna, ben felici dietro l’ipocrita punizione educativa di poter inculare la giovane a volontà.
I maggiori beneficiari di questa nuova “apertura “furono ovviamente mamma e papà. Tutte le sere del mese se la portarono nel loro letto matrimoniale dove dopo il consueto sermone materno su quanto fossero disgustati dal suo comportamento, una serie interminabile di sculacciate educative date principalmente dalla mamma si finiva regolarmente con Anna inculato dal padre sotto gli incitamenti della madre che spingeva il marito a fare più male possibile a quella bagascia. L’unico modo che Anna conosceva per placare la furia materna era di leccargli con devozione la figa, cosa che era ben abituata a fare, ma questo non sempre la salvava dalla inesauribile cattiveria materna.
Un altro beneficiario fu don Luciano. Lui aveva preso l’abitudine di farla scendere nel suo appartamento verso le 17 e farla risalire verso le 18,30, giusto in tempo per preparare la cena con le altre donne.
Pretese inoltre che anche Claudia fosse presente “così capisce fin da subito qual è il posto delle femmine”, il rituale era sempre il solito, una mezzora a pregare, inginocchiate, con la testa a terra ed il sedere più in alto rispetto alla testa. Le mutandine abbassate a mezza coscia. Don Luciano sapeva quanto educativo fosse per le nipoti avere figa e culo esposte ed indifese.
La giovane Claudia doveva poi scaldare lo zio con una lunga sega, evitando accuratamente di farlo venire, il finale era l’inculata di Anna.
Il terzo beneficiario era don Franco, ogni due tre giorni venne a “parlare” ad Anna per spiegargli gli errori commessi. La portava in una stanza separata, la metteva mani contro il muro e la inculava stando in piedi, in silenzio, il tutto era molto rapido, un quarto d’ora. In pratica si svuotava le palle.
Il quarto fu il Sig. Baldini, il migliore cliente del padre di Anna, gestiva un enorme magazzino di mangime agricolo, Anna era solito passare tre settimane ogni estate a lavorare come apprendista nell’ufficio del Baldini.
In nero, per pochi spiccioli, dati direttamente al padre, “tanto per fare esperienza nel mondo del lavoro”.
Anna ricordava ancora il suo primo giorno di lavoro, da sola con il Sig. Baldini fu costretta a sentire le mani del vecchio su tutto il corpo. Tornata a casa la sera si lamentò con la madre, questa le disse chiaramente che il Sig. Baldini era il migliore cliente di suo padre, doveva abituarsi alle condizioni lavorative femminili, non voleva più sentire lamentele su una persona così rispettabile. La seconda volta che Anna provò a lamentarsi il padre venne informato, un’oretta nello studio le fece passare per sempre la voglia di lamentarsi.
Per i primi anni il Sig. Baldini si accontentò di toccarla, farsi fare delle seghe ma più che altro gli piaceva farsi baciare con la lingua, leccare collo, mani e piedi. Quando fu poi svezzata dal padre e dallo zio inizio anche lui a godere dei pompini della giovane.
Scoprire che un nuovo canale era aperto fu una nuova gradevole sorpresa. Visitò Anna due o tre volte, la portava nello studio del padre e la inculava con calma mentre il resto della famiglia guardava la televisione e la sentiva piangere. Il Sig. Baldini ed il padre di Anna stabilirono che la successiva estate Anna avrebbe lavorato ancora nell’azienda del Baldini, che promise al padre di aumentargli lo stipendio visto le nuove competenze. Lo stipendio fu ovviamente elargito nelle mani di Piero che lo perse velocemente giocando a carte.
L’ultimo a goderne fu la persona più temuta da Anna, lo zio Guido, Carla gli aveva voluto telefonare la novità. Si presentò a sorpresa a casa loro con la moglie Oxana, una giovane rumena con un passato nei locali di lap dance del nord Italia.
Lo zio Guido era il fratello di don Luciano e Carla, aveva dalla prima moglie un figlio, Giorgio ventiduenne, una figlia Elena di un paio d’anni più giovane, mentre dalla rumena aveva ereditato una figlia di nome Sara, poco più che maggiorenne.
Essendo fratello di Luciano e Carla aveva lo stesso modo di intendere il rapporto maschio-femmina e si toglieva tutti gli sfizi che voleva, facilitato da una solidissima situazione finanziaria e dal vivere in una isolata corte agricola sulle colline tra l’Emilia e la Toscana.
L’unica sostanziale differenza era che nella sua famiglia tutto avveniva alla luce del sole, Anna aveva fatto pompini sia allo zio che al padre, ma mai uno davanti all’altro. L’apparenza prima di tutto. Mentre Guido se ne fregava, nella sua famiglia i due uomini potevano godere delle tre femmine senza alcun limite.
Nelle estati che Anna passava dallo zio era normale vedere Oxana Elena e Sara scopate a turno o in gruppo dai due uomini.
Anna si occupava spesso delle pulizie finali, pulire con cura i cazzi dei due uomini e ingoiare lo sperma negli orifizi dove questi avevano deciso di svuotarsi.
Ma quello che veramente terrorizzava Anna era il giochino educativo della domenica sera. Lo zio non voleva che le femmine si rilassassero, pretendeva sempre la massima sottomissione e disponibilità.
Lo zio decideva quale delle tre donne era stata irrispettosa o semplicemente meno partecipe a soddisfare le sue voglie durante la settimana, la prescelta veniva punita da Rex il cane lupo di famiglia. La prescelta veniva legata a terra con uno speciale attrezzatura studiata dallo zio nel recinto del cane per una o più ore. Il cane addestrato dallo zio sapeva cosa fare quando si trovava una donna legata nel recinto.
In quel lasso di tempo Rex riusciva a scopare le donne almeno due o tre volte. Il cane ovviamente usava il primo buco in cui riusciva ad infilare il cazzo, culo o la figa che fosse. Anna già sapeva che la prossima estate sarebbe stata inculata a lungo dal bestione.
Probabilmente lo zio avrebbe messo nella gabbia una cugina per aiutare il cane ad infilare il cazzo nel buco già aperto e non in quello vergine.
Lo zio Guido la inculo sbrigativamente e con cattiveria gli disse di avere già concordato con il fratello Piero che la prossima estate l’attendeva in campagna da lui e che li avrebbe avuto il tempo di fare le cose con calma. Terminata l’inculata Oxana pulì l’uccello del marito, succhio lo sperma del marito dal culo di Anna, glielo sputo in gola e glielo fece ingoiare. Oxana aveva passato un decennio nel modo della lap dance e per una giovane mamma quale lei era allora era naturale dover soddisfare le voglie de proprietari dei localo dove lavorava. Questi avendo decine di professioniste del sesso a disposizione, per eccitarsi avevano bisogno di fare giochini sempre nuovi e spinti, Oxana rimasta in quel mondo per un decennio li aveva provati tutti.
Oltre che Rex, era lei che Anna temeva, sapeva benissimo che una volta che gli uomini era fuori casa Oxana aveva l’autorità di poterle fare quello che gli passava per la sua mente perversa.
Terminato il mese di punizione Max venne ufficialmente invitato a casa di Piero insieme a suo padre ed alla madre. Anna dovette inginocchiarsi davanti a Max ed ai suoi genitori, piangendo dovette implorare pietà per lunghi minuti. Gli uomini si sedettero al tavolo, dovevano discutere. Anna fu fatta mettere faccia al muro nella stessa stanza, avrebbe ascoltato senza avere ovviamente voce in capitolo su nulla.
Max accettò di rifidanzarsi con Anna e di sposarla quando questa avesse compiuto 21 anni.
Promise di non scopare Anna fino al matrimonio, ma su tutto il resto del corpo voleva piena e totale libertà, chiese anche di diventare fidanzato in casa. In pratica poteva usarla nella casa dei genitori di Anna senza doverla portare fuori in macchina, questo era un gran comodità di cui Max approfittò a piene mani, le insegno che quando lui schioccava le dita, lei doveva andare nella sua camera da letto, togliersi le mutande, alzarsi la gonna ed aspettare che lui venisse ad inculare, questa era molto comodo nelle noiose serate TV fatte con la sua famiglia.
Ottenne inoltre di poterla portare a fare brevi vacanze da soli. In ultimo ottenne di avere voce in capitolo sull’abbigliamento di Anna.
Zio Luciano e papa Piero informarono Max degli impegni presi con il sig. Baldini e zio Guido. Convennero inoltre che Anna una volta al mese doveva andare a confessarsi da don. Franco.
Ovviamente era sottinteso per tutti che fino al matrimonio l’educazione, con i relativi benefici erano a carico dello zio e del padre.
Max si alzò dal tavolo degli uomini, stava per ufficializzare solennemente questo perdono quando sua madre Paola che era stata in silenzio al fianco del marito tutto il tempo, gli mise una mano sul braccio e disse “un momento", sospiro, poi aggiunse “ capisco che il mio Max sia innamorato e pensi sia giusto riprendersi questa svergognata, ma questa SIGNORINA l’ha combinata grossa, NOI siamo una famiglia rispettabile, il mio Max è poi così giovane, inesperto, è il nostro unico figlio”, Carla divenne rossa, un misto di vergogna e rabbia.
“Penso che sia giusto che anche io e mio marito Felice d’ora in avanti, possiamo conoscere meglio Anna e qualora qualcosa non ci sembri in linea con gli insegnamenti del nostro signore”, guardo don Luciano che annuì, “porre un veto alla loro relazione”.
Carla, agitatissima, rispose per prima “certo Paola, lo trovo giustissimo, sono d’accordo al 100%, andiamo nello studio io lei ed Anna così ci mettiamo d’accordo tra donne, senza disturbare gli uomini, sui dettagli”, trascino per i capelli Anna nello studio seguita da Paola. Gli uomini sospirano, la serata si allungava.
Carla rientrò nello studio, andò in camera da letto e prese il frustino per cavalli che poche ore prima aveva usato su Claudia e ritornò nello studio battendolo nervosamente sul palmo della mano.
Gli uomini sentirono il sibilare del frustino, all’inizio Anna riuscì a trattenere le urla, poi non ce la fece più, strillava così forte che Piero infastidito decise di accendere la TV a volume alto, Felice aveva il cazzo che gli esplodeva nei pantaloni.
Le due donne uscirono dalla stanza seguite dalla sofferente giovane, Paola appoggiò il frustino sulla mensola della Tv e guardo eccitata Felice.
Carla informo gli uomini “Tutto bene, ci siamo accordate, ogni due Sabati pomeriggio Anna andrà a casa di Felice e Paola per conoscersi meglio, Paola hai la mia piena fiducia, e tu stupida” rivolta alla figlia “vedi di comportarti.....”
Felice guardo soddisfatto Paola, già pregustava i pomeriggi al cinema e le gite sulle spiagge del Ticino con la futura nuora.
Piero si alzò e fece rimettere Anna faccia al muro.
Finalmente Max poté alzarsi per annunciare ufficialmente il suo perdono ad Anna.
Anna per sancire la pace, bacio castamente il fidanzato sotto gli occhi soddisfatti di tutti.
Tutti stavano per alzarsi quando don Luciano saggiamente disse “lasciate che i due ragazzi abbiano un quarto d’ora da soli prima di andare, per chiarirsi meglio …. per cancellare questo brutto episodio “e li invito ad andare nella camera da letto.
In realtà aveva mentalmente contato quanti uomini si erano già inculati Anna, era pensò giusto che anche Max, per stupido che fosse, si divertisse prima che quel foro si spanasse del tutto.
Una volta nella stanza non ci fu bisogno di parlare, Anna nonostante la presenza di Claudia, si sollevò la gonna e si piegò a pecorina, nell’altra stanza sentirono, per una decina di secondi, il cigolio del letto e Max gemere.
Felice e Paola guardarono imbarazzati il figlio uscire dalla stanza con la sua fidanzata.
Tutti si salutarono calorosamente e la lunga serata finì.
In quel periodo Max ed Anna uscivano spesso con Marco, il cugino di Max e Virginia la sua ragazza.
Tra le due si era creata una grande complicità nonostante Virginia fosse più grande di lei avendo l’età di Max e Marco.
Dopo avere visto un film al multisala locale si appartarono in un parcheggio isolato, come erano soliti fare specialmente quando erano sulla lussuosa Audi A6 di Marco.
La prassi era che le due donne facessero lunghi e bagnati pompini ai loro uomini mentre i due le incitavano dicendo porcate e ridendo.
Questa prassi venne poi modificata per colpa di Anna. Quel week end il padre la aveva punita, con i soliti metodi, ma non contento le aveva negata l’uscita.
In conseguenza di ciò, la povera Virginia si trovò a dover soddisfare entrambi i cazzi dei maschi nella macchina. Virginia si impegno al massimo, voleva fare bella figura nonostante il cazzo di Max fosse ridicolo in confronto a quello del suo ragazzo.
Il week end successivo Virginia pretese che fosse Anna a lavorarsi entrambi i cazzi, la breve esitazione di Anna fu cancellata dallo sberlone rifilatogli da Max, “stupida puttana, pensi di essere superiore a Virginia, per tutto il mese i pompini li farai ad entrambi solo tu”, quella pubblica umiliazione cambio i rapporti del quartetto.
Dopo quel mese di doppio lavoro per Anna i due uomini ritennero normale scambiarsi le donne, ed altrettanto normalmente le facevano lavorare in coppia “due lingue per un cazzo”.
Ci fu poi il week end in cui Anna dovette saltare il cinema per andare con la classe in gita scolastica.
In quel week end le cose evolvettero, per Virginia più grande di Anna era normale essere inculata e scopata dal suo fidanzato Marco, quella sera Marco decise che lui e Max potevano dividersi anche il culo di Virginia oltre che la sua bocca e così fecero nonostante le false resistenze di Virginia.
Ovviamente Virginia non vedeva l’ora del rientro di Anna per vendicarsi e farle ricevere lo stesso servizio, ben sapendo che era vergine in culo e che il cazzo del suo Marco era molto più grosso di quello di Max.
Prima di uscire Virginia telefono ad Anna suggerendogli di indossare una minigonna più corta quella sera “la metterò corta anch’io, così durante il cinema possiamo farci toccare più facilmente, saranno così eccitati che il pompino durerà poco, vedrai ce la caveremo velocemente questa sera” ad Anna parve un’idea sensata.
La realtà fu diversa, i ragazzi si divertirono come previsto nel buio del cinema, ancora di più perché si erano scambiati le fidanzate, Marco gioco con Anna e Max con Virginia.
Usciti dal cinema si recarono nel famoso parcheggio isolato. I ragazzi erano carichi a mille. Virginia a quel punto ricordo a Marco che sarebbe giusto che quella sera fosse Anna a soddisfare nello stesso modo che aveva fatto lei i ragazzi. Max rimase pietrificato, sapeva benissimo che Anna sarebbe stata massacrata dai suoi familiari se avesse perso la verginità anale. Nonostante tutto penso che non fosse corretto nei confronti di Marco il non ritornargli il favore. Scese dalla macchina a fumarsi una sigaretta mentre Marco con l’aiuto divertito di Virginia immobilizzo Anna, le alzò facilmente la minigonna svolazzante e la inculo a secco tra le urla disperate di quest’ultima.
Una volta salutato il cugino, riportò a casa una scioccata Anna. Decise che era saggio confessare il tutto sin da subito.
Entro in casa di Anna e teatralmente chiese a Carla che l’aspettava, al solito, nell’ingresso di chiamare il padre e lo zio. Una volta riuniti disse “questa troia si è fatta inculare da mio cugino, guardate che minigonna indossa, secondo me aveva pianificato il tutto, non la voglio più, tenetevela”.
La madre transali, “Max non dire così, vedrai che la puniremo così duramente che dopo questo non oserà mai più contraddirti o mancarti di rispetto, te lo garantisco io, perdonala e da oggi in poi puoi farle e farle fare quello che vuoi” era sottinteso, tranne che deflorarla, per quello doveva aspettare il matrimonio. Don Luciano confermo le parole di Carla e calmo Max.
Max disse che ci avrebbe pensato e sarebbe, forse, ritornato solo dopo che Anna fosse stata duramente punita dalla famiglia. In realtà questa strategia gli avrebbe permesso di guadagnare più potere all’interno della famiglia di Anna, stava gettando le basi per il futuro.
Carla inizio da subito a picchiare la povera Anna, la picchio all’ingresso, sulle scale, in cucina con una cattiveria rara anche per lei. Don Luciano invece decise che tale gravissima colpa avrebbe comportato un mese di espiazione. Il padre come al solito non disse nulla.
Anna piangeva disperatamente, il culo le faceva male, le sberle della mamma altrettanto, ma il peggio era, dopo essere stata violentata, il sentirsi accusare di essere una troia dissoluta, di avere offeso Dio, disonorato la famiglia ed il fidanzato.
Sapeva che aveva davanti a lei un mese terribile e che da lì in poi tutti potevano esigere molto più da lei.
Tra una sberla della madre e una cinghiata del padre maturo l’idea che la cui unica, molto parziale via d’uscita era sposare Max, partorire figlie e diventare come sua madre, troia per i maschi e carnefice delle femmine più giovani.
Ma tutto ciò richiedeva tempo, pazienza, sapeva di dover subire le voglie represse di parecchi uomini prima di elevare il suo rango.
Adesso doveva affrontare il mese di espiazione.
Mamma Carla, che era una gran pettegola, non esitò a confidare la sua nuova situazione “una svergognata, pensa, si è liberamente concessa al cugino del fidanzato, una peccatrice sodomita”
Ripeteva a tutti che l’unica speranza per lei era che il fidanzato decidesse di perdonarla, ciò era solo possibile se fosse sicuro che la famiglia avesse rieducato la svergognata.
A questa espiazione preso parte quasi tutti quelli che avevano partecipato alla crescita spirituale di Anna, ben felici dietro l’ipocrita punizione educativa di poter inculare la giovane a volontà.
I maggiori beneficiari di questa nuova “apertura “furono ovviamente mamma e papà. Tutte le sere del mese se la portarono nel loro letto matrimoniale dove dopo il consueto sermone materno su quanto fossero disgustati dal suo comportamento, una serie interminabile di sculacciate educative date principalmente dalla mamma si finiva regolarmente con Anna inculato dal padre sotto gli incitamenti della madre che spingeva il marito a fare più male possibile a quella bagascia. L’unico modo che Anna conosceva per placare la furia materna era di leccargli con devozione la figa, cosa che era ben abituata a fare, ma questo non sempre la salvava dalla inesauribile cattiveria materna.
Un altro beneficiario fu don Luciano. Lui aveva preso l’abitudine di farla scendere nel suo appartamento verso le 17 e farla risalire verso le 18,30, giusto in tempo per preparare la cena con le altre donne.
Pretese inoltre che anche Claudia fosse presente “così capisce fin da subito qual è il posto delle femmine”, il rituale era sempre il solito, una mezzora a pregare, inginocchiate, con la testa a terra ed il sedere più in alto rispetto alla testa. Le mutandine abbassate a mezza coscia. Don Luciano sapeva quanto educativo fosse per le nipoti avere figa e culo esposte ed indifese.
La giovane Claudia doveva poi scaldare lo zio con una lunga sega, evitando accuratamente di farlo venire, il finale era l’inculata di Anna.
Il terzo beneficiario era don Franco, ogni due tre giorni venne a “parlare” ad Anna per spiegargli gli errori commessi. La portava in una stanza separata, la metteva mani contro il muro e la inculava stando in piedi, in silenzio, il tutto era molto rapido, un quarto d’ora. In pratica si svuotava le palle.
Il quarto fu il Sig. Baldini, il migliore cliente del padre di Anna, gestiva un enorme magazzino di mangime agricolo, Anna era solito passare tre settimane ogni estate a lavorare come apprendista nell’ufficio del Baldini.
In nero, per pochi spiccioli, dati direttamente al padre, “tanto per fare esperienza nel mondo del lavoro”.
Anna ricordava ancora il suo primo giorno di lavoro, da sola con il Sig. Baldini fu costretta a sentire le mani del vecchio su tutto il corpo. Tornata a casa la sera si lamentò con la madre, questa le disse chiaramente che il Sig. Baldini era il migliore cliente di suo padre, doveva abituarsi alle condizioni lavorative femminili, non voleva più sentire lamentele su una persona così rispettabile. La seconda volta che Anna provò a lamentarsi il padre venne informato, un’oretta nello studio le fece passare per sempre la voglia di lamentarsi.
Per i primi anni il Sig. Baldini si accontentò di toccarla, farsi fare delle seghe ma più che altro gli piaceva farsi baciare con la lingua, leccare collo, mani e piedi. Quando fu poi svezzata dal padre e dallo zio inizio anche lui a godere dei pompini della giovane.
Scoprire che un nuovo canale era aperto fu una nuova gradevole sorpresa. Visitò Anna due o tre volte, la portava nello studio del padre e la inculava con calma mentre il resto della famiglia guardava la televisione e la sentiva piangere. Il Sig. Baldini ed il padre di Anna stabilirono che la successiva estate Anna avrebbe lavorato ancora nell’azienda del Baldini, che promise al padre di aumentargli lo stipendio visto le nuove competenze. Lo stipendio fu ovviamente elargito nelle mani di Piero che lo perse velocemente giocando a carte.
L’ultimo a goderne fu la persona più temuta da Anna, lo zio Guido, Carla gli aveva voluto telefonare la novità. Si presentò a sorpresa a casa loro con la moglie Oxana, una giovane rumena con un passato nei locali di lap dance del nord Italia.
Lo zio Guido era il fratello di don Luciano e Carla, aveva dalla prima moglie un figlio, Giorgio ventiduenne, una figlia Elena di un paio d’anni più giovane, mentre dalla rumena aveva ereditato una figlia di nome Sara, poco più che maggiorenne.
Essendo fratello di Luciano e Carla aveva lo stesso modo di intendere il rapporto maschio-femmina e si toglieva tutti gli sfizi che voleva, facilitato da una solidissima situazione finanziaria e dal vivere in una isolata corte agricola sulle colline tra l’Emilia e la Toscana.
L’unica sostanziale differenza era che nella sua famiglia tutto avveniva alla luce del sole, Anna aveva fatto pompini sia allo zio che al padre, ma mai uno davanti all’altro. L’apparenza prima di tutto. Mentre Guido se ne fregava, nella sua famiglia i due uomini potevano godere delle tre femmine senza alcun limite.
Nelle estati che Anna passava dallo zio era normale vedere Oxana Elena e Sara scopate a turno o in gruppo dai due uomini.
Anna si occupava spesso delle pulizie finali, pulire con cura i cazzi dei due uomini e ingoiare lo sperma negli orifizi dove questi avevano deciso di svuotarsi.
Ma quello che veramente terrorizzava Anna era il giochino educativo della domenica sera. Lo zio non voleva che le femmine si rilassassero, pretendeva sempre la massima sottomissione e disponibilità.
Lo zio decideva quale delle tre donne era stata irrispettosa o semplicemente meno partecipe a soddisfare le sue voglie durante la settimana, la prescelta veniva punita da Rex il cane lupo di famiglia. La prescelta veniva legata a terra con uno speciale attrezzatura studiata dallo zio nel recinto del cane per una o più ore. Il cane addestrato dallo zio sapeva cosa fare quando si trovava una donna legata nel recinto.
In quel lasso di tempo Rex riusciva a scopare le donne almeno due o tre volte. Il cane ovviamente usava il primo buco in cui riusciva ad infilare il cazzo, culo o la figa che fosse. Anna già sapeva che la prossima estate sarebbe stata inculata a lungo dal bestione.
Probabilmente lo zio avrebbe messo nella gabbia una cugina per aiutare il cane ad infilare il cazzo nel buco già aperto e non in quello vergine.
Lo zio Guido la inculo sbrigativamente e con cattiveria gli disse di avere già concordato con il fratello Piero che la prossima estate l’attendeva in campagna da lui e che li avrebbe avuto il tempo di fare le cose con calma. Terminata l’inculata Oxana pulì l’uccello del marito, succhio lo sperma del marito dal culo di Anna, glielo sputo in gola e glielo fece ingoiare. Oxana aveva passato un decennio nel modo della lap dance e per una giovane mamma quale lei era allora era naturale dover soddisfare le voglie de proprietari dei localo dove lavorava. Questi avendo decine di professioniste del sesso a disposizione, per eccitarsi avevano bisogno di fare giochini sempre nuovi e spinti, Oxana rimasta in quel mondo per un decennio li aveva provati tutti.
Oltre che Rex, era lei che Anna temeva, sapeva benissimo che una volta che gli uomini era fuori casa Oxana aveva l’autorità di poterle fare quello che gli passava per la sua mente perversa.
Terminato il mese di punizione Max venne ufficialmente invitato a casa di Piero insieme a suo padre ed alla madre. Anna dovette inginocchiarsi davanti a Max ed ai suoi genitori, piangendo dovette implorare pietà per lunghi minuti. Gli uomini si sedettero al tavolo, dovevano discutere. Anna fu fatta mettere faccia al muro nella stessa stanza, avrebbe ascoltato senza avere ovviamente voce in capitolo su nulla.
Max accettò di rifidanzarsi con Anna e di sposarla quando questa avesse compiuto 21 anni.
Promise di non scopare Anna fino al matrimonio, ma su tutto il resto del corpo voleva piena e totale libertà, chiese anche di diventare fidanzato in casa. In pratica poteva usarla nella casa dei genitori di Anna senza doverla portare fuori in macchina, questo era un gran comodità di cui Max approfittò a piene mani, le insegno che quando lui schioccava le dita, lei doveva andare nella sua camera da letto, togliersi le mutande, alzarsi la gonna ed aspettare che lui venisse ad inculare, questa era molto comodo nelle noiose serate TV fatte con la sua famiglia.
Ottenne inoltre di poterla portare a fare brevi vacanze da soli. In ultimo ottenne di avere voce in capitolo sull’abbigliamento di Anna.
Zio Luciano e papa Piero informarono Max degli impegni presi con il sig. Baldini e zio Guido. Convennero inoltre che Anna una volta al mese doveva andare a confessarsi da don. Franco.
Ovviamente era sottinteso per tutti che fino al matrimonio l’educazione, con i relativi benefici erano a carico dello zio e del padre.
Max si alzò dal tavolo degli uomini, stava per ufficializzare solennemente questo perdono quando sua madre Paola che era stata in silenzio al fianco del marito tutto il tempo, gli mise una mano sul braccio e disse “un momento", sospiro, poi aggiunse “ capisco che il mio Max sia innamorato e pensi sia giusto riprendersi questa svergognata, ma questa SIGNORINA l’ha combinata grossa, NOI siamo una famiglia rispettabile, il mio Max è poi così giovane, inesperto, è il nostro unico figlio”, Carla divenne rossa, un misto di vergogna e rabbia.
“Penso che sia giusto che anche io e mio marito Felice d’ora in avanti, possiamo conoscere meglio Anna e qualora qualcosa non ci sembri in linea con gli insegnamenti del nostro signore”, guardo don Luciano che annuì, “porre un veto alla loro relazione”.
Carla, agitatissima, rispose per prima “certo Paola, lo trovo giustissimo, sono d’accordo al 100%, andiamo nello studio io lei ed Anna così ci mettiamo d’accordo tra donne, senza disturbare gli uomini, sui dettagli”, trascino per i capelli Anna nello studio seguita da Paola. Gli uomini sospirano, la serata si allungava.
Carla rientrò nello studio, andò in camera da letto e prese il frustino per cavalli che poche ore prima aveva usato su Claudia e ritornò nello studio battendolo nervosamente sul palmo della mano.
Gli uomini sentirono il sibilare del frustino, all’inizio Anna riuscì a trattenere le urla, poi non ce la fece più, strillava così forte che Piero infastidito decise di accendere la TV a volume alto, Felice aveva il cazzo che gli esplodeva nei pantaloni.
Le due donne uscirono dalla stanza seguite dalla sofferente giovane, Paola appoggiò il frustino sulla mensola della Tv e guardo eccitata Felice.
Carla informo gli uomini “Tutto bene, ci siamo accordate, ogni due Sabati pomeriggio Anna andrà a casa di Felice e Paola per conoscersi meglio, Paola hai la mia piena fiducia, e tu stupida” rivolta alla figlia “vedi di comportarti.....”
Felice guardo soddisfatto Paola, già pregustava i pomeriggi al cinema e le gite sulle spiagge del Ticino con la futura nuora.
Piero si alzò e fece rimettere Anna faccia al muro.
Finalmente Max poté alzarsi per annunciare ufficialmente il suo perdono ad Anna.
Anna per sancire la pace, bacio castamente il fidanzato sotto gli occhi soddisfatti di tutti.
Tutti stavano per alzarsi quando don Luciano saggiamente disse “lasciate che i due ragazzi abbiano un quarto d’ora da soli prima di andare, per chiarirsi meglio …. per cancellare questo brutto episodio “e li invito ad andare nella camera da letto.
In realtà aveva mentalmente contato quanti uomini si erano già inculati Anna, era pensò giusto che anche Max, per stupido che fosse, si divertisse prima che quel foro si spanasse del tutto.
Una volta nella stanza non ci fu bisogno di parlare, Anna nonostante la presenza di Claudia, si sollevò la gonna e si piegò a pecorina, nell’altra stanza sentirono, per una decina di secondi, il cigolio del letto e Max gemere.
Felice e Paola guardarono imbarazzati il figlio uscire dalla stanza con la sua fidanzata.
Tutti si salutarono calorosamente e la lunga serata finì.
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