Click.
di
LaBelle*
genere
etero
Lo shooting fotografico era fissato per le 18.30.
Tanto per cambiare sono puntualmente in ritardo.
Peggio di me, solo il pizzaiolo che non ha ancora acceso il forno.
Nonostante tutto, approfitto di quel ritardo per chiacchierare con il proprietario e due ragazzi in sala in merito alla distribuzione del lavoro: pianifichiamo le pizze che usciranno e che devo fotografare, per veicolare questi contenuti sul sito web e sui social.
Tra i due ragazzi in sala, Alessio: ha gli occhi scuri, i capelli ricci raccolti in un codino e, al contrario del suo collega, non fa domande stupide. Il suo, è uno sguardo di quelli che ti spogliano.
Ogni tanto, durante la sessione, viene a portarmi da bere, "così il lavoro è più leggero". Ogni volta, il suo sguardo magnetico mi distrae.
Scoprirò poco più tardi, che anche lui ha la forte passione per la fotografia.
Finisco lo shooting e torno a casa sfinita.
Un paio di ore più tardi apro Instagram e trovo un nuovo follower: è lui.
Non so come abbia fatto, visto che nessuno ci ha presentati ufficialmente, ma mi ha trovata.
Pochi giorni dopo uscendo da casa, ovviamente in ritardo, l'ho visto davanti al supermercato, pronto a salire sul suo scooter. Sfacciata, gli ho scritto che lo avevo visto.
Abbiamo discusso di frivolezze, ma lo abbiamo fatto fino a notte fonda. E le conversazioni di notte, si sa, hanno sempre quel tocco di magia in più.
"Adoro le tue foto" mi dice "sembrano quasi appartenere ad un altro mondo, più bello." Confesso: ho ricevuto molti commenti sulle mie fotografie, molti apprezzamenti. Ma mai nessuno mi aveva detto qualcosa del genere.
Confesso di nuovo: ho subito il fascino di queste parole, anche se su un display.
"Mi imbarazzi" ho risposto.
"Non ne hai motivo." ha replicato.
La conversazione è andata avanti a più riprese, finchè mi ha scritto "Ho una sfida per te: voglio vedere come trasformi questo mondo in uno più bello. Ci vediamo stasera alle 19" e mi ha allegato un indirizzo.
Ore 18.58 sono fuori dal portone, con un vestitino estivo leggero e la mia reflex nella borsa.
Citofono, mi apre, prendo l'ascensore, salgo all'ottavo piano.
Alessio apre la porta d'ingresso scalzo, con un paio di bermuda posti ad altezza inguinale e una t-shirt che lascia intravedere le vene sotto la sua pelle lungo le braccia.
Una rapida occhiata al salotto: una piccola stanza con delle scale in legno dietro ad un divano giallo, qualche pianta, la tv spenta, un tavolino con un posacenere e un libro di Ezra Bayda.
"Allora, questa sfida?" chiedo con voce bassa.
"Non avere fretta. Vieni con me" mi dice prendendomi la mano.
Percorriamo le scale. "Attenta alla testa" mi dice quasi in cima.
"Vieni qui" mi sussurra prima di coprirmi gli occhi con le mani. Sento l'odore di nicotina riempirmi le narici.
Qualche passo e sento l'aria fresca sulla pelle, la sento scompigliarmi i capelli e far svolazzare il mio vestitino.
"Pronta?" mi dice in un nuovo sussurro.
E non appena porta via le sue mani dai miei occhi, davanti a me si materializza un panorama mozzafiato: lo skyline della città, illuminato dalla luce dorata del tramonto. Il cielo è ricco di sfumature gialle e arancioni, le silhouette dei palazzi disegnano nere geometrie irregolari.
Resto senza fiato.
Mi volto a guardarlo, attonita. Sorride compiaciuto.
"Lo so." mi dice "è il motivo per cui sono venuto ad abitare in questa casa."
"Come faccio a far diventare tutto questo ancora più bello?"
"Stupiscimi." mi dice sorridendo.
Prendo la reflex dalla borsa e inizio a scattare qualche foto. Alessio è dietro di me, ha appena acceso una sigaretta.
Mentre scatto, mi volto a guardarlo. La luce del tramonto traccia il suo profilo perfetto. Non perdo tempo, gli scatto una foto: il cielo con quei colori magici, la sua sagoma in ombra e il rosso della miccia della sigaretta che brilla.
Se ne accorge, mi sorride.
Click, click, click.
"Pensavo avessi qualcosa di più bello da fotografare"
Gli restituisco il sorriso, mi volto e riprendo a concentrarmi sul panorama.
Sento il rumore dei suoi passi, mentre si avvicina.
Spegne la sigaretta, a poca distanza da me. Sparisce dalla mia vista periferica.
Si posiziona alle mie spalle, allarga le braccia e poggia le mani alla ringhiera, una alla mia destra, una alla mia sinistra: mi intrappola tra il suo corpo e il parapetto.
Continuo a fotografare, come se la sua presenza mi lasciasse indifferente. Ma sento il suo respiro su di me e fatico a tenere il controllo.
Abbasso la reflex. Resto in sua attesa.
La punta del suo naso mi accarezza il collo, arriva al mio orecchio. Mi stuzzica il lobo. Mi bacia il collo, esattamente dietro l'orecchio. Sento un brivido lungo la schiena. Mi volto verso di lui.
"Puoi mostrarmi un mondo più bello?" gli dico in un sussurro.
Sorride, abbassa la spallina destra del mio vestito. Con due dita, parte dal braccio e disegna la curva della mia spalla, prosegue fino all'incavo del collo, arriva fin quasi al volto. Mi prende dolcemente la testa e le sue labbra morbide si poggiano alle mie.
Restituisco il bacio, appassionatamente.
Il corpo di Alessio preme contro il mio, nonostante la reflex in mezzo.
"Hai una fotocamera in mano o sei solo molto felice di vedermi?" mi dice, facendomi scoppiare in una risata fragorosa.
Appoggio la fotocamera al divanetto. Ricomincio a baciarlo.
Alessio mi stringe e adesso riesco a sentire la sua erezione superare i tessuti.
Si allontana e si abbassa. Le sue mani scivolano sotto la gonna.
Mi sfila il tanga, lo lascia scorrere lungo le mie gambe abbronzate. Lo getta via, finisce accanto alla mia reflex.
Sfila la maglietta, che fa la stessa fine del mio tanga.
"E se ci vede qualcuno?" dico.
"Voltati e osserva": eseguo. In effetti, siamo così alti che nessuno può vederci.
Si inginocchia e la sua testa scompare sotto il mio vestito.
La sua bocca, piano piano inizia a mangiarmi.
Sento le ginocchia arrendevoli a quel piacere, mi appoggio alla ringhiera per evitare di cadere.
Alessio è lento, ma i suoi movimenti sono efficaci. Scorre lungo le labbra, prima di dedicarsi al mio clitoride già gonfio.
L'idea di averlo sotto la mia gonna, è tremendamente eccitante.
Gemo, carica di piacere.
Riemerge dopo qualche minuto, lasciandomi desiderosa di averne ancora. Mi prende per mano e mi porta sul divanetto.
Mi fa stendere e allarga le mie cosce.
La sua testa è rapida tra le mie gambe.
Sento la sua lingua inumidirmi, ancora. D'istinto, inarco la schiena, in preda al piacere.
Alessio asseconda i movimenti del mio corpo. Mi scopre il seno, prima di accarezzarlo. Mi pizzica il capezzolo.
Gemo, sotto i suoi tocchi.
Continua a dedicarmi attenzioni e a regalarmi piacere. La sua lingua adesso è più veloce e frenetica e i miei gemiti aumentano di volume.
In un attimo di folle lucidità, mi volto e prendo la reflex. Decido di immortalare anche questo momento, anche questa magia.
Click. Il suono dell'otturatore richiama la sua attenzione.
Alessio non si scompone. Ma mi guarda negli occhi passando direttamente da dentro l'obiettivo.
E quell’obiettivo lo buca, mentre il suo sguardo scuro mi arriva al centro del petto.
Click, click, click.
Ad ogni movimento o rotazione della testa, corrisponde uno scatto. Vedo già dall'anteprima la meravigliosa bellezza erotica di quelle foto, con alcune zone messe a fuoco e morbide sfocature altrove.
Le mani di Alessio adesso sono sulle mie labbra. Le sue dita bussano per entrare. Le accolgo e le inumidisco con la saliva.
Scambia rapidamente il posto a dita e labbra: le sue labbra adesso sono sulle mie, le sue dita invece scivolano dentro di me.
Mi toglie il fiato mentre mi regala piacere.
Gonfia di voglia di lui, gli dico ansimante "Mi sentiranno!"
"Ti importa?" mi chiede a voce bassa.
Sorrido, faccio cenno di no con la testa, riprendo a baciarlo.
Poco dopo mi sposto, mi metto a sedere. La mia testa è all'altezza del suo inguine.
Abbasso i suoi bermuda, lasciandolo completamente nudo.
Inizio a baciare la sua mascolinità, leccando ogni centimetro di pelle.
Ogni tanto lo guardo negli occhi.
Alessio si sposta, prende la mia fotocamera.
Click, click, click.
Adesso, la protagonista degli scatti sono io, attraverso i suoi occhi.
Sento la sua erezione crescere ancora dentro la mia bocca, mentre assaporo il suo gusto e mi riempio le narici del suo odore.
Le mie guance sono incavate mentre lo ospito tra le mie labbra, pulsante, voluminoso, eccitato, eccitante.
Anche io lo guardo attraverso l'obiettivo, muovo la testa per fornirgli scatti diversi. Alessio introduce la sua mano nell'inquadratura, mentre mi accarezza la nuca.
Le sue dita sono tra i miei capelli, mentre inginocchiata mi nutro di lui.
Ed io in quel momento penso che in ogni foto potrò vedere il tatuaggio che ha sul polso.
Appoggia la reflex, ed entrambe le mani mi tengono la testa mentre scivola dentro e fuori dalla mia bocca.
Mi fa alzare. Mi sfila il vestito.
“Adesso siamo pari” mi dice sorridendo.
Mi stende di nuovo sul divanetto. Il peso del suo corpo mi schiaccia senza scampo, mentre sollevo la gambe per accoglierlo: ed è la sensazione più bella del mondo.
Sento la sua durezza accarezzarmi il ventre, sento il calore del suo corpo su di me.
Non deve faticare molto prima di trovare la porta di ingresso per entrare dentro il mio corpo. E mi riempie in un attimo.
Scorre con le mani lungo tutte le mie curve, fino a raggiungere le mia testa.
Affonda e sprofonda dentro di me con quella dolce violenza necessaria a fare tremare le mie gambe per ubriacarmi di piacere.
Ad entrambi si accorcia il fiato mentre cerchiamo il nostro piacere personale e quello dell'altro.
Stiamo andando a fuoco come il cielo sopra di noi.
Porto la mano sulla faccia di Alessio, lo tengo per il mento e lo costringo a guardarmi mentre godo del suo passaggio dentro di me.
Le mie labbra sono distanti pochi millimetri dalle sue, quel tanto necessario per non rubare la sua attenzione.
Voglio i suoi occhi addosso, voglio costringerlo a osservare il mio piacere, voglio essere padrona del gioco.
Voglio che Alessio mi guardi e che mi faccia sentire quanto mi vuole.
Voglio che mi guardi venire, mentre mi arrendo alla sua presenza dentro alla mia carne.
L'orgasmo arriva e mi costringo a tenere gli occhi aperti: non voglio perdermi il suo sorriso, quando i miei umori si riversano sul divanetto.
Ancora ansimante, allungo le mani sopra la mia testa e Alessio le segue con le sue. Mi stringe i polsi, mentre continua a farmi sua.
È di nuovo vicino alla reflex. Si porta vicino al pulsante e, con la fotocamera rivolta verso di noi, inizia a scattare alla cieca.
Click, click, click.
Oggi davanti l'obiettivo ci sono anche io.
Inarco il corpo e mi offro a lui. Alessio mi bacia il collo e poi scende a mordermi i capezzoli: quella tortura, quel dolore, sono tremendamente dolci.
Si solleva, si siede sul divanetto.
Salgo a cavalcioni su di lui.
Sciolgo il codino e i suoi capelli ricci sono liberi di muoversi al vento.
Porto i miei capelli su un lato, mentre lascio che scivoli dentro di me, con le mani appoggiate al suo petto con una leggera peluria.
Inarco di nuovo indietro la schiena, offrendogli di conseguenza i miei seni.
Alessio li mangia di nuovo, affamato.
Lo lascio cibare della mia femminilità, mentre mi dimeno su di lui in preda agli spasmi del piacere.
Tiene le mie natiche per guidare il ritmo dell'amplesso, al suono della nostra carne che sbatte.
Prende ancora la macchina fotografica e sceglie di scattarmi le foto mentre sono sopra di lui: saranno tutti primi piani del mio piacere.
Questo pensiero si fa strada nel mio cervello e mi porta ad un nuovo orgasmo.
Click, click, click.
Immortalata, rapita dall'estasi, vera: sono più me stessa adesso di quanto non lo sia mai stata.
Fa per appoggiare la macchina fotografica di fianco, ma gliela rubo: adesso è il mio turno.
Appoggio una mano sul suo petto e continuo a cavalcare la sua erezione, ancora eccitata.
Porto la sua mano sul mio seno, prima di riposizionarmi sul suo petto.
Adesso, dall'alto della mia posizione, posso vedere l'addome di Alessio contrarsi sotto il tocco della mia mano, sotto le spinte del mio bacino.
Geme, anche lui. E mi guarda dentro l'obiettivo e dentro l'anima.
Click, click, click.
Porto le mie dita sulle sue labbra, che si dischiudono al mio passaggio. E di nuovo click.
Adesso, è davvero il momento di posare la fotocamera.
E lo capisco perché le mani di Alessio mi stringono le natiche.
Afferro il suo volto tra le mani, perché voglio guardare il modo in cui viene per me.
"Guardami" gli dico, mentre continuo a muovermi.
Per lo sforzo, chiude gli occhi e allarga la bocca, affamato d'aria.
Sento il suo liquido dentro di me, come segno del suo passaggio dentro il mio corpo.
Ci guardiamo e ci sorridiamo, complici.
"Lo sai che nessuno mi aveva mai fotografata, come hai fatto tu?" chiedo.
"Forse nessuno ti aveva mai vista, come ho fatto io."
Mannaggia alle parole giuste.
Mi siedo al suo fianco, curiosa.
Prendo la reflex e guardo le foto in anteprima, insieme a lui che intanto mi cinge le spalle con un braccio, curioso a sua volta.
Le foto sono un'esaltazione del piacere reciproco.
Le immagino già post prodotte, qualcuna magari già stampata.
"Mi è piaciuto questo mondo" gli dico stampandogli un veloce bacio sulle labbra, prima di rivestirmi.
Una settimana dopo, gli faccio recapitare a casa una copia di una delle foto, stampata su tela, con un biglietto: nella foto, il suo volto mentre mi mangia, nel bigliettino la scritta "Mi piacciono le nostre foto. Sembriamo appartenere ad un altro mondo, più bello."
Tanto per cambiare sono puntualmente in ritardo.
Peggio di me, solo il pizzaiolo che non ha ancora acceso il forno.
Nonostante tutto, approfitto di quel ritardo per chiacchierare con il proprietario e due ragazzi in sala in merito alla distribuzione del lavoro: pianifichiamo le pizze che usciranno e che devo fotografare, per veicolare questi contenuti sul sito web e sui social.
Tra i due ragazzi in sala, Alessio: ha gli occhi scuri, i capelli ricci raccolti in un codino e, al contrario del suo collega, non fa domande stupide. Il suo, è uno sguardo di quelli che ti spogliano.
Ogni tanto, durante la sessione, viene a portarmi da bere, "così il lavoro è più leggero". Ogni volta, il suo sguardo magnetico mi distrae.
Scoprirò poco più tardi, che anche lui ha la forte passione per la fotografia.
Finisco lo shooting e torno a casa sfinita.
Un paio di ore più tardi apro Instagram e trovo un nuovo follower: è lui.
Non so come abbia fatto, visto che nessuno ci ha presentati ufficialmente, ma mi ha trovata.
Pochi giorni dopo uscendo da casa, ovviamente in ritardo, l'ho visto davanti al supermercato, pronto a salire sul suo scooter. Sfacciata, gli ho scritto che lo avevo visto.
Abbiamo discusso di frivolezze, ma lo abbiamo fatto fino a notte fonda. E le conversazioni di notte, si sa, hanno sempre quel tocco di magia in più.
"Adoro le tue foto" mi dice "sembrano quasi appartenere ad un altro mondo, più bello." Confesso: ho ricevuto molti commenti sulle mie fotografie, molti apprezzamenti. Ma mai nessuno mi aveva detto qualcosa del genere.
Confesso di nuovo: ho subito il fascino di queste parole, anche se su un display.
"Mi imbarazzi" ho risposto.
"Non ne hai motivo." ha replicato.
La conversazione è andata avanti a più riprese, finchè mi ha scritto "Ho una sfida per te: voglio vedere come trasformi questo mondo in uno più bello. Ci vediamo stasera alle 19" e mi ha allegato un indirizzo.
Ore 18.58 sono fuori dal portone, con un vestitino estivo leggero e la mia reflex nella borsa.
Citofono, mi apre, prendo l'ascensore, salgo all'ottavo piano.
Alessio apre la porta d'ingresso scalzo, con un paio di bermuda posti ad altezza inguinale e una t-shirt che lascia intravedere le vene sotto la sua pelle lungo le braccia.
Una rapida occhiata al salotto: una piccola stanza con delle scale in legno dietro ad un divano giallo, qualche pianta, la tv spenta, un tavolino con un posacenere e un libro di Ezra Bayda.
"Allora, questa sfida?" chiedo con voce bassa.
"Non avere fretta. Vieni con me" mi dice prendendomi la mano.
Percorriamo le scale. "Attenta alla testa" mi dice quasi in cima.
"Vieni qui" mi sussurra prima di coprirmi gli occhi con le mani. Sento l'odore di nicotina riempirmi le narici.
Qualche passo e sento l'aria fresca sulla pelle, la sento scompigliarmi i capelli e far svolazzare il mio vestitino.
"Pronta?" mi dice in un nuovo sussurro.
E non appena porta via le sue mani dai miei occhi, davanti a me si materializza un panorama mozzafiato: lo skyline della città, illuminato dalla luce dorata del tramonto. Il cielo è ricco di sfumature gialle e arancioni, le silhouette dei palazzi disegnano nere geometrie irregolari.
Resto senza fiato.
Mi volto a guardarlo, attonita. Sorride compiaciuto.
"Lo so." mi dice "è il motivo per cui sono venuto ad abitare in questa casa."
"Come faccio a far diventare tutto questo ancora più bello?"
"Stupiscimi." mi dice sorridendo.
Prendo la reflex dalla borsa e inizio a scattare qualche foto. Alessio è dietro di me, ha appena acceso una sigaretta.
Mentre scatto, mi volto a guardarlo. La luce del tramonto traccia il suo profilo perfetto. Non perdo tempo, gli scatto una foto: il cielo con quei colori magici, la sua sagoma in ombra e il rosso della miccia della sigaretta che brilla.
Se ne accorge, mi sorride.
Click, click, click.
"Pensavo avessi qualcosa di più bello da fotografare"
Gli restituisco il sorriso, mi volto e riprendo a concentrarmi sul panorama.
Sento il rumore dei suoi passi, mentre si avvicina.
Spegne la sigaretta, a poca distanza da me. Sparisce dalla mia vista periferica.
Si posiziona alle mie spalle, allarga le braccia e poggia le mani alla ringhiera, una alla mia destra, una alla mia sinistra: mi intrappola tra il suo corpo e il parapetto.
Continuo a fotografare, come se la sua presenza mi lasciasse indifferente. Ma sento il suo respiro su di me e fatico a tenere il controllo.
Abbasso la reflex. Resto in sua attesa.
La punta del suo naso mi accarezza il collo, arriva al mio orecchio. Mi stuzzica il lobo. Mi bacia il collo, esattamente dietro l'orecchio. Sento un brivido lungo la schiena. Mi volto verso di lui.
"Puoi mostrarmi un mondo più bello?" gli dico in un sussurro.
Sorride, abbassa la spallina destra del mio vestito. Con due dita, parte dal braccio e disegna la curva della mia spalla, prosegue fino all'incavo del collo, arriva fin quasi al volto. Mi prende dolcemente la testa e le sue labbra morbide si poggiano alle mie.
Restituisco il bacio, appassionatamente.
Il corpo di Alessio preme contro il mio, nonostante la reflex in mezzo.
"Hai una fotocamera in mano o sei solo molto felice di vedermi?" mi dice, facendomi scoppiare in una risata fragorosa.
Appoggio la fotocamera al divanetto. Ricomincio a baciarlo.
Alessio mi stringe e adesso riesco a sentire la sua erezione superare i tessuti.
Si allontana e si abbassa. Le sue mani scivolano sotto la gonna.
Mi sfila il tanga, lo lascia scorrere lungo le mie gambe abbronzate. Lo getta via, finisce accanto alla mia reflex.
Sfila la maglietta, che fa la stessa fine del mio tanga.
"E se ci vede qualcuno?" dico.
"Voltati e osserva": eseguo. In effetti, siamo così alti che nessuno può vederci.
Si inginocchia e la sua testa scompare sotto il mio vestito.
La sua bocca, piano piano inizia a mangiarmi.
Sento le ginocchia arrendevoli a quel piacere, mi appoggio alla ringhiera per evitare di cadere.
Alessio è lento, ma i suoi movimenti sono efficaci. Scorre lungo le labbra, prima di dedicarsi al mio clitoride già gonfio.
L'idea di averlo sotto la mia gonna, è tremendamente eccitante.
Gemo, carica di piacere.
Riemerge dopo qualche minuto, lasciandomi desiderosa di averne ancora. Mi prende per mano e mi porta sul divanetto.
Mi fa stendere e allarga le mie cosce.
La sua testa è rapida tra le mie gambe.
Sento la sua lingua inumidirmi, ancora. D'istinto, inarco la schiena, in preda al piacere.
Alessio asseconda i movimenti del mio corpo. Mi scopre il seno, prima di accarezzarlo. Mi pizzica il capezzolo.
Gemo, sotto i suoi tocchi.
Continua a dedicarmi attenzioni e a regalarmi piacere. La sua lingua adesso è più veloce e frenetica e i miei gemiti aumentano di volume.
In un attimo di folle lucidità, mi volto e prendo la reflex. Decido di immortalare anche questo momento, anche questa magia.
Click. Il suono dell'otturatore richiama la sua attenzione.
Alessio non si scompone. Ma mi guarda negli occhi passando direttamente da dentro l'obiettivo.
E quell’obiettivo lo buca, mentre il suo sguardo scuro mi arriva al centro del petto.
Click, click, click.
Ad ogni movimento o rotazione della testa, corrisponde uno scatto. Vedo già dall'anteprima la meravigliosa bellezza erotica di quelle foto, con alcune zone messe a fuoco e morbide sfocature altrove.
Le mani di Alessio adesso sono sulle mie labbra. Le sue dita bussano per entrare. Le accolgo e le inumidisco con la saliva.
Scambia rapidamente il posto a dita e labbra: le sue labbra adesso sono sulle mie, le sue dita invece scivolano dentro di me.
Mi toglie il fiato mentre mi regala piacere.
Gonfia di voglia di lui, gli dico ansimante "Mi sentiranno!"
"Ti importa?" mi chiede a voce bassa.
Sorrido, faccio cenno di no con la testa, riprendo a baciarlo.
Poco dopo mi sposto, mi metto a sedere. La mia testa è all'altezza del suo inguine.
Abbasso i suoi bermuda, lasciandolo completamente nudo.
Inizio a baciare la sua mascolinità, leccando ogni centimetro di pelle.
Ogni tanto lo guardo negli occhi.
Alessio si sposta, prende la mia fotocamera.
Click, click, click.
Adesso, la protagonista degli scatti sono io, attraverso i suoi occhi.
Sento la sua erezione crescere ancora dentro la mia bocca, mentre assaporo il suo gusto e mi riempio le narici del suo odore.
Le mie guance sono incavate mentre lo ospito tra le mie labbra, pulsante, voluminoso, eccitato, eccitante.
Anche io lo guardo attraverso l'obiettivo, muovo la testa per fornirgli scatti diversi. Alessio introduce la sua mano nell'inquadratura, mentre mi accarezza la nuca.
Le sue dita sono tra i miei capelli, mentre inginocchiata mi nutro di lui.
Ed io in quel momento penso che in ogni foto potrò vedere il tatuaggio che ha sul polso.
Appoggia la reflex, ed entrambe le mani mi tengono la testa mentre scivola dentro e fuori dalla mia bocca.
Mi fa alzare. Mi sfila il vestito.
“Adesso siamo pari” mi dice sorridendo.
Mi stende di nuovo sul divanetto. Il peso del suo corpo mi schiaccia senza scampo, mentre sollevo la gambe per accoglierlo: ed è la sensazione più bella del mondo.
Sento la sua durezza accarezzarmi il ventre, sento il calore del suo corpo su di me.
Non deve faticare molto prima di trovare la porta di ingresso per entrare dentro il mio corpo. E mi riempie in un attimo.
Scorre con le mani lungo tutte le mie curve, fino a raggiungere le mia testa.
Affonda e sprofonda dentro di me con quella dolce violenza necessaria a fare tremare le mie gambe per ubriacarmi di piacere.
Ad entrambi si accorcia il fiato mentre cerchiamo il nostro piacere personale e quello dell'altro.
Stiamo andando a fuoco come il cielo sopra di noi.
Porto la mano sulla faccia di Alessio, lo tengo per il mento e lo costringo a guardarmi mentre godo del suo passaggio dentro di me.
Le mie labbra sono distanti pochi millimetri dalle sue, quel tanto necessario per non rubare la sua attenzione.
Voglio i suoi occhi addosso, voglio costringerlo a osservare il mio piacere, voglio essere padrona del gioco.
Voglio che Alessio mi guardi e che mi faccia sentire quanto mi vuole.
Voglio che mi guardi venire, mentre mi arrendo alla sua presenza dentro alla mia carne.
L'orgasmo arriva e mi costringo a tenere gli occhi aperti: non voglio perdermi il suo sorriso, quando i miei umori si riversano sul divanetto.
Ancora ansimante, allungo le mani sopra la mia testa e Alessio le segue con le sue. Mi stringe i polsi, mentre continua a farmi sua.
È di nuovo vicino alla reflex. Si porta vicino al pulsante e, con la fotocamera rivolta verso di noi, inizia a scattare alla cieca.
Click, click, click.
Oggi davanti l'obiettivo ci sono anche io.
Inarco il corpo e mi offro a lui. Alessio mi bacia il collo e poi scende a mordermi i capezzoli: quella tortura, quel dolore, sono tremendamente dolci.
Si solleva, si siede sul divanetto.
Salgo a cavalcioni su di lui.
Sciolgo il codino e i suoi capelli ricci sono liberi di muoversi al vento.
Porto i miei capelli su un lato, mentre lascio che scivoli dentro di me, con le mani appoggiate al suo petto con una leggera peluria.
Inarco di nuovo indietro la schiena, offrendogli di conseguenza i miei seni.
Alessio li mangia di nuovo, affamato.
Lo lascio cibare della mia femminilità, mentre mi dimeno su di lui in preda agli spasmi del piacere.
Tiene le mie natiche per guidare il ritmo dell'amplesso, al suono della nostra carne che sbatte.
Prende ancora la macchina fotografica e sceglie di scattarmi le foto mentre sono sopra di lui: saranno tutti primi piani del mio piacere.
Questo pensiero si fa strada nel mio cervello e mi porta ad un nuovo orgasmo.
Click, click, click.
Immortalata, rapita dall'estasi, vera: sono più me stessa adesso di quanto non lo sia mai stata.
Fa per appoggiare la macchina fotografica di fianco, ma gliela rubo: adesso è il mio turno.
Appoggio una mano sul suo petto e continuo a cavalcare la sua erezione, ancora eccitata.
Porto la sua mano sul mio seno, prima di riposizionarmi sul suo petto.
Adesso, dall'alto della mia posizione, posso vedere l'addome di Alessio contrarsi sotto il tocco della mia mano, sotto le spinte del mio bacino.
Geme, anche lui. E mi guarda dentro l'obiettivo e dentro l'anima.
Click, click, click.
Porto le mie dita sulle sue labbra, che si dischiudono al mio passaggio. E di nuovo click.
Adesso, è davvero il momento di posare la fotocamera.
E lo capisco perché le mani di Alessio mi stringono le natiche.
Afferro il suo volto tra le mani, perché voglio guardare il modo in cui viene per me.
"Guardami" gli dico, mentre continuo a muovermi.
Per lo sforzo, chiude gli occhi e allarga la bocca, affamato d'aria.
Sento il suo liquido dentro di me, come segno del suo passaggio dentro il mio corpo.
Ci guardiamo e ci sorridiamo, complici.
"Lo sai che nessuno mi aveva mai fotografata, come hai fatto tu?" chiedo.
"Forse nessuno ti aveva mai vista, come ho fatto io."
Mannaggia alle parole giuste.
Mi siedo al suo fianco, curiosa.
Prendo la reflex e guardo le foto in anteprima, insieme a lui che intanto mi cinge le spalle con un braccio, curioso a sua volta.
Le foto sono un'esaltazione del piacere reciproco.
Le immagino già post prodotte, qualcuna magari già stampata.
"Mi è piaciuto questo mondo" gli dico stampandogli un veloce bacio sulle labbra, prima di rivestirmi.
Una settimana dopo, gli faccio recapitare a casa una copia di una delle foto, stampata su tela, con un biglietto: nella foto, il suo volto mentre mi mangia, nel bigliettino la scritta "Mi piacciono le nostre foto. Sembriamo appartenere ad un altro mondo, più bello."
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