Caffè macchiato

di
genere
tradimenti

“Sei a casa?” il messaggio compare sul mio cellulare all’improvviso. Il mittente è A.
“Purtroppo no”
“Dove sei?”
“Sei solo a casa?”
“Via Roma, 174”
“10 minuti e sono da te”.
Saluto la cassiera del negozio, esco con il mio pacchettino regalo ed entro in macchina.
Mando un messaggio a Nicola, mio marito. “Ho incontrato un’amica di università e sto prendendo un caffè con lei, farò un po’ più tardi. Ci vediamo a casa!”
12 minuti dopo quel messaggio, sono sotto casa di Alex.
Tolgo le mutandine e le lascio dentro il cruscotto.
Mi do una rapida occhiata allo specchietto e scendo dall’auto.
In pochi secondi sono davanti a casa sua.
Alex apre la porta e mi tira dentro velocemente. Mi sbatte contro la porta, senza nemmeno darci il tempo di un saluto. L’eccitazione nell’aria si riesce a percepire immediatamente e nessuno dei due vuole lasciarla scemare. Infila la sua lingua vorace nella mia bocca e inizia a togliermi i vestiti con impeto e foga.
Bastano pochi secondi per sentirmi umida tra le gambe e terribilmente eccitata. Questo ragazzo riesce a mandarmi fuori di testa come poche persone al mondo.
Lui è a petto nudo, scalzo. Indossa solo un paio di pantaloni sportivi che lasciano trasparire la sua erezione. La vedo, la sento sul mio corpo mentre mi bacia.
“Mi sei mancata, terribilmente” mi dice mentre si stacca dalla mia bocca.
Mi toglie la giacca, mi abbassa le spalline del vestito, tira giù anche il reggiseno. Le sue mani stringono il mio seno violentemente e mi scappa un gemito di piacere dalla bocca.
“Qui non puoi urlare come l’altra volta. Dovrai fare più attenzione.”
Lo fisso in silenzio con la bocca aperta per l’eccitazione. I suoi occhi mi attraversano e inizio a perdere la lucidità.
“Stai tranquilla, ci divertiamo lo stesso” mi sussurra all’orecchio prima di scendere a baciarmi il collo.
Porta una mano sotto la gonna, si accorge della mia piccola trasgressione.
Si stacca per guardarmi sorpreso. Io invece sorrido maliziosa e padrona della situazione.
“Dove sono le tue mutandine?” mi chiede in un mezzo sorriso.
“Ti servivano? Volevi provarle?” lo stuzzico.
Appoggia la sua fronte alla mia. “Cazzo” mi sussurra a denti stretti.
Si abbassa, mi alza la gamba e la porta dietro la sua spalla. Affonda la testa tra le mie gambe spalancate e inizia a succhiare il mio clitoride bagnato. Trattengo il fiato e passo la mano tra i suoi capelli. Alex è in ginocchio davanti a me eppure sono io quella totalmente soggiogata. Mi tremano le gambe.
Se ne accorge, quindi mi solleva e mi porta sul tavolo. Mi fa stendere. Spalanca le mie gambe e si siede davanti a me. Inizia a leccare i miei umori: sono molto bagnata.
Mi impegno a trattenere i miei gemiti, ma Alex con i suoi movimenti di lingua mi mette a dura prova.
Il mio corpo si muove istintivamente, forse troppo. Così lui mi tiene ferma appoggiando la sua grande mano sul mio ventre, mentre mi contorco per il piacere che mi regala: restare immobile e in silenzio per me è davvero troppo.
Mi aggrappo al tavolo e respiro affannosamente. Alex allarga le mie grandi labbra con le dita e la sua lingua arriva ovunque. Sussurro il suo nome a denti stretti.
Le sue dita si muovono veloci ed esperte. Prima si concentrano sul clitoride, poi si fanno spazio dentro di me e trasformano il mio respiro pesante in gemiti.
Si alza, si piega su di me, mi infila la lingua in fondo alla gola mentre mi stringe il seno in un misto tra dolore ed eccitazione. Le sue dita rimangono dentro di me.
“Non devi urlare o sarò costretto a tapparti la bocca” mi dice a pochi centimetri dalle mie labbra.
“Non riesco a resistere…” miagolo a voce fioca, mentre mi lascio travolgere dal piacere, dal calore del suo corpo su di me, dalla sua voce bassa che detta i ritmi di questo gioco.
Il suo pollice stuzzica il mio clitoride gonfio e questo mi fa gemere di nuovo.
A quel punto Alex porta la sua mano sulla mia bocca.
“Zitta” mi sussurra, mentre le sue dita entrano ed escono dalla mia carne.
Socchiudo gli occhi in un misto tra sofferenza e piacere.
“Lo so che ti piace, ma non puoi urlare e non potrai farlo nemmeno tra poco”.
Non capisco subito le parole di Alex, ma mi bastano pochi secondi per comprenderle.
Tira fuori le sue dita da dentro di me, ma poco dopo infila altre due dita dentro in un movimento a cucchiaio della mano. Inizia a masturbarmi furiosamente, senza lasciarmi scampo.
Sotto il tocco di Alex, mentre la sua mano soffoca i miei gemiti, sono travolta dal piacere e sento che sto perdendo il controllo.
Mi aggrappo alla mano di Alex e al tavolo, stringo gli occhi e mi lascio andare all’orgasmo, urlando sommessamente sotto la mano di Alex. Mi sento sottomessa a lui, mi sento totalmente nelle sue mani, mi sento eccitata. I miei umori sono su tutto il tavolo e sul pavimento.
Riapro gli occhi e trovo i suoi occhi azzurri fermi a fissarmi, mentre mi sorride. Nonostante sia quasi completamente nuda, sono i suoi occhi a spogliarmi del tutto e ad inchiodarmi a quel tavolo, senza poter reagire.
Solleva piano la mano e scopre la mia bocca, ancora aperta per l’orgasmo.
Lui è soddisfatto e orgoglioso di quello che è riuscito a fare a me e al mio corpo.
Mi sollevo, resto seduta sul tavolo con le gambe aperte.
Guardo in basso, vedo l’effetto del mio orgasmo.
“Scusa, non volevo, ades…” mi bacia, mentre mi stringe a sé.
Alex riesce a leggere il mio corpo e il mio umore meglio di me. Nonostante la sua eccitazione bussi prepotente sotto i suoi vestiti, mi sta riservando un momento di pausa.
In realtà, dopo questo orgasmo, io ho ancora più voglia di lui.
“Alex, voglio che mi scopi” gli sussurro.
“Sei così insaziabile?” mi dice guardandomi fisso con i suoi occhi penetranti.
Gli accarezzo l’erezione attraverso i vestiti.
“Sono altruista” rispondo infilandogli le mani dentro i pantaloni.
Mi tiene la testa e affonda di nuovo la sua lingua nella mia bocca.
Stringe il mio seno scoperto e inspira profondamente.
La mia mano dentro i pantaloni si muove lentamente, ma riesco a percepire quanto sia già duro e pronto per me.
“Vuoi che mi fermi?” gli sussurro. Alex fa cenno di no con la testa.
Mi inginocchio davanti a lui e gli abbasso i pantaloni e i boxer. Respiro il suo odore a piene narici.
Mi mordo le labbra e lo Incrocio le braccia dietro la schiena. Resto immobile a guardarlo.
Alex appoggia le sue dita sulla mia guancia e subito dopo inizia ad accarezzarmi le labbra con il pollice. Dischiudo leggermente la bocca in risposta ai suoi movimenti. Lui continua a guardarmi fisso, chiaramente eccitato. Toglie le mani e fa un impercettibile movimento in avanti del bacino.
È il mio via: inizio a leccare ogni centimetro del suo membro. Mi eccita il pensiero di poter essere un giocattolo nelle sue mani e di seguire le sue indicazioni.
Vesto il suo cazzo della mia saliva. Spalanco la bocca per poterlo prendere tutto fino in fondo alla mia gola.
Sollevo leggermente la testa, quel tanto che basta per incontrare i suoi occhi e implorarlo di darmene ancora, di darmene di più.
Alex capisce le mie intenzioni e decide di stare al gioco.
Mi blocca la testa e inizia a spingere il suo bacino voglioso contro di me.
Prima i suoi movimenti sono lenti perché vuole godersi ogni secondo di quell’esperienza. Così facendo, anche io riesco a godere appieno di ogni millimetro del suo cazzo nella mia bocca.
Dopo poco, i suoi movimenti diventano più veloci e violenti, probabilmente perché anche lui ha ceduto alla sua eccitazione selvaggia.
“Succhialo” mi ordina mentre mi stringe i capelli in una coda disordinata.
Non me lo faccio ripetere e contraggo le labbra mentre eseguo l’ordine che Alex mi ha appena imposto. Stringo le labbra intorno alla sua mazza e, proprio come richiesto, succhio voracemente. Sento il respiro di Alex farsi più corto, sta ansimando dal piacere. Continuo a tenere le mani dietro la schiena, in segno di resa.
Sollevo lo sguardo per incontrare il suo: gli sto succhiando il cazzo guardandolo fisso nei suoi occhi azzurri ed è una delle sensazioni più belle del mondo.
Lui si stacca dal mio sguardo, porta indietro la testa e si gode il suo pompino.
Continua a tenermi i capelli, quando afferra la sua mazza dalla base per indirizzarla: esce dalla mia bocca e me la sbatte in faccia, mentre io continuo a guardarlo fisso.
“Oggi ti faccio male.” Mi dice sul filo dell’eccitazione.
“Non lasciarmi segni. Poi fai di me ciò che vuoi” gli dico con un filo di voce, arrendevole.
“Spogliati” mi dice.
In un attimo il mio vestito e il mio reggiseno sono sul pavimento.

Alex si siede nel divano a gambe spalancate.
Gattono e lo seguo, senza interrompere mai il contatto visivo.
Mi inginocchio davanti a lui, nuda.
Appoggio le mani sulle sue cosce.
Mi accarezza la testa e spinge di nuovo il suo cazzo dentro la mia bocca, che lo accoglie con gioia.
Mentre continuo a spompinarlo con foga, Alex mi tiene la testa e la spinge giù ogni volta.
Le mie mani, restano immobili sulle sue gambe.
“Basta”dice di colpo. “Alzati.”
Eseguo l’ordine.
Si sporge in avanti sul divano e mi bacia il ventre, mentre con le mani mi stringe il culo.
Mi tira giù in modo di essere a cavalcioni su di lui.
Inclino il mio corpo per accoglierlo dentro di me quando Alex mi dice “non ti azzardare a mettertelo dentro”. Socchiudo gli occhi in segno di domanda. “Strusciati sul mio cazzo quanto ti pare, ma non infilarlo dentro. Deciderò io quando sarà il momento.”
Sussurra e mi eccita.
Sussurra e mi fa perdere il controllo.
Sussurra e sono nelle sue mani.
Inizio a dimenarmi su di lui, sul suo cazzo eretto. La mia figa gronda di umori che adesso si mescolano con la sua carne. Il mio clitoride gonfio gode di ogni movimento e mi fa vibrare il corpo. Alex accompagna i miei movimenti tenendomi il culo senza smettere di guardarmi.
“Alex, non resisto più…”
“A cosa?” mi chiede con voce ferma, come se non stessi dimenandomi su di lui.
“Se continuo così vengo…”
Riporta la sua mano sulle mie labbra e le accarezza di nuovo.
“Alex…” il mio respiro corto parla forte. Trattengo i gemiti, mi sforzo per non venire.
Lui appoggia una mano sul mio ventre e una sul culo e guida i miei movimenti di bacino, accelerando la mia cavalcata. Strozzo le mie urla in gola.
“Alex sto… sto venendo!” dico con il fiato corto.
Lui solleva le mani e le porta sulla mia testa: mi tappa la bocca con la sinistra e mi tiene la nuca con la destra. Soffoco i gemiti del mio orgasmo nella sua mano, lasciandomi andare alle urla, consapevole che la sua mano le trattiene. Il mio corpo vibra sotto quei movimenti, sotto le sue mani.
Riapro gli occhi, ansimante e lo trovo a fissarmi sorridente.
Mi toglie le mani dalla bocca e io mi chino per baciarlo.
“Hai intenzione di scoparmi oggi?”
“Non ti stai divertendo?”
“Alex, voglio essere scopata.”
Alex prende il suo membro tra le mani e inizia ad accarezzarlo.
“Dimmi quanto lo vuoi”
“Voglio sentire il tuo cazzo dentro di me, voglio sentirlo attraversarmi il corpo. Voglio sentire la tua carne nella mia e voglio tremare sotto i tuoi colpi. Svuotati dentro di me, trattami come una puttana se vuoi: ma scopami.”
Con la mano mi accarezza il collo, scende e mi stuzzica il capezzolo.
“Infilatelo dentro” mi dice a denti stretti.
Eseguo anche quest’ordine, finalmente soddisfatta.
Entra dentro di me con estrema facilità, perché sono completamente bagnata e piena di umori del mio precedente orgasmo.
Gemo per il piacere di averlo finalmente dentro.
“Shh shh shh: zitta!”
Faccio cenno di assenso con la testa.
Appoggio la mia fronte alla sua e inizio a muovermi su di lui.
Mi tiene una mano sul collo e una sul culo: accompagna i miei lenti movimenti.
“Sei contenta adesso?”
Di nuovo faccio cenno di sì.
“È quello che volevi?”
Questa volta faccio cenno di no.
Mi fissa con i suoi occhi azzurri.
Prendo la sua mano e la porto sul mio collo, come la prima volta che mi ha scopata.
È il segnale che consente ad Alex di capire che voglio di più.
Sorride e con il suo corpo possente mi solleva e mi ribalta: adesso è lui sopra di me.
Allarga le mie gambe e inizia a muoversi profondo dentro di me.
Tiene la mano sul mio collo, senza stringere.
Mi guarda fisso negli occhi e io non penso più a niente: mi sono persa dentro quello sguardo e non riesco a farne a meno.
Godo tanto nell’averlo tra le mie gambe, quanto nell’averlo dentro ai miei occhi.
Come se non bastasse, lui inizia a stuzzicarmi il clitoride.
È davvero un attimo: sento la connessione e l’eccitazione grazie al suo sguardo penetrante, alla sua carne nella mia, alle sue mani abili. Un nuovo orgasmo mi raggiunge in modo violento.
“Alex, cazzo!” dico mentre vengo. Mordo il mio braccio per evitare di fare troppo rumore.
Lui si abbassa e inizia a leccarmi velocemente.
“Quanto cazzo sei buona” mi dice alzandosi.
Mi fa girare e ricomincia a scoparmi da dietro: stavolta è lui a tenere i miei polsi dietro la schiena fermi.
Con l’altra mano mi tira i capelli.
Inarco la schiena indietro, verso di lui, e lascio che faccia di me quello che vuole. Sento il suo respiro sulla mia schiena, poi sul mio collo. Anche lui con il respiro corto.
Ogni tanto mi lascio scappare un gemito e subito Alex mi riprende dicendomi di fare silenzio.
Spingo il mio corpo contro il suo, voglio accompagnare i suoi colpi e voglio goderne quanto lui.
Il rumore della nostra pelle che si scontra scandisce il ritmo del nostro gioco e il ritmo dei nostri respiri.
Mi tira dalle spalle e dalle braccia, per farmi inarcare di più la schiena. Spinge e mi sembra di rompermi. Ma spinge e mi fa godere incredibilmente.
“Volevi questo, vero?” mi chiede ansimando.
“Sì cazzo, sì!”
Alex aumenta il ritmo.
Lo sento tremare, lo sento ringhiare: sta venendo dentro di me.
Mi sta usando per svuotarsi, esattamente come gli avevo chiesto. E questo mi fa letteralmente impazzire.
Devo ammettere però di essere un po’ dispiaciuta che sia tutto già finito. Avrei continuato volentieri a interpretare il ruolo del giocattolino di Alex.
Mentre cerco di superare rapidamente il dispiacere, Alex mi volta e divarica le mie gambe. Entra di nuovo dentro di me, violento. Mi tiene ferma la testa con le mani, mentre affonda con forza il suo cazzo dentro di me.
Mi ci vuole un attimo per abituarmi a questa piacevole sorpresa.
Uno sguardo interrogativo appare nei miei occhi. Ansimando gli dico: “Avevo capito che fossi venuto”.
Mi accarezza la guancia con quell’aria famelica di chi ancora non è sazio.
“Certo che sono venuto. Ma ne voglio ancora.”
Quelle parole mi fanno venire un brivido lungo il corpo. Sono pervasa da nuova eccitazione: non abbiamo ancora finito di giocare.
Alex mi prende la testa e la tiene tra le mani, mentre continua ad affondare i suoi colpi.
Rimango immobile mentre fa di me ciò che vuole.
Se non sapessi che ha appena avuto un orgasmo, non ci crederei. Dentro di me continua ad essere duro ed eccitato. Mi attraversa la mente il pensiero che sia io a fargli questo effetto. E mi eccita ulteriormente.
Il mio clitoride gonfio è esposto. Scendo con la mano ad accarezzarlo, per amplificare il piacere che Alex mi sta regalando. Ma lui con un gesto rapido sposta la mia mano e piazza il suo pollice sul clitoride. Inizia a sgrillettarmi con forza costringendomi a sforzarmi per non urlare.
“Oddio, Alex!”
“Sono io a decidere quando devi venire.” Mi dice quasi impassibile.
Questo misto tra sforzo e piacere mi fa letteralmente impazzire. Mi mordo le dita per evitare i miei rumorosi gemiti.
“Alex, mi sto trattenendo, ma giuro che sono al limite”
Improvvisamente Alex toglie la mano ed esce dal mio corpo.
La delusione si impossessa di me, quasi come stava facendo lui un istante fa.
“Alzati” mi ordina. Confusa eseguo l’ordine e mi alzo. Lui si stende sul divano.
“Vieni qui” continua a ordinarmi mentre mi prende per mano.
Salgo di nuovo a cavalcioni su di lui e trovo subito il suo cazzo eretto alle porte della mia fessura.
Entra ancora, dentro di me, liscio: sono completamente nelle sue mani e adoro esserlo.
Alex ha cambiato ritmo e intensità rispetto a prima, adesso è violento e rude: e più è violento, più mi eccita, e più mi eccita e più è violento.
Ha le gambe divaricate e le sue spinte sono veloci e profonde.
Con una mano stringe il mio culo e lo spinge verso il suo bacino per aumentare l’intensità di ogni colpo. Con l’altra mano mi tiene la testa e mi osserva perdermi nel piacere dell’amplesso.
Chiudo gli occhi per sentire con i miei sensi ogni carezza, ogni affondo, ogni movimento.
“Guardami” mi ordina Alex.
Apro gli occhi ed eseguo il comando, trovo subito i suoi occhi. Quel comando, quell’imposizione, arriva profonda fin dentro la mia testa. Mi sento andare a fuoco.
“Non riuscirò a trattenerlo per molto Alex” dico ansimando e resistendo.
La mano sul culo si sposta e arriva esattamente fuori dal buco. Alex ci appoggia le dita e mi guarda. Sento che in qualche modo mi sta chiedendo il permesso. E sento che in qualche modo glielo devo.
“La prossima volta ti scopo il culo” mi dice a voce bassa.
Infila un dito dentro e io sobbalzo: è una sensazione nuova per me. Inarco la schiena, d’istinto.
Il suo dito tergiversa pochi secondi dentro di me, poi esce e lascia Alex sorridente e me ancora in balia di questa nuova sensazione. Appoggia di nuovo la mano sul mio culo e lo stringe.
Alex tira la mia testa a sé, in modo che le nostre fronti si tocchino.
“Guardami!” mi dice di nuovo. E i suoi occhi sono vicini ai miei, dentro ai miei.
Ed è lì che perdo completamente il controllo.
Urlo il suo nome mentre l’orgasmo mi travolge. Alex non smette di scoparmi, non smette di affondare la sua carne nella mia. Questa volta, non si lamenta nemmeno delle mie urla, che comunque non sono riuscita a trattenere. Stringe il mio culo e continua tenere ferma la mia testa.
Io sono stremata.
Riprendo fiato, prima di sussurrargli all’orecchio “Alex, finiscimi”.
Mi da uno schiaffo sul culo e fa per alzarsi. Capisco di dovermi alzare a mia volta.
“L’hai voluto tu” mi sussurra all’orecchio mentre mi fa stendere sul divano a pancia in giù.
Il peso del suo corpo è interamente su di me mentre mi entra di nuovo dentro con estrema facilità.
Sento il suo respiro corto sul mio orecchio.
Alex si tiene alle mie spalle e affonda cattivo la sua carne dentro di me.
“Tuo marito lo sa che sei con me?”
“No.”
“Cosa sa?”
“Caffè con un’amica”
Sono sintetica, perché non voglio parlare di Nicola mentre sto scopando con un altro.
“Come se un caffè con un’amica potesse equiparare una scopata come questa.”
Sorrido, in effetti ha ragione.
Porta le sue mani sulle mie labbra e le accarezza di nuovo.
“Cazzo se sei bella” mi sussurra.
Sento il suo cuore battere forte a contatto con la mia schiena.
La sua pelle sudata, sbatte con la mia.
Apro le labbra e inizio a succhiare le sue dita. Alex continua a spingersi dentro di me, nella mia mente sta spingendo così forte che potrebbe tranquillamente arrivare alla mia gola.
Lecco le sue dita e lo sento contrarsi. Geme nel mio orecchio e sento il suo sperma riempirmi, di nuovo.
Adesso respiriamo con affanno, insieme. Alex si sposta e si mette al mio fianco. Mi guarda negli occhi. Lo guardo negli occhi, incapace di parlare. Sorrido.
“Sei stata brava” mi dice e rompe il silenzio.
“Te la sei cavata anche tu” gli dico in risposta.
Ci fissiamo ancora, come se avessimo un mondo di cose da dirci e non potessimo farlo.
“Dovrei sistemarmi e andare. Posso usare il bagno?”
Alex mi indica dove andare. Raccolgo i vestiti e sparisco dietro la porta. Ritorno dopo pochi minuti e lo trovo in piedi intento a bere.
Sistemo il vestito, infilo le scarpe, lo guardo, mi avvicino.
“I vicini ci avranno sentito di sicuro, vero?”
“Anche se fosse non preoccuparti, dirò loro che è stata Olga. Anche se vuol dire che stasera mi toccherà scoparmela”
Contraggo leggermente le labbra, in una inspiegabile e immotivata gelosia.
Alex ha fatto centro, come voleva.
“Ci riuscirai, nonostante questa prestazione?” dico per provocarlo.
Si avvicina, mi cinge la vita e mi sussurra all’orecchio “Ti penserò per tutto il tempo.”.
Mi sento eccitata, di nuovo.
“Fammi andare via” gli dico “o potrei chiederti il bis.”
Faccio per andare e lo sento abbracciarmi da dietro e bloccare il mio cammino.
Una mano stringe il mio seno, l’altra va sotto alla gonna.
Mi respira nell’orecchio, si appoggia a me e sento che è di nuovo duro ed eccitato.
“Alex…” provo a fermarlo.
Si lecca le dita, scende di nuovo sotto la gonna e di nuovo le infila dentro di me.
“Potrei ricominciare, se vuoi” mi dice subito prima di baciarmi il collo. La mano libera mi pizzica il capezzolo.
“Non posso” dico a fatica “devo già immaginare la storia da dover raccontare a Nicola.”
“Raccontagli di come ti ho scopata, di come sei venuta più volte, di come mi hai implorato di finirti: secondo me non ti crederà”
“Devo andare Alex...”
Continua a muovere le dita dentro di me.
“Vai, ma resta con la voglia di me, perché tu mi stai lasciando con la voglia di te”.
Mi volto e le mani di Alex devono necessariamente mollare la presa. Mi stringe mentre lo bacio.
“Ciao Alex!” dico aprendo la porta e controllando non ci sia nessuno intorno.

In fondo alle scale sento la voce di Alex urlare “Comunque, gli puoi sempre dire che hai preso il caffè macchiato!"
scritto il
2023-05-24
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