Tre di te
di
LaBelle*
genere
masturbazione
"Come ti senti?"
"Emozionata. Ed eccitata. Tu?"
"Io sto bene."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Cosa vuoi fare?"
"Lo sai, è la mia prima volta." Te lo ripeto, anche se già lo sai.
Sei la mia prima volta.
"Si."
"Guidami tu."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Respiri piano. Mi guardi. Mi spogli con gli occhi. Mi bagno.
"Abbassa la spallina del vestito."
"Posso solo toglierlo"
"Allora toglilo."
"Di già?"
"Di già."
"E allora tu togli la maglietta"
Togli la maglia, chissà dove la getti.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Tolgo il vestito.
"Ti piace la lingerie?"
"Sì, mi piace. Come ti senti con questa roba addosso?"
"Non sono abituata a portare capi così."
"Dovresti indossarli più spesso."
"Tu dici?"
"Io dico."
Mi vedo con i tuoi occhi. Mi vedo con occhi nuovi. Non sono più io.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Sei bello, di quella bellezza che toglie il fiato e bagna le mutandine.
"Abbassa un po' la spallina."
"Vuoi che scopra il seno?"
"No, non ancora."
"E allora?"
"Abbassala solo un po'."
"Destra o sinistra?"
In coro "sinistra!"
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
"Abbassa la spallina destra. Accarezzati."
Non so come si fa. Non l'ho mai fatto. Mi sento impacciata.
"Brava."
Mi fai acquistare sicurezza. Mi fai desiderare che a farlo sia tu.
"E adesso?"
"Accarezzati il collo."
Mi domando cosa possa piacerti. Accarezzo le spalle, accarezzo il collo, accarezzo le labbra. Come vorrei sentire il tocco delle tue mani sulla mia pelle chiara...
"Brava, così. Scopri il seno."
Come comandi. Ai tuoi ordini. Sono tua.
"Tocca il capezzolo. Tiralo."
Inizio a gemere, mentre ancheggio lentamente.
"Più forte. Come se te lo stessi staccando a morsi."
Mi dimeno lentamente, devastandomi i capezzoli. E immagino le tue labbra sulla mia pelle, eccitandomi ancora di più.
"Come ti senti?"
Vuoi lasciare uscire il mio lato più disinibito.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Ti alzi, mi mostri le mutande gonfie. Impazzisco.
Alla vista della tua erezione ansimo. Vorrei vederlo. Senza stoffa.
Non mi accontenti. Lo accarezzi attraverso la stoffa. Lo desidero.
Poco dopo mi accontenti.
Finalmente libero, il tuo enorme cazzo troneggia davanti a me. Emetto un altro gemito. Sei bellissimo.
Ti siedi, mi guardi.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Inizi a toccarti.
"Continua a torturarti quei capezzoli. Come farei io."
Gemo, ti piace. Le mie mani piccole giocano con i miei seni e i miei capezzoli. Il movimento delle mie mani è lento, riesco ancora a mantenere il controllo e la lucidità.
"Brava, così." Mi fai perdere il controllo con la tua voce.
Ti tocchi. Mi fai perdere la lucidità con i tuoi movimenti.
"Metti un po' di saliva sui capezzoli."
Ci provo, non ci riesco. Ho la bocca secca.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Riesco a trovare un po ' di saliva. La uso come richiesto. E mi sorprendo di come la naturalezza di questi gesti si sia impadronita di me.
Gemo.
Non pensavo di poter fare quello che sto facendo.
Mi devasto i capezzoli come da tua richiesta.
"Ti piace?" mi chiedi.
Si. Mi piace sapere che mi stai guardando. Mi piace sapere che ti stai toccando con me, per me. Mi piace guardarti mentre il tuo cazzo diventa di marmo e chiama il mio nome.
Mi chiedi di spogliarmi, ancora. Lentamente.
Eseguo.
Tolgo il body, lo sventolo davanti a te, lo getto via.
"Brava, così" mi dici annuendo con la testa. Percepisco che questa mossa ti sia piaciuta.
Mi sorprendo da questa mia audacia, mi sorprendo da questa mia spontaneità, come se lo avessi sempre fatto. Non pensavo di poter essere così disinibita e non pensavo di poterlo essere davanti a te. Ti desidero.
Il seno libero. I capezzoli duri. Per te.
Ti tocchi. Mi guardi e ti tocchi.
Sto ansimando, mentre ti guardo nella tua bellezza.
"Adesso togli le mutandine."
"Sai che non serve che io le tolga? Sono speciali..."
Apro le gambe, inizio a sfiorarmi davanti a te. Ancora in ginocchio.
Sono già fradicia. Sono già persa.
Andiamo oltre.
Mi stendo, spalanco oscenamente le gambe, come hai sempre immaginato.
Pizzo nero, foro centrale.
"Più vicina."
Eseguo. Eccitata. Queste mutandine ti piacciono e io sono contenta. Era la sorpresa che ti avevo promesso.
A me piaci tu. Mi piace guardarti negli occhi e specchiarmi in questa veste nuova. Mi piace guardarmi come mi guardi tu.
La tua voce nelle mie orecchie, nella mia testa, tra le mie gambe.
Non devo fare alcuna fatica, il foro al centro aiuta. Gli umori grondanti della mia vagina, pure.
Ero convinta sarei stata in assoluto imbarazzo, così oscenamente aperta davanti a te, solo per il tuo piacere.
E invece, il pensiero che sia tu a osservarmi mi fa impazzire ed elimina ogni inibizione da me.
Mi dici di togliere le mutandine.
Ordini di nuovo. Eseguo di nuovo.
Allargo le gambe, di nuovo.
Mi gratifichi, mi fai perdere la testa.
"Fammi vedere come ti tocchi."
La tua voce. Il tuo accento. Le tue parole.
I miei gemiti. La mia eccitazione. Il mio piacere.
Tocco il clitoride, come piace a te.
Lo scopro, lo mostro, lo stimolo.
Mi chiedi di andare veloce.
Lo faccio ma sento che sono già al limite.Te lo confesso.
Vorrei ancora prolungare questa dolce tortura, ma tu non mi aiuti.
Mi guardi e vado a fuoco.
A gambe aperte vedo i tuoi occhi su di me.
"Sto per venire."
"E allora vieni. Ma urla."
Ti ascolto, ti vedo, ti sento.
Urlo, mentre le scariche dell'orgasmo mi fanno vibrare il corpo.
Un urlo strozzato. Il liquido che cola. I tuoi occhi fissi su di me.
Uno di tre.
Mi chiedi di non fermarmi, mi chiedi di continuare.
E io anche volendo, proprio non riesco a smettere.
Sento che continuo a colare.
Ti guardo e vedo che ti stai godendo anche tu questo momento.
Continui ad accarezzarti, continuo ad infiammarmi.
Te lo faccio sentire con i miei gemiti, te lo faccio sentire con il suono che ogni mio tocco produce. Vorrei averti qui, con me, dentro di me.
Supplisco alla mancanza con le mie dita che entrano ed escono veloci dalla mia cavità.
Mi stringo su di loro, immaginando che siano le tue e questo pensiero mi fa gemere più forte.
Ti vedo che ti agiti furioso. E non stacchi gli occhi da me.
"Vai lenta adesso."
Eseguo, rallento con fatica e ti mostro quello che vuoi.
Lente carezze di piacere che immagino siano tue.
Il mio precedente orgasmo mi ha lasciato bagnata, quindi si sente il rumore del liquido ad ogni mio tocco. Ogni volta che le mie dita entrano ed escono da me, scandiscono il suono della mia danza per te. E so che questo ritmo è quello che ti piace.
Vorrei sentire la tua lingua su di me, lasciarla vagare dove desidera, donandomi piacere e nutrendosi del mio.
Vorrei arrendermi a te, ad ogni tuo movimento, ad ogni tuo tocco.
Non riesco più a fermarmi, mentre nella stanza riecheggiano i miei gemiti alternati al rumore del liquido che continua a grondare dalle mie gambe.
Il suono che senti ti piace. E scandisce il movimento delle tue mani su di te.
Queste parole premono sull'acceleratore delle mie mani, veloci e decise come da tua richiesta. Tu continui a massaggiarti, io continuo a penetrarmi. E più ti massaggi e più mi penetro, e più mi penetro più mi massaggi.
Ancora così a gambe aperte, dal letto, ti osservo.
Ti mostro il mio piacere, per i tuoi occhi, solo per te, solo con te.
La mia mano veloce. La tua voce.
Tremo di nuovo. Tremo per te.
Mi senti urlare di nuovo.
Due di tre.
Mi lecco le dita, assaggio il sapore di questa nuova me.
E lo trovo tremendamente delizioso.
Chissà cosa penseresti tu, assaggiandomi.
Gemo ancora.
Sei dentro la mia testa. Sei dentro di me.
Ho smarrito la ragione appena ho visto i tuoi occhi e quel sorriso.
Ho scoperto un lato di me che non sapevo di possedere.
Vorrei sentire il tuo sapore, il tuo odore, il calore della tua pelle.
Le parole cariche di voglia mi escono incontrollabili dalla bocca. Non sono mai stata così.
Che cosa mi hai fatto?
Non resisterò ancora per molto.
Ti sento parlare, ti vedo toccarti, ti sento su di me.
Ingombrante e distante presenza nella mia testa e sul mio corpo.
Ogni mio gesto continua a fare rumore.
Ci vedo così, distanti, connessi, eccitati.
Vedo la tua mano veloce sul tuo cazzo eretto. La invidio.
Vedo ancora i tuoi occhi fissi su di me. Ti voglio.
Urlo il tuo nome tra i denti mentre vengo ancora, con gli occhi chiusi per lo sforzo, gli umori che arrivano ovunque.
Tre di tre.
Scriverò di questo pomeriggio.
Scriverò e so già che mi tornerà la voglia di te. La voglia di me con te.
Scriverò e proverò a descrivere a tutti ciò che tu hai visto con i tuoi occhi, ciò che tu hai provocato.
"Fammi venire" mi chiedi.
È il mio turno di sussurrarti oscenità, di farti sentire il mio desiderio, di farti arrivare in paradiso come hai fatto tu con me. Per tre volte.
Il tuo orgasmo esplode davanti ai miei occhi, solo per il mio desiderio, solo per il mio spettacolo, solo per il mio piacere.
"Vorrei essere lì a leccare ogni goccia."
"Lo so." mi dici. Mi leggi nel pensiero.
"È stato bello." Ti dico emozionata e con un filo di voce.
"Sì, è stato bello."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
"Come faccio adesso?"
"A fare cosa?"
"Ad andare avanti in questa giornata e a farti uscire dalla mia testa."
"Non farlo. Così avrai qualcosa a cui pensare stasera."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Ed è proprio vero che durante la serata resto a pensare a te.
Ai segni del tuo passaggio distante da me.
Ai tuoi occhi scuri, alle tue labbra perfette, al tuo mezzo sorriso che mi manda ai pazzi.
Alla tua voce, alle tue parole, ai tuoi gemiti, ai miei gemiti.
Alle tue mani che veloci si muovono su di te, troppo distanti da me.
Alla mia prima volta con te, alla mia prima volta in questa situazione.
Ai miei orgasmi dirompenti.
Ai miei tre di tre.
Ai miei tre di te.
"Emozionata. Ed eccitata. Tu?"
"Io sto bene."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Cosa vuoi fare?"
"Lo sai, è la mia prima volta." Te lo ripeto, anche se già lo sai.
Sei la mia prima volta.
"Si."
"Guidami tu."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Respiri piano. Mi guardi. Mi spogli con gli occhi. Mi bagno.
"Abbassa la spallina del vestito."
"Posso solo toglierlo"
"Allora toglilo."
"Di già?"
"Di già."
"E allora tu togli la maglietta"
Togli la maglia, chissà dove la getti.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Tolgo il vestito.
"Ti piace la lingerie?"
"Sì, mi piace. Come ti senti con questa roba addosso?"
"Non sono abituata a portare capi così."
"Dovresti indossarli più spesso."
"Tu dici?"
"Io dico."
Mi vedo con i tuoi occhi. Mi vedo con occhi nuovi. Non sono più io.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Sei bello, di quella bellezza che toglie il fiato e bagna le mutandine.
"Abbassa un po' la spallina."
"Vuoi che scopra il seno?"
"No, non ancora."
"E allora?"
"Abbassala solo un po'."
"Destra o sinistra?"
In coro "sinistra!"
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
"Abbassa la spallina destra. Accarezzati."
Non so come si fa. Non l'ho mai fatto. Mi sento impacciata.
"Brava."
Mi fai acquistare sicurezza. Mi fai desiderare che a farlo sia tu.
"E adesso?"
"Accarezzati il collo."
Mi domando cosa possa piacerti. Accarezzo le spalle, accarezzo il collo, accarezzo le labbra. Come vorrei sentire il tocco delle tue mani sulla mia pelle chiara...
"Brava, così. Scopri il seno."
Come comandi. Ai tuoi ordini. Sono tua.
"Tocca il capezzolo. Tiralo."
Inizio a gemere, mentre ancheggio lentamente.
"Più forte. Come se te lo stessi staccando a morsi."
Mi dimeno lentamente, devastandomi i capezzoli. E immagino le tue labbra sulla mia pelle, eccitandomi ancora di più.
"Come ti senti?"
Vuoi lasciare uscire il mio lato più disinibito.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Ti alzi, mi mostri le mutande gonfie. Impazzisco.
Alla vista della tua erezione ansimo. Vorrei vederlo. Senza stoffa.
Non mi accontenti. Lo accarezzi attraverso la stoffa. Lo desidero.
Poco dopo mi accontenti.
Finalmente libero, il tuo enorme cazzo troneggia davanti a me. Emetto un altro gemito. Sei bellissimo.
Ti siedi, mi guardi.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Inizi a toccarti.
"Continua a torturarti quei capezzoli. Come farei io."
Gemo, ti piace. Le mie mani piccole giocano con i miei seni e i miei capezzoli. Il movimento delle mie mani è lento, riesco ancora a mantenere il controllo e la lucidità.
"Brava, così." Mi fai perdere il controllo con la tua voce.
Ti tocchi. Mi fai perdere la lucidità con i tuoi movimenti.
"Metti un po' di saliva sui capezzoli."
Ci provo, non ci riesco. Ho la bocca secca.
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Riesco a trovare un po ' di saliva. La uso come richiesto. E mi sorprendo di come la naturalezza di questi gesti si sia impadronita di me.
Gemo.
Non pensavo di poter fare quello che sto facendo.
Mi devasto i capezzoli come da tua richiesta.
"Ti piace?" mi chiedi.
Si. Mi piace sapere che mi stai guardando. Mi piace sapere che ti stai toccando con me, per me. Mi piace guardarti mentre il tuo cazzo diventa di marmo e chiama il mio nome.
Mi chiedi di spogliarmi, ancora. Lentamente.
Eseguo.
Tolgo il body, lo sventolo davanti a te, lo getto via.
"Brava, così" mi dici annuendo con la testa. Percepisco che questa mossa ti sia piaciuta.
Mi sorprendo da questa mia audacia, mi sorprendo da questa mia spontaneità, come se lo avessi sempre fatto. Non pensavo di poter essere così disinibita e non pensavo di poterlo essere davanti a te. Ti desidero.
Il seno libero. I capezzoli duri. Per te.
Ti tocchi. Mi guardi e ti tocchi.
Sto ansimando, mentre ti guardo nella tua bellezza.
"Adesso togli le mutandine."
"Sai che non serve che io le tolga? Sono speciali..."
Apro le gambe, inizio a sfiorarmi davanti a te. Ancora in ginocchio.
Sono già fradicia. Sono già persa.
Andiamo oltre.
Mi stendo, spalanco oscenamente le gambe, come hai sempre immaginato.
Pizzo nero, foro centrale.
"Più vicina."
Eseguo. Eccitata. Queste mutandine ti piacciono e io sono contenta. Era la sorpresa che ti avevo promesso.
A me piaci tu. Mi piace guardarti negli occhi e specchiarmi in questa veste nuova. Mi piace guardarmi come mi guardi tu.
La tua voce nelle mie orecchie, nella mia testa, tra le mie gambe.
Non devo fare alcuna fatica, il foro al centro aiuta. Gli umori grondanti della mia vagina, pure.
Ero convinta sarei stata in assoluto imbarazzo, così oscenamente aperta davanti a te, solo per il tuo piacere.
E invece, il pensiero che sia tu a osservarmi mi fa impazzire ed elimina ogni inibizione da me.
Mi dici di togliere le mutandine.
Ordini di nuovo. Eseguo di nuovo.
Allargo le gambe, di nuovo.
Mi gratifichi, mi fai perdere la testa.
"Fammi vedere come ti tocchi."
La tua voce. Il tuo accento. Le tue parole.
I miei gemiti. La mia eccitazione. Il mio piacere.
Tocco il clitoride, come piace a te.
Lo scopro, lo mostro, lo stimolo.
Mi chiedi di andare veloce.
Lo faccio ma sento che sono già al limite.Te lo confesso.
Vorrei ancora prolungare questa dolce tortura, ma tu non mi aiuti.
Mi guardi e vado a fuoco.
A gambe aperte vedo i tuoi occhi su di me.
"Sto per venire."
"E allora vieni. Ma urla."
Ti ascolto, ti vedo, ti sento.
Urlo, mentre le scariche dell'orgasmo mi fanno vibrare il corpo.
Un urlo strozzato. Il liquido che cola. I tuoi occhi fissi su di me.
Uno di tre.
Mi chiedi di non fermarmi, mi chiedi di continuare.
E io anche volendo, proprio non riesco a smettere.
Sento che continuo a colare.
Ti guardo e vedo che ti stai godendo anche tu questo momento.
Continui ad accarezzarti, continuo ad infiammarmi.
Te lo faccio sentire con i miei gemiti, te lo faccio sentire con il suono che ogni mio tocco produce. Vorrei averti qui, con me, dentro di me.
Supplisco alla mancanza con le mie dita che entrano ed escono veloci dalla mia cavità.
Mi stringo su di loro, immaginando che siano le tue e questo pensiero mi fa gemere più forte.
Ti vedo che ti agiti furioso. E non stacchi gli occhi da me.
"Vai lenta adesso."
Eseguo, rallento con fatica e ti mostro quello che vuoi.
Lente carezze di piacere che immagino siano tue.
Il mio precedente orgasmo mi ha lasciato bagnata, quindi si sente il rumore del liquido ad ogni mio tocco. Ogni volta che le mie dita entrano ed escono da me, scandiscono il suono della mia danza per te. E so che questo ritmo è quello che ti piace.
Vorrei sentire la tua lingua su di me, lasciarla vagare dove desidera, donandomi piacere e nutrendosi del mio.
Vorrei arrendermi a te, ad ogni tuo movimento, ad ogni tuo tocco.
Non riesco più a fermarmi, mentre nella stanza riecheggiano i miei gemiti alternati al rumore del liquido che continua a grondare dalle mie gambe.
Il suono che senti ti piace. E scandisce il movimento delle tue mani su di te.
Queste parole premono sull'acceleratore delle mie mani, veloci e decise come da tua richiesta. Tu continui a massaggiarti, io continuo a penetrarmi. E più ti massaggi e più mi penetro, e più mi penetro più mi massaggi.
Ancora così a gambe aperte, dal letto, ti osservo.
Ti mostro il mio piacere, per i tuoi occhi, solo per te, solo con te.
La mia mano veloce. La tua voce.
Tremo di nuovo. Tremo per te.
Mi senti urlare di nuovo.
Due di tre.
Mi lecco le dita, assaggio il sapore di questa nuova me.
E lo trovo tremendamente delizioso.
Chissà cosa penseresti tu, assaggiandomi.
Gemo ancora.
Sei dentro la mia testa. Sei dentro di me.
Ho smarrito la ragione appena ho visto i tuoi occhi e quel sorriso.
Ho scoperto un lato di me che non sapevo di possedere.
Vorrei sentire il tuo sapore, il tuo odore, il calore della tua pelle.
Le parole cariche di voglia mi escono incontrollabili dalla bocca. Non sono mai stata così.
Che cosa mi hai fatto?
Non resisterò ancora per molto.
Ti sento parlare, ti vedo toccarti, ti sento su di me.
Ingombrante e distante presenza nella mia testa e sul mio corpo.
Ogni mio gesto continua a fare rumore.
Ci vedo così, distanti, connessi, eccitati.
Vedo la tua mano veloce sul tuo cazzo eretto. La invidio.
Vedo ancora i tuoi occhi fissi su di me. Ti voglio.
Urlo il tuo nome tra i denti mentre vengo ancora, con gli occhi chiusi per lo sforzo, gli umori che arrivano ovunque.
Tre di tre.
Scriverò di questo pomeriggio.
Scriverò e so già che mi tornerà la voglia di te. La voglia di me con te.
Scriverò e proverò a descrivere a tutti ciò che tu hai visto con i tuoi occhi, ciò che tu hai provocato.
"Fammi venire" mi chiedi.
È il mio turno di sussurrarti oscenità, di farti sentire il mio desiderio, di farti arrivare in paradiso come hai fatto tu con me. Per tre volte.
Il tuo orgasmo esplode davanti ai miei occhi, solo per il mio desiderio, solo per il mio spettacolo, solo per il mio piacere.
"Vorrei essere lì a leccare ogni goccia."
"Lo so." mi dici. Mi leggi nel pensiero.
"È stato bello." Ti dico emozionata e con un filo di voce.
"Sì, è stato bello."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
"Come faccio adesso?"
"A fare cosa?"
"Ad andare avanti in questa giornata e a farti uscire dalla mia testa."
"Non farlo. Così avrai qualcosa a cui pensare stasera."
Sorridi. Quel sorriso. Non riesco a capire più niente.
Ed è proprio vero che durante la serata resto a pensare a te.
Ai segni del tuo passaggio distante da me.
Ai tuoi occhi scuri, alle tue labbra perfette, al tuo mezzo sorriso che mi manda ai pazzi.
Alla tua voce, alle tue parole, ai tuoi gemiti, ai miei gemiti.
Alle tue mani che veloci si muovono su di te, troppo distanti da me.
Alla mia prima volta con te, alla mia prima volta in questa situazione.
Ai miei orgasmi dirompenti.
Ai miei tre di tre.
Ai miei tre di te.
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