Il mio capo

di
genere
bisex

Compare sulla porta della mia stanza mentre sta telefonando. Smetto di digitare sulla tastiera e volto la testa verso di lui in attesa di capire le sue istruzioni. So che ha un appuntamento a cena con altre persone ma manca ancora mezz'ora.
Mi fa l'occhiolino massaggiandosi il pacco.
Capito.
Mi giro sulla sedia di novanta gradi mentre lui si avvicina. Di fronte a me, la sua figura massiccia e imponente, mi domina dall'alto.
Senza dire una parola, per non disturbare la sua telefonata, slaccio la cintura lo sbottono e abbasso la zip. Abbasso gli slip e glielo prendo in bocca.
L'odore muschiato e il sapore ittico e salato del suo cazzo impregnano gusto e olfatto ormai abituati.
L'uccello si gonfia e diventa sempre più grosso e duro. Nonostante le mie attitudini e sempre difficile farlo entrare in gola tutto quanto.
Ma lui vuole che lo faccia sempre.
E infatti anche adesso mi tiene la faccia premuta contro la sua pancia pelosa soffocandomi.
Dopo un conato violento mi lascia andare dandomi un po' di tregua.
Continuando a parlare mi fa segno con il dito.
Si toglie i mocassini con i piedi. A spogliarlo del resto, pantaloni e slip, ci penso io.
Piego i pantaloni e li lascio sulla sedia davanti al mio tavolo. Quanto torno a sedermi lo trovo piegato a metà con i gomiti sul tavolo e il grosso culo peloso in bella mostra.
Me lo ondeggia davanti al viso. Come se questo rendesse più invitante la cosa.
Apro le chiappe e mi metto a leccare la riga fermandomi sempre più spesso sul buco così da prendere confidenza. Poi mi concentro sul buchino, titillandolo con la punta della lingua.
Ormai siamo entrambi abituati e sappiamo cosa fare perché la mia lingua riesca a entrare il più possibile dentro il caldo e amaro sfintere.
Con la lingua dentro il suo culo gli sego il cazzo.
Parla sempre di meno. Segno che la sua eccitazione sta crescendo.
Si gira e si accomoda sullo spigolo della scrivania.
E io riprendo a pompargli il cazzo con affondi regolari e completi.
"Scusi la metto un attimo in pausa..."
Appoggia il telefono sulla mia scrivania mentre mi stacco dal lavoro per guardarlo.
"Fammi sborrare dai!"
Prende la mia testa e la usa come se fosse una palla da penetrare con furia.
Poi mi trattiene mentre sento gli schizzi in fondo alla gola ritmati dalle pulsazioni della vena sulla mia lingua.
Come al solito sembra che non venga da due settimane.
Riprende la telefonata mentre io continuo a tenere in bocca il suo cazzo.
E' incredibile come riesca a non tradirsi.
IL lavoro di ripulitura dura qualche minuto.
Poi al suo cenno, vado a prendere slip e pantaloni e lo aiuto a rivestirsi.
Mocassini compresi.
Un buffetto sulla guancia e di nuovo l'occhiolino.
Esce dalla porta così come era entrato.

Mi rimetto a scrivere con le narici impregnate dell'odore del cazzo del mio capo e la bocca impastata della sua sborra.

di
scritto il
2023-06-05
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