Il mio capo - 3

di
genere
bisex

Guido con calma nel traffico della città.

Il mio capo è seduto sul sedile del passeggero della sua Mercedes. E' decisamente di buon umore e mi racconta della cena a cui lo sto accompagnando. Ovviamente io dovrò aspettarlo fuori e se le cose vanno come spera, lo riaccompagnerò a casa insieme alla signora con cui deve incontrarsi. In quel caso dovrò comportarmi come se fossi niente di di diverso dal suo austista personale.

Mi chiede se mi vedo ancora con la mia ragazza e per l'ennesima volta gli ripeto che la storia è finita da sei mesi. In effetti da qualche tempo mi vedo con una tipa con cui mi sembra possa nascere qualcosa ma non glielo dico.
In ogni caso l'interesse per me dura poco e riprende a parlarmi delle persone con cui deve cenare e della signora che spera di potersi portare a letto.

Raggiunto il ristorante mi dice di proseguire fino al parcheggio che dista pochi minuti a piedi. Tanto siamo in anticipo.
Prendo il biglietto e salgo due rampe. Seguo le sue indicazioni e faccio un giro completo del piano. Sembra che nessun posto gli vada a genio.
Al secondo passaggio mi fa fermare e posteggiare tra due furgoni. A metà della manovra mi accorgo che farebbe fatica a scendere e glielo dico ma lui, concentrato sul cellulare mi risponde con un grugnito dicendomi di finire il parcheggio.
Spenta l'auto mi mette in mano il suo telefonino sul quale ha appena avviato un video porno di una bellissima ragazza che sta leccando il cazzo in primo piano. Nel frattempo lui arretra il sedile e lo reclina leggermente.
Poi si sbottona i pantaloni e dopo averli aperti estrae il grosso cazzo.
"Non voglio correre il rischio di fare brutte figure" dice iniziando a menarselo.
Come questo sia possibile visto che cinque ore fa, subito dopo essere rientrato dal pranzo, mi ha scopato nel bagno dell'ufficio è un mistero. Ma è perfettamente inutile chiedere.
Mentre la ragazza del video ingoia voluttuosamente il palo di carne il mio capo se lo sta facendo diventare duro con la mano.
"Ci vuole saliva". L'ordine è implicito nella constatazione. Faccio appena in tempo a sistemarmi sul sedile che con la mano destra mi prende il cellulare dalla mano mentre con la sinistra mi accompagna la testa.
Succhio e lecco lubrificandoglielo al massimo. Un paio di ingoi completi producono la bava che gli serve perché vengo allontanato di forza. Anche se il suo commento è un rimprovero a non sporcargli i pantaloni.
Resto comunque con il viso vicino alla grossa cappella che appare e scompare nel movimento della mano destra che ha ceduto l'uso del telefonino alla sinistra.
"Adesso ti sborro in bocca, troia". Mi mette la cappella sotto il naso mentre si sega velocemente.
"Ti piace la sborra eh?"
"Si"
"Perché sei una troia...dillo che sei una troia succhiacazzi..."
"Sono una troia succhiacazzi"
"Puttana, dimmi che vuoi bere la mia sborra, che sei la mia troia fottuta..."
E' chiaro che vuole venire in fretta e vuole che lo ecciti oltre quello che sta vendendo sul telefono.
"Sono la sua puttana. Voglio bere la sua sborra. Voglio il suo cazzo in gola. Sono la sua troia." Cerco di dire tutto quello che mi viene in mente per farlo godere.

Il movimento è repentino e se non fossi abituato non so come sarebbe andata a finire. In un secondo mi ritrovo con il caso affondato nel bosco dei suoi peli e con l'intero cazzo dentro l'esofago. Sulla lingua sento le pulsazioni della vena che pompa lo sperma direttamente nel mio stomaco mentre i gemiti di piacere scuotono l'enorme massa del mio capo.
Resto immobile, trattenendo il respiro, mentre lui finisce di godere. Quando sto per esplodere allento un attimo l'affondo per prendere aria dal naso e poi ritorno in posizione. Nuovamente mi stacco ma ormai ha finito di sborrare. Tengo comunque l'uccello in bocca per raccogliere ogni goccia, anche se questo gli crea dei brividi. D'altra parte lui stesso mi sta tenendo in posizione.

Dopo qualche minuto, perfettamente ripreso mi dice di prendere dal cassetto le salviette umidificate. Gli lavo e pulisco con cura l'uccello moscio. Due salviette.
Mentre si ricompone mi fa avanzare con l'auto di qualche metro così che possa scendere.

Mi dice di tenere il cellulare sotto gli occhi per farmi trovare all'uscita del ristorante al momento giusto. Se voglio posso andare a mangiare. Basta che se servo mi faccia trovare pronto. Fischiettando tutto contento se ne va.

Andare a mangiare. Si, certo. Come no.
Ho lo stomaco pieno di sperma e la bocca foderata da quel sapore dolciastro e pungente. Le narici non sentono altro che il forte odore della sua cappella.
Ci vorranno un paio d'ore prima che riesca a mangiare qualcosa.
di
scritto il
2023-06-15
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