Il ritorno della figlia americana Sesto episodio
di
Valerio sissy
genere
incesti
Dopo alcuni minuti eravamo in macchina. Aveva guardato su internet dove poter trovare un sexy shop e stavamo andando in quella direzione. Non sapevo cosa pensare e i miei pensieri erano piuttosto confusi. Di sicuro, c’era poco da scherzare con Nicole. Mi aveva dato dimostrazioni di potermi picchiare senza nemmeno impegnarsi tanto. Piuttosto, aveva detto che anche negli Stati Uniti faceva la padrona. Con chi? Col suo fidanzato? O col suo patrigno? Chiunque fosse, mia figlia sapeva come comandare e come farsi obbedire e dovevo stare ai suoi ordini. Vidi che si accese una sigaretta ma stavolta mi guardai bene dal dirle qualcosa e naturalmente la cosa non le sfuggì
“ Non mi rimproveri per fumare in macchina?”
“ E’ lei che comanda, padrona” risposi infatti da schiavetto consumato. Era da pazzi farla arrabbiare e l’unico modo per cavarmela era quello di stare ai suoi ordini. Ogni tanto la osservavo. Cazzo se era bella. La sua bocca rossa era meravigliosa e quelle gambe che lei amava mettere in mostra erano infinite. E molto pericolose visto che il calcio che mi aveva dato mi aveva fatto vedere le stelle. E mi aveva fatto capire chiaramente che se avesse voluto i danni sarebbero stati ben peggiori. Non avevo mai pensato a qualcosa che riguardasse la dominazione ma mia figlia era di sicuro una vera padrona. Finalmente arrivammo. Scesi dalla macchina ma vidi che Nicole era ancora dentro. Aprii la porta
“ Non scende padrona?” Appena le aprii la porta scese. Con quei tacchi enormi mi superava di circa 25 centimetri e questo mi metteva in soggezione visto che le arrivavo alle tette. Soggezione che divenne paura quando lei mi prese per il mento un’altra volta. Le piaceva farlo. Con quel gesto incuteva paura dando dimostrazione di una certa superiorità psicologica oltre che fisica
“ Ascoltami bene coglione. Sei tu che mi devi aprire la porta della macchina. Sono la tua padrona e non la tua fidanzatina. Il fatto che mi piaccia anche scoparti non significa che tu mi debba trattare come una ragazza normale. E’ chiaro o vuoi una dimostrazione in pubblico?” Mi guardai intorno sempre più terrorizzato. C’erano diverse persone che passeggiavano e mia figlia non si sarebbe fatta scrupoli nel darmi un paio di schiaffi anche in pubblico
“ Ho capito padrona”
“ Bene. Adesso seguimi. Sempre un metro dietro e mai al mio fianco” Annuii e la seguii. Tutti si rigiravano a guardarla e non poteva essere altrimenti. Il suo fisico perfetto, la sua altezza e l’abbigliamento provocante provocavano una reazione istintiva di ogni persona. Chi per ammirazione, chi per concupiscenza e chi, soprattutto le donne, per invidia. E io? Ero decisamente combattuto. Da una parte non riuscivo ancora del tutto ad accettare il mio nuovo ruolo ma dall’altra sentivo uno strano orgoglio nel sapere che lei era mia figlia. E non c’era solo orgoglio. Solo a guardarla il mio cazzo divenne di nuovo dritto. Non dovevo, era mia figlia ma era soprattutto una giovane donna dotata di una sensualità irresistibile. Finalmente entrammo nel negozio. Non ero mai entrato in un sexy shop. Avevo sempre avuto una sessualità nella norma e non mi erano mai interessati filmetti hard e tantomeno oggetti particolari. Nicole si guardò intorno. Non c’erano altri clienti e c’era solo una giovane donna che ci salutò ma non ci disse altro. Immaginai che in quel tipo di negozio non si mettesse pressione ai clienti lasciandoli liberi di gironzolare per scegliere ciò che volevano. Fu infatti Nicole ad andare da lei
“ Salve, sto cercando degli oggetti da usare per il mio schiavo” disse indicandomi. Avrei voluto sprofondare
“ Certo signorina. Ha in mente quelle che le interessava o vorrebbe dei consigli?”
“ So già cosa voglio. Mi servirebbe un frustino rigido, quello usato per i cavalli, una ball gag, un paio di manette e soprattutto uno strap-on. Diciamo di una quindicina di centimetri perché il suo culetto è ancora vergine e bisogna andarci piano” La guardai. In un certo senso ero affascinato dal suo modo di fare, dalla sua sicurezza. Ma ero anche preoccupato per l’uso che avrebbe fatto di quegli oggetti, in particolar modo dello strap-on ovvero del pene finto. Ero ovviamente vergine ed ero terrorizzato solo al pensiero. La commessa la portò comunque in vari reparti mentre io rimasi vicino al bancone. Dopo circa cinque minuti mia figlia tornò con gli oggetti che desiderava. Era chiaro che malgrado la sua giovane età fosse una dominatrice provetta. La donna intanto guardò Nicole
“ Le serve altro signorina?”
“ Sì voglio qualcosa di lattice. Lo adoro come tessuto. Che cosa mi propone?” La commessa le fece vedere diverse cose e mia figlia optò per una tuta nera, due pantaloni, uno nero e uno rosso, due top da abbinare ai pantaloni e due abiti cortissimi sempre degli stessi colori. Poi mi guardò “Cosa ne pensi schiavo?”
“ Io…Non lo so” risposi. Nicole fece però partire uno dei suoi poderosi manrovesci sotto lo sguardo divertito della commessa
“ Risposta sbagliata. Sono oggetti scelti della tua padrona e tu dovevi rispondere che adori tutto quello che ho comprato”
“ Mi scusi padrona. E’ tutto molto bello” le dissi tra i singhiozzi mentre mia figlia guardò la donna con un sorriso sadico
“ E’ uno schiavo un po’ ribelle ma tempo un paio di giorni e diventerà docilissimo”
“ Non lo metto in dubbio signorina. Si vede che lei è una mistress coi fiocchi”
“ E quindi secondo lei ho fatto bene?” La donna sorrise
“ Per me ha fatto benissimo. Lo schiavo deve capire chi comanda”
“ Oh, lo capirà. Con le buone o con le cattive. Bene, mi faccia il conto” concluse Nicole. Mi sentivo umiliato come mai o ero stato nella mia vita eppure la guardavo con ammirazione sempre più crescente. Mia figlia era una ragazza davvero speciale. Era forse sadica, si divertiva a dominare, amante del sesso spinto tanto da violentare me che ero suo padre. Ma aveva delle doti uniche. A cominciare da quelle fisiche. A diciotto anni appena compiuti si era dimostrata in grado di poter fare di me quello che voleva. E come non parlare della sua bellezza esplosiva? Un viso angelico sopra un corpo atletico e perfetto. Era in possesso di una forza incredibile, merito sicuramente di madre natura e della sua volontà di allenarsi incessantemente. Insomma, la temevo ma non potevo fare a meno di considerarla davvero un essere superiore. E mi scoprii a pensare che se proprio dovevo sottomettermi a una donna, era giusto farlo di fronte a mia figlia.
“ Non mi rimproveri per fumare in macchina?”
“ E’ lei che comanda, padrona” risposi infatti da schiavetto consumato. Era da pazzi farla arrabbiare e l’unico modo per cavarmela era quello di stare ai suoi ordini. Ogni tanto la osservavo. Cazzo se era bella. La sua bocca rossa era meravigliosa e quelle gambe che lei amava mettere in mostra erano infinite. E molto pericolose visto che il calcio che mi aveva dato mi aveva fatto vedere le stelle. E mi aveva fatto capire chiaramente che se avesse voluto i danni sarebbero stati ben peggiori. Non avevo mai pensato a qualcosa che riguardasse la dominazione ma mia figlia era di sicuro una vera padrona. Finalmente arrivammo. Scesi dalla macchina ma vidi che Nicole era ancora dentro. Aprii la porta
“ Non scende padrona?” Appena le aprii la porta scese. Con quei tacchi enormi mi superava di circa 25 centimetri e questo mi metteva in soggezione visto che le arrivavo alle tette. Soggezione che divenne paura quando lei mi prese per il mento un’altra volta. Le piaceva farlo. Con quel gesto incuteva paura dando dimostrazione di una certa superiorità psicologica oltre che fisica
“ Ascoltami bene coglione. Sei tu che mi devi aprire la porta della macchina. Sono la tua padrona e non la tua fidanzatina. Il fatto che mi piaccia anche scoparti non significa che tu mi debba trattare come una ragazza normale. E’ chiaro o vuoi una dimostrazione in pubblico?” Mi guardai intorno sempre più terrorizzato. C’erano diverse persone che passeggiavano e mia figlia non si sarebbe fatta scrupoli nel darmi un paio di schiaffi anche in pubblico
“ Ho capito padrona”
“ Bene. Adesso seguimi. Sempre un metro dietro e mai al mio fianco” Annuii e la seguii. Tutti si rigiravano a guardarla e non poteva essere altrimenti. Il suo fisico perfetto, la sua altezza e l’abbigliamento provocante provocavano una reazione istintiva di ogni persona. Chi per ammirazione, chi per concupiscenza e chi, soprattutto le donne, per invidia. E io? Ero decisamente combattuto. Da una parte non riuscivo ancora del tutto ad accettare il mio nuovo ruolo ma dall’altra sentivo uno strano orgoglio nel sapere che lei era mia figlia. E non c’era solo orgoglio. Solo a guardarla il mio cazzo divenne di nuovo dritto. Non dovevo, era mia figlia ma era soprattutto una giovane donna dotata di una sensualità irresistibile. Finalmente entrammo nel negozio. Non ero mai entrato in un sexy shop. Avevo sempre avuto una sessualità nella norma e non mi erano mai interessati filmetti hard e tantomeno oggetti particolari. Nicole si guardò intorno. Non c’erano altri clienti e c’era solo una giovane donna che ci salutò ma non ci disse altro. Immaginai che in quel tipo di negozio non si mettesse pressione ai clienti lasciandoli liberi di gironzolare per scegliere ciò che volevano. Fu infatti Nicole ad andare da lei
“ Salve, sto cercando degli oggetti da usare per il mio schiavo” disse indicandomi. Avrei voluto sprofondare
“ Certo signorina. Ha in mente quelle che le interessava o vorrebbe dei consigli?”
“ So già cosa voglio. Mi servirebbe un frustino rigido, quello usato per i cavalli, una ball gag, un paio di manette e soprattutto uno strap-on. Diciamo di una quindicina di centimetri perché il suo culetto è ancora vergine e bisogna andarci piano” La guardai. In un certo senso ero affascinato dal suo modo di fare, dalla sua sicurezza. Ma ero anche preoccupato per l’uso che avrebbe fatto di quegli oggetti, in particolar modo dello strap-on ovvero del pene finto. Ero ovviamente vergine ed ero terrorizzato solo al pensiero. La commessa la portò comunque in vari reparti mentre io rimasi vicino al bancone. Dopo circa cinque minuti mia figlia tornò con gli oggetti che desiderava. Era chiaro che malgrado la sua giovane età fosse una dominatrice provetta. La donna intanto guardò Nicole
“ Le serve altro signorina?”
“ Sì voglio qualcosa di lattice. Lo adoro come tessuto. Che cosa mi propone?” La commessa le fece vedere diverse cose e mia figlia optò per una tuta nera, due pantaloni, uno nero e uno rosso, due top da abbinare ai pantaloni e due abiti cortissimi sempre degli stessi colori. Poi mi guardò “Cosa ne pensi schiavo?”
“ Io…Non lo so” risposi. Nicole fece però partire uno dei suoi poderosi manrovesci sotto lo sguardo divertito della commessa
“ Risposta sbagliata. Sono oggetti scelti della tua padrona e tu dovevi rispondere che adori tutto quello che ho comprato”
“ Mi scusi padrona. E’ tutto molto bello” le dissi tra i singhiozzi mentre mia figlia guardò la donna con un sorriso sadico
“ E’ uno schiavo un po’ ribelle ma tempo un paio di giorni e diventerà docilissimo”
“ Non lo metto in dubbio signorina. Si vede che lei è una mistress coi fiocchi”
“ E quindi secondo lei ho fatto bene?” La donna sorrise
“ Per me ha fatto benissimo. Lo schiavo deve capire chi comanda”
“ Oh, lo capirà. Con le buone o con le cattive. Bene, mi faccia il conto” concluse Nicole. Mi sentivo umiliato come mai o ero stato nella mia vita eppure la guardavo con ammirazione sempre più crescente. Mia figlia era una ragazza davvero speciale. Era forse sadica, si divertiva a dominare, amante del sesso spinto tanto da violentare me che ero suo padre. Ma aveva delle doti uniche. A cominciare da quelle fisiche. A diciotto anni appena compiuti si era dimostrata in grado di poter fare di me quello che voleva. E come non parlare della sua bellezza esplosiva? Un viso angelico sopra un corpo atletico e perfetto. Era in possesso di una forza incredibile, merito sicuramente di madre natura e della sua volontà di allenarsi incessantemente. Insomma, la temevo ma non potevo fare a meno di considerarla davvero un essere superiore. E mi scoprii a pensare che se proprio dovevo sottomettermi a una donna, era giusto farlo di fronte a mia figlia.
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